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La percezione degli italiani al loro arrivo

2. LA DESTINAZIONE DEL SUD OVEST FRANCESE NEL PERIODO DELL’ ENTRE-DEUX-GUERRES

2.8 La percezione degli italiani al loro arrivo

Per quanto riguarda l’inserimento degli italiani in loco, bisogna dire che essi hanno goduto di una considerazione abbastanza preferenziale in virtù della comunanza delle due culture, italiana e francese, elemento ritenuto molto importante per la buona riuscita dei rapporti tra gli individui dei due diversi paesi. Similitudini a livello della lingua, della formazione intellettuale, delle tradizioni, della religione, hanno dunque permesso una percezione positiva degli italiani da parte dei vari organi amministrativi che all’epoca si occupavano del reclutamento della manodopera straniera, i quali ritenevano più facile l’assimilazione degli italiani rispetto ad individui di altre nazionalità. L’italiano era stimato anche per la sua particolare attitudine di fronte al lavoro, che era considerato come un dovere a cui si doveva assolvere con serietà e dedizione; per le sue capacità professionali e per la sua resistenza fisica; oltre che per il senso di disciplina ed il rispetto nei confronti dell’autorità. Infine, anche la composizione familiare appariva come un elemento che poteva favorire l’integrazione, in quanto le famiglie numerose erano bisognose di maggiore stabilità, ed i loro membri si sostenevano a vicenda sviluppando un forte senso di responsabilità reciproco.

Tali caratteristiche apparivano in linea non solo con le aspettative sociali dei francesi, ma anche con i bisogni materiali della regione sud occidentale, la quale cercava soprattutto immigrati stabili che si impegnassero ad integrarsi nel luogo e ad apportare a quest’ultimo, grazie al loro lavoro, un miglioramento tanto demografico quanto economico.

Fu grazie a tutti questi fattori che l’immigrazione italiana poté compiersi e con il passare degli anni poté godere di risultati diffusamente positivi in tutte le regioni di immigrazione. Per quanto riguarda il Sud Ovest, i risultati ottenuti furono all’altezza delle migliori aspettative governative, in quanto l’immigrazione riuscì decisamente a soddisfare le richieste ed i bisogni della regione, in virtù del fatto che gli emigrati furono per lo più di giovane e media età; arrivarono principalmente per gruppi familiari, i quali

39 «L’immigration est une arme à deux tranchants: nécessaire à notre

prospérité économique, elle peut compromettre notre sécurité nationale. Elle doit être l’objet d’un contrôle dont le but est de préparer l’assimilation d’éléments nouveaux».

erano spesso e volentieri numerosi; e trovarono impiego prevalentemente nel settore primario49.

Alcune fonti dell’epoca evidenziano però come il ricorso all’immigrazione straniera avesse provocato anch’esso, alla pari dello spopolamento regionale, una serie di preoccupazioni.

Sono queste le parole usate da un economista dell’epoca, G. Marcel-Rémond50, il quale nel 1928 considerava l’immigrazione come una minaccia per la sicurezza nazionale. A sua detta era necessario elaborare delle politiche in grado di disciplinarla e controllarla, in modo tale da tenere ben saldo l’obiettivo dell’integrazione e dell’assimilazione dei nuovi arrivati. Pur avendo riconosciuto l’effettiva importanza dell’apporto degli italiani per quanto riguarda l’andamento demografico ed economico della regione Sud Occidentale, e pur auspicando la loro immigrazione in virtù della sua composizione e dei suoi benefici, Marcel-Rémond non si identificò con quanti ritenevano che l’immigrazione fosse il miglior rimedio praticabile. Egli affermò infatti che avrebbe preferito vedere i Guasconi salvarsi con le loro forze, parole che lasciano trasparire un velo di nazionalismo, in linea con il clima che si respirava all’epoca.

Un’altra obiezione all’immigrazione italiana è avanzata dall’economista e giurista H. Peyret, sempre nel 192851. Essa è di stampo geopolitico, in quanto egli allude all’eventualità di un impossessamento da parte dell’Italia dei territori francesi diventati meta di immigrazione.

49 Pierre Guillaume, Démographie de la communauté italienne du Sud-Ouest dans l’entre-deux-guerres. In: Pierre Milza (sous la direction de), L’immigration italienne en France dans les années 20. Acte du colloque

franco-italien. Paris 15-17 octobre 1987, Editions du CEDEI, Paris 1988, pag. 177

50 G. Marcel Rémond, L’immigration italienne dans le Sud-Ouest de la France, Librairie Dalloz, Paris 1928, pag. 5

51 Henry Peyret, L’immigration de la main-d’œuvre agricole italienne en Gascogne, Imprimerie de l’Université Y. Cadoret, Bordeaux 1928, pag. 161

40 In seguito, però, lo stesso Peyret non manca di rincuorare le preoccupazioni di quanti continuavano a guardare l’arrivo degli italiani con scetticismo e perplessità, affermando52:

Va fatto notare che negli scritti di entrambi gli autori è presente la parola assimilation, segno della diffusa volontà di inglobare gli italiani nella loro nuova realtà di residenza, quella francese; l’assimilazione, intesa come integrazione, è dunque considerata da entrambi come un obiettivo raggiungibile e dunque da perseguire attraverso appositi provvedimenti sociali e politici.

In conclusione, abbiamo visto come talvolta gli italiani venissero concepiti come una presenza preoccupante o come un elemento destabilizzante l’armonia sociale. In aggiunta, va detto che frizioni ed attriti tra individui francesi ed italiani, non furono affatto assenti; ma è comune l’opinione che questi si verificarono per lo più nei periodi di generale tensione sociale, quali lo scoppio della guerra e la dichiarazione di guerra alla Francia da parte dell’Italia, o per motivazioni contingenti, quali il rialzo dei prezzi dei beni di prima necessità o il verificarsi di alcuni periodi di disoccupazione.

Talvolta poteva dunque verificarsi una certa inquietudine generale verso le grandi quantità di persone che giungevano nel Sud Ovest, ma in linea di massima, a prevalere nei confronti degli italiani in queste zone era una certa considerazione positiva. Alla sua base vi era l’importanza del ruolo che gli italiani ricoprivano come soggetti economici, in

52 Henry Peyret, L’immigration de la main-d’œuvre agricole italienne en Gascogne, Imprimerie de l’Université Y. Cadoret, Bordeaux 1928, pag. 170

«N’y a-t-il pas parmi ces immigrants des personnages à la solde de leur gouvernement pour explorer nos régions, se rendre compte de leur situation économique exacte, pour savoir si plus tard notre Gascogne ne serait pas mûre pour faire partie de la plus grande Italie?»

«Rarement immigration s’est présentée dans des conditions aussi favorables pour une stabilisation sûre, prélude d’une assimilation rapide».

41 quanto grazie al loro lavoro contribuivano a rispondere ai bisogni socio-economici di una realtà caratterizzata da un mercato del lavoro fortemente insaturo.