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II PARTE: FAMIGLIE

6. I TRE RAMI FAMILIARI DEGLI STIGLIANI DI FRANCIA 1 IL RAMO FAMILIARE DI GIOVANNI BATTISTA

6.2 IL RAMO FAMILIARE DI CESARE STIGLIAN

6.2.2 Incontro con Eliane

Eliane, classe 1950, è una nipote di Cesare e Maria, figlia del loro primogenito Silvio. La incontro a casa sua, dopo un viaggio in macchina tra le colline del Gers caratterizzato da una penosa visibilità a causa della nebbia fitta. Incontrarla è stata l’occasione per scambiarci alcune informazioni, per aggiungere altri pezzetti di quel puzzle che è la grande famiglia Stigliani, e per scoprire come è continuata parte della storia familiare. Quando arriviamo al Pourcet, Eliane ci mostra subito tutti i documenti di cui dispone riguardo la sua storia di famiglia, tra i quali “Emigrare da Fossalunga” e “Le Pourcet - L’histoire d’une ferme en Gascogne”, raccolta di memorie scritta dal fratello Jacques Stigliani. Entrambi i testi mi colpiscono, per motivi diversi: il primo perché mi sembra sia una sorta di “autorità” in quanto molti membri di quella che è stata la grande famiglia Stigliani lo conoscono e lo nominano; il secondo perché è testimone della rinnovata volontà, che si esprime questa volta nella persona del nipote di coloro che hanno vissuto l’emigrazione da adulti, di lasciare nero su bianco la propria storia di famiglia. Volontà che è ben intellegibile da una delle prime frasi con le quali Jacques fa iniziare il suo lavoro: “Pour savoir où l’on va, il est utile, sinon indispensable de savoir d’où l’on vient”. Questo scritto di Jacques ricapitola brevemente la storia degli Stigliani che già conosciamo, si sofferma sul vissuto e sui ricordi dell’autore, e termina con l’esplicito passaggio di testimone, ai figli ed ai nipoti, di portare avanti l’esempio ricevuto dai propri predecessori.

La maggior parte dei ricordi di Jacques ed Eliane riguardo i nonni paterni si concentra sulla figura di nonna Maria. Alcuni aneddoti sono riportati nel lavoro di Jacques, ma io ne vengo a conoscenza grazie alla voce di Eliane che, espansiva e “chiaccherona”, non perde l’occasione di raccontarceli di persona.

È opinione comune in famiglia che Nonna Maria avesse sofferto molto riguardo la sua partenza dall’Italia, tant’è vero che si dice che al momento degli addii prese con sé una scatola di latta nel cui interno ripose un po’ di terra di Fossalunga. Lì avrebbe dovuto infatti lasciare gran parte della sua famiglia, alla quale scrisse spesso e volentieri delle lettere. Maria parlava spesso dell’Italia in famiglia ed ai nipoti. Nello specifico descriveva con una certa ricorrenza il campanile e lo stradòn di Fossalunga: quest’ultimo a sua detta non aveva nulla da invidiare agli Champs Elysées. Eliane ci confessa che in occasione del suo primo viaggio in Italia, dopo aver visto questo stradòn di cui tanto

102 aveva sentito parlare, pensò, riferendosi alla nonna “La pauvre!” 112. Probabilmente nei ricordi di Maria, con il passare del tempo e con la nostalgia del paese natale, la strada principale di Fossalunga aveva assunto proporzioni dai caratteri quasi mitici.

Eliane inoltre, su volontà esplicita del defunto padre Silvio, conserva anche altri documenti, dai quali prende spunto per raccontarci qualche altro aneddoto. Innanzitutto ci mostra i certificati di studio ottenuti in Italia dal padre prima dell’emigrazione in Francia della famiglia; cosa che le permette di riferirmi che il padre prese delle lezioni anche in Francia, in quanto il maestro del villaggio di Pontéjac, il primo paese in cui gli Stigliani si stabilirono, riceveva di sua iniziativa gli italiani immigrati in Francia per dare un suo contributo al loro buon inserimento sociale. Costui era solito intrattenere per delle lezioni serali anche quei ragazzi che avevano già ottenuto degli attestati scolastici in Italia. In merito alla figura del maestro di Pontéjac, aggiungo che Marina, quarta figlia avuta da Giovanni Battista ed Anna, è stata impiegata come domestica nella sua residenza; si dice che alla fine del mese, assieme allo stipendio, Marina ricevesse anche alcuni abiti, segno anche questo della benevolenza da parte di alcuni francesi nei confronti degli italiani.

Oltre ai passaporti del nonno Cesare e della nonna Maria Rubinato con i figli, Eliane conserva nientemeno che il quaderno di guerra del nonno. Cesare infatti partecipò alla Prima Guerra Mondiale, esperienza della quale annota in maniera molto sintetica, ma giorno per giorno, le cose fatte: marce, accampamenti, bombardamenti. Questo “Quaderno dei miei ricordi” mi stupisce particolarmente, forse perché è la prima volta che mi capita tra le mani un documento di questo tipo. Penso che sia alquanto significativo il fatto che Cesare l’abbia voluto portare con sé durante il lungo viaggio emigratorio che lo portò in Francia, e penso che tale quaderno abbia avuto anche una certa fortuna a conservarsi considerati i vari spostamenti e trasferimenti che la famiglia dovette intraprendere in Francia. Mi colpiscono inoltre le ultime parole scritte da Cesare: “Arrivato a casa. Fine della tragedia”. Le uniche, tra tanti appunti statici, che lasciano trasparire i sentimenti provati durante quella dura esperienza.

Per quanto riguarda Eliane in prima persona, posso dire che anche lei è in qualche modo interessata e legata all’Italia, tant’è vero che mi confida che più passa il tempo e più si sente italiana. Intrattiene qualche relazione con dei lontani parenti in Italia, e

103 quando in passato ha avuto modo di recarvisi, nell’itinerario di viaggio ha sempre cercato di unire le motivazioni turistiche alle curiosità e all’interesse verso le proprie origini. Dopo essere andata in pensione ha frequentato per quattro anni un corso di lingua italiana e ad oggi afferma che il solo modo attraverso il quale cerca di coltivare questa capacità è quello di ascoltare alcune canzoni in lingua. A questo proposito, mi fa piacere aggiungere che mi ha mostrato con un certo orgoglio un piccolo libro di filastrocche e canzoncine italiane che ha recentemente acquistato per i suoi nipotini. Per ultimo, ci tengo a sottolineare che anche lei, come altri, vorrebbe esaudire la sua curiosità riguardo le origini del bisnonno Pietro Antonio Stigliani, che sempre più mi sembra essere una vera figura “mitica” nell’immaginario dei suoi discendenti.

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