• Non ci sono risultati.

Spietata ma salva

Nel documento Ermione dalla tragedia greca a Rossini (pagine 116-120)

Ermione nell’Andromaca di Euripide

3.4. Spietata ma salva

L’Ermione di Euripide si presenta come un personaggio com- plesso e problematico: c’è chi ne ha sottolineato difetti e mal- vagità170, e chi ha tentato di “assolverla” totalmente171. Di certo, Ermione è «a character of extremes» (Allan 2000: 104): nella prima parte dell’opera si dimostra determinata a uccidere per difendere i propri interessi, impietosa e sorda a qualsiasi tenta- tivo di farle cambiare idea da parte di Andromaca; nella seconda, si abbandona a un panico indiscriminato ed eccessivo per una reazione punitiva che — si immagina — il marito potrà avere. Per quanto possa sembrare prima facie unicamente la protago- nista “cattiva” del dramma, ella non rimane quindi ferma nella condizione in cui si presenta al pubblico all’inizio dell’opera: da regina orgogliosa delle sue origini spartane passa a essere fuggitiva e traditrice del marito. Il fallimento del piano omicida da lei ordito contro Andromaca la rende consapevole di aver osato troppo, spingendola a ipotizzare il suicidio, ma contempo- raneamente ella dimostra la sua scaltrezza nel cogliere la prima occasione per salvarsi al comparire di Oreste. Proprio questa

169 Peraltro, la fuga di Ermione con Oreste dimostra ulteriormente, per quanto in

modo antifrastico, il legame di Ermione con la madre Elena: entrambe abbandonano il proprio marito, ma Elena scappa con un amante, Ermione si ricongiunge al legittimo (promesso) sposo. In proposito, Allan ha anche sottolineato il contrasto che si pone tra il comportamento della coppia madre–figlia e la dea Teti: «Thetis left her husband and returned to live with her father (cf. 1224). This pattern connects and contrasts with the actions of Helen and Hermione. Hermione returns to her father but will never see her husband again. Helen leaves her husband but eventually returns to him in shame. Thetis is a goddess and can combine both marriage and freedom to do as she wishes. Her envi- able position highlights the constraints that operate on mortal women» (Allan 2000: 189).

170 E.g. Norwood 1906: LXII; Centanni 2011: 50; Albini 1974: 91; Goodkin 1991:

83.

171 E.g. Garzya 1951 (contra Stevens 1971: 9; Allan 2000: 46); Pagani 1968; Mo-

salvezza contribuisce a rendere problematico il personaggio: se nella prima parte del dramma Euripide fornisce tutti gli elemen- ti di una caratterizzazione negativa della spartana, nella seconda egli mostra la vittoria della “cattiva”. La salvezza di Ermione è il ribaltamento di quella di Andromaca operata da Peleo: si è vi- sto come in tutto il dramma, sin dalle loro rispettive auto– presentazioni, i due personaggi femminili siano costruiti in pa- rallelo e totale contrapposizione. Nella caratterizzazione di An- dromaca Euripide si colloca nel solco della tradizione omerica: la tratteggia come moglie devota e fedele, divenuta contro la sua volontà vedova, vittima di guerra e schiava. Ermione è in- vece una moglie anomala e dalle caratteristiche ben diverse dal- la norma: al contrario delle mogli rispettabili, che stanno in casa e al riparo da occhi indiscreti172, conduce la casa in assenza del

marito e ne esce fuori muovendosi liberamente, parla quando vuole e con toni sopra le righe, indossa vesti sfarzose e arriva persino — nella sua scena di disperazione — a mostrarsi nuda in pubblico173. Altera, orgogliosa, egoista e spietata, Ermione è sim-

bolicamente caricata di tutti i difetti delle donne spartane. Lo scontro tra lei e Andromaca è forte e — in un certo senso — inevitabile. Ermione considera infatti Andromaca come una reale minaccia e agisce di conseguenza, influenzata forse nel suo modus operandi dal carattere ereditato dai suoi genitori, la cui attenzione e dipendenza da Afrodite viene sottolineata più volte nel dramma. In Ermione Euripide ha delineato un perso- naggio del tutto umano174: una giovane fanciulla che, abituata

alla ricchezza e al potere, si ritrova a confrontarsi con il pericolo di un’avversaria che — ai suoi occhi — può sottrarle il marito e

172 Per altri esempi di dialettica tra interno ed esterno dei personaggi femminili eu-

ripidei cfr. Mastronarde 2010: 250.

173 Battezzato (1999–2000: 359) sottolinea come Ermione sia il contrario della

«“proper” woman, in both senses of the word. She is not a decent woman, as she does not respect the social conventions about dress or self–expression that an Athenian woman is bound to observe […] Hermione is not a “genuine” woman: she is sterile».

174 «Il nostro Euripide, l’umano, / con le sue gocce di lacrime calde, / e il suo tocca-

re le cose comuni, / finché giungevano alte, a toccare le sfere»: epigrafe posta da Robert Browning nel 1871 al suo Balaustion’s Adventure, rifacimento dell’Alcesti (citata in Paduano 1986: 1).

III. Ermione nell’Andromaca di Euripide 123 scalzarla dal trono. La gelosia di cui dà prova Ermione non è una gelosia romantica175, ma al tempo stesso neanche priva di fondatezza e plausibilità176. Peraltro, anche la scena del suo ten- tato suicidio e della conseguente fuga con Oreste non ha biso- gno di ipotesi di falsità o “istrionità” per essere compresa: Euripide mostra le estreme conseguenze del comportamento di un’eroina smodata ed esagerata177.

La silenziosa uscita di scena con Oreste lascia al pubblico l’ultima parola sul personaggio178, la cui problematicità sarà ri- flessa nelle successive riscritture e interpretazioni del mito.

175 Le motivazioni del comportamento di Ermione sono più complicate della «se-

xual insatiability» di cui l’accusa Andromaca (Mastronarde 2010: 260).

176 Sulla significativa vaghezza con cui viene trattata la rivalità tra Andromaca ed

Ermione si vedano le considerazioni di des Bouvrie 2018: 131–132.

177 La verosimiglianza del personaggio è data anche dal fatto che Ermione, in quan-

to donna, per ottenere ciò che vuole deve chiedere aiuto a un uomo: Menelao o Oreste.

178 Si ricordi in proposito il cap. 15 della Poetica di Aristotele circa la verosimi-

glianza e il carattere dei personaggi, che verrà richiamato da Racine nella prefazione al- la sua Andromaque: cfr. infra pp. 220–221.

125 Capitolo IV

Nel documento Ermione dalla tragedia greca a Rossini (pagine 116-120)