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Due donne e un letto

Nel documento Ermione dalla tragedia greca a Rossini (pagine 68-74)

Ermione nell’Andromaca di Euripide

3.1. Due donne e un letto

L’Andromaca di Euripide si apre con un discorso di Andromaca che si è recata come supplice1 all’altare di Teti presso Theti- deion in Phthia, sede del regno di Neottolemo e luogo in cui si svolge l’azione drammatica2. Alla fine della guerra di Troia

Andromaca è infatti divenuta la concubina di Neottolemo, cui ha partorito un figlio3. Al contrario, dall’unione con Ermione,

sua moglie legittima, Neottolemo non ha ancora avuto figli: convinta che la causa di questa mancanza sia Andromaca stes- sa, Ermione vuole vendicarsi di lei.

La prima presentazione di Ermione avviene proprio nella

rhesis di Andromaca: sebbene immersa in grandi sciagure, ella

sperava che il figlio avuto da Neottolemo avrebbe costituito per

1 La figura del supplice che recita il prologo si ritrova anche in altre quattro trage-

die euripidee (Heracl.; Hel.; HF; Supp.); in particolare, Alexopoulou (2009: 42) ha po- sto in rilievo l’analogia tra Andromaca e Megara, costrette a questa condizione per l’assenza dei rispettivi amanti Neottolemo ed Eracle. Skouroumouni Stavrinou (2014: 394) ha invece sottolineato che solitamente la figura del supplice è innocente e degna di rispetto, per cui la scelta di Euripide di rappresentare Andromaca in questa veste impli- cherebbe la sua volontà di attirare la simpatia del pubblico dalla parte dell’eroina troia- na.

2 Cfr. supra p. 55.

3 Il figlio di Neottolemo e Andromaca — chiamato “Molosso” nella lista delle

dramatis personae trasmessa dai codici — non è mai nominato nel corso della tragedia, anche dove più ci si aspetterebbe che ciò avvenga, i.e. alla fine del dramma, in cui Teti predice ad Andromaca che lei e suo figlio regneranno sulla terra della Molossia. Il no- me Molosso è molto probabilmente un’invenzione posteriore a Euripide escogitata per motivi genealogici ed è apparentemente attestato per la prima volta in Eratostene (Ste- vens 1971: 94). Altre fonti antiche forniscono nomi diversi da Molosso: cfr. e.g. schol. in Eur. Andr. 52.

lei un baluardo di difesa e protezione. Tuttavia, da quando Neottolemo si è sposato con la spartana Ermione, la situazione per lei è drasticamente cambiata:

καὶ πρὶν µὲν ἐν κακοῖσι κειµένην ὅµως ἐλπίς µ᾽ ἀεὶ προῆγε σωθέντος τέκνου ἀλκήν τιν᾽ εὐρεῖν κἀπικούρησιν κακῶν· ἐπεὶ δὲ τὴν Λάκαιναν Ἑρµιόνην γαµεῖ τοὐµὸν παρώσας δεσπότης δοῦλον λέχος, 30 κακοῖς πρὸς αὐτῆς σχετλίοις ἐλαύνοµαι. λέγει γὰρ ὥς νιν φαρµάκοις κεκρυµµένοις τίθηµ᾽ ἄπαιδα καὶ πόσει µισουµένην, αὐτὴ δὲ ναίειν οἶκον ἀντ᾽ αὐτῆς θέλω τόνδ᾽, ἐκβαλοῦσα λέκτρα τἀκείνης βίαι· 35 ἁγὼ τὸ πρῶτον οὐχ ἑκοῦσ᾽ ἐδεξάµην, νῦν δ᾽ ἐκλέλοιπα· Ζεὺς τάδ᾽ εἰδείη µέγας, ὡς οὐχ ἑκοῦσα τῶιδ᾽ ἐκοινώθην λέχει. ἀλλ᾽ οὔ σφε πείθω, βούλεται δέ µε κτανεῖν, πατήρ τε θυγατρὶ Μενέλεως συνδρᾶι τάδε. 40 καὶ νῦν κατ᾽ οἴκους ἔστ᾽, ἀπὸ Σπάρτης µολὼν ἐπ᾽ αὐτὸ τοῦτο· δειµατουµένη δ᾽ ἐγὼ δόµων πάροικον Θέτιδος εἰς ἀνάκτορον θάσσω τόδ᾽ ἐλθοῦσ᾽, ἤν µε κωλύσηι θανεῖν (Eur. Andr. 26–44)4.

E prima, per quanto fossi in mezzo a sventure, nutrivo ugualmente la speranza che, con mio figlio salvo, avrei trovato un rifugio e una pro- tezione contro i mali: ma da quando il padrone ha sposato la spartana Ermione, disprezzando il mio letto di schiava, sono perseguitata da lei con mali crudeli. Dice infatti che io, tramite dei filtri magici segreti, la rendo sterile e odiata dal marito, e che io stessa voglio prendere il suo posto in questa casa, scacciando il suo letto con la forza: io un tempo accolsi il letto non volendolo, ma ora l’ho lasciato: il grande Zeus è testimone di questo, che non volendolo condivisi questo letto. Ma non riesco a persuaderla, anzi lei mi vuole uccidere, e il padre Menelao aiuta la figlia in questo. E ora è nella casa, giunto da Sparta proprio per questo scopo: io, in preda al panico, sono venuta a rifugiarmi in questo santuario di Teti, vicino alla casa, sperando che mi preservi dal morire.

Andromaca si è rifugiata presso il santuario di Teti poiché Ermione, persuasa che la schiava troiana sia la causa della

4 Se non diversamente specificato, questa e tutte le prossime citazioni del testo

III. Ermione nell’Andromaca di Euripide 75 propria sterilità e dell’odio del marito nei suoi confronti, vuole ucciderla. I capi di accusa contro Andromaca saranno ribaditi dalla stessa Ermione ai versi 157–158, con una modifica sottile ma importante nel loro ordine di comparsa: Ermione è odiata dal marito a causa dei filtri di Andromaca, per causa di Andro- maca il suo ventre è reso sterile.

στυγοῦµαι δ᾽ ἀνδρὶ φαρµάκοισι σοῖς,

νηδὺς δ᾽ ἀκύµων διὰ σέ µοι διόλλυται· (Eur. Andr. 157–158). Sono odiata da mio marito a causa dei tuoi filtri,

e a causa tua il mio ventre perisce sterile.

Coerentemente con la propria visione della situazione, An- dromaca mette in rilievo il fatto che avrebbe reso sterile Ermio- ne tramite dei filtri magici; Ermione invece sottolinea che a causa di Andromaca ella è odiata dal marito e il suo ventre è da lei reso sterile. Neottolemo vorrebbe un erede e odia Ermione proprio perché non è stata in grado di darglielo: questo è quanto si evince dall’intero dramma. Ritenere che Neottolemo odii Ermione senza alcuna ragione specifica non equivale soltanto a entrare nel campo delle speculazioni, ma anche a discostarsi dal contenuto del dramma, dimenticando il contesto in cui le affer- mazioni dei personaggi vengono enunciate5. Significativo in

proposito è anche un altro passo della tragedia dove Andromaca espone a Menelao il contenuto delle accuse di Ermione:

ἡµεῖς γὰρ εἰ σὴν παῖδα φαρµακεύοµεν

καὶ νηδὺν ἐξαµβλοῦµεν, ὡς αὐτὴ λέγει (Eur. Andr. 355–356) Se, come dice lei stessa, io faccio sortilegi a tua figlia e la faccio abor- tire

Ermione e Neottolemo non hanno figli: di più, il verbo ἐξαµβλοῦµεν implica che Ermione ha avuto almeno un aborto naturale, causato — a suo dire — dai φάρµακα di Andromaca.

5 L’importanza di considerare all’interno del loro contesto i comportamenti e le af-

fermazioni dei personaggi sarà evidente nell’analisi della scena tra Ermione e Oreste, dove Ermione celerà a Oreste l’accusa nei confronti di Andromaca di averla resa sterile: cfr. infra pp 109–111.

Kovacs sostiene che la sterilità di Ermione non sia una «condi- zione organica», ma che il suo vero problema sia il fatto che Neottolemo la odia e la disdegna6: difendendo la sua ipotesi, egli commenta questo passo affermando che «the fact of neglect can easily be turned into the charge of alienation of affections by means of love–philters» (Kovacs 1980: 19)7. In altri termini, Ermione userebbe l’accusa dei φάρµακα come scusa per giusti- ficare il fatto che Neottolemo la trascura8. Tuttavia, questo si-

gnifica dare un’interpretazione psicologica e poco fedele al testo9. Il testo del dramma sembra presentare Andromaca come una persona coscienziosa e onesta; se non si presta fede alle malevole accuse di Ermione, è possibile pensare che l’ostilità di Neottolemo nei confronti di Ermione sia sorta proprio per la de- lusione per l’assenza di eredi legittimi. Si noti anche che sem- bra difficile rintracciare all’interno del dramma elementi tali da far supporre che Ermione non creda veramente all’accusa da lei stessa formulata nei confronti di Andromaca.

Che l’accusa di Ermione contro Andromaca sia un pretesto verrà sottolineato da Andromaca stessa: «il tuo sposo non ti odia a causa dei miei filtri magici, ma perché tu non sei adatta per vivere con lui. Anche questo è una fonte di fascino: non la bellezza, o donna, ma le virtù fanno gioire i propri consorti»10.

6 Cfr. anche Burnett (1971: 135): «Evidently Hermione is not so much barren as

neglected, and her true belief is that Andromache receives the marital attentions that are denied to her».

7 Errata sembra essere l’interpretazione di Hangard (1978), secondo il quale An-

dromaca starebbe volutamente amplificando in questi versi le false accuse di Ermione nei suoi confronti (si noti il ὡς αὐτὴ λέγει), affermando che la spartana le attribuisce persino di averle causato degli aborti. Tuttavia, non ci sono motivi validi per ritenere che Andromaca menta nel riferire le accuse di Ermione.

8 Secondo Faraone (1999: 7) Ermione accusa Andromaca di usare i φάρµακα «to

seduce her husband Neoptolemus, to inhibit Hermione’s sexual performance with him, or to render her infertile».

9 Sanders (2014: 149, n. 67) sottolinea che nel dramma non è insito alcun suggeri-

mento che faccia ritenere pretestuosa l’accusa di Ermione nei confronti di Andromaca: al contrario, lo studioso ritiene che questa accusa sia rivelatrice dello stato mentale di Ermione e che «jealousy and paranoid fear (of being set aside) have made her believe a fantasy». Sulla gelosia di Ermione cfr. infra Par. 3.2.

10 Eur. Andr. 205–208: οὐκ ἐξ ἐµῶν σε φαρµάκων στυγεῖ πόσις / ἀλλ᾽ εἰ ξυνεῖναι

µὴ ᾽πιτηδεία κυρεῖς. / φίλτρον δὲ καὶ τόδ᾽· οὐ τὸ κάλλος, ὦ γύναι, / ἀλλ᾽ ἀρεταὶ τέρπουσι τοὺς ξυνευνέτας.

III. Ermione nell’Andromaca di Euripide 77 Tuttavia, anche in questo caso non si può non considerare come ovvio il fatto che Andromaca si difenda dalle accuse di Ermio- ne discolpandosi e formulando a sua volta gravi accuse contro l’avversaria.

Tornando ora al discorso di Andromaca nel prologo, è bene notare come Ermione sia convinta che Andromaca voglia scal- zarla dal suo ruolo di comando nella casa e dal letto di Neotto- lemo (vv. 34–35). La schiava troiana sottolinea però che, dopo il matrimonio con Ermione, Neottolemo ha disprezzato il suo letto ed ella, dopo essere stata costretta contro la sua volontà a occuparlo, lo ha lasciato (vv. 30, 36–37). Nonostante Androma- ca affermi chiaramente di aver lasciato il letto di Neottolemo11,

non è mancato chi abbia sostenuto che in realtà la relazione tra i due non si è mai interrotta (Kovacs 1980: 13–18)12: secondo

Kovacs l’espressione al v. 37 νῦν δ᾽ ἐκλέλοιπα indicherebbe che Andromaca ha appena lasciato il letto di Neottolemo soltan- to per la necessità di recarsi al santuario di Teti. Kovacs (1980: 16) afferma anche che il verbo attivo ἐκλέλοιπα è poco probabi- le perché una schiava non poteva permettersi di abbandonare autonomamente il letto del padrone. Quest’ultima affermazione è senz’altro condivisibile: nondimeno, tutto il discorso di An- dromaca sembra volto a sottolineare che il risentimento di Er- mione nei suoi confronti è infondato, delineando una contrapposizione tra passato e presente — un presente che non sembra però essere contingente, bensì una situazione stabilitasi nel tempo. La combinazione del v. 37 con il παρώσας del v. 30 fa pensare a una cessazione dei rapporti tra Neottolemo e An- dromaca13. D’altronde, secondo quanto mi ha suggerito Luigi

11 Méridier 1927: p. 114 n. 4; Burnett 1971: 135; López Férez 1976: 379; Lloyd

2005: 110; Papadimitropoulos 2006: 150.

12 Contro l’ipotesi di Kovacs si sono schierati esplicitamente Conacher (1984: 54,

n. 2), Storey (1989: 18), Allan (2000: 174, n. 69) e Foley (2001: 98, n. 198). Torrance (2005: 51, n. 37) lascia invece aperta la possibilità.

13 Kovacs ritiene che παρώσας, “disprezzando”, non implichi che Neottolemo abbia

abbandonato completamente il letto della schiava, per cui la relazione tra Neottolemo e Andromaca non sarebbe cessata dopo le nozze con Ermione (1980: 17). A supporto del- la sua tesi egli cita un verso dell’Elettra di Euripide (1036) in cui compare lo stesso verbo, affermando che lì «to “shove aside” Clytaemnestra’s bed means to take a mi- stress in addition to his wife» (Kovacs 1980: 89, n. 22). In effetti, Agamennone aveva

Battezzato, “ora” non può indicare “pochi minuti fa”, poiché nel momento in cui si stanno svolgendo i fatti narrati da An- dromaca Neottolemo deve essere via (a Delfi o sulla strada), al- trimenti interverrebbe. Peraltro, quando poi descrive la sua fuga verso il santuario (vv. 42–44), Andromaca non afferma di aver lasciato un luogo preciso — come il letto di Neottolemo — co- sa che presumibilmente avrebbe fatto se l’avesse ritenuto un ar- gomento importante in sua difesa.

In ogni caso, come mi è stato fatto notare da Luigi Battezza- to, per quanto Andromaca tenti di discolparsi dalle accuse di Ermione sottolineando che non ha voluto l’unione con Neotto- lemo (v. 38)14, è vero che — volente o nolente — il solo fatto

che ella sia rimasta nella casa di Neottolemo dopo le nozze del padrone con Ermione è fonte di sospetto e “instabilità” nel rapporto tra i due coniugi. Ciò che conta, quindi, non è tanto stabilire se Neottolemo abbia continuato a giacere con lei dopo le nozze con Ermione, bensì che Ermione ritenga Andromaca colpevole (Sanders 2014: 150, n. 73) e la accusi di essere sterile a causa dei suoi φάρµακα.

introdotto Cassandra nella casa reale e si comportava come se avesse due mogli (Eur. El. 1032–1033). Nondimeno, nel caso dell’Andromaca la schiava troiana sta recisamen- te negando l’accusa per cui lei vorrebbe scalzare dal letto di Neottolemo Ermione, sot- tolineando invece che non lo condivide più.

14 La proposta di Wecklein (1900) di espungere il v. 38 è da respingere: secondo

Stevens, per quanto Andromaca stia ripetendo quanto ha già affermato al verso 37, già dai versi precedenti, nonché dal resto della tragedia, si comprende che ella è attenta a presentare se stessa come la moglie devota di Ettore. Nessuno scandalo quindi per il fat- to che che voglia dire due volte che percepisce l’unione con Neottolemo come un tra- dimento della memoria del marito (Stevens 1971 ad loc., che rinvia anche a Soph. Trach. 684 e alla nota di Jebb). Tuttavia, come mi ha suggerito Luigi Battezzato, il pun- to dell’espunzione di Wecklein sembra non tanto evitare la ripetizione, quanto far giura- re ad Andromaca non solo che l’unione non dipende dalla sua volontà, ma anche che ha lasciato il letto di Neottolemo. Nel testo di Wecklein ella giura infatti che ora i rapporti con Neottolemo sono cessati (il che proverebbe che Ermione ha torto a dire quello che dice); nel testo tramandato — contenente il verso 38 — ella giura invece che ha accetta- to questi rapporti contro la sua volontà, senza però avvalorare con il giuramento la ces- sazione dei rapporti. In ogni caso, l’espunzione del v. 38 non è sicura; il testo come tramandato ci presenta una Andromaca per cui è più importante giurare la propria fedel- tà ad Ettore che giurare la cessazione dei rapporti con Neottolemo (che in ogni caso sa- rebbero potuti riprendere non appena Neottolemo lo avesse desiderato).

III. Ermione nell’Andromaca di Euripide 79 Sempre secondo quanto giustamente sottolineato da Luigi Battezzato, si noti che al centro degli interessi di Ermione non ci sono i sentimenti positivi o negativi di Andromaca nei con- fronti di Neottolemo, ma il constatare se Neottolemo si senta at- tratto dalla schiava e se la schiava (volontariamente o meno) ottenga dei vantaggi da questa unione15.

Nel documento Ermione dalla tragedia greca a Rossini (pagine 68-74)