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II PARTE: FAMIGLIE

3. LA FAMIGLIA STIGLIAN

3.1 Emigrare da Fossalunga

Come anticipato, la storia della famiglia Stigliani è stata studiata da Livio Vanzetto ed esposta nel testo “Emigrare da Fossalunga”.

Il paese di Fossalunga si colloca nel cuore di quello che Vanzetto definisce “profondo Veneto” 63: un contesto fortemente rurale caratterizzato dal moderatismo di matrice cattolica, dove l’omogeneità sociale e culturale aveva la meglio sul pluralismo.

Il lavoro di Vanzetto si propone di studiare il fenomeno dell’emigrazione italiana di inizio Novecento dal punto di vista delle aree di partenza, discostandosi ed allo stesso tempo completando quella serie di studi che invece ponevano l’attenzione sui vari contesti geografici e sociali nei quali gli emigrati si insediavano. A prevalere in “Emigrare da Fossalunga” è infatti un’analisi storica del tessuto sociale, demografico, economico e

62 Livio Vanzetto, Emigrare da Fossalunga, Edizioni Fondazione Benetton Studi Ricerche / Edizioni Canova, Treviso 2000

63 Livio Vanzetto, Famiglia, paese, nazione: una microstoria contadina. Contributo al seminario tenutosi a Venezia il 5-6 maggio 2016 dal titolo Ascoltare il Lavoro. Mondi del lavoro tra classe e colore. Usa,

48 politico di un paese, quello di Fossalunga, elevato a caso tipico e per questo esemplare per descrivere le condizioni delle aree rurali del Nord Est italiano dell’epoca.

Per quanto riguarda nello specifico la ricerca sulla vicenda della famiglia Stigliani, Vanzetto ha preso in considerazione una vasta gamma di fonti. Innanzitutto fonti d’archivio: in particolare l’archivio comunale di Vedelago e l’archivio parrocchiale di Fossalunga. In seguito fonti private, le quali consistono in una raccolta di documenti, di testimonianze scritte e di fotografie costituenti il cosiddetto Album Stigliani64. Infine fonti orali, ovvero la testimonianza di Suor Cristina Stigliani65.

La tesi di fondo dello studio di Vanzetto consiste nel ritenere che gli Stigliani abbiano deciso di emigrare in Francia “per non cambiare”, parole che egli ha infatti usato come titolo del capitolo a loro dedicato. In quest’ultimo Vanzetto espone nei dettagli le cause che hanno spinto gli Stigliani ad intraprendere la loro scelta emigratoria, le quali consistono in un complesso intreccio di motivazioni di diversa natura. Motivazioni politiche, in quanto gli Stigliani non volevano piegarsi di fronte alle imposizioni del fascismo nascente; motivazioni economiche, in quanto l’avvento del fascismo ed il tradimento inferto dal proprietario dei campi che la famiglia lavorava in affitto minacciavano la sicurezza del patrimonio economico e l’unione familiari; infine delle motivazioni più intime, dettate dall’orgogliosa volontà di non sottomettersi all’organizzazione sociale economica e politica che di lì a poco si sarebbe prepotentemente imposta in Italia.

Talvolta però, leggendo il testo, può sembrare che Vanzetto calchi la mano su una lettura prettamente politica di quanto è stato. Per esempio, questo è quanto possiamo leggere in merito al capofamiglia Pietro Antonio Stigliani66:

64 L’Album Stigliani è stato realizzato da Suor Irma Stigliani, nata il 10/04/1931 a Pellefigue - La Haout (Gers). Vedi: Livio Vanzetto, Emigrare da Fossalunga, Edizioni Fondazione Benetton Studi Ricerche / Edizioni Canova, Treviso 2000, nota 42 a pag. 151

65 Cristina Stigliani è nata il 3/11/1910 a Vedelago. La testimonianza orale è stata rilasciata a Vanzetto il 3 maggio 1993 a Verona, e depositata presso il Centro di documentazione della Fondazione Benetton Studi Ricerche

66 Livio Vanzetto, Emigrare da Fossalunga, Edizioni Fondazione Benetton Studi Ricerche / Edizioni Canova, Treviso 2000, pag. 200

49 Per Vanzetto è indubbiamente centrale la volontà di illustrare come l’avvento del fascismo in un contesto rurale quale quello delle campagne trevigiane sia stato vissuto dalla popolazione come un momento di rottura. A sua detta, infatti, “il fascismo modernizzante era sentito come una pericolosa minaccia di destabilizzazione” 67. Alla luce di ciò,

Vanzetto vuole sottolineare quanto la scelta emigratoria della famiglia Stigliani non debba essere interpretata come una resa o un abbandono all’insegna della passività e della sottomissione, ma vada piuttosto considerata come un’evasione carica di significato.

L’obiettivo che si voleva perseguire attraverso il trasferimento in Francia era quello di mantenere invariati l’orizzonte valoriale al quale la famiglia faceva riferimento e gli usi e le consuetudini che caratterizzavano il suo vivere: unione familiare, spirito di collaborazione, valori cattolici, cultura e tradizioni contadine, prassi ed usanze della comunità locale. Come affermato da Emilio Franzina68 per quanto riguarda gli anni della Grande Emigrazione:

L’autonomia contadina e l’insieme di pratiche che essa comprendeva erano destinate a scontrarsi duramente con l’organizzazione politica economica e sociale con la quale il fascismo si stava intromettendo nel contesto locale.

67 Livio Vanzetto, Emigrare da Fossalunga, Edizioni Fondazione Benetton Studi Ricerche / Edizioni Canova, Treviso 2000, pag. 192

68 Emilio Franzina, La grande emigrazione. L’esodo dei rurali dal Veneto durante il secolo XIX, Marsilio Editori, Venezia 1976

«Pier Antonio se n’era andato dall’Italia anche per una scelta politica, per protesta contro una modernizzazione solo apparentemente “dolce”, ma in realtà duramente imposta da una classe dirigente spesso non degna di questo nome».

«Esisteva une vera e propria sfera di autonomia contadina ch’è appunto quella di cui occorre far conto se si vuol comprendere interamente il rapporto intercorso fra gli abitanti delle campagne venete dell’Ottocento e il fenomeno dell’emigrazione».

50 Considerata allora la tesi di Livio Vanzetto, il trasferimento in Francia degli Stigliani riuscì a far raggiungere loro l’obiettivo che si erano proposti, ovvero quello che consiste nell’emigrare per non dover cambiare? Riesce a conservarsi, in Francia, la tanto importante unione familiare resa manifesta dalle testimonianze69?

Riescono a conservarsi, una volta oltralpe, le forme tipiche della socialità familiare? La famiglia riesce a mantenersi tale? In definitiva, gli Stigliani, riescono a non cambiare?

È con questi interrogativi che si apre la mia ricerca sulla famiglia, con l’obiettivo di fotografare quanto più possibile la situazione, ad oggi, di quelli che potremo definire “gli Stigliani di Francia”, ovvero l’insieme di discendenti di quel gruppo familiare che ha lasciato l’Italia ormai un secolo fa, nel 1924. Da questo punto di vista allora la mia ricerca potrebbe essere uno dei primi e parziali proseguimenti dello studio presentato da Vanzetto con il suo testo “Emigrare da Fossalunga”.