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Lo sviluppo sostenibile e l'elaborazione di una

1. La politica ambientale del governo e l'azione

1.9 Lo sviluppo sostenibile e l'elaborazione di una

L'accettazione a livello politico dell'importanza dell'integrazione delle esigenze economi- che, sociali ed ambientali quale requisito per un progresso economico e sociale di lunga dura- ta facilita la ricezione delle idee emerse dai documenti delle Nazioni Unite. Nel 1992 viene

Ecological Economics, Hubei People's Press, Wuhan; Xu D., ed. (1987), Ecological Economics, Zhejiang People's

Press, Hangzhou, 1987; Xu D. (1985), Explorations in Ecological Economics, People's Publishing House, Shang- hai; Wang G. (1988), Theories and Practices of Ecological Economics, Sichuan Provincial Academy of Social Science, Chengdu; Liu S. (1989), Theoretical Issues in Ecological Economics, Guangxi People's Press, Nanning.

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Li J. et al. (1991), The Theory of Resource Accounting, Marine Press, Beijing. Wang Y. (2001), A Study on

Environmental Cost Accounting, J. North China University of Technology; Ma C. (1995), Ecological Economics of Resources, Shandong People's Publishing House; Wang S. (1995), “On Utilization of Natural Resources and

Sustainable Development of the Economy in China”, Academic Journal of Natural Resources, 10, 4: 306-314.

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Wang S. et al. (1987), Introductory Agricultural Ecological Economics, Zhejiang People's Publishing House; Ma C. (1989), Urban Ecological Economics, Economic Daily Press. Wang S. (1993), “Applying Ecologi- cal Economic Theory to Guide China's Ecological Agricultural Construction”, Eco-agricultural Research, 1.

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Wang S. (1996), “On the Effectiveness of Agricultural Resources Utilization”, Journal of Natural Re-

sources, 11,4: 301-305.

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Il volume riscuote un successo particolare: oltre ad essere recensito dai principali quotidiani, viene premiato dall'Accademia Cinese delle Scienze Sociali, Il curatore, Wang Songpei, viene invitato a tenere conferenze in tutto il paese. Wang S., Li M., Wang D., “The emergence and the evolution of ecological economics in China over the past two decades”.

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Anche l'opera di diffusione delle nuove idee a livello sociale riscuote successo. Nel 1993 la Società cinese per l'economia ecologica insieme alla China Central Broadcast Station mandano in onda una serie di conferenze su “Lo sviluppo coordinato di economia ed ecologia” che viene seguito da decine di milioni di persone.

istituito il Consiglio per la Cooperazione Internazionale sull'Ambiente e lo Sviluppo con compiti di supporto al Consiglio di Stato in merito alle politiche di sviluppo e protezione am- bientale. Presieduto dal vice premier, coordina il lavoro di gruppi di esperti nazionali ed in- ternazionali che, attraverso progetti pilota, tentano di individuare soluzioni per questioni di rilevanza nazionale76.

Nel 1994, sulla base del rapporto presentato alle Nazioni Unite in occasione della confe- renza di Rio de Janeiro, l'ANPA pubblica il Piano ambientale della Cina 1991-2000 nel quale annuncia, primo tra i paesi in via di sviluppo, l'adozione di una strategia di sviluppo sosteni- bile. Questo passo rappresenta un importante cambiamento di strategia rispetto ad una politi- ca che fino ad allora ha privilegiato lo sviluppo economico e che considerava la protezione ambientale come un settore dell'economia77.

Il Piano è un documento dettagliato ed articolato, nel quale trovano applicazione i principi dell'economia ecologica elaborati in ambito nazionale e il cui obiettivo finale è quello di riu- scire a migliorare i meccanismi di protezione ambientale in modo da riuscire a porre sotto controllo l'inquinamento ambientale entro fine millennio, e contemporaneamente a tenere nel- la dovuta considerazione le nuove esigenze generate dallo sviluppo economico78. Tre punti meritano particolare attenzione: l'adozione di una strategia dello sviluppo sostenibile, l'ado- zione di strumenti economici per contrastare l'inquinamento, la promozione di un‟industria della protezione ambientale.

Nel Piano sono elencate, suddivise per campi di applicazione, dall'economia, alla scienza e tecnologia, all'educazione, le politiche da adottare e gli obiettivi da raggiungere entro il 2000, nonché, per ogni settore, da quello energetico a quello industriale o agricolo, i modi per raggiungerli. Vengono infine elencate, sulla base delle considerazioni effettuate, le “Dieci proposte sull'ambiente e lo sviluppo” elaborate dal Comitato del Partito Comunista e dal

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Gli obiettivi del Consiglio sono: fornire consigli e raccomandazioni al governo in merito al mantenimento della crescita economica, alla protezione dell'ambiente e alla salvaguardia delle risorse energetiche e naturali; fa- vorire la cooperazione internazionale tra il governo cinese e la comunità internazionale su alcuni aspetti critici del rapporto tra ambiente e sviluppo, quali la pianificazione, lo sviluppo scientifico, il trasferimento di tecnologie, ecc; valutare le conseguenze economiche, sociali ed ambientali delle decisioni prese dal governo in materia di sviluppo e protezione ambientale; costituire una riserva di conoscenza delle esperienze maturate a livello internazionale in materia di ambiente e sviluppo e di sviluppo tecnologico; assistere il governo nella promozione all'estero delle proprie conoscenze ed esperienze nel settore, nei negoziati internazionali in tema di salvaguardia dell'ambiente, nella promozione della sensibilità ambientale presso la popolazione.

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La politica fino ad allora adottata, definita dalla Cina come “sviluppo coordinato”, pur conferendo alla pro- tezione ambientale la stessa importanza dello sviluppo economico, di fatto considera la prima come una dimensio- ne della seconda. Questo approccio a sua volta favorisce, più che una strategia a lungo termine, la mera adozione di misure amministrative volte più che a risolvere i problemi ambientali, a non influire sulla crescita. Vd. Palmer M., op. cit. Un'ulteriore indicazione della strategia ambientale di quel periodo si trova in: China's Conservation

Strategy, China's Environmental Science Press, Beijing, 1990.

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National Environmental Protection Agency and State Planning Commission of the Republic of China, “En- vironmental Action Plan of China 1991-2000”. http://www- wds.worldbank.org/external/default/WDSContentServer/WDSP/IB/1994/03/01/000009265_3970702135323/Rend ered/PDF/multi_page.pdf

Consiglio di Stato che costituiscono altrettante direttive per il passaggio da un modello di svi- luppo tradizionale ad uno di sviluppo sostenibile.

Il documento ribadisce che la protezione ambientale costituirà la politica nazionale di base per lo sviluppo economico e sociale tanto a livello centrale, dove la protezione ambientale concorrerà alla formulazione dei piani di sviluppo, quanto a livello locale, dove le strategie di sviluppo delle autorità locali dovranno includere il fattore ambientale.

Nel settore industriale si sottolineano le difficoltà di controllo e gestione dell'inquinamen- to prodotte dal rapido aumento delle imprese rurali, che nel 1991 ammontano a diciannove milioni e impiegano novantasei milioni di persone, e si annuncia l'istituzione del “termine per l'attività inquinante”, già previsto dalla Legge sulla protezione ambientale, che impone alle industrie altamente inquinanti di adottare provvedimenti correttivi entro un determinato limite di tempo. Nel sottolineare l'importanza dell'utilizzo del “Sistema di valutazione dell'impatto ambientale” si annuncia che sarà favorito lo sviluppo di industrie che utilizzano tecnologie avanzate e che dimostrano un efficiente utilizzo delle risorse, mentre sarà viceversa scorag- giata la nascita di imprese altamente inquinanti, o con elevato consumo di materie prime.

L'utilizzo dei mezzi economici viene indicato come particolarmente appropriato per rag- giungere l'obiettivo della riduzione dell'inquinamento e del minore consumo di energia. Da una parte viene confermato il sostegno alla politica del “chi inquina paga” e al sistema di tas- sazione introdotto per gli scarichi inquinanti, dall'altra, riconoscendo che il basso prezzo dei materiali e il libero utilizzo delle risorse favoriscono lo spreco di energie e risorse naturali e l'aumento dell'inquinamento, viene sancita la necessità di introdurre tariffe specifiche per li- mitare lo spreco energetico. Nel tentativo di incentivare il riutilizzo di minerali di scarto e di tutti i prodotti di scarico dei processi industriali e il recupero e riutilizzo di materiali di scarto derivanti dall'attività quotidiana sono inoltre previsti sgravi fiscali per le imprese che adotte- ranno la strategia dell'utilizzo comprensivo. Enfasi particolare viene data alla promozione della ricerca scientifica e allo sviluppo di un'industria della protezione ambientale nazionale che sia in grado di fornire dispositivi di controllo dell'inquinamento, di depurazione degli sca- richi e di macchinari a basso utilizzo di energia.

Il documento tocca anche il problema dell'applicazione delle leggi in campo ambientale. Nel rilevare l'esistenza di difficoltà nel far applicare la legge laddove esistano rapporti di su- bordinazione tra coloro che devono garantirne l‟osservanza e chi invece ha interessi ad essa contrari, e come spesso i problemi ambientali siano la conseguenza di una cattiva gestione, il documento prevede un ruolo di maggior rilievo per gli organi governativi nel controllo dell'applicazione delle leggi ambientali e un maggior coordinamento tra organi centrali e peri- ferici. Nel riconoscere che, nonostante gli sforzi compiti, l'organizzazione di protezione am-

bientale non è in grado di far fronte al continuo aumento della mole di lavoro, vengono ema- nate delle direttive per l'aumento del livello di professionalità degli addetti degli UPA locali finalizzate al potenziamento delle capacità degli uffici.

Viene annunciato infine un incremento degli investimenti nel campo del controllo dell'in- quinamento che passeranno da 47.7 miliardi di yuan, pari allo 0.7% del GNP, del 7° Piano quinquennale (1986-1990) allo 0.85% nell'8° Piano quinquennale e all'1% nel 9° Piano.

Nel 1994 con la pubblicazione dell'Agenda 21 della Cina, o Libro Bianco sulla Cina del XXI secolo, il governo indica i punti focali della strategia futura del paese: popolazione, am- biente, sviluppo. Lo scopo del documento è di assicurare che, entro il 2000, l'obiettivo di uno sviluppo sostenibile sia entrato a far parte delle strategie di sviluppo nazionale79. In esso si sottolinea la necessità che lo sviluppo economico, quello delle aree urbane e rurali e la prote- zione ambientale procedano di pari passo e si indica una serie di obiettivi nel campo della creazione delle capacità necessarie a elaborare e mettere in atto le strategie idonee a persegui- re un modello di sviluppo sostenibile che contempli il controllo della crescita della popola- zione, delle dinamiche di consumo, delle politiche sanitarie e il miglioramento della qualità della vita nelle zone abitate.

Al fine di raggiungere questi obiettivi vengono stabilite alcune priorità, o linee di azione, quali:

- la diffusione della consapevolezza della necessità di uno sviluppo sostenibile tra coloro che hanno potere decisionale e il miglioramento dei processi decisionali in fase di program- mazione e pianificazione;

- l'assicurazione che chi ha potere decisionale tenga adeguatamente conto dei fattori am- bientali al fine di assicurare che le strategie proposte siano adeguate al perseguimento dell‟obiettivo di uno sviluppo sostenibile;

- la revisione degli strumenti e delle regolamentazioni finanziarie ed economiche e l'ap- porto di adeguate modifiche alle leggi in campo nazionale e a livello locale in modo da sup- portare a livello legislativo la strategia dello sviluppo sostenibile;

- il supporto alle imprese affinché mettano in atto le direttive emanate a livello centrale e locale;

- l'aumento del livello di consapevolezza generale dell'importanza di uno sviluppo soste- nibile mediante un'azione a livello scolastico;

- l'aumento del livello di scolarizzazione e la promozione della conoscenza specialistica al

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State Council of the People's Republic of China, “China's Agenda 21. White Paper on China's Population, Environment and Development”. http://www.unescap.org/esid/psis/po- pulation/database/poplaws/law_china/ch_record014.htm

fine di limitare lo spreco di risorse umane e aumentare le capacità tecniche per migliorare l'u- tilizzo delle risorse e ridurre gli sprechi;

- la promozione del progresso scientifico e tecnologico e la diffusione dell'abitudine all'impiego delle conoscenze scientifiche nell'ambito dei processi decisionali;

- il coinvolgimento di tutti i settori della società mediante la creazione di una rete di in- formazione sullo sviluppo sostenibile facilmente accessibile;

- l'innalzamento della qualità della vita mantenendo livelli sostenibili di consumo compa- tibili con le risorse del paese;

- il controllo e la gestione dello sviluppo urbano mediante il miglioramento dell'ammini- strazione delle aree urbane.

Con questi due documenti la strategia nazionale fino al 2000 è definita: pianificazione fa- miliare, protezione ambientale e salvaguardia delle risorse costituiscono gli elementi princi- pali della politica di sviluppo economico e sociale della Cina fino alla fine del millennio. Il 9° Piano Quinquennale per lo Sviluppo conferma l'impegno per lo sviluppo sostenibile che “co- stituisce un'importante strategia per la modernizzazione”. La protezione ambientale è diventa- ta di fatto la via per proteggere la produttività e con essa la stabilità sociale.

In questo contesto nel 10° Piano di programmazione quinquennale per la protezione am- bientale vengono chiesti 700 miliardi di yuan per 5 anni pari a 1.3% del PIL.