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Modalità di applicazione delle microsfere

2. MATERIALI IMPIEGATI

2.3. Microsfere di vetro

2.3.3. Modalità di applicazione delle microsfere

Una prima tipologia di prodotto che può essere impiegata per la realizzazione della segnaletica orizzontale è quello caratterizzato dalla presenza di microsefere di vetro premiscelate [7], nel quale quindi tali elementi sono annoverati tra le materie prime costituenti la parte inorganica della miscela. Questa modalità di applicazione prevede l’utilizzo di microsfere con granulometria molto fine che possono essere completamente affondate nella pittura. Pertanto gli iniziali valori di retro riflettenza risultano molto bassi, rendendo quindi necessaria una prima fase di abrasione superficiale della segnaletica, in quanto, affinché la retroriflettenza abbia effettivamente luogo, occorre che la pellicola di prodotto che ricopre la superficie delle microsfere venga asportata. Questa circostanza può rappresentare una non trascurabile problematica in corrispondenza di quei tratti di segnaletica non particolarmente soggetti ad elevato traffico, il quale costituisce la principale causa della rimozione del film che riveste le microsfere.

Proprio per questo motivo tale metodologia viene impiegata quasi unicamente in campo stradale, anche a causa del fatto che le microsfere di vetro che è possibile premiscelare presentano un ridotto diametro, offrendo valori di retroriflettenza poco consistenti e quindi non adatti al contesto aeroportuale.

Tra i principali inconvenienti generalmente associati all’utilizzo delle microsfere premiscelate si ha la tendenza alla sedimentazione degli elementi durante i periodi di stoccaggio e la rapida usura delle pistole dalle quali viene spruzzata la vernice. Mentre per la prima problematica è possibile adottare adeguati agenti in grado di garantire la sospensione delle microsfere, non c’è soluzione per il degrado accelerato delle pistole [14].

Viceversa, in ambiti particolarmente trafficati, può essere vantaggioso ricorrere a microsfere premiscelate in quanto questa tipologia garantisce una maggiore durabilità della segnaletica orizzontale. Inoltre le microsfere di vetro premiscelate, comportandosi come un cuscinetto utile per ottenere un’applicazione più scorrevole, migliorano la spruzzabilità della vernice, garantendone una più semplice e corretta stesa.

Politecnico di Milano 46 Le dimensioni delle microsfere premiscelate sono limitate a causa delle pistole per la spruzzatura della vernice, dotate di ugelli che non consentono il transito di componenti di dimensioni superiori generalmente ai 250 μm.

Ad ogni modo sarebbe sempre opportuno, sia nel caso di utilizzo di prodotti già contenenti microsfere sia nel caso in cui vengano adottati composti realizzati senza microsfere premiscelate, ricorrere ad una fase di postspruzzatura delle microsfere direttamente sulla pittura fresca appena stesa, al fine di garantire buoni valori di retroriflettenza della segnaletica orizzontale fin dall’applicazione. Chiaramente tale procedimento assume un’importanza fondamentale in quelle aree in cui, a causa del ridotto traffico, l’asportazione del film di pittura superficiale richiederebbe tempi molto lunghi. In Figura 2.11 si può apprezzare la differenza tra le diverse tecnologie adottabili.

Figura 2.11: Ingrandimento al microscopio rispettivamente, da sinistra a destra, di microsfere premiscelate, microsfere

postspruzzate ed una combinazione dei due metodi.

Sia per quanto riguarda le microsfere premiscelate sia per quelle postspruzzate, risulta di particolare importanza il controllo del loro dosaggio e della loro granulometria.

Nello specifico occorre garantire che sia applicato il corretto quantitativo di microsfere, calibrando, per quanto riguarda la postspruzzatura degli elementi, ciascuna pistola e verificando che ognuna di esse sia tarata per applicare le microsfere sulla medesima larghezza.

Riveste inoltre un ruolo fondamentale il controllo del dosaggio della pittura, in quanto è necessario garantire uno strato di materiale di spessore adeguato ad inglobare al meglio le microsfere postspruzzate, anche in funzione della granulometria adottata.

Infatti, nel caso in cui si consideri una composizione granulometrica in cui le microsfere siano di piccolo diametro, o comunque con dimensioni inferiori rispetto allo spessore medio del prodotto segnaletico steso, esse tenderanno ad essere completamente inglobate nella pittura e appariranno quindi totalmente invisibili al piota dell’aeromobile, non garantendo quindi, almeno

Politecnico di Milano 47 per la prima fase del ciclo di vita della segnaletica, le adeguate caratteristiche di retroriflettenza. L’impiego invece di microsfere caratterizzate da un diametro maggiore condurrà all’ottenimento di una retroriflessione iniziale sicuramente superiore alla minima richiesta, ma la presenza di microsfere con affondamenti modesti non è in grado di garantire il mantenimento di tali valori a lungo termine, a causa dell’azione meccanica di sfregamento degli pneumatici dei velivoli, che determina l’asportazione progressiva dei dispositivi catadiottrici.

Risulta pertanto necessario prevedere granulometrie e dosaggi, sia di microsfere sia di pittura, compatibili tra loro, al fine di evitare gli inconvenienti precedentemente descritti. In particolare, nella scelta della granulometria, è necessario tenere conto del fatto che un giusto equilibrio di microsfere di dimensioni piccole, medie e grandi, come mostrato in Figura 2.12, incrementa notevolmente la durabilità del prodotto. Infatti le sfere più grosse, essendo le prime che vengono asportate, “proteggono” quelle di dimensioni minori, mentre le microsfere, nella loro totalità, proteggono il prodotto segnaletico dall’usura dovuta al traffico.

Figura 2.12: Microsfere di differenti dimensioni inglobate nel prodotto segnaletico.

Un’ulteriore caratteristica da ricercare consiste nell’ottenimento di uno spessore uniforme della pittura stesa al fine di evitare differenti gradi di affondamento delle microsfere. Tale obiettivo può essere raggiunto calibrando in maniera opportuna le ampiezze di spruzzatura delle pistole dei macchinari di stesa della segnaletica, andando ad evitare eccessive sovrapposizioni alle estremità delle zone di spruzzatura di ogni singolo ugello.

Come accennato precedentemente, all’interno dell’ambito aeroportuale vengono impiegate quasi esclusivamente microsfere di tipo postspruzzato, motivo per il quale nel seguito si analizzerà unicamente tale tipologia.

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