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L’educazione allo sviluppo sostenibile nelle scuole, nelle università

3. L’Agenda 2030 in Italia

3.2 L’educazione allo sviluppo sostenibile nelle scuole, nelle università

nelle università e nelle

amministrazioni pubbliche

Come già notato, la collaborazione tra società ci-vile e istituzioni del mondo dell’educazione deve essere al centro di una missione condivisa, quella di operare il cambiamento del sistema educativo verso la cultura dello sviluppo sostenibile, che faccia degli educatori e dei discenti veri “agenti del cambiamento”. Per questo, nel corso degli ul-timi dodici mesi è stata rafforzata la collabora-zione tra l’ASviS e il Ministero dell’Istrucollabora-zione, Università e Ricerca (MIUR), che già tre anni fa avevano firmato un Protocollo d’intesa (n. 3397 del 6/12/2016) per azioni di educazione allo svi-luppo sostenibile rivolte alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, statali e paritarie, e alla sezione dei Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA), con lo scopo di favorire la cono-scenza, la diffusione e l’assunzione degli stili di vita previsti nell’Agenda 2030.

Nell’edizione 2019 del Concorso MIUR-ASviS “Fac-ciamo 17 Goal” si è rilevata una forte crescita della partecipazione attiva delle scuole: gli ela-borati analizzati dalla giuria del concorso sono passati dai 200 del 2017, a più di 250 nel 2018, a 472 nell’edizione di quest’anno. Appare tuttavia evidente come, a fronte del maggior interesse e impegno in termini quantitativi, non sia ancora pienamente emersa la capacità di esplicitare la complessità dello sviluppo sostenibile, di comuni-care con efficacia la necessità di cambiamento e di indurre riflessioni sui comportamenti personali volti a promuoverlo.

Proprio al fine di rafforzare i percorsi formativi per i docenti e i dirigenti delle scuole di ogni or-dine e grado del Paese sull’Agenda 2030 e per metterli in grado di favorire non solo l’acquisi-zione di conoscenze, ma anche di tutte quelle competenze necessarie ad affrontare le sfide che lo sviluppo sostenibile pone, l’ASviS ha potenziato la collaborazione esistente con l’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educa-tiva (INDIRE). In particolare, è stata realizzata, su richiesta del MIUR, una sezione all’interno della piattaforma dell’Istituto destinata ai docenti ita-liani per la fruizione del corso e-learning elabo-rato dall’ASviS sul tema “Agenda 2030 e Obiettivi di sviluppo sostenibile”.7

LA FORMAZIONE E-LEARNING

DELL’ASviS

L’ASviS ha realizzato nel 2017 il corso e-lear-ning “L’Agenda 2030 e gli Obiettivi di svi-luppo sostenibile”, che illustra, con un linguaggio semplice e accessibile, l’Agenda 2030 e i 17 SDGs. Il corso prevede 20 moduli per una durata complessiva di circa tre ore. I primi tre moduli offrono una visione d’in-sieme dell’Agenda 2030, delle strategie di im-plementazione e della misurazione degli Obiettivi, mentre i restanti moduli sono dedi-cati ai singoli SDGs. Contenuti didattici mul-timediali, esercizi interattivi e riferimenti all’attualità arricchiscono il percorso forma-tivo per mostrare la rilevanza dell’Agenda 2030 nel contesto internazionale e nazionale, nonché nella quotidianità di ciascuno. Il corso viene erogato in modalità asincrona, con la possibilità di usufruire di segnalibri e help desk. Alla conclusione di ogni lezione è possibile accedere alle relative dispense, mentre al ter-mine del corso viene rilasciato il certificato di completamento dell’attività formativa. Il corso è stato messo a disposizione degli oltre 220 aderenti ASviS e di numerose im-prese e organizzazioni non aderenti. Grazie al protocollo d’intesa MIUR-ASviS, il corso è di-sponibile sulla piattaforma INDIRE per tutti i docenti in servizio. Anche l’Ordine dei Gior-nalisti lo ha inserito sulla piattaforma SIGeF per la formazione online, con rilascio di cre-diti formativi, completo di un questionario di valutazione dell’apprendimento apposita-mente realizzato dall’ASviS.

Il corso è a disposizione dei circa 70 atenei della Rete delle Università per lo Sviluppo so-stenibile (RUS), che lo utilizzano come “Le-zione zero” sullo sviluppo sostenibile, dell’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) e dell’Associazione centri di servizio per il vo-lontariato (CSVnet). Anche numerose grandi aziende hanno messo il corso a disposizione dei propri dipendenti.

Infine, ad agosto 2019 è stata ultimata la ver-sione inglese del corso, mentre è in via di rea-lizzazione un nuovo corso e-learning per le aziende sui temi della sostenibilità, dell’eco-nomia circolare e della finanza d’impatto, re-sponsabile e sostenibile.

A partire dallo scorso mese di maggio, la fruizione del corso e-learning (si veda il box “La formazione e-learning dell’ASviS” a pag. 64) è stata ampliata a tutti gli 800mila docenti in servizio della scuola italiana, mentre inizialmente esso era stato messo a disposizione solo dei neoassunti (circa 63mila do-centi, oltre ad altrettanti loro tutor che in questi due anni hanno avuto la possibilità di fruire dei contenuti online in auto-formazione). Inoltre, l’ASviS ha collaborato con l’INDIRE e il MIUR alla realizzazione del portale “Scuola 2030: educazione per la creazione di valore” (scuola2030.indire.it) lanciato a giugno, che offre a tutti i docenti

con-tenuti, risorse e materiali in auto-formazione per un’educazione ispirata ai valori e alla visione dell’Agenda 2030. Attraverso il portale è stato reso disponibile anche il volume “Un Mondo sostenibile in 100 foto” realizzato da Enrico Giovannini e Do-nato Speroni per l’editore Laterza, una guida alla scoperta dell’Agenda 2030 attraverso fotografie e testi che raccontano lo stato del nostro Pianeta e dei nostri sistemi socio-economici.

Ma l’impegno per l’educazione allo sviluppo soste-nibile non si ferma al mondo della scuola. In aprile, presso il MIUR, si è tenuto un confronto promosso dall’ASviS (in collaborazione con la

Fon-LE SUMMER SCHOOL DELL’ASviS

A partire dal 2018, l’ASviS ha avviato la realizzazione di un programma di attività di alta formazione con l’obiettivo di mettere in evidenza la logica sistemica dell’Agenda 2030, affrontando i temi della sostenibilità ambientale, economica e sociale attraverso un’impostazione interdisciplinare. Nel set-tembre dell’anno scorso, l’ASviS ha organizzato a Siena la prima “Summer School sullo sviluppo so-stenibile”, in collaborazione con Fondazione Enel, Leonardo, Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS), Sustainable Development Solutions Network Italia, Sustainable Development Solu-tions Network Mediterraneo e Università di Siena Santa Chiara Lab.

La prima edizione ha registrato un grande successo, con 146 candidature pervenute a fronte di 30 posti disponibili. La scelta di un formato di tipo “residenziale” della durata di due settimane di full

immersion ha avuto un riscontro molto positivo da parte dei docenti e dei discenti, che hanno potuto

discutere, dialogare, apprendere e sperimentare i vari aspetti della sostenibilità creando, contestual-mente, un network di persone che potrà operare nel tempo all’interno delle diverse organizzazioni di appartenenza. La seconda edizione della Scuola, tenutasi dal 9 al 20 settembre 2019 con oltre 50 par-tecipanti, ha ricalcato gli aspetti chiave della prima, ma ha previsto una maggiore presenza di testi-monianze internazionali e una giornata pubblica di dibattito sul tema “L’educazione salverà il pianeta?”.

Il 2019 ha visto anche la realizzazione, da parte dell’ASviS, di una seconda Scuola. Dal 31 agosto al 7 settembre si è tenuta la prima edizione della “Milano Summer School sul Benessere e Sostenibilità delle Città”, organizzata in collaborazione con l’iniziativa “Milano 2046”, promossa dalla Presidenza del Consiglio Comunale di Milano sul futuro della città, che intende mettere al centro del suo lavoro la questione del benessere del cittadino e della collettività. La Scuola è stata progettata e realizzata grazie all’impegno delle Università del territorio milanese (Bicocca, Bocconi, Cattolica del Sacro Cuore Humanitas, IULM, La Statale Politecnico, San Raffaele) e della Fondazione Eni Enrico Mattei, con il contributo di Assimoco, Banca Generali, BlackRock ed Edison.

In questo caso, l’obiettivo è fornire una formazione di alto profilo e qualificazione sui temi del benes-sere e della sostenibilità con un’attenzione particolare alle politiche di competenza delle città. Alla Scuola sono stati ammessi 49 partecipanti tra dottorandi e ricercatori, amministratori locali, membri di associazioni che si occupano di politiche locali e docenti. La Scuola di Milano dovrebbe diventare la prima di una serie di iniziative da replicare sul territorio nazionale, anche per promuovere il disegno di Agende urbane per lo sviluppo sostenibile, come previsto dal recente bando del MATTM dedicato alle città metropolitane.

Infine, è in preparazione un terzo percorso formativo dedicato al personale delle Regioni e delle Pro-vince Autonome, da svolgere in parallelo alle iniziative realizzate in collaborazione con la SNA e dedi-cate al personale delle Amministrazioni pubbliche centrali.

dazione Enel) su “L’educazione terziaria e la for-mazione continua per lo sviluppo sostenibile”. Nel confronto con il Viceministro Lorenzo Fioramonti sono emerse alcune proposte concrete, tra cui l’invito al Viceministro a scrivere ai Rettori delle università italiane invitandoli a impegnarsi sul-l’Agenda 2030.

In aprile, prendendo spunto dalla visita in Italia della giovane attivista svedese Greta Thunberg, il Viceministro ha inviato ai Rettori delle università una lettera contenente tre proposte:

introdurre corsi di studio e progetti di ricerca interdisciplinari legati all’Agenda 2030. Poiché la transizione verso la sostenibilità richiede, prima di tutto, una rivoluzione culturale e con-cettuale, studenti e ricercatori vanno orientati a pensare e agire in modo “sistemico”, con un approccio che integri settori disciplinari e ri-conosca le interrelazioni tra scienze sociali e naturali;

promuovere pratiche concrete, ad esempio fa-cendo di ogni ateneo, ente di ricerca, accade-mia, conservatorio e istituto artistico un luogo

plastic free, in linea con le migliori prassi

na-zionali e internana-zionali. L’efficienza energetica, la generazione di energia pulita (attraverso l’in-stallazione di fonti rinnovabili) e l’uso respon-sabile dell’acqua possono essere altrettanto utili per ricordare a tutti come il mondo della ricerca e della formazione sia un settore di in-novazione vissuta;

integrare i principi della sostenibilità nella ge-stione amministrativa. Al fine di incrementare l’impatto delle pratiche innovative, può es-sere utile che i principi dello sviluppo sosteni-bile vengano integrati nella gestione, ordinaria e straordinaria, degli enti di ricerca e degli atenei (ad esempio, attraverso l’ado-zione del sustainable procurement e l’orien-tamento allo sviluppo sostenibile della “terza missione” dell’Università, cioè il rapporto con le imprese e le altre istituzioni del territorio). La risposta delle università non ha tardato ad arri-vare. Porre le università al centro dello sviluppo sostenibile è stato il focus della quinta edizione dei “Magnifici Incontri”, organizzati dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI). I lavori si sono svolti su due giorni e hanno visto i rappre-sentanti di 65 università confrontarsi sui temi dello sviluppo sostenibile, discutendo buone pratiche e possibili strategie per il futuro. Al termine del con-fronto è stato approvato il “Manifesto delle

Uni-versità per la Sostenibilità”, il quale verrà ora tra-sformato in un Piano d’azione a cura della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS). Il Manifesto riconosce il ruolo fondamentale che le università giocano nell’attuazione degli SDGs e in-dica azioni concrete da attuare nel prossimo futuro secondo diverse linee di azione, inserendo nella proposta formativa una serie di professionalità le-gate al principio della sostenibilità.

Importante è poi l’avvio di corsi sullo sviluppo so-stenibile diretti alla dirigenza pubblica. In partico-lare, la Scuola nazionale dell’amministrazione (SNA), in collaborazione con l’ASviS, ha organizzato il primo corso in “Sustainability management” de-stinato a dirigenti e funzionari delle amministra-zioni centrali impegnati, in particolare, nella gestione dei servizi generali (risorse umane, affari generali, contratti e servizi, ecc.). Il corso, orga-nizzato su 120 ore di lezioni tenute da novembre 2018 ad aprile 2019, si propone di sviluppare le competenze del personale delle amministrazioni centrali dello Stato creando specifiche figure pro-fessionali che possano diventare punto di riferi-mento all’interno delle amministrazioni per coordinare le attività gestionali coerenti con gli SDGs (gestione delle risorse, umane e strumentali, dell’approvvigionamento energetico, dei rifiuti, della mobilità, ecc.).

A giugno 2019, la SNA ha avviato un secondo corso dal titolo “Politiche integrate per l’Agenda ONU 2030 sullo sviluppo sostenibile”. Il corso è rivolto ai dirigenti dei Ministeri coinvolti nelle aree di policy sottese all’Agenda 2030 e ha l’obiettivo di svilup-pare le capacità delle pubbliche amministrazioni di definire e attuare politiche pubbliche che tengano conto sistematicamente delle interconnessioni e dei possibili trade-off tra le scelte di policy. Il nuovo corso si affianca a quello denominato “Europa e svi-luppo sostenibile. Politiche economiche, sociali e ambientali nel quadro della governance economica europea”, che approfondisce le tematiche legate all’Agenda 2030 dal punto di vista dei rapporti con l’Unione europea.

3.3 La mobilitazione e l’impegno