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L'ecologizzazione dell'economia

1. La politica ambientale del governo e l'azione

1.8 L'ecologizzazione dell'economia

Le considerazioni, gli orientamenti e le raccomandazioni che emergono dagli studi delle Nazioni Unite sono anche il prodotto della diffusione a livello internazionale di una corrente di pensiero sviluppatasi a partire dagli anni '7065 ad opera di alcuni economisti che, interessati al problema della sostenibilità della crescita economica, tentano di valutarne le implicazioni ambientali.

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United Nations, “Agenda 21. Rio declaration”.

http://www.un-documents.net/agenda21.htm;

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I primi studi che mettono in relazione economia e ambiente risalgono ai primi anni '60. Kapp K.W. (1961),

Toward a Science of Man in Society. A Positive Approach to the Integration of Social Knowledge, Martinus Nij-

hoff, The Hague. Successivamente i temi della crescita economica, dei suoi limiti e delle sue conseguenze vengo- no affrontati con sempre maggiore frequenza: Mishan E.J. (1969), Growth. The Price we Have to Pay, Staple Press, London; Ehrich P.R. (1968), The Population Bomb, Ballantine Books, New York; Meadows D.H., Mea- dows D.L., Randers J., Behrens W.W. (1972), The Limits to Growth, Pan, London.

Le direzioni lungo le quali si sviluppa l'approfondimento del tema sono essenzialmente due. La prima, ribaltando il principio secondo cui i fattori ambientali sono componenti del si- stema economico e considerando invece quest'ultimo come parte dell'ecosistema, riconosce che la limitatezza delle risorse naturali comporta l'impossibilità di un processo di crescita e- conomica che procede all'infinito e sostiene che l'unico modo per fronteggiare la limitatezza del capitale naturale sia di attuare una politica economica “a stato stabile” in cui l'economia si sviluppa, ma non cresce in senso materiale in modo che la crescita del prodotto interno lordo non comporti conseguenze ambientali66.

La seconda, procedendo dai presupposti dell'economia neoclassica e dalla capacità del si- stema di mercato di allocare le risorse in maniera ottimale, sostiene che l'unico modo per rag- giungere una crescita sostenibile consiste nell'incorporare i beni dell'ecosistema e i “servizi” da questo forniti in termini di cibo, acqua, piacere estetico e riciclo di sostanze nutritive all'in- terno di un calcolo economico dei costi e dei benefici67. Quest'ultima proposta68, in virtù della sua utilizzabilità nell'ambito di un sistema sperimentato ed accettato di transazioni finanziarie in grado di provvedere alla razionale allocazione delle risorse, è accolta favorevolmente dalla maggior parte degli economisti che vedono in essa la possibilità di una soluzione al problema della sostenibilità dello sviluppo senza interventi che pregiudichino la crescita economica.

In pochi anni si sviluppa un settore dell'economia, l'economia ecologica, il cui obiettivo diventa quello di assegnare alle risorse e al “capitale naturale” un valore che ne rifletta la scarsità, o la disponibilità, e che quindi possa diventare parte di un processo di valutazione in grado di influenzare le dinamiche di mercato. Una volta raggiunto questo livello saranno que- ste stesse dinamiche a definire la corretta allocazione delle risorse ambientali in base alla leg- ge della domanda e dell'offerta. In questo modo i costi ambientali, fino ad allora considerati esterni al processo di crescita, vengono “internalizzati” e diventano parte di esso mediante la variazione del prezzo che chi acquista questi beni, provocando il costo “esterno”, deve pagare per essi. In pratica un'azione che comporta un costo in termini ambientali - costo esterno - quale l'inquinamento di un corso di acqua, può essere computata quale parte dei costi del pro-

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Daly H. (1977), Steady State Economics. The Economics of Biophysical Equilibrium and Moral Growth, Freeman and Company, San Francisco; Georgescu-Roegen N. (1971), The Entropy Law and the Economic

Process, Harvard University Press, Cambridge MA.

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Folke C., Hammer M., Costanza R., Jansson A. (1994), “Investing in Natural Capital-Why, What and How?” in Folke C., Hammer M., Costanza R., Jansson A. eds., Investing in Natural Capital. The Ecological Eco-

nomics Approach to Sustainability, Island Press, Coveli; Thampapillai D.J. (1991), Environmental Economics, Ox-

ford University Press, Melbourne.

68 Successivamente si sviluppa anche un terzo orientamento, l'economia ecologica sociale, che privilegia la

critica del modello dell'individuo quale agente razionale che agisce per la massimizzazione del profitto e, conse- guentemente, conduce al ripensamento della crescita economica quale strumento per il miglioramento della condi- zione umana. Vedi Spash C.L. (2011), “Social Ecological Economics: Understanding the Past to See the Future”,

cesso di crescita e quindi influenzare la decisione sull'opportunità o meno di inquinare, asse- gnando ad essa un prezzo che chi inquina deve pagare per provvedere alla sua bonifica. Qua- lora la valutazione dei beni ambientali sia corretta il sistema assicura il loro mantenimento; al contrario il deterioramento ambientale è la conseguenza di un'errata assegnazione del valore ai beni ambientali da parte del sistema di mercato.

In Cina il rapporto tra ecologia ed economia viene tematizzato a partire dal 1980 ad opera di alcuni studiosi che, nell'ambito di settori di studio quali l'economia, le scienze ambientali, l'ecologia e l'agronomia, focalizzano l'attenzione sulle conseguenze ambientali dello sviluppo economico.

In pochi anni si sviluppano diversi orientamenti. Alcuni, privilegiando lo studio delle rela- zioni tra ecologia e processi produttivi, sottolineano il rapporto contraddittorio tra aumento della domanda di beni materiali e limitatezza delle capacità di rigenerazione dell'ecosistema; altri nell'ambito di un approfondimento delle relazioni di dipendenza esistenti tra risorse e at- tività umane all'interno del sistema economico, pongono le basi di quella che diventerà alcuni anni più tardi l'economia del riciclo69; altri ancora, riferendosi agli studi del mondo occidenta- le, si dedicano alla valutazione dei costi ambientali dello sviluppo in termini di inquinamento e deperimento delle risorse.

Lo sviluppo del settore procede rapidamente. Nel 1980 ha luogo il primo simposio su “I problemi dell'economia ecologica in Cina” durante il quale per la prima volta economisti ed ecologi discutono degli aspetti relativi all'economia ecologica. Un anno più tardi si tiene il “Seminario sulle ricerche nel campo dell'economia ambientale. Nel 1982 viene organizzato il primo forum a livello nazionale durante il quale l'economia ecologica è riconosciuta quale scienza a sé stante. Nel 1984 alla Conferenza sull'economia ecologica cinese viene istituita, alla presenza di rappresentanti della Commissione Nazionale per la Pianificazione, del Mini- stero delle Foreste e del Ministero delle Costruzioni Urbane e Rurali e della Protezione Am- bientale, la Società Cinese per l'Economia Ecologica. La partecipazione di importanti espo- nenti del mondo politico sancisce l'attenzione del governo per una disciplina che, come af- ferma Wan-Li, allora vice premier, “costituisce una questione strategica per la costruzione so- cialista”.

Negli anni compresi tra il 1985 e il 1997 vengono pubblicati i testi di riferimento per l'e- conomia ecologica cinese nei quali si trovano studi che mirano a definirne le basi teoretiche, i suoi rapporti con l'economia, gli obiettivi, i metodi e l'oggetto di studio70. Altri studiosi foca-

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Shi T. (2002), “Ecological Economics in China: Origins, Dilemmas and Prospects”, Ecological Economics, 41: 5-20.

lizzano l'attenzione sulla valutazione delle risorse, sui metodi per valutare i costi ambientali dell'inquinamento, sulla valutazione dei danni ecologici ed economici causati dall'inquina- mento e dallo sfruttamento intensivo delle risorse71. Altri ancora applicano i concetti dell'eco- nomia ecologica a settori specifici quali quello agricolo, urbano, o rurale72. L'economia eco- logica diventa in pochi anni non solo lo strumento di valutazione dei costi ambientali della crescita economica, ma anche una modalità di pianificazione e valutazione della bontà e fatti- bilità di eventuali interventi73.

Grazie a questi studi e alla pubblicazione, nel 1997, del volume “The eco-economic management towards the 21st century” si diffonde anche a livello politico74 la consapevolezza dell'esistenza di una relazione di dipendenza tra ecosistema e sistema economico75. In poco tempo il rapporto esistente tra l‟aumento delle richieste da parte del sistema socioeconomico e la limitatezza della capacità di rigenerazione delle risorse dell'ecosistema diventa una com- ponente fondamentale della pianificazione a livello centrale.

All'inizio degli anni '90 per il governo è ormai chiaro che l'ecologia economica costituisce la via per lo sviluppo sostenibile e un riferimento fondamentale per l'attuazione delle riforme economiche.