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CAPITOLO 2: CALICIVIRUS

2.4 EPIDEMIOLOGIA DEI CALICIVIRUS

Numerosi studi longitudinali hanno stimato l’incidenza delle malattie gastrointestinali infettive verificatisi nella comunità (Monto e Koopman, 1980), tuttavia solo pochi studi recenti hanno utilizzato un protocollo diagnostico in grado di individuare i NoV e SaV (Koopmans et al., 2008) Lo studio Sensor ha seguito due gruppi di persone della comunità Olandese per 6 mesi ciascuno, da dicembre 1998 a dicembre 1999 (de Wit et al., 2001b). L’incidenza delle forme enteriche di gastroenterite (GE) è stata estimata in 283 casi per 1000 persone/anno. Su un totale del 34% delle gastroenteriti enteriche virali riconosciute, i NoV sono risultati il patogeno virale più frequente (11% dei casi), mentre i SaV sono stati riscontrati nel 6% dei casi.

Recentemente, in un lavoro di Räsäne e colleghi sono stati esaminati, per la presenza di virus, campioni di feci provenienti da 50 bambini ricoverati per gastroenterite acuta dopo aver consumato acqua contaminata da liquami in una comunità finlandese. È stata riscontrata la presenza di diversi patogeni virali tra cui calicivirus umani in 31 di 50 campioni (62%). Tra questi, 20/31 (65%) erano Norovirus e 11 (35%) Sapovirus (Räsäne et al., 2010).

Uno studio condotto in Inghilterra ha dimostrato che la frequenza dei calicivirus enterici, misurata in base alle notifiche dei medici di medicina generale, è approssimativamente il 16% di quella riscontrata in studi di comunità (Tompkins et al., 1999) quali ospedali, istituti residenziali, università, prigioni (Wheeler et al., 1999; Martinelli et al., 2004; Mattner et al., 2005; Centers for Disease Control (CDC) and prevention 2007; Leuenberger et al., 2007).

Un sistema di sorveglianza generale sui focolai epidemici è stato sviluppato in Inghilterra e Galles, dal Centro per la sorveglianza delle malattie infettive (CDSC) a partire dal 1992. Dopo 3 anni, erano già disponibili informazioni su 2154 focolai (Dedman et al., 1998). I test di laboratorio tramite microscopia elettronica (EM) confermarono che 709 (33%) dei focolai totali erano causati da NoV, mentre solo pochi focolai l’anno erano attribuibili a SaV (Evans et al., 1998).

Anche la sorveglianza condotta in Svezia dal 1994 al 1998 ha messo in evidenza l’alta proporzione di focolai gastroenterici attribuibili a NoV (Hedlund et al., 2000), precisamente 407 focolai su 676 totali. Successivi studi hanno poi confermato i NoV e SaV quali causa principale di focolai epidemici di AGE anche in Finlandia (Maunula et al., 1999), Germania (Schreier et al., 2000) e Olanda (Koopmans et al., 2000).

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Relativamente pochi studi riguardano la frequenza di calicivirus umani come singoli agenti eziologici di gastroenterite acuta sporadica o di focolai intraospedalieri tra bambini. In uno studio recente, è stato esaminato un totale di 1.129 bambini di età inferiore a 5 anni, ospedalizzati a causa di diarrea acuta. I campioni sono stati prelevati dai tre principali ospedali di Città del Messico in un periodo di 3 anni (marzo 1998- Dicembre 2000). Dopo aver analizzato tutti i campioni di feci per diversi enteropatogeni, 396 campioni risultati negativi sono stati ulteriormente esaminati per calicivirus utilizzando il metodo di RT-PCR usando primer specifici per Norovirus e Sapovirus. I Calicivirus umani sono stati rilevati nel 5,6% (22/396) dei bambini (Gutiérrez-Escolano et al., 2010), dimostrando che i Calicivirus sono una importante causa di diarrea acuta pediatrica che richiede ospedalizzazione (Gutiérrez-Escolano et al., 2010).

Sin dall’originale descrizione di Zahorsky di “malattia invernale scatenante vomito”, è stato chiaro che la AGE indotta dai Calicivirus umani aveva una marcata stagionalità (Zahorsky, 1929). Il lavoro di Mounts e colleghi, basato su 12 studi differenti, ha dimostrato che i NoV sono predominanti durante i mesi più freddi dell’anno (Mounts et al., 2000). In Europa, il picco epidemico di infezioni da Norovirus viene osservato tra novembre-aprile, con una diminuzione dell’incidenza tra maggio e giugno (Mounts et al., 2000; Prato et al., 2004; Mattner et al., 2005; Kronema et al., 2006; Medici et al., 2006; Centers for Disease Control (CDC) and prevention, 2007; Mladenova et al.,2008; Werber et al., 2009; Shen et al., 2011).

Le infezioni da NoV e SaV possono verificarsi ad ogni età, ma la più alta incidenza di infezioni da sapovirus si riscontra nei bambini di età inferiore ai 5 anni (de Wit et al., 2001b), mentre i norovirus sono la seconda causa di infezione nella stessa fascia d'età, dopo rotavirus. In genere, i sintomi delle infezioni da norovirus nei bambini sono meno gravi di quanto accade nelle infezioni da rotavirus; tuttavia possono anche determinare sintomi acuti tali da richiedere ospedalizzazione.

In uno studio condotto nel 2002 nel Nord Italia, gli autori ricercarono norovirus e rotavirus in 426 campioni di feci di bambini di età inferiore ai 5 anni, ricoverati per gastroenterite e negativi per patogeni batterici. I risultati dimostrarono un'elevata frequenza di norovirus, implicato nel 10,4% dei casi, e frequentemente associato a rotavirus in infezioni miste. I risultati di questo studio confermarono che i rotavirus erano la causa principale di infezione (21,1%). I sintomi meno gravi nelle infezioni da norovirus e il picco invernale risultarono in linea con quanto descritto in precedenza (Medici et al., 2006).

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Studi di sieroprevalenza dimostrano che la maggior parte dei bambini sotto i 5 anni è normalmente già stata esposta ad un'infezione da calicivirus e che i NoV, a differenza dei SaV, sono un patogeno comune tra gli adulti (de Wit et al., 2001b; Gutiérrez-Escolano et al., 2010).

Va tuttavia ricordato, che gli studi basati sulle notifiche dei medici di medicina generale essenzialmente misurano le frequenze di consultazione e non le frequenze d’infezione. Dato che i calicivirus enterici causano tipicamente infezioni con sintomi piuttosto lievi, è possibile che la sottostima delle infezioni che colpiscono la popolazione sia molto elevata (Katpally et al., 2011). In aggiunta al miglioramento della pratica diagnostica, lo sviluppo delle moderne tecniche virologiche molecolari ha permesso di comprendere meglio le vie di trasmissione, l’evoluzione e le caratteristiche epidemiologiche dei norovirus.

Nel mondo, inclusa l’Europa, i NoV di GII risultano predominanti (>75%) sia nei casi sporadici che nei focolai epidemici di gastroenterite (Foley et al., 2000; Donaldson et al., 2008), anche se la distribuzione dei genotipi può differire tra i diversi paesi nel tempo. Nel Regno Unito, tra il 1992 e il 1998 (Hale et al., 2000), due ceppi di GII (Grimsby-like e Mexico-like) hanno predominato per l’intero periodo di studio, alternandosi tuttavia da un anno all’altro. Un andamento simile fu riscontrato anche in Olanda (Koopmans, 2001), con il virus Mexico-like quale principale causa di epidemie nel 1994 e una diffusione di virus Grimsby-like dal 1995 fino alla metà del 1996 (Donaldson et al., 2008).

Alcuni ceppi di NoV sono più comuni nei casi sporadici che non nei focolai epidemici, suggerendo che essi possano essere meno virulenti (Koopmans, 2001) e avere minore capacità di trasmissione. I meccanismi che regolano l’insorgenza di un ceppo virale predominante non è al momento spiegabile e una serie di motivi sono probabilmente coinvolti. L’infezione da NoV sembra generare solo un’immunità a breve termine, ma non si può escludere una pressione selettiva di tipo ceppo- specifico o cross-reattiva esercitata dallo stato immunitario della popolazione, tale da permettere l’emergenza di un nuovo ceppo epidemico (Donaldson et al., 2011).

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