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L’evoluzione della legislazione per i diversi Goal

3. L’Agenda 2030 in Italia

3.6 L’evoluzione della legislazione per i diversi Goal

legislazione per i diversi Goal

GOAL 1 - SCONFIGGERE LA POVERTÀ

Porre fine ad ogni forma di povertà nel

mondo

Nell’ultimo anno si è registrato un deciso aumento delle risorse destinate alla lotta alla povertà, anche se le modifiche frequenti delle misure in campo hanno effetti negativi sull’efficacia delle stesse. Il “Rapporto SDGs 2019” dell’Istat indica che nel 2017 in Italia la percentuale di popolazione che vive in condizioni di povertà o di esclusione sociale era pari al 28,9%, percentuale in diminuzione rispetto al-l’anno precedente, ma ancora lontana dall’obiet-tivo fissato dalla Strategia Europa 2020. Il 20,3% della popolazione si trovava a rischio di povertà e il 10,1% si trovava in condizione di grave deprivazione materiale. Le disparità territoriali sono purtroppo molto evidenti: quasi la metà (44,4%) degli individui residenti nel Mezzogiorno vive in condizioni di po-vertà o esclusione sociale, mentre al Nord il 18,8% della popolazione si trova in tale condizione. Inoltre, nel 2018 erano oltre 1,8 milioni (7%) le fa-miglie in condizioni di povertà assoluta, per un to-tale di 5 milioni di persone (8,4% dell’intera popolazione), dati che, nonostante la modesta ri-presa economica degli ultimi anni, rimangono ai livelli massimi dal 2005. Le famiglie giovani, in particolare, sono le più penalizzate (con una quota di famiglie povere del 10,4%) e la condi-zione dei minori rimane la più preoccupante: il 12,6% di loro vive in povertà assoluta, per un to-tale di 1,3 milioni di individui.

L’impegno previsto dal “Contratto di Governo” di avviare l’introduzione del Reddito di Cittadinanza (RdC) è stato attuato con la Legge di Bilancio 2019. “La misura si configura come uno strumento di sostegno al reddito per i cittadini italiani che versano in condizione di bisogno; l’ammontare dell’erogazione è stabilito in base alla soglia di ri-schio di povertà calcolata sia per il reddito sia per il patrimonio”. Il trasferimento è fissato in 780,00 euro mensili per persona singola, mentre per nu-clei familiari più ampi si utilizza la scala di equi-valenza OCSE. Lo stanziamento annuale, pari a 17 miliardi, è avvenuto con l’istituzione del “Fondo per il reddito di cittadinanza”, che in realtà finan-zia i provvedimenti relativi al RdC e quelli per l’in-tervento pensionistico noto come “Quota 100” (D.L. 28 gennaio 2019 n.4).

È importante notare che l’introduzione del RdC non ha cancellato il “Fondo povertà”, introdotto nel 2017, limitandosi a ridurne la dotazione, che rimane però cospicua per il triennio 2019-2021 (circa 347 milioni per il 2019, 587 milioni per il 2020 e 615 per il 2021). Queste risorse ammontano approssimativamente al 15% del totale del “Fondo povertà” e corrispondono alla quota già destinata al rafforzamento dei servizi sociali territoriali (la cosiddetta “quota servizi” del Fondo). Si tratta di un aspetto importante, che permette la continua-zione dell’erogacontinua-zione del Reddito di Inclusione (ReI), la misura nazionale di contrasto alla povertà attiva dall’inizio del 2018.

L’istituzione del RdC è un fatto estremamente ri-levante per il sistema di welfare italiano, a testi-monianza del fatto che le politiche di contrasto alla povertà e di sostegno agli indigenti sono tor-nate al centro delle priorità dell’azione di go-verno. Tuttavia, la formulazione e le modalità di realizzazione del RdC sollevano numerose perples-sità legate alle finalità dello strumento, oltre a dubbi sugli aspetti amministrativi di implementa-zione che non esamineremo qui.

Innanzitutto, un intervento improntato all’integra-zione del reddito percepito non può sradicare la povertà come intesa dall’Agenda 2030, cioè come fenomeno multidimensionale che trascende il mero aspetto economico, ma al massimo può alleviare alcuni aspetti del fenomeno. Infatti, gli aspetti so-ciali, inclusi l’accesso ad alloggi, cure e istruzione dignitosi, sono quasi ignorati a favore dell’integra-zione di reddito, peraltro erogata in forme così re-strittive da poter esser attuata solo quando ormai gli effetti della povertà sulle persone abbiano rag-giunto lo stadio più avanzato. In questo modo viene depotenziato l’aspetto di prevenzione o quanto-meno di alleviamento dell’indigenza.

Anche la dimensione occupazionale, aspetto chiave per attenuare i disagi economici e di esclu-sione sociale, non riceve la giusta attenzione. Il RdC si limita a tentare di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, tramite il potenzia-mento dei Centri per l’impiego, ma sottovaluta l’assenza dell’offerta di lavoro, marcata special-mente in alcune zone del Paese, dovuta a una cre-scita economica stagnante da anni a livello nazionale, con forti divari territoriali non solo nel livello di occupazione, ma anche nella sua qualità. Non a caso aumenta il fenomeno dei working

poor, cioè persone occupate, ma che non

In conclusione, è evidente che i reali effetti del RdC non dipenderanno solo dalle risorse appor-tate, ma dall’efficacia dei decreti attuativi, dal-l’effettivo coinvolgimento degli organismi impegnati sui territori, da una forte motivazione dei beneficiari verso la ricerca attiva di lavoro, dal raccordo con precedenti e diverse misure di lotta alla povertà, e dalla sinergia con le misure di politica attiva del lavoro.

A tale proposito va ricordato che investire nel con-trasto della povertà come fenomeno multidimen-sionale sin dai primi anni di vita richiede di affiancare all’integrazione del reddito un altret-tanto ingente investimento in infrastrutture, servizi e personale dedicati all’infanzia e all’adolescenza, la cui carenza nell’ultimo decennio ha significato, come dimostrano i citati dati Istat, che bambini e giovani non sono stati protetti dagli effetti nega-tivi della doppia crisi attraversata dall’Italia. Oc-corre poi riorganizzare con una strategia organica le numerose agevolazioni e misure di sostegno ri-volte ai genitori, attualmente frammentarie e poco incisive.

Il Governo ha poi prorogato e rifinanziato il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, al quale occorrerà prestare attenzione, in quanto pare profilarsi un indebolimento delle risorse di-sponibili. È importante, infatti, garantire conti-nuità alle misure adottate per combattere questo fenomeno e realizzare percorsi di inclusione che vedano un coinvolgimento attivo dei minori stessi.

GOAL 2 - SCONFIGGERE LA FAME

Porre fine alla fame, raggiungere

la sicurezza alimentare, migliorare

la nutrizione e promuovere

un’agricoltura sostenibile

I principali interventi legislativi che riguardano il raggiungimento del Goal 2 sono inseriti nella Legge di Bilancio 2019, nel D.L. 29 marzo 2019, n. 27, re-cante "Disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli", e nel D.L. 35 del 2019 conte-nente “misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi”. Per ciò che concerne il superamento della po-vertà alimentare, la Legge di Bilancio 2019 ha au-mentato lo stanziamento (un milione di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021) del Fondo per la distribuzione delle derrate alimentari alle persone indigenti (istituito dall’art. 58, comma 1, del decreto-legge n. 83 del 2012), che già vanta

una dotazione a regime di 5 milioni di euro annui. Inoltre, il Decreto interministeriale del 25 luglio 2019 ha destinato 14 milioni di euro all’acquisto di formaggio pecorino DOP da distribuire attraverso le organizzazioni caritatevoli agli indigenti. Questa misura ha un duplice obiettivo: aiutare i produttori evitando crisi di mercato e offrire agli indigenti derrate alimentari dall’alto valore nutrizionale. Per ciò che concerne l’impatto del sistema ali-mentazione sulla salute, si segnalano la Legge di Bilancio 2019, che prevede un aumento della do-tazione di personale per il Dipartimento del-l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e delle repressioni frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), e il Decreto Interministeriale n. 131 del 1° ottobre 2018 “Regolamento recante disciplina della denominazione di ‘panificio’, di ‘pane fre-sco’ e dell’adozione della dicitura di ‘pane con-servato’”, grazie al quale, finalmente, a livello nazionale tutti i consumatori italiani avranno la possibilità di distinguere il pane veramente fresco da quello conservato, precotto e surgelato o esclusivamente completato nella cottura sul punto vendita. Il D.L. 135/2018 (c.d. “Decreto Semplificazioni”), convertito in legge il 13 feb-braio 2019, apporta talune modifiche alle “Dispo-sizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari”, individuando i casi in cui l’indicazione del luogo di provenienza è resa ob-bligatoria. In Italia, tale obbligo esiste solo per i prodotti lattiero-caseari, per la pasta, per il riso e per il pomodoro, mentre l’Unione europea lo ha esteso anche alla carne fresca, alla frutta, alla verdura fresca, alle uova, al miele, all’olio extra-vergine di oliva e al pesce, lasciando però fuori, ad esempio, i salumi e prosciutti, i succhi e le marmellate. Con la nuova disposizione (la cui at-tuazione è però rinviata a un decreto attuativo) viene data la possibilità di estendere a tutti i pro-dotti alimentari l’etichettatura obbligatoria con l’indicazione del luogo di provenienza geografica degli alimenti. Infine, la Legge n. 44 del 2019 pre-vede lo stanziamento di due milioni di euro per la realizzazione di campagne promozionali e di co-municazione istituzionale, da parte del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo (MiPAAFT), per incentivare il consumo di olio extravergine di oliva, agrumi, latte ovino e caprino e relativi derivati.

La capacità del settore agro-alimentare di met-tere in campo una performance sostenibile è in-fluenzata dalle misure che incidono sulla

competitività delle imprese. Per quanto riguarda gli incentivi alla formazione e agli investimenti, la Legge di Bilancio 2019 conferma gli strumenti già previsti in precedenza, ma l’aspetto che me-rita di essere evidenziato è che questi sono rivolti principalmente alla trasformazione tecnologica e digitale, risultando pressoché assenti i riferimenti all’economia circolare. Il bonus per le giovani ec-cellenze è una misura che vuole valorizzare il me-rito, un’ottima iniziativa che però andrebbe rivista nei riferimenti temporali.

In merito alla valorizzazione del territorio, oltre alle risorse aggiuntive al Piano di promozione del

Made in Italy, una novità positiva è la misura che

conferisce i terreni demaniali alle giovani famiglie numerose. L’obiettivo di questa misura è duplice: da una parte il Governo intende favorire la crescita demografica attraverso il sostegno alla famiglia, dall’altra vuole promuovere lo sviluppo socio-eco-nomico delle aree rurali, rivalutando anche quei terreni abbandonati che oggi si trovano in alcune aree del Mezzogiorno. Si dà, dunque, alla famiglia una opportunità di rendita, favorendo nel con-tempo l’imprenditorialità nel settore primario.

In relazione alla sostenibilità ambientale del-l’agricoltura, tutti gli interventi proposti dalla Legge di Bilancio potranno avere degli effetti po-stivi, ma manca una vera e propria strategia. Ac-canto alla riconferma di alcune misure, come gli incentivi per la produzione di biogas o il rifinan-ziamento della piattaforma per il fosforo (con un importo esiguo, considerata la rilevanza per la produttività del settore), sono state introdotte al-cune novità che possono dare nuovi stimoli alle imprese per il rispetto dell’ambiente, nell’imme-diato con incentivi per l’utilizzo di prodotti rici-clati o imballaggi compostabili o ricirici-clati, e nel futuro con una maggiore disponibilità di cono-scenze. Interessante è anche la valorizzazione del settore apistico, specie se verrà incentivata l’at-tività di biomonitoraggio.

Per quanto riguarda gli interventi più generali sulla redditività delle aziende, un contributo po-sitivo potrà essere il cambiamento della norma-tiva sulla vendita diretta (che offre la possibilità di ampliare la gamma dei prodotti con quelli pro-dotti anche da altre imprese) e l’introduzione del Catasto Frutticolo Nazionale. La misura va

incon-LO STATO DEI SISTEMI ALIMENTARI IN ITALIA E POSSIBILI INTERVENTI

Il Food Sustainability Index24, un indice sviluppato dall’Economist Intelligence Unit (EIU) con il Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN) per misurare la sostenibilità dei sistemi alimentari, ci offre un quadro sulla situazione dell’Italia. Sulla base di tale evidenza, risulta quanto segue:

Presenza di meccanismi assicurativi per l’agricoltura

Emissioni di gas serra relativamente basse

Legislazione innovativa

Iniziative positive da parte del terzo settore

Partnership pubblico-privato

Buon livello di interesse scientifico per la tematica

Alta aspettativa di vita

Alta aspettativa di vita in salute

Numerose iniziative per promuovere stili di vita salutari

Significativo commercio di acqua virtuale

Basso contenuto di carbonio nel suolo

Elevata età media agricoltori e bassa percentuale di donne in agricoltura

Scarse opportunità di investimenti in agricoltura sostenibile

Livelli alti di spreco pro capite

Assenza di sistema di monitoraggio

Assenza target specifico di riduzione di sprechi e perdite alimentari

Sovrappeso in bambini, adolescenti e adulti

Bassi livelli di attività fisica

Elevato consumo di sodio

Pilastro Punti di forza Aree di miglioramento

Agricoltura sostenibile

Spreco e Perdite alimentari

Sfide nutrizionali

tro alle richieste degli operatori del settore orto-frutticolo: una perfetta conoscenza delle informa-zioni sulle superfici e sul potenziale produttivo del comparto frutticolo possono infatti contribuire a una migliore pianificazione delle produzioni ed equilibrio di mercato. Rimane da verificare la mo-dalità di attuazione della misura tramite il de-creto ministeriale previsto.

Il D.L. 29 marzo 2019, n. 27, recante "Disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli" si concentra sui settori lattiero-caseario, ovi-ca-prino, olivicolo-oleario, agrumicolo e suinicolo, maggiormente colpiti dalla crisi. In particolare, sono previste misure per la qualità e la competi-tività del latte ovino a sostegno degli accordi di filiera, misure temporanee di regolazione dell’of-ferta, stoccaggio privato dei formaggi DOP, ri-cerca, innovazione e interventi infrastrutturali, mentre del settore olivicolo è prevista la distru-zione delle piante di olive infette da “Xylella”, in deroga alle leggi vigenti e altre misure per debel-lare l’emergenza fitosanitaria. Al fine di contri-buire alla ristrutturazione di tali settori, considerate le particolari criticità produttive e la necessità di recupero e rilancio della produttività e della competitività, viene riconosciuto alle im-prese agricole un contributo destinato alla coper-tura, totale o parziale, dei costi sostenuti per gli interessi dovuti per l’anno 2019 sui mutui bancari contratti entro la data del 31 dicembre 2018. Il D.L. 35 del 2019, che contiene “misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di spe-cifiche situazioni di crisi”, prevede un finanzia-mento di 1,5 milioni annui dei consorzi nazionali che operano all’estero, per le spese sostenute per la tutela legale dei prodotti colpiti dal fenomeno dell’Italian sounding25.

Sul tema delle relazioni commerciali con Paesi terzi e il miglioramento della competitività del si-stema alimentare italiano, si segnalano anche:

il Regolamento di esecuzione (UE) 2019/67 della Commissione del 16 gennaio 2019, che istituisce misure di salvaguardia in relazione alle importazioni di riso Indica originario della Cambogia e del Myanmar/Birmania, provvedi-mento adottato su iniziativa dell’Italia;

gli accordi di libero scambio UE-Vietnam (giu-gno 2019) e l’accordo UE-Singapore (ottobre 2018), mentre nel febbraio 2019 è entrato in vigore l’accordo con il Giappone. Si tratta di accordi che consentono, tra l’altro, di proteg-gere nel mercato internazionale i prodotti

na-zionali con indicazioni geografiche, quali le DOP e le IGP, dalle imitazioni spesso molto pre-senti nei Paesi interessati dagli accordi;

la Direttiva UE 2018/2001 dell’11 dicembre 2018 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili e il Regolamento delegato (UE) 2019/807 della Commissione del 13 marzo 2019, atti che incidono sulla competitività del settore e sulla capacità di disporre di alimenti in grado di contribuire al superamento della povertà alimentare;

la Direttiva UE 2019/633 del 17 aprile 2019 in materia di pratiche commerciali sleali nei rap-porti tra imprese nella filiera agricola e ali-mentare, che introduce forme di tutela che potenziano la competitività del sistema. Infine, nel dicembre 2018 l’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato la “Dichiarazione sui diritti dei contadini e delle altre persone che lavorano nelle zone rurali” (A/HRC/RES/39/12). Si tratta di un documento non vincolante, ma che rappre-senta un chiaro indirizzo di policy della comunità internazionale verso il riconoscimento di modelli di agricoltura capaci di incidere sul superamento della povertà alimentare, migliorare le condizioni dell’agricoltura nei Paesi in via di sviluppo, avere un impatto sulla produzione di cibo adeguato e si-curo nel rispetto dei vincoli sociali e ambientali. Riguardo a questo documento, si deve registrare l’astensione dell’Italia nella votazione per l’ado-zione della Dichiaral’ado-zione.

GOAL 3 - SALUTE E BENESSERE

Assicurare la salute e il benessere per

tutti e per tutte le età

Sono tre i principali temi dell’attività legislativa nell’ultimo anno per quanto riguarda la salute e il benessere: l’entità delle risorse e la penuria del personale del sistema sanitario; il rinnovo del “Patto delle Salute”; il regionalismo e la richiesta di maggiore autonomia differenziata da parte di tre Regioni del Nord.

Per quanto riguarda i finanziamenti, la Legge di Bilancio 2019 ha interrotto la tendenza alla dimi-nuzione delle risorse destinate al Servizio Sanita-rio Nazionale, stanziando 114,439 miliardi di euro per il 2019 (1 miliardo in più del 2018) e preve-dendo un incremento di 2 miliardi nel 2020 e di 1,5 miliardi nel 2021, cui vanno aggiunti i finan-ziamenti aggiuntivi destinati alle Regioni per l’ac-quisto dei medicinali innovativi e oncologici

innovativi (pari, rispettivamente, a 164 e 500 mi-lioni di euro a decorrere dal 2019). Gli aumenti previsti però sono subordinati all’intesa da rag-giungere in Conferenza Stato-Regioni sul “Patto per la Salute 2019-2021”, che sarebbe dovuta av-venire entro marzo 2019. Nonostante queste de-cisioni, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio prevede che continui a diminuire l’incidenza della spesa sanitaria pubblica sul PIL, dal 6,6% nel 2018 al 6,3% nel 2021, livello inferiore a quello medio eu-ropeo. Peraltro, non si riscontrano risorse aggiun-tive per la promozione e la diffusione degli stili di vita sani, che consentono di prevenire molte pa-tologie croniche (cardiovascolari, tumorali, ma-lattie respiratorie, diabete, ecc.).

Numerose sono le criticità segnalate rispetto alle varie voci di spesa. Per quanto riguarda le infra-strutture, la spesa di 150 milioni di euro per il 2019 e di 100 milioni per ciascuno degli anni 2020 e 2021, finalizzata ad ammodernare le infrastrut-ture tecnologiche dei sistemi di prenotazione elettronica, è stata giudicata insufficiente in con-siderazione dell’aumento delle patologie croniche e della conseguente richiesta assistenziale, non-ché delle continue segnalazioni in merito al man-cato rispetto dei tempi massimi di attesa per l’accesso alle prestazioni sanitarie in molte re-gioni. La carenza di personale, sia medico che in-fermieristico, considerata una delle cause principali delle “liste di attesa”, rappresenta un ulteriore punto critico, in quanto le risorse stan-ziate per rinnovare i contratti di lavoro risultano insufficienti. Un elemento positivo è quello del-l’aumento del numero dei contratti di specializ-zazione medica, ma nessuna misura è stata prevista per superare la carenza di infermieri e di altre figure professionali della sanità.

La Legge di Bilancio è intervenuta su alcuni impor-tanti aspetti della governance della spesa farma-ceutica relativi in particolare al sistema dei rimborsi (pay-back), dei tetti di spesa e della ne-goziazione dei prezzi dei farmaci. La nuova disci-plina si propone di superare le difficoltà incontrate dal 2013 in poi, in merito ai sistemi di ripiano degli sforamenti dei tetti di spesa a carico delle aziende farmaceutiche, e i relativi contenziosi, puntando sulla fatturazione elettronica. Il relativo Piano, più volte annunciato dalla Direzione della Programma-zione, non è stato però ancora reso pubblico. È stato incrementato il Fondo per le non autosuf-ficienze, di 100 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2019-2021, ma le risorse stanziate non

sembrano comunque sufficienti ad affrontare ade-guatamente i bisogni delle persone con disabilità. È aumentata la dotazione del Fondo per l’inclu-sione lavorativa, per cui l’INAIL potrà rimborsare al datore di lavoro il 60% della retribuzione corri-sposta - fino a un massimo di 12 mesi - al lavora-tore disabile destinatario di un progetto di reinserimento, a seguito di uno stato di inabilità temporanea assoluta. Sono stati aumentati i fondi previsti per il “Dopo di noi” (il cui fondo torna così ad un valore di 56,1 milioni di euro), quelli per i

caregiver (pari a 5 milioni per ciascun anno del

triennio) e quelli per la mobilità dei disabili. Pa-rallelamente, però, sono stati adottati