1.6 Dalla nazionalizzazione ai giorni nostr
1.6.4 Produzione e consumi negli anni Duemila
Complessivamente si può stimare, per il 2013, che la produzione energetica da fonti rinnovabili in Sardegna ha rappresentato circa il 24 % della produzione totale. Gli impianti fotovoltaici in Sardegna sono, in generale, di piccola taglia (potenza media 25 kW), ma negli ultimi due anni sono entrati in esercizio campi fotovoltaici di grande dimensione: Fiume Santo, potenza complessiva lorda di 34,8 MW e Villasor (CA), 20 MW. In generale, la produzione da FER è cresciuta negli ultimi anni per l’apporto dell’eolico e del solare, mentre la produzione idroelettrica ha avuto forti oscillazioni, con un massimo di 804 GW h nel 2005 e un minimo di 385 GW h nel 2012. Mediamente negli ultimi 15 anni il contributo dell’idroelettrico, alla produzione energetica totale sarda, è stato del 4,3 %.
Come chiaramente mostrano i dati di TERNA86 [39] (figura 21), nel periodo indicato, a fronte di un incremento della capacità produttiva di energia non si è avuto un incremento della richiesta che, contrariamente alle aspettative, è rimasta praticamente costante.
A farne le spese sono stati prevalentemente proprio gli impianti termoelettrici tradizionali il cui contributo si è via via ridotto, passando dal 96,8 % della produzione totale nel 2002, al 75,8 % nel 2013. La figura 21 mostra che la diminuzione del contributo termoelettrico è stata compensata dal contributo degli impianti da fonte rinnovabile realizzati in quel periodo; si nota infatti che la produzione destinata al consumo dal 2002 al 2013 rimane praticamente costante. Il mancato aumento di richiesta di energia, e la conseguente diminuzione della produzione termoelettrica tradizionale, ha comportato una attività ridotta delle centrali che, in alcuni casi, hanno dovuto spegnere uno o più gruppi di generazione. Ciò ha condotto alla riduzione del personale sia nelle centrali sia nelle aziende dell’indotto.
Tabella 14 – 2013: energia elettrica prodotta in Sardegna dalle diverse tipologie di impianti [39].
Tipologia Numero di impianti Potenza 87
efficiente lorda [MW] Energia netta [GW h] Termoelettrica 44 3216,0 10207,6 Idroelettrica 18 466,7 605,1 Eolica 72 993,4 1805,4 Fotovoltaica 27711 705,3 857,7
Figura 21 – Regione Sardegna: andamento sia della produzione elettrica, disaggregata per fonti energetiche, sia di quella destinata al consumo. Nostra elaborazione da dati [39, 114].
La figura 22 mostra che dal 2000 la produzione elettrica in Sardegna inizia a crescere più rapidamente dei consumi fino a che nel 2002 li supera del 13,8 %. Nel 2006 la generazione di energia elettrica raggiunge il massimo che supera il massimo dei consumi, anche esso conseguito in quell’anno, del 9,9 %. Nel biennio 2007-2008 la produzione subisce una contrazione per poi riprendere ad aumentare fino a raggiungere, nel 2012, i 13 346 GW h (energia destinata consumo) e calare leggermente nel 2013 (13 298 GW h).
A fronte di ciò i consumi energetici nell’Isola, i quali erano cresciuti fino al 2006 (12 220 GW h), si sono via via ridotti fino ai 10 522 GW h del 2012 per precipitare a 8605,2 GW h nel 2013 (-29,6 % rispetto al 2006), contrazione dovuta essenzialmente alla diminuzione della domanda da parte del settore industriale (-47,8 % rispetto al 2006); poiché, di fatto, i consumi locali si mantengono pressoché costanti, o in lieve aumento, nell’uso
domestico, nel terziario e in agricoltura, fino al 2013. Nello stesso periodo il consumo elettrico nazionale diminuisce in modo meno sensibile passando da 317 553 GW h a 297 287 GW h (-6,4 %), con una riduzione nell’industria del 20,0 %.
Figura 22 – Andamento della produzione elettrica, destinata al consumo, e dei consumi elettrici in Sardegna, nel periodo 1999-2013, suddivisi per attività economiche, nostra elaborazione da dati [39, 115]. Dal 2006 la domanda di energia è in calo, la diminuzione è ascrivibile alla crisi delle industrie isolane.
Figura 23 – Andamento dell’occupazione in Sardegna, nel periodo 1999-2013, secondo la classificazione delle ATtività ECOnomiche (ATECO), nostra elaborazione da [24, 116, 117].
La parte eccedente della produzione sarda (30,0 % di quella destinata al consumo, nel 2013) viene esportata verso le altre regioni italiane (3457,6 GW h, nel 2013) e verso la Corsica (536,2 GW h nel 2013) tramite i tre elettrodotti di cui si è detto in precedenza [39]. Ciò è confermato dal fatto che la produzione destinata alla totalità dei consumi subisce solamente una leggera diminuzione rispetto all’anno precedente (-0,4 %) [39].
La crisi industriale, che ha colpito in particolare le zone di Portovesme e Porto Torres, con la conseguente diminuzione dei consumi elettrici, è ben rappresentata dal calo del numero di occupati che passa da 133 000 nel 2006 a 104 000 nel 2013 (figura 23).
Nel periodo 2007-2013, nel settore industriale, le ore di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) sono passate da 3,9 a circa 12,6 milioni (con un massimo di 17,7 milioni nel 2012). Nello stesso periodo per l’insieme delle attività produttive le ore di CIG sono passate da 4,6 a 20 milioni, con un massimo di 27,6 nel 2012 [118].
Secondo i dati ISTAT [117] il tasso di disoccupazione è aumentato dal 9,9 %, nel 2007, al 17,5 %, nel 2013.
La figura 24 confronta l’andamento temporale dei consumi elettrici e il numero degli occupati nell’industria sarda, è del tutto evidente la comune tendenza dei due andamenti.
Figura 24 – Industria: andamento dei consumi elettrici (linea continua blu) e degli occupati in Sardegna (linea continua rossa) nel periodo 2003-2013[11].
Confrontando i dati di consumi elettrici negli anni 2012 e 2013, periodo in cui la crisi dei consumi manifesta tutta la sua virulenza, si osserva che la richiesta di energia da parte dell’industria diminuisce del 30 % (da 5622,3 GW h a 3899,4 GW h) [39, 40]. Questa contrazione dei consumi si riscontra principalmente nella provincia di Cagliari e in quella di
Carbonia-Iglesias, ovvero le due zone dove maggiore è la concentrazione industriale e quindi l’utilizzo dell’energia elettrica. È proprio nella provincia di Carbonia-Iglesias, nella zona del Sulcis-Iglesiente, che si manifesta la maggiore sofferenza dell’industria. Il caso degli stabilimenti ALCOA88 ed EurAllumina89 di Portovesme sono stati quelli più significativi per i loro risvolti socio-economici, di cui si è parlato e dibattuto a livello nazionale. In questa provincia il consumo di energia elettrica, nel settore industriale, nel 2013 è stato circa un terzo di quello del 2012 (744,8 GW h contro 2157,1 GW h). Per l’insieme delle attività produttive i consumi della provincia di Carbonia-Iglesias, che nel 2012 erano 2480,5 GW h (23,6 % del dato complessivo sardo), si sono ridotti a soli 1052,2 GW h (12,2 % del totale sardo). La contrazione dei consumi industriali registrata in questa provincia, nel biennio 2012-13, è circa il 74 % dei 1917 GW h che rappresentano la contrazione dei consumi avvenuta in tutta l’Isola.