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Emozioni parte integrante della immaginazione letteraria

La Law and Literature as Ethical Discourse ha investito proprio la sua attività nella valorizza del ruolo etico che l’immaginazione letteraria può svolgere, sottolineandone soprattutto la componente emotiva su cui ha incentrato il suo contributo la sua esponente di spicco, Martha Nussbaum.

Il lavoro mentale che compiamo durante la lettura crea un coinvolgimento che ci rende capaci di metterci nei panni di persone con vite a noi lontane, di comprendere le emozioni che queste sperimentano. Circoscrivendolo nella dovuta maniera, ben coscienti dei suoi limiti e pericoli, possiamo considerarlo come un approccio immaginativo capace di incrementare la giustizia sociale e di indurre a dei comportamenti più corretti. Bisogna anche sfatare il preconcetto sulle emozioni e ridargli il giusto ruolo, ricordandoci che esse sono insite all’uomo e non ci si può esimere dal considerarle come elementi di un certo rilievo tanto della giurisprudenza, quanto dell’economia o della politica. Le emozioni, come i sentimenti, sono i tratti distintivi dell’individuo, da considerarsi articolate reazioni agli stimoli seppur si contraddistinguano per essere una reazione

61 James Boyd White, The Legal Imagination, Chicago, The University Press of Chicago, prima ed. 1973.

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intensa e di durata limitata. Soprattutto bisogna tener presente che non sono bizze irrazionali, quanto piuttosto una forma di approccio conoscitivo che ci fornisce informazioni su come il mondo è percepito dal singolo62 . Non a caso si ritiene la componente emotiva parte del processo cognitivo, la così detta intelligenza emotiva. Questo prendere atto del ruolo svolto da questa nella vita pubblica e individuale vuole essere finalizzato a un utilizzo di questa consapevolezza per la promozione di una società libera e promotrice della dignità umana.

Sono molte le resistenze a questo tipo di visione e, senza addentrarci subito nel suo utilizzo giuridico, le si possono osservare facendo un semplice esperimento sociale: la nostra realtà pullula di rifiuti a mettersi nei panni altrui, e mi sento di dire che nessuno si può esimere dall’essere in parte partecipe di questo comportamento. Si parla di un rigetto che è un limite che si perpetua anche in una società pluralista come la nostra ed è evidente in una politica poco propensa alla ragione e alla compassione. Se infatti è difficile accostare l’immaginazione al diritto, ancora di più si presentano delle resistenze a concedere un ruolo all’emozione nel discorso pubblico, anzi, ci si sforza di alimentare l’opposizione tra questa e la ragione. Per raggiungere un’ottimizzazione del risultato, e qui parliamo non soltanto del campo giuridico, si vede la necessità di un processo normativo che depuri dall’influenza di questi fattori a favore invece di fattori razionali63. Bisogna dire che anche qui ritorna una percezione comune che ci fa pensare alla componente emotiva come cieca, quindi lontana da un ragionamento e da una riflessione meditata, e per questo animalesca nella sua irrazionalità.

Nell’ottica giuridica queste perplessità si traducono nel dubbio che queste possano influire negativamente sulla valutazione del giudice, ma anche nella percezione del cittadino. Sotto un’altra ottica l’elemento emotivo falserebbe la bontà del giudizio, ammettendo la sua vulnerabilità e fallacità. Si ammette la presenza di tutta una serie di variabili legata agli

62 Martha C. Nussbaum, L’intelligenza delle emozioni, Bologna, Il Mulino, 2009.

63 Questo tipo di approccio è il più frequente in economia. Lo stesso Posner, di cui ci siamo interessati come esponente della Law and Economics, in più casi ripropone l’idea che la razionalità venga a mancare nelle circostanze in cui siamo chiamati a prendere decisioni inquinate dalla componente emotiva.

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eventi e persone coinvolte che naturalmente sfuggono a delle previsioni. Una componente privata che contesta una scelta pubblica, una particolarità che prevale sul sociale. Come si può vedere la perplessità che desta un’attenzione all’emotività è simile a quella sollevata contro l’immaginazione. Non è un caso che il dibattito filosofico64 in merito abbia puntato il dito sulla letteratura come fomentatrice di questi elementi di irrazionalità. Questi due discorsi sono quindi da vedere come strettamente connessi e soprattutto nel nostro discorso hanno un’importanza fondamentale.

Andando contro la percezione comune, invece, gli studi etici hanno argomentato l’idea che l’immaginazione letteraria, e il coinvolgimento emotivo che essa comporta, sia pubblica e per questo possa influire positivamente sull’azione degli attori in tali campi65. È infatti controproducente nella comprensione di questo approccio volerlo considerare come antiscientifico o ritenerlo inferiore a saldi fondamenti filosofici: non si vuole con la sua introduzione minare la teoria morale o politica né tantomeno sostituire le emozioni al ragionamento. La razionalità privata dell’immaginazione è una funzionalità menomata, incapace di riuscire a comprendere pienamente, e le emozioni sono parte necessaria di questo processo. Queste facoltà ci permettono di dare un giudizio di maggior validità e valore, e possono dare una consapevolezza etica alle azioni che vengono messe in atto.

Si può usare a scopo esemplificativo dei nostri argomenti la teoria economica di Adam Smith66 sullo «spettatore imparziale» – un archetipo di razionalità pubblica, figura fittizia garante di una morale razionale – e cercare di traslarlo nel contesto giuridico. Questa figura ha insito un certo distacco, non avendo una partecipazione attiva nelle vicende, ma non è certamente privo di sentimenti, cosa che gli rende possibile la comprensione di ciò che lo circonda e di chi lo circonda grazie all’esercizio

64 Una lunga digressione sul tema della razionalità legata alle emozioni e immaginazione in Martha C. Nussbaum, Love’s Knowledge, New York, Oxford University Press, 1990, pagg. 75-82.

65 Martha C. Nussbaum, Il giudizio del poeta. Immaginazione letteraria e vita civile, trad. Giovanna Bettini, Milano, Feltrinelli Editore, 1996, pag. 20 e segg.

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dell’immaginazione. Nella tesi di Smith si presume la necessaria presenza delle emozioni, che non sono elementi eludibili, anzi le si vede come una strumentazione necessaria a capire cosa succede intorno a noi, capire come si potrebbe agire e darne una valutazione morale. Naturalmente non si esclude che esse possano essere cattive consigliere, per esempio se mal interpretiamo lo stato dei fatti o non maturiamo il necessario distacco che lascia percepire le emozioni in maniera più nitida: un tornaconto personale e un coinvolgimento troppo forte hanno la capacità di obnubilare. Anche in questo caso si accosta lo «spettatore imparziale» al lettore, motivo per cui la Nussbaum lo inserisce tra le sue argomentazioni67, ma soprattutto può essere utilizzato con grande efficacia per un parallelo con la figura del giudice. Ritornano infatti le sue tipiche caratteristiche: l’imparzialità, l’assenza di un legame con le parti e rispetto per gli interessi in conflitto, la terzietà, l’equidistanza dalle parti in causa, l’indipendenza e la neutralità, senza naturalmente dimenticare il limite dettato dall’applicazione della legge68.

Questo non gli impedisce però di poter immaginare i fatti a cui si trova di fronte in sede processuale e di poter comprendere le emozioni coinvolte, sempre nel rispetto del suo ruolo. Possiamo con questo esempio capire come l’inserimento dei temi dell’immaginazione e delle emozioni grazie alla letteratura non vuole essere sconsiderato e acritico, anzi serve come esercizio per formare una migliore capacità di giudizio morale, riuscendo anche a differenziare le emozioni dannose da quelle utili a questo processo.

Per riassumere possiamo dire che la scelta di aprirsi all’influenza letteraria nel giudizio, grazie a un processo critico basato sull’immaginazione e la considerazione dell’emozioni, non preclude un approccio scientifico. Non si dismette la necessaria neutralità e le altre caratteristiche necessarie affinché il giudizio sia imparziale e giusto, né lo si sottopone ad elementi incontrollabili. Si terrà presente anzi la variabile storica e dei valori in un discorso più esteso, che vada oltre l’attività del

67 Martha C. Nussbaum, Il giudizio del poeta. Immaginazione letteraria e vita civile, trad. Giovanna Bettini, Milano, Feltrinelli Editore, 1996, pag. 93 e segg.

68 La Nussbaum trova delle somiglianze tra lo «spettatore imparziale» e i componenti della giuria, naturalmente inserendo questo parallelo nel sistema di common law. Trovo calzante anche applicarlo al giudice stesso, sempre avendo ben presente le caratteristiche che questa figura deve rispettare secondo la legge.

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giudice che abbiamo usato come esempio, un diritto insomma riportato alla società plurale che deve rappresentare anche grazie alla letteratura.

La narrativa strumento dell’immaginazione letteraria e