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Economia ed Energia in Sardegna: un possibile scenario

Nel documento Storia dell'elettrificazione della Sardegna (pagine 119-124)

Francesco Piras, Maria Grazia Olmeo, Luciano Gutierrez

2.4 Economia ed Energia in Sardegna: un possibile scenario

In una fase di profonde trasformazioni del mercato energetico globale, le istituzioni faticano a reagire con rapidità ed efficacia. L’idea del mercato energetico comune, perseguita dall’Unione Europea sin dalla fine degli anni Ottanta e ancora lontana dalla effettiva realizzazione, è attualmente ostacolata proprio dalla carenza infrastrutturale, con una rete che non consente adeguati passaggi di flussi di elettricità tra le frontiere.

L’adeguamento delle infrastrutture esige un considerevole ammontare di risorse ma anche una visione generale che indichi un ordine di priorità e per questo molti dei progetti infrastrutturali sono stati raggruppati in Piani di Interesse Comune. Un tema complesso come quello dell’adeguamento delle infrastrutture energetiche esige chiarezza e stabilità negli indirizzi di base ma anche la partecipazione degli stakeholders, per primi gli enti locali, che subiscono gli effetti esterni negativi (in termini di inquinamento o di modifica del paesaggio) della produzione elettrica e che sono fino ad ora i responsabili delle azioni strategiche anche sulle infrastrutture19.

Tra i Piani di Interesse Comune, la Commissione Europea attribuisce un ruolo chiave alla Sardegna nello sviluppo di un’asse Nord-Sud di interconnessione nel continente europeo e pianifica di contribuire con fondi europei al finanziamento di progetti di investimento nell’ambito di questi obiettivi. Questi investimenti possono apparire a prima

vista non ponderati dato che la crisi economica degli ultimi anni ha sicuramente colpito il

sistema industriale della Regione Sardegna e, di conseguenza, ha ridotto la domanda e l’utilizzo di energia elettrica per i processi produttivi. Tuttavia, in questa fase di riduzione della produzione e della domanda ha anche avuto luogo un significativo cambiamento nel sistema di produzione di elettricità con un minor utilizzo degli impianti termo-elettrici tradizionali e l’esplosione di energia prodotta da fonti rinnovabili, in particolare eolica. Nella prospettiva di garantire la stabilità e la sicurezza energetica del sistema elettrico sardo e di consentire il pieno utilizzo degli impianti di energia rinnovabile, sono sicuramente necessari investimenti che possano migliorare la rete di distribuzione all’interno dell’Isola e le interconnessioni con il Continente europeo. In vista di un potenziamento delle

infrastrutture e quindi di uno sfruttamento più efficiente della produzione di energia elettrica nella Regione, si sono valutati i potenziali effetti economici che un aumento delle esportazioni potrà avere, data la struttura del sistema economico della regione. Con l’utilizzo di un modello input-output appositamente costruito, si stima che questi effetti siano significativi perché la maggiore domanda di energia – nella forma di maggiori esportazioni alle altre regioni italiane o all’estero – attiva sia un incremento della produzione del settore elettrico stesso sia l’aumento di output dei settori che producono beni e servizi intermedi nella produzione di elettricità, in un sistema di interdipendenze produttive rappresentato dalla tavola I/O. La somma di questi effetti diretti e indiretti è più del doppio dello stimolo iniziale della domanda e implica anche un miglioramento delle condizioni sul mercato del lavoro con un aumento dell’occupazione.

2.5 Note

1 In effetti nell’attuale disegno di revisione costituzionale (Atto Senato 1429), alle competenze

esclusive del governo centrale vengono aggiunte la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionali dell'energia, nonché le infrastrutture strategiche e le grandi reti di trasporto e di navigazione d'interesse nazionale. Un simile trade off tra esigenze di intervento strategico coordinato a livello europeo e tutela del paesaggio e delle ricchezze locali si avverte in tema di semplificazioni ammnistrative e di autorizzazione ambientale, dove il governo è intervenuto con decretazione di urgenza (DL 91/2014) per una serie di semplificazioni amministrative e modifiche alla Valutazione di Impatto Ambientale e Valutazione Strategica.

2 Il primo caso rilevante fu la Francia, nel 1946.

3Si tratta dell’ondata di privatizzazioni innescata dal governo Thatcher a fine anni Settanta e che ha

contagiato via via molti paesi. L’introduzione di una qualche forma di effettiva concorrenza nel campo della produzione di energia elettrica nel caso inglese si ha però a partire da fine anni Ottanta. Si veda su [2].

4 Si tratta in particolare delle direttive 96/92/CE, 2003/54/CE e 2009/72/CE, che abroga la direttiva

precedente e determina la normativa attualmente in vigore.

5 Tre sono i modelli organizzativi previsti: la completa «separazione proprietaria», il gestore di

sistemi indipendente (GSI — responsabile della manutenzione delle reti, mentre gli elementi patrimoniali restano di proprietà dell'impresa integrata) e il gestore di trasmissione/trasporto indipendente (GTI, con un sistema che dovrebbe garantire nel contempo l'indipendenza e gli investimenti infrastrutturali necessari nell'attività di trasmissione/trasporto).

6 La normativa ha previsto molte norme finalizzate alla tutela dei consumatori, in particolare di quelli

vulnerabili. Ad esempio, ai consumatori, sin dalla direttiva del 2003, è stata garantita la libertà di cambiare operatore.

7 La direttiva del 2009 (2009/72/CE) sarebbe dovuta entrare in vigore in tutti gli stati nel 2011 ma è

8 Si tratta di un cavo sottomarino per collegare la rete elettrica maltese dal resto dell'Europa. Il

programma è stato istituito con Regolamento (CE) n. 663/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 luglio 2009, che istituisce un programma per favorire la ripresa economica tramite la concessione di un sostegno finanziario comunitario a favore di progetti nel settore dell’energia.

9 Si tratta del Regolamento (Ue) N. 347/2013 Del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 aprile

2013. Il pacchetto è anche noto con l’acronimo TEN-E.

10 Un progetto può essere considerato di “interesse comune” se coinvolge almeno due Stati membri,

contribuisce alla creazione del mercato unico e all’aumento di concorrenza, rafforza la security accettando fonti di diverso tipo e riduce le emissioni di CO2.

11Tra i già citati snellimenti amministrativi è importante sottolineare la previsione di un’unica autorità

nazionale competente.

12 Il Meccanismo per collegare l’Europa, noto come Connecting Europe Facility (CEF) è stato

introdotto nel 2011 nel quadro comunitario delle spese pluriennali (2014-2020). Nel settore dell’energia, il meccanismo identifica dodici aree e corridoi infrastrutturali prioritari, quattro per ciascuno dei seguenti settori: trasporto di gas ed elettricità, introduzione di reti intelligenti, autostrade elettriche e reti transfrontaliere dell’anidride carbonica. Al meccanismo fa riferimento uno stanziamento di 5,85 miliardi di euro per le infrastrutture energetiche transeuropee per il periodo 2014-2020. Per il 2014 è stata allocata una prima tranche di oltre 600 milioni.

13 Si tratta del progetto di interesse comune 2.4.

14 Il pacchetto si compone di tre comunicazioni e alcuni allegati. La prima comunicazione delinea lo

scenario di base con la costruzione del mercato unico, la seconda la politica contro il cambiamento climatico in vista della COP di Parigi e la terza il potenziamento delle interconnessioni elettriche. Relativamente all’obiettivo dell’interconnessione del 10 %, la Commissione si è impegnata a presentare una relazione annuale sui progressi compiuti per raggiungere l'obiettivo. Si veda Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo e al Consiglio, COM(2015) 80, 81 e 82 del 25.02.2015.

15IRPET vanta da parecchi anni una consolidata e apprezzata esperienza nella costruzione e utilizzo

di tavole e modelli Input-Output a scala regionale e multi regionale in perfetta coerenza con il sistema dei conti economici territoriali ISTAT/Eurostat. Recentemente l'Istituto ha rivisto la stima delle matrici regionali secondo la nuova classificazione NACE Rev. 2. La metodologia di stima delle più recenti tavole I/O regionali viene descritta dettagliatamente in [1]. La tavola uniregionale Input- Output NACE Rev. 2 per la Sardegna utilizzata in questo capitolo è valutata a prezzi base correnti ed è vincolata ai conti economici territoriali rilasciati da ISTAT a ottobre 2013.

16Per un’analisi dettagliata dell’analisi input-output, si veda [5].

17 In realtà il Decreto 15 marzo 2012 del Ministero dello Sviluppo Economico, noto come decreto Burden Sharing, emanato in seguito al d.lgs 28/2011, si è trovato ad assegnare degli obiettivi già

sorpassati, su una situazione che mutava rapidamente a causa dell’esplosione delle rinnovabili elettriche in tutto il territorio nazionale. Secondo lo stesso Piano Energetico della Regione Sardegna, “la Regione Sardegna ha superato nel 2011 l’obiettivo definito dal Decreto Burden Sharing pari al 17,8 %” [8, pag. 210], dunque l’obiettivo era stato già superato ancora prima di essere assegnato.

18 L’esistenza e l’unicità di una soluzione positiva per il precedente sistema è garantita

dall’invertibilità della matrice (I – A) che, nelle applicazioni pratiche, è non-singolare poiché è estremamente improbabile che le colonne della matrice A, che rappresentano le strutture produttive settoriali, siano linearmente dipendenti.

19 L’assetto costituzionale attuale include infatti l'energia tra le materie a legislazione concorrente, per

le quali spetterebbe alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato. Tale divisione di competenze, seppur comprensibile per la partecipazione di tutte le parti interessate, si scontra tuttavia con la rapidità dei mutamenti nel mercato energetico e con la necessità di programmare infrastrutture di ampio respiro, che vadano oltre i confini locali, e dunque sono in discussione progetti per un nuovo riordino delle competenze.

2.6 Bibliografia

[1] Cherubini L., Ghezzi L., Paniccià R., Rosignoli S. – L'interscambio commerciale tra il Mezzogiorno e il Centro Nord: struttura e meccanismi di propagazione degli shock, in: Rivista di Economia e Statistica del Territorio, N.1 gennaio-aprile 2012, ed. Franco Angeli.

[2] Krusich C. – Le privatizzazioni in Gran Bretagna: Un’analisi, Studi e Note di Economia, (1997), 2/97, pp. 101-128.

[3] Leontief W. W. – Quantitative input and output relations in the economic systems of the United States, The Review of Economic Statistics (1936): pp. 105-125. [4] Leontief W. W. – Structure of American economy, 1919-1929, (1941), Harvard

University Press, Cambridge, USA.

[5] Miller R. E., Blair P. D. – Input-output analysis: foundations and extensions, (2009), Cambridge University Press, New York.

[6] Purvins A., Wilkening H., Fulli G., Tzimas E., Celli G., Mocci S., Pilo F., Tedde S. – A European supergrid for renewable energy: local impacts and far- reaching challenges, Journal of Cleaner Production (2011) 19.17, pp.1909-1916. [7] Regione Sardegna – Piano d’azione regionale per le energie rinnovabili

Sardegna, (2012).

[8] Regione Sardegna

Piano energetico ed ambientale della Regione Sardegna 2014-2020, Proposta Tecnica, (2014).

[9] TERNA

Avanzamenti Piani di Sviluppo Precedenti, (2013). [10] TERNA

L’elettricità nelle Regioni, (2014).

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