DAL MONDO ANTICO OCCIDENTALE E ORIENTALE ALLE MARCHE DEL NOVECENTO
2.1 Donne mediche nella Cina antica (Elena Santilli)
Il mondo femminile nella Cina contemporanea, come nella Cina antica, non è per nulla irrilevante. A partire dalla figura di Lady Hao, una delle sessantaquattro mogli dell’imperatore Wu Ding (XIII sec. a.C., dinastia Shang) e nello stesso tempo capo guerriera del regno, a cui appartiene una delle tombe più spettacolari della archeologia cinese con nove-cento pezzi da corredo comprendenti giade, bronzi e carapaci iscritti, si sviluppa e persiste una cultura femminile polivalente che interessa anche il mondo della medicina18.
Si espongono, di seguito, i risultati del progetto europeo CHETCH (2014-2017), focalizzato sulla medicina tradizionale cinese elaborata da donne e destinata a pazienti donne, con una ricognizione di testi in prosa e poesia attestanti una conoscenza medica femminile, a partire dal II sec. a.C.19 Si tratta di uno studio multidisciplinare e multifocale, dal momento che la medicina tradizionale rappresenta da sempre un know how culturale in Cina, profondamente connesso al tessuto religioso (per lo più taoista), al sapere erboristico, al sistema filosofico-sociale e an-che a quello mitologico e favolistico (dove le donne hanno più fortuna).
La prima medica di cui conosciamo il nome è Yì Xu, vissuta nel II sec.
a.C., durante la Dinastia Han. Prestò servizio presso la corte imperiale come medico privato della regina Madre che, in ricompensa per la sua destrezza, le promise un avanzamento di carriera del fratello. Sembra che la dottoressa abbia rifiutato, dal momento che non riteneva il suo parente degno di un tale onore.
Di altra tempra fu la sua pressoché contemporanea Chùn Yù Yàn, della quale si narrano atroci azioni. Pare infatti che, in vista di una promozione militare per il proprio coniuge, si sia spinta ad uccidere niente poco di meno che l’imperatrice Madre.
18. Cfr. S. Ferrara, “La Grande Invenzione. Storia del mondo in nove scritture misteriose”, Feltrinelli, Milano 2019.
19. Il progetto europeo CHETCH (“China and Europe Taking Care of Healthcare Solutions”) è stato coordinato da France-sca Spigarelli dell’Università di Macerata (http://ricerca.unimc.it/it/finanziamenti/finanziamenti-internazionali/proget-ti-e-network-internazionali-di-unimc/chetch). Questo studio specifico è stato possibile grazie alla collaborazione di Schen Jie e Chen Renshou del “Department of Literature in Chinese Medicine”, University of Traditional Chinese Medicine of Nanjing; cfr. E. Santilli, “Female doctors in Ancient China”, in A. Mucelli, F. Spigarelli (a cura di), “Healthcare Policies and Systems” in Europe and China Comparisons and Synergies, World Scientific, China 2018, pp. 285-301, disponibile anche all’indirizzo: https://www.worldscientific.com/doi/abs/10.1142/9789813231221_0016.
Alle storie intriganti ma fugaci delle due donne-medico va ad associar-si quella della più nota Wèì Huà Cù. Di lei associar-si hanno maggiori informazio-ni storiche poiché, vissuta tra III e IV sec. d.C. (252-334 d.C.), fu autrice di un manuale di medicina dal titolo Huàng Tìng Jìng. Il testo è articolato in una prima sezione intitolata Huàng Tìng Nèi Jìng Jìng e dedicata agli orga-ni interorga-ni; la seconda sezione, dal titolo Huàng Tìng Wài Jìng Jìng, espone, invece, una visione più ampia della medicina cinese, ispirata alla filo-sofia taoista di Laozi (VI sec. a.C.) e Zhuangzi (IV sec. a.C.), cui l’autrice aveva aderito.
Anche se filologicamente solo la seconda parte del manuale medico pare attribuibile a Wèì Huà Cù, sono evidenti le innovazioni che la dot-toressa introdusse in campo medico. Infatti, oltre ad affermarsi come personaggio sociale alternativo, grazie alla scelta anticonvenzionale di abbandonare il marito Liu Wen per dedicarsi alla medicina, ella intro-dusse la visione microcosmica del corpo umano. Come ci viene raccon-tato nel resoconto agiografico del suo discepolo Yang Xi della scuola di Shanqing, il corpo viene concepito come un cielo ove interagiscono punti, generando connessioni significative, simili a delle vere e proprie costellazioni. La risultanza e l’interdipendenza delle strutture puntuali e degli organi coinvolti determinano lo stato di salute del soggetto. Si riporta di seguito la descrizione di uno degli organi principali, ovvero il cuore, associato metaforicamente alla figura del sovrano:
“Il sovrano, il re di tutto il corpo e degli altri organi […]. Se il cuore prende a pensare, esso dà il via a tutte le attività e, se il cuore non pensa, gli uomini non possono avere idee nella mente, ma solo caos […]. Gli occhi sono la mente del cuore e se il cuore prova sofferenza interiore, gli oc-chi non possono vedere. La mente del cuore beneficia l’essenza degli occhi. Quando il cuore si apre, gli occhi si aprono. Se il cuore è chiuso, gli occhi sono chiusi. Se la mente del cuore è in pace, il corpo è quieto e i malanni non sopraggiungono. Il cuore è responsabile delle attività della lingua e della bocca. Può regolare i fluidi umani e distinguere i diversi sapori”20.
Tale fu l’eco della personalità di Wèì Huà Cùn che ne venne presto pro-mosso un culto, insediato sulla Montagna Maoshan a Nanchino.
Altro personaggio chiave è Bao Gù (III-IV sec. d. C.), moglie del più noto medico e alchimista Gè Hong. La dottoressa, ricordata in fonti lettera-rie mitologiche e fiabesche e della quale non si conservano produzioni
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scritte, pare abbia contribuito all’invenzione del rimedio contro la ma-laria. È probabile che alla sua mano si debba la stesura di un prezioso erbario con oltre 99 riferimenti erboristici, poi tradito sotto la firma di Gè Hong, con il quale Bao Gù si trasferì in Guadong per approfondire gli studi sulle proprietà terapeutiche di acque e cortecce. La rilevan-za della dottoressa si deve alla convergenrilevan-za di molteplici racconti e narrazioni che la vogliono inventrice della moxibustione come pratica terapica (su cui cfr. infra), praticata e perfezionata successivamente da Tàn Yun Xian (1461-1556).
Originaria della provincia di Nanchino, proveniente da una famiglia aristocratica, Tàn Yun Xian apprese l’arte medica dalla nonna, come si apprende dalla prefazione della sua opera21. Si conserva, infatti, un ma-nuale su carta, tradito in un codex unicus (almeno allo stato attuale delle ricerche filologiche), locato presso la Chinese Academy of Traditional Medicine in Benjing (http://www.catcm.ac.cn). Il manoscritto autogra-fo fu realizzato tra il 1510 e il 1511 ed è un vero e proprio caso unico nel panorama librario e culturale cinese. Compendia trentuno casi di medicina femminile (le pazienti sono donne), registrati grazie all’espe-rienza pratica intentata dalla dottoressa in circa cinquant’anni di attività professionale. Peraltro, la dissertazione è arricchita dagli appunti della nonna di Tan Yun Xian. Il manuale, cui non corrisponde un titolo specifi-co, presenta un’impalcatura letteraria omogenea. A una presentazione della paziente di ordine sociale ed economico, segue la descrizione dettagliata della sintomatologia riscontrata. Infine viene indicata la cura con la ricetta specifica da seguire. Spesse volte viene citata una ricetta tratta da libri noti di medicina (e di mano maschile), corretta e rivisitata secondo gli accorgimenti di Tan Yun Xian; un esempio:
“La paziente ha trentadue anni e suo marito svolge la professione di mercante. Pertanto la coniuge vanta una buona condizione economica e le sue finanze sono floride. Tale donna ha riscontrato una temperatu-ra instabile dopo aver seguito il proprio marito in alcuni spostamenti e si è ammalata. Ha vomitato due bolle di sangue e ha presentato tosse.
La tosse persiste da tre anni, nonostante i trattamenti e i rimedi sommi-nistrati. La paziente ha deciso di venire qui […]. Alcune erbe la cui fun-zione è quella di contenere e arrestare la fuoriuscita di sangue, decotti per regolare il qi e, a seguire, alcuni pastiglie per rinvigorire il corpo. La ricetta include: sishengwan, bawutang e dabuyin wan”.
21. Cfr. L. Wilxon, Yue Lu, “Miscellaneous Records of a Female Doctor”, Chinese Medicine Database, 2015.
La formula proviene da Fu ren da quan liang fang, un manuale ginecologi-co redatto da Chen Ziming (XIII sec.), ma la dottoressa ginecologi-conginecologi-corre a ginecologi- cor-reggerla eliminando lo sheng heye e aggiungendo, piuttosto, huang, bian bai ye, huang lian, shan zhi ren, xing ren e bei mu (nel numero di due liangs).