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3. STATO DELL’ARTE

3.4. Ente Nazionale Italiano di Unificazione

L’Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI) è un’associazione privata senza scopo di lucro, fondata nel 1921 e riconosciuta dallo Stato e dall’Unione Europea, che studia, elabora, approva e pubblica le norme tecniche volontarie (le cosiddette norme UNI) in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario, tranne in quelli elettrico ed elettrotecnico.

Politecnico di Milano 74 L’UNI rappresenta l’Italia presso le organizzazioni di formazione europea (CEN) dal marzo 1961 e a livello mondiale (ISO) dal febbraio 1947.

Lo scopo dell’Ente è contribuire al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia del Sistema Italia, fornendo gli strumenti di supporto all’innovazione tecnologica nel rispetto dei consumatori, dell’ambiente e dei requisiti di qualità dei prodotti.

L’attività di normazione viene svolta da una struttura multilivello composta da organi tecnici (commissioni, sottocommissioni, gruppi di lavoro) e da alcune organizzazioni esterne indipendenti (Enti Federati), sotto la supervisione e secondo le direttive della Commissione Centrale Tecnica. Le norme redatte sono documenti che definiscono le caratteristiche di un prodotto, processo o servizio secondo lo stato dell’arte, specificando le corrette procedure per l’ottenimento di prestazioni certe e garantendo al contempo sicurezza e rispetto per l’ambiente *D].

Le prestazioni della segnaletica orizzontale vengono trattate con esclusivo riferimento all’ambito stradale, in ottemperanza alla norma europea EN 1436.

Nello specifico vengono definite le classi del coefficiente di luminanza retroriflessa RL per

segnaletica asciutta, in condizioni di bagnato ed in condizioni di pioggia, riportate rispettivamente in Tabella 3.3, 3.4 e 3.5.

Politecnico di Milano 75

Tabella 3.4: Classi di RL per segnaletica orizzontale in condizioni di bagnato.

Tabella 3.5: Classi di RL per segnaletica orizzontale in condizioni di pioggia.

Il coefficiente di luminanza retroriflessa RL viene impiegato per misurare la retroriflessione in

condizioni di illuminazione fornita dai soli proiettori dei veicoli, in quanto rappresenta la luminosità della segnaletica orizzontale così come è percepita dai conducenti degli autoveicoli in condizioni notturne [19].

Le corrette modalità per l’esecuzione della misurazione di tale parametro vengono fornite all’interno dell’appendice B della norma UNI EN 1436, come già specificato nel paragrafo 2.3.5.2. I requisiti richiesti alle microsfere di vetro, ai granuli anti derapanti ed alle loro miscele, considerati come materiali da postspruzzare sui prodotti da segnaletica orizzontale, vengono specificati all’interno della normativa UNI EN 1423.

In particolare vengono fornite le prescrizioni per la determinazione di:

 Granulometria:

la granulometria delle microsfere di vetro da premiscelare deve essere descritta indicando le percentuali minime e massime della massa del totale cumulativo di elementi trattenuti sui setacci di prova secondo le norme ISO.

Politecnico di Milano 76 l’indice di rifrazione, quando determinato conformemente all’appendice A della EN 1423, deve rispettare le seguenti classi:

 classe A: ≥ 1,5;

 classe B: ≥ 1,7;

 classe C: ≥ 1,9.

 Requisiti qualitativi:

facendo riferimento alla prova descritta nell’Appendice D (metodi alternativi vengono proposti nell’Appendice H) e alle imperfezioni riportate nell’Appendice C della EN 1423, la percentuale massima di microsfere di vetro difettose deve essere pari al 20%, incluso un massimo pari al 3% di granuli e particelle estranee, secondo quanto riportato in Tabella 3.6. Qualora una granulometria comprenda microsfere aventi diametri sia minori sia maggiori o uguali di 1 mm, queste devono essere divise mediante setaccio e controllate separatamente.

Tabella 3.6: Indicazioni relative al massimo contenuto di microsfere da postspruzzare difettose.

 Sostanze pericolose:

storicamente i produttori di vetro utilizzavano sostanze pericolose (arsenico, antimonio e piombo) come agente colorante ed affinante, ma il miglioramento della tecnologia ha permesso l’eliminazione di questi additivi tossici durante il processo di produzione.

È importante dunque controllare il contenuto di queste sostanze tramite apposite prove, durante le quali ogni elemento tossico deve essere classificato separatamente in una delle due classi seguenti, in base all’Appendice I:

 classe 0: non è richiesto alcun valore;

 classe 1: ≤ 200 ppm (mg/kg).

 Resistenza agli agenti chimici:

˂ 1 20 3

≥ 1 20 3

Diametro delle microsfere di vetro da premiscelare [mm] Percentuale massima ponderata di microsfere di vetro da premiscelare difettose [%] Percentuale massima ponderata di granuli e particelle estranee [%]

Politecnico di Milano 77 la resistenza agli agenti chimici è utilizzata per verificare che le microsfere di vetro non vengano pregiudicate dall’esposizione all’ambiente stradale. In particolare le microsfere di vetro non devono sviluppare una velature od opacità superficiale quando risultano a contatto con acqua, acido cloridrico, cloruro di calcio e solfuro di sodio. I metodi di prova per la determinazione della resistenza delle microsfere agli effetti di tali sostanze sono descritti all’interno dell’Appendice B della normativa considerata.

 Trattamenti superficiali:

quando il fabbricante dichiara la presenza di un rivestimento delle microsfere di vetro, queste devono essere sottoposte a prova in conformità alle seguenti appendici della norma:

 Appendice E: rivestimento per la resistenza all’umidità;

 Appendice F: rivestimento per il galleggiamento.

quando il fabbricante dichiara la presenza di un rivestimento differente da quelli trattati all’interno delle Appendici, le microsfere di vetro devono essere sottoposte a prova in conformità ad un metodo dichiarato dal fabbricante stesso.

La norma inoltre tratta le caratteristiche che i granuli antiderapanti devono possedere, differenziate in base al fatto che tali elementi siano o meno trasparenti. I requisiti vengono espressi in termini di valore di ph, granulometria, sostanze pericolose e resistenza alla frammentazione, per quanto riguarda i granuli trasparenti, mentre in termini di valore di ph, caratteristiche di visibilità (coordinate cromatiche e fattore di luminanza), granulometria e resistenza alla frammentazione per i granuli non trasparenti.

Le proprietà invece di una miscela di microsfere e granuli antiderapanti devono essere determinate separatamente per i due elementi secondo quanto sopra riportato.

Infine vengono riportate le indicazioni che il fabbricante di microsfere o di granuli deve seguire per effettuare un adeguato controllo di produzione in fabbrica (FPC), esplicitando anche la frequenza minima delle prove da eseguire [43].

Per quanto riguarda invece le specifiche relative ai requisiti per le prove di laboratorio e le procedure di qualificazione delle microsfere di vetro da premiscelare nel materiale impiegato per la segnaletica orizzontale, vengono trattate nell’apposita norma, ovvero all’interno della UNI EN 1424.

In particolare vengono fornite le prescrizioni per la determinazione di:

Politecnico di Milano 78 la granulometria delle microsfere di vetro da premiscelare deve essere descritta indicando le percentuali minime e massime della massa del totale cumulativo di elementi trattenuti sui setacci di prova secondo le norme ISO.

 Indice di rifrazione:

l’indice di rifrazione, quando determinato conformemente all’appendice A della EN 1423, deve rispettare le seguenti classi:

 classe A: ≥ 1,5;

 classe B: ≥ 1,7;

 classe C: ≥ 1,9.

 Resistenza chimica:

Quando sottoposte a prova, conformemente all’appendice B della EN 1423, le microsfere di vetro da premiscelare non devono essere soggette né a velatura, né ad opacizzazione superficiali quando messe a contatto con una qualsiasi delle seguenti sostanze: acqua, acido cloridrico, cloruro di calcio e solfuro di sodio.

 Requisiti qualitativi:

facendo riferimento alla prova descritta nell’Appendice B ed alle imperfezioni riportate nell’Appendice C della EN 1423, la percentuale massima di microsfere di vetro difettose deve essere pari al 20% del totale di elementi con un diametro minore di 1 mm e al 30% del totale di quelli aventi un diametro maggiore o uguale di 1 mm. Qualora una granulometria comprenda microsfere aventi diametri sia minori sia maggiori o uguali di 1 mm, queste devono essere divise mediante setaccio e controllate separatamente. In entrambi i casi può essere incluso al massimo il 3% di granuli e particelle estranee, come riportato in Tabella 3.7.

Tabella 3.7: Indicazioni relative al massimo contenuto di microsfere da premiscelare difettose.

 Trattamenti superficiali: ≥ 1 30 3 20 3 Percentuale massima ponderata di microsfere di vetro da premiscelare difettose [%] Diametro delle microsfere

di vetro da premiscelare [mm] Percentuale massima ponderata di granuli e particelle estranee [%] ˂ 1

Politecnico di Milano 79 è consentita l’applicazione di speciali trattamenti alla superficie delle microsfere di vetro da premiscelare, al fine di migliorarne le proprietà.

Si specifica che le precedenti indicazioni non si applicano alle microsfere di vetro utilizzate come cariche nei prodotti per la segnaletica orizzontale [25].