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Capitolo V- Prospezioni magnetiche per l’indagine dei villaggi medievali abbandonat

J. Day A Terrosu-Asole G Deriu

VI.5 Mogoro Inquadramento storico.

VI.5.3 Elaborazione e interpretazione dei dati.

I dati emersi in questa campagna di prospezione confermano la presenza di strutture sepolte in un’area già identificata durante le ricerche di superficie (fig. 62). La lettura e la conseguente interpretazione dei risultati si presenta difficoltosa nel momento in cui si cerca di definire i perimetri di eventuali edifici, ciò è dovuto in parte allo scarso contrasto tra le strutture e il substrato, in parte all’erosione che le ha interessate, di cui rimane testimonianza nell’ingente quantità di materiali da costruzione reimpiegati nelle recinzioni a secco, inoltre il terreno indagato, così come il resto dei campi intorno, è stato sottoposto a periodiche arature sino ala fine degli anni ’50 e primi anni ’60 per la coltivazione di cereali358, come testimonia la presenza di orzo selvatico (hordeum selvaticum), che si impianta laddove il terreno un tempo veniva coltivato a grano.

Sono identificabili anomalie magnetiche nei primi quattro quadrati in corrispondenza con le concentrazioni di materiale in superficie.

Maria Cherchi. Prospezioni magnetiche applicate all’archeologia: metodologia, analisi e casi di studio sui

villaggi medievali abbandonati. Tesi di dottorato in Storia, Culture e Letterature del Mediterraneo- Indirizzo

Archeologico. Università degli studi di Sassari.

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Fig. 63. Mogoro. Restituzione dei dati magnetometrici su foto aerea Google Earth: in rosso le strutture sepolte in corrispondenza delle concentrazioni di pietre e laterizi visibili in superficie. La lettura delle anomalie nell’insieme risulta difficoltosa in quanto la natura dei materiali impiegati per la costruzione e substrato geologico sono i medesimi, pertanto non vi è un netto contrasto, a ciò va sommato il possibile grado di erosione delle strutture dovuto allo spoglio sistematico per il recupero delle pietre reimpiegate in gran parte nelle vicine recinzioni a secco.

Si possono osservare tre aree di anomalie dove è possibile leggere degli allineamenti (fig. 63) pur con diversi passaggi di interpolazione e regolazione dell’immagine non si riesce ad ottenere una migliore definizione delle evidenze. Come si può notare dalle immagini sotto riportate, anche con una griglia di punti più fitta (0.25x0.50 invece che 0.50x1.00) si possono localizzare le anomalie e definirne l’ingombro ma non i limiti precisi (figg. 64- 65). Questo, abbiamo detto, dipende probabilmente dalla consistenza del deposito archeologico conservatosi e dal condizionamento del substrato geologico.

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Figg. 64-65. Mogoro. A sinistra, strutture sepolte meglio definite nella presa dei punti con maglia 0,25x0,50 m; a destra, stesse anomalie dopo la presa dei punti con maglia 0,50x1,00 m.

Fig. 66. Mogoro. Restituzione dei dati magnetometrici con evidenziati i rifiuti metallici presenti, fra cui una bobina di rete metallica parzialmente srotolata sulla superficie del campo.

Nel caso in cui il segnale sia forte ed omogeneo, questo risulta ben definito nei suoi limiti come nel caso della rete metallica che è stata lasciata srotolata per un tratto del campo (fig. 66).

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Fig. 67. Mogoro. Concentrazione di pietre calcaree di piccole dimensioni associate a frammenti di laterizi.

Osservando la quantità di materiale utilizzato per la costruzione dei muri a secco, i cumuli di spietra mento si può ragionevolmente pensare che le strutture, o meglio ciò che ne rimane, si conservi solo a livello di rasature. Se si osserva inoltre la tipologia di materiale associato ai frammenti di laterizi (fig. 67) si nota come in superficie si trovino elementi litici di medie (scarsi) e piccole dimensioni non lavorati. Se si legge questo dato nel quadro dei processi di abbandono che caratterizzano alcuni dei villaggi abbandonati studiati dalla Cattedra di Archeologia Medievale, come Geridu (Sorso) e Bisarcio (Ozieri), i materiali visibili in superficie sono interpretabili come l’esito dello spoglio sistematico delle strutture, finalizzato al recupero di materiali da costruzione: venivano recuperati gli elementi dei paramenti murari e scartati i componenti dei sacchi. Al riguardo nel 2013, in occasione della prima campagna di scavo nel villaggio medievale (abbandonato definitivamente nei primi decenni del ‘700), è stata elaborata una tabella359 (fig.68) per lo studio dei materiali da costruzione al fine di stabilire se quanto scavato potesse essere interpretato come crollo o spoglio degli ambienti.

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Fig. 68. Mogoro. Tabella per la misurazione degli elementi litici in scavo, studiata per determinare la formazione di strati di pietre in scavo: se si tratta di strati interpretabili come esiti di spoglio o strati di crollo delle strutture. La pezzatura e la presenza/assenza di lavorazione sono indizi fondamentali per stabilire se le pietre sono pertinenti ai paramenti murari o al sacco delle strutture, scartate nelle fasi di recupero di materiali finalizzato al riuso.

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