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Le recenti novità politiche a livello europeo e italiano

4. Le proposte dell’ASviS

4.1 Le recenti novità politiche a livello europeo e italiano

Il quadro politico europeo e quello nazionale hanno visto modifiche molto significative nel corso degli ultimi mesi. Come documentato nel secondo capitolo, fin dal discorso programmatico al Parlamento europeo, la Presidente-eletta della Commissione europea Ursula von der Leyen ha posto lo sviluppo sostenibile al centro del suo pro-gramma di lavoro per il prossimo quinquennio. A quegli annunci ha fatto seguito, nelle scorse set-timane, la definizione della struttura della nuova Commissione, l’individuazione dei candidati ad as-sumere i ruoli di Vicepresidente e Commissario, nonché l’indicazione ai membri della Commissione del mandato loro affidato. In tutti questi passaggi, l’Agenda 2030 assume un ruolo chiave, segnando una netta discontinuità con la Commissione pre-cedente. In particolare:

l’affidamento ai due Vicepresidenti esecutivi Frans Timmermans e Margrethe Vestager del mandato a realizzare, rispettivamente, un

Eu-ropean Green Deal e il salto tecnologico verso

un’Europa digitale, così come la definizione di nuovi portafogli molto più in linea con lo spi-rito e la lettera dell’Agenda 2030 (si pensi al Commissario per l’uguaglianza) sono segnali molto positivi e significativi. Peraltro, sia la stesura dello European Green Deal sia il nuovo progetto di legge per condurre l’Unione euro-pea ad azzerare le emissioni entro il 2050 de-vono essere preparati entro cento giorni dall’insediamento, previsto per il primo no-vembre 2019;

nelle lettere di incarico ai vari membri della Commissione si indica che ciascuno di essi, nel-l’ambito delle proprie competenze, ha il com-pito di conseguire gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, mentre la Com-missione nel suo insieme assicurerà il raggiun-gimento di tutti gli Obiettivi;

nella lettera di incarico a Paolo Gentiloni, ex-Presidente del Consiglio italiano, responsabile degli Affari economici, si chiede esplicita-mente di rivedere il funzionamento del

“Seme-stre europeo”, mettendo l’Agenda 2030 al cen-tro del processo di coordinamento delle politi-che economipoliti-che, sociali e ambientali nazionali ed europee.

Tutte queste azioni appaiono in linea con le pro-poste che l’ASviS ha avanzato pubblicamente nel corso degli anni, in particolare in occasione del-l’evento di apertura dell’edizione 2019 del Festi-val dello Sviluppo Sostenibile, dedicato proprio alle tematiche europee. In pratica, la nuova Com-missione adotta il primo dei tre scenari proposti nel Reflection paper pubblicato a gennaio 2019, anche in risposta alle sollecitazioni giunte nel corso dell’ultimo anno dal Consiglio europeo, dal Parlamento europeo e dalla società civile di cui abbiamo dato conto nel secondo capitolo. Ovviamente, al di là della soddisfazione (espressa anche ufficialmente dall’ASviS) per questa impo-stazione, la possibilità che l’Unione europea fac-cia un vero e proprio salto verso lo sviluppo sostenibile dipenderà dagli atti concreti che sa-ranno realizzati nel prossimo futuro (in alcuni casi, le proposte devono essere formulate entro quest’anno) e dalla risposta che i Governi degli Stati membri e il Parlamento europeo forniranno alle proposte della Commissione. È importante sottolineare che, in una situazione internazionale nella quale alcuni grandi Paesi evidenziano arre-tramenti rispetto agli impegni assunti nel 2015, anche per fronteggiare la crisi climatica, l’Unione europea sembra intenzionata a giocare un ruolo di primo piano verso l’attuazione dell’Agenda 2030.

Analogo cambiamento, per ora sul piano degli an-nunci, è avvenuto in Italia con il varo del nuovo Governo. Nelle linee programmatiche illustrate al Parlamento dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, così come nel programma concordato dalle forze politiche di maggioranza, il Governo assume un esplicito impegno per portare l’Italia su un sen-tiero di sviluppo sostenibile, con un preciso riferi-mento all’Agenda 2030. Peraltro, alcuni dei punti programmatici recepiscono proposte precise avan-zate dall’ASviS fin dalla sua nascita, ad esempio:

l’inserimento in Costituzione del principio dello sviluppo sostenibile;

l’impegno ad affrontare la sfida di una nuova stagione di sviluppo che faccia dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile il suo punto di forza;

la realizzazione di un Green New Deal, che comporti un radicale cambio di paradigma cul-turale, per indirizzare l’intero sistema produt-tivo verso un’economia circolare;

l’introduzione di un’Agenda urbana per lo svi-luppo sostenibile delle città.

Mentre il box nella pagina 130 fornisce un quadro sintetico dello stato di attuazione delle proposte di carattere istituzionale avanzate dall’ASviS in vista delle elezioni politiche del 2018, l’analisi dettagliata dei legami tra impegni programmatici e singoli SDGs (pubblicata online sul portale del-l’ASviS) evidenzia un significativo allineamento dei primi con i secondi. Ovviamente, come nel caso europeo, saranno poi le azioni concrete a te-stimoniare se, nella pratica, l’Italia avrà final-mente fatto una scelta di campo. Il fatto che le tre forze politiche che sostengono il Governo ab-biano sottoscritto il “decalogo” proposto dall’Al-leanza consentirà di richiamare con maggiore forza l’attuale compagine governativa al rispetto degli impegni assunti (nel Governo Conte 1, La Lega non aveva non aveva sottoscritto le proposte ASviS)1.

Come nelle precedenti edizioni, in questo Rap-porto vengono illustrate proposte per azioni da in-traprendere nel prossimo futuro, articolate in due aree:

interventi di carattere trasversale e sistemico;

interventi specifici, in grado di far avanzare il cammino verso l’attuazione dell’Agenda 2030. Quest’anno il Rapporto ha approfondito l’analisi con riferimento ai 21 Target che l’Italia si è impe-gnata a raggiungere entro il 2020, cioè l’anno prossimo. Nel Capitolo 3 si è messo in evidenza che i Target riferiti al 2020 presentano diversi gradi di specificazione e solo in pochi casi, vista l’assenza di un documento del Governo che indichi i valori-obiettivo, è possibile una loro definizione quantitativa immediata.

L’Italia appare in grado di conseguire il Target per la diffusione della banda larga, aver già raggiunto le quote di aree terrestri protette e di aree fore-stali, e superato il Target relativo all’ampiezza delle aree marine protette, anche se mancano in-formazioni complete sullo stato qualitativo di tutte le aree protette. Al contrario, date le

ten-denze attuali, l’Italia non conseguirebbe i Target relativi:

al tasso di riduzione del numero di morti per incidenti stradali (-50% tra il 2010 e il 2017), che invece appare addirittura in ripresa negli ultimi anni;

alla quota di importazioni provenienti dai Paesi in via di sviluppo (10%, contro un valore attuale del 5%);

alla “sostanziale” riduzione del numero di gio-vani NEET (ora al 23%), scesa di meno di un punto percentuale all’anno nell’ultimo quin-quennio, e la mancanza di una strategia per l’occupazione giovanile;

all’impegno finanziario, ora molto limitato, al Fondo internazionale per la lotta ai cambia-menti climatici e ai programmi di borse di stu-dio per gli studenti provenienti da Paesi in via di sviluppo (dimezzati in tre anni);

alla riduzione della quota di stock ittici in sovra-sfruttamento (83% nel 2016) e l’elimina-zione dei sussidi alla pesca che generano tale fenomeno;

al miglioramento della gestione degli ecosi-stemi legati all’acqua;

al recupero dei rifiuti speciali, la cui quota sta aumentando troppo lentamente (38% nel 2017);

alla lotta al degrado degli ecosistemi terrestri dovuto al consumo di suolo e all’elevata e cre-scente frammentazione del territorio, soprat-tutto nel Nord;

al contenimento delle specie alloctone (aliene) negli ecosistemi, il cui numero è invece cre-sciuto molto negli ultimi anni;

all’effettiva integrazione della valutazione d’impatto sul Capitale Naturale dei provvedi-menti economici e sociali.

Nella sezione 4.3, dedicata alle politiche specifi-che per ciascun Goal, sono illustrate proposte (evidenziate in rosso e grassetto) che riguardano alcuni Target “in scadenza”, ma sarebbe oppor-tuno che il Governo valutasse urgentemente cosa fare per raggiungere quei Target che, in as-senza di tali interventi, l’Italia “mancherebbe”. Infine, va segnalato che non si dispone di informa-zioni adeguate e affidabili riguardanti:

la diversità genetica di semi, piante coltivate, ecc. oggetto del Protocollo di Nagoya, firmato nel 2011, ma non ratificato dall’Italia;

LE PROPOSTE AVANZATE DALL’ASviS ALLE FORZE POLITICHE IN OCCASIONE

DELLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2018

1.Inserire nella Costituzione il principio dello sviluppo sostenibile

2.Dare attuazione a una efficace Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, da realizzare con un forte coordinamento della Presidenza del Consiglio 3.Promuovere la costituzione, all’interno del futuro

Parlamento, di un intergruppo per lo sviluppo sostenibile

4.Rispettare gli Accordi di Parigi per la lotta ai cambiamenti climatici e ratificare al più presto le convenzioni e i protocolli internazionali già firmati dall’Italia sulle altre tematiche che riguardano lo sviluppo sostenibile

5.Trasformare il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica in Comitato

Interministeriale per lo Sviluppo Sostenibile, così da orientare a questo scopo gli investimenti pubblici

6.Definire una Strategia nazionale per realizzare un’Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile, rilanciando il Comitato Interministeriale per le Politiche Urbane

7.Istituire, nell’ambito della Presidenza del Consiglio, un organismo permanente per la concertazione con la società civile delle politiche a favore della parità di genere

8.Coinvolgere la Conferenza Unificata per coordinare le azioni a favore dello sviluppo sostenibile di competenza dello Stato, delle Regioni e dei Comuni

9.Raggiungere entro il 2025 una quota dell’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) pari allo 0,7% del Reddito Nazionale Lordo, coerentemente con gli impegni assunti dall’Italia di fronte alle Nazioni Unite

10. Operare affinché l’Unione Europea metta l’impegno per attuare l’Agenda 2030 al centro della sua nuova strategia di medio termine

Impegno assunto dal Governo Conte 2

Cabina di regia “Benessere Italia” istituita dal Governo Conte 1

Costituito alla Camera, ma non al Senato

Piano Nazionale Integrato Clima-Energia predisposto, da finalizzare entro dicembre 2019

In occasione della discussione della Legge di Bilancio 2018 e 2019 il Parlamento ha bocciato gli emendamenti presentati

Impegno assunto dal Governo Conte 2

Non costituito, ma il Governo Conte 2 ha una Ministra con delega alle pari opportunità

Bandi pubblicati dal MATTM per indurre Regioni, Province autonome e Città metropolitane a predisporre le proprie Strategie di sviluppo sostenibile

Assenza di impegni al 2025 e riduzione del flusso di APS nel 2018

Le istituzioni europee hanno messo l’Agenda 2030 al centro delle proprie strategie per i prossimi anni

Punti di forza Aree di miglioramento

il numero di Comuni che si sono dotati di piani per la mitigazione e l’adattamento ai cambia-menti climatici, per la resilienza ai disastri e la gestione delle catastrofi;

la gestione degli ecosistemi marini e costieri.

Anche su questi aspetti, il Governo potrebbe av-viare iniziative importanti, magari chiedendo al Sistema Statistico Nazionale e agli enti preposti di colmare i vuoti informativi.

4.2 Interventi trasversali