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EDWARD T HALL: CONTESTO, TEMPO E SPAZIO

SCAUTISMO E CULTURA ORGANIZZATIVA: I CONTRIBUTI DELLA LETTERATURA

EDWARD T HALL: CONTESTO, TEMPO E SPAZIO

Edward T. Hall è uno degli antropologi che per primi hanno analizzato i fattori che contraddistinguono la cultura. In particolare, è conosciuto per i suoi fattori culturali “high context” e “low context”.

Ci sono infatti tre macro-aree: il contesto, il tempo e lo spazio.

Analizzando il contesto, vengono contrapposte la cultura “high context”, nella quale ci sono molti elementi contestuali che aiutano le persone a comprendere le regole, e quindi molto viene dato per scontato rendendo così difficile per le persone che non fanno parte di questo contesto comprendere le regole non scritte della cultura, e la cultura “low context”, nella quale non c’è spazio per i fraintendimenti in quanto tutto viene esplicitato in modo molto chiaro, soprattutto quando sono presenti persone esterne all’azienda.

Gli ambienti in rapido mutamento necessitano di una cultura “low context”, mentre aziende che puntano molto sulla formazione interna del personale possono sviluppare una cultura “high context”.

Si può dunque comprendere come lo scautismo rientri in questo secondo modello, che oltretutto è molto simile alla contrapposizione che Trompenaars teorizza tra universalismo (low context) e particolarismo (high context).

Hall studia come i diversi fattori mutino in maniera radicale a seconda del contesto nel quale sono inseriti:

- evidenza dei messaggi: nella cultura “high context” vengono utilizzati molti messaggi impliciti, con un largo uso di metafore e significati reconditi, mentre nella cultura “low context” i messaggi sono palesi, semplici e chiari

- controllo e attribuzione del fallimento: nel primo caso il controllo è interno e c’è un’accettazione personale del fallimento, mentre nel secondo caso il controllo viene svolto dall’esterno e le colpe vengono assegnate a terzi

48 - uso della comunicazione non verbale: la comunicazione non verbale come il linguaggio del corpo e le espressioni è contrapposta ad un tipo di comunicazione esclusivamente verbale

- reazioni: si passa dalla riservatezza e al tenersi tutto dentro ad una reazione visibile ed esternata

- coesione nei gruppi: nel primo modello c’è una distinzione forte tra coloro che sono all’interno del gruppo e coloro che ne sono fuori, con un forte senso di comunità, mentre nel secondo modello i gruppi sono più flessibili ed aperti, e cambiano a seconda delle necessità

- legami tra le persone: forti e contraddistinti da un senso di affiliazione quasi come se si trattasse di una famiglia in un caso, fragili e con un limitato senso di lealtà nell’altro - livello di commitment: si passa da relazioni di lungo termine, ritenute più importanti del raggiungimento degli obiettivi, ad una situazione diametralmente opposta

- flessibilità: nel primo caso il tempo viene gestiti in modo flessibile, e il processo è più importante del prodotto, mentre nel secondo caso il tempo viene pianificato e organizzato in modo rigido, con un focus sul prodotto

Analizzando la variabile tempo, viene contrapposto il tempo monocronico da quello policronico. Il primo si riferisce al fatto di svolgere una cosa alla volta, e prevede una pianificazione attenta e precisa, tipica delle culture occidentali e del time management. Generalmente le persone monocroniche tendono ad essere anche low context.

Nelle culture policroniche, invece, l’interazione umana è valutata al di là del tempo e delle cose materiali, e porta ad una minore ansia nel far sì che le cose vengano fatte entro un tempo prestabilito. La cultura aborigena e quella dei nativi americani sono tipicamente policroniche, infatti i meeting durano fino a quando qualcuno ha qualcosa da dire. Le persone policroniche tendono ad essere anche high context.

C’è una forte similarità con il tempo sequenziale e sincronico così come viene teorizzato da Trompenaars.

Come con il contesto, Hall individua alcuni fattori che variano a seconda del fatto che l’azione sia monocronica o policronica:

- azione: con il tempo monocronico le cose si svolgono una alla volta, mentre con il tempo policronico si fanno più cose contemporaneamente

49 - focus: nel primo caso ci si concentra su un compito alla volta, nel secondo ci sono continue distrazioni

- attenzione al tempo: si passa dal pensare a quando i compiti vanno svolti a quando questi verranno svolti

- priorità: il lavoro prima di tutto da un lato, le relazioni dall’altro

- rispetto per la proprietà: nel primo modello raramente vengono richieste cose in prestito, nel secondo invece è molto più semplice richiedere e concedere prestiti

- scadenze: in un caso c’è un’enfasi sulla prontezza, nell’altro ciò che conta sono i fattori relazionali

La terza variabile, lo spazio, ha visto un’attenzione particolare da parte dell’autore, che ha chiamato questi suoi studi con il nome di prossemica, una disciplina che studia le relazioni di vicinanza nelle comunicazioni.

Hall ha osservato che la distanza tra le persone è correlata con la distanza fisica, ha definito e misurato quindi quattro "zone" interpersonali: la distanza intima (0-45 cm), la distanza personale (45-120 cm) per l'interazione tra amici, la distanza sociale (1,2-3,5 metri) per la comunicazione tra conoscenti o il rapporto insegnante-allievo, la distanza pubblica (oltre i 3,5 metri) per le pubbliche relazioni.

Per lo spazio dunque si distingue tra high e low territoriality. La prima riguarda le persone che sono più territoriali di altre, e che sono preoccupate della propria proprietà. Queste persone cercano di marcare il proprio territorio e spesso sono in guerra con i vicini per i confini, ma anche sul luogo di lavoro spesso ci sono dei conflitti per l’attribuzione dei compiti e delle responsabilità, basandosi sull’area di afferenza di ciascuno. La territorialità si estende a tutto ciò che viene ritenuto proprio, compresi gli oggetti materiali, e la sicurezza propria e delle proprie cose diviene un motivo di grande preoccupazione per questo genere di persone. Spesso gli individui high territoriality tendono ad essere low context.

Le persone low territoriality, invece, hanno meno il senso dello spazio e i confini non sono così importanti per loro, in quanto condividono la terra e la proprietà con gli altri senza troppi problemi. Non si preoccupano della proprietà di cose materiali. Spesso coincidono con le persone high context.

Questa analisi svolta da Hall è volta a dimostrare come quando si lavora a contatto con culture diverse sia importante prestare attenzione alle high e low cultures attraverso le

50 azioni degli altri. Ad esempio, se le persone sono sempre in ritardo per gli incontri, questo può essere dovuto al fatto che sono policroniche, e non perché stanno mancando di rispetto o sono pigre.

Quando si riesce a comprendere veramente la cultura personale, nazionale o organizzativa, infatti, si può provare ad allinearsi ad essa per ottenere una maggiore influenza sulle persone.