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2. IL TRAUMA CRANICO LIEVE

2.2 Classificazione del trauma cranico e definizione del trauma cranico lieve

2.3.1 Epidemiologia del TB

2.3.1.1 Incidenza

Il TBI è una condizione estremamente comune ed è la più frequente causa di decesso in seguito a un evento traumatico. Una revisione sistematica pubblicata nel 2015 ha stimato l’incidenza di TBI in Europa a valori compresi tra 83.3/100,000 e 849/100,000 abitanti/anno (analisi condotte a livello delle singole regioni di ciascuna nazione)107 I dati del 2014 in Inghilterra riportavano un numero circa 1,4 milioni all’anno di accessi per trauma cranico, il 95 % di cui con un GCS tra 13-1572.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, è stimato da Faul e Coronado nel 2015, che i traumi cranici lievi comportano poco più di 1,3 milioni di visite in ED, 275.000 ricoveri e 52.000 morti ogni anno negli Stati Uniti (USA), con un aumento delle visite ED del 14,4% e del 19,5%, dal 2002, dato in aumento rispetto ad una ricerca degli stessi autori effettuata per il CDC (Centers for Disease Control and Prevention, USA) nel 2010. Un ulteriore incremento viene segnalato nel lavoro di Korley et al del 2016 in cui vengono registrati in un anno (2009-2010) circa 5 milioni di accessi in ED per trauma cranico. Il trauma cranico infatti rappresenta circa l’1,4 % di tutti gli accessi e il 4, 8% di tutti gli accessi per trauma in DEA108.

È importante sottolineare però le diagnosi effettive di TBI risultano essere soltanto la metà degli accessi per trauma (2, 5 milioni )6. Inoltre queste stime probabilmente

Immagine Faul M, Xu L, Wald MM, Coronado VG. Traumatic Brain Injury in the United States: Emergency Department Visits, Hospitalizations and Deaths 2002 – 2006. Atlanta (GA): Centers for Disease Control and Prevention, National Center for Injury Prevention and Control; 2010. 2.3.1.2 Popolazione Colpita Le fasce di popolazione più colpite dal trauma sono le più estreme ovvero i giovani e gli anziani. In Europa il TBI è più frequente nella popolazione al di sotto dei 15 e al di sopra dei 75 anni107 anche se negli anziani è registrato un aumento in questi ultimi anni, soprattutto nei paesi a più alto livello di sviluppo socio-economico. Gli uomini sono circa ad un rischio di 1,5 volte delle donne di sostenere un trauma cranico e ciò è molto più frequente in alcune categorie come ad esempio i militari o gli sportivi.

Il MTBI legato all'attività sportiva è stata identificato come una grande preoccupazione per gli atleti, con circa 1,6 - 3,8 milioni di concussioni che si verificano ogni anno e sono particolarmente comuni nel calcio e nell’ hockey su ghiaccio109 ma in generale in tutti gli sport da contatto.

2.3.1.3 Cause di TBI

Secondo dati del 2010 di Faul et al in USA le cause di trauma cranico sono da riferirsi nella maggior parte dei casi a cadute (35.2 %), ad incidenti stradali (17,3 %), contusioni (16, 5%) o aggressioni nel 10% dei casi108. In Europa gli studi di Brazinova e

Peeters hanno rimarcato un distinguo eziologico ovvero le cadute sono più comuni negli anziani e nei bambini e sono la causa preponderante dei traumi cranici lievi; invece i traumi moderati e severi sono più frequentemente causati da incidenti stradali e la popolazione più colpita rimane rappresentata dai giovani adulti107.

In uno studio del 2002 sull’ epidemiologia del trauma cranico in Italia, Servadei riportava che in Trentino ed in Romagna gli incidenti stradali rimanevano al primo posto nell’ eziologia del trauma con un 48% seguiti dalle cadute per un 33%110. Questi dati meriterebbero di essere aggiornati soprattutto a causa dell’aumento dell’età media nella popolazione Italiana.

Le cadute rimangono però causa di TBI al secondo posto in tutto il mondo e l’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede che supereranno molte altre malattie come principale causa di morte e disabilità nel 2030111 .

2.3.1.4 Ospedalizzazioni

Il tasso di ospedalizzazione per TBI in Italia nel 2003 risultava di 245/100,000 abitanti/anno, valore ridotto del 12.4% rispetto ai dati relativi al 2000 71. Questo

tasso è lievemente superiore a quanto ottenuto da Tagliaferri et al. nella loro systematic review condotta nel 2006 e relativa all’incidenza del TBI in Europa che, in base all’analisi dei vari lavori europei pubblicati dal 1980 al 2003, era di 235/100,000 abitanti/anno112

Per quanto riguarda la spesa sanitaria, i costi del trauma cranico lieve sono da considerarsi sia diretti che indiretti. I costi diretti includono i costi di decessi e trattamenti medici di pazienti ospedalizzati; gli indiretti sono detti anche costi sulla produttività che derivano dalla perdita salariale e dagli indennizzi a causa dall’ assenza e dall’ incapacità lavorativa o dai costi derivanti dall’invalidità che sono molto maggiori di quelli associati a qualsiasi altra complicanza post-traumatica per altri distretti corporei108.

In Italia, la valutazione delle SDO (Schede Dimissione Ospedaliera) del 2003 ha dimostrato che, della totalità dei pazienti ospedalizzati per TBI come diagnosi

a domicilio, mentre il restante 6.53% ha necessitato di ulteriori cure e, nella maggior parte dei casi (65.84%), si è trattato di trasferimento in ospedali per acuti, al fine di proseguire le cure non completamente somministrate nel corso del primo ricovero.71 2.3.1.5 Mortalità

Il Trauma Cranico viene spesso indicato come 'epidemia silenziosa' perché come è stato visto in precedenza la metà dei casi rimane non diagnosticato e non registrato e le complicanze derivanti da TBI non sono spesso immediatamente visibili. Il termine "silenzioso" riflette ulteriormente la comune sottovalutazione dell'incidenza effettiva e che la società spesso non è a conoscenza dell'impatto di TBI sia in termini di diffusione che di mortalità107.

I dati sulla mortalità sono molto vari: si registra un tasso di mortalità del 18.3 per 105 abitanti all’anno in Finlandia e Italia per un tasso medio complessivo in Europa di 10,5/100,000107.

È necessaria tuttavia una distinzione tra la mortalità specifica della malattia oppure le morti per lesioni sistemiche o comorbidità non cerebrale. Inoltre bisogna considerare i dati della mortalità ospedaliera e complessiva (morti in ospedale e in out-of-hospital) e la variazione in base alla gravità del TBI e dall'età dei pazienti con TBI.

La mortalità ospedaliera per TBI in Italia, sempre in riferimento ai dati del 2003, si attesta a valori di 4.1/100,000 abitanti/anno. Questo valore risulta inferiore rispetto alla mortalità generale per TBI in Europa, mediamente di 11 deceduti ogni 100 soggetti con TBI, in quanto non tiene di conto dei decessi associati alle complicanze sistemiche del trauma e alle comorbidità di significativa importanza71, 110. La revisione sistematica condotta da Tagliaferri sull'epidemiologia del TBI in Europa nel 2006 ha analizzato 23 studi pubblicati tra il 1980 e il 2003 evidenziando un tasso di mortalità medio del 15% per 100.000 persone all'anno e un tasso di mortalità per caso del 2,7%112.

. Studi di prevalenza negli USA hanno dimostrato che 1893/100,000 soggetti presentano disabilità o limitazioni alle normali attività quotidiane conseguentemente ad un TBI25.

2.3.2 Epidemiologia del MTBI

Tra tutte le tipologie di trauma cranico, il trauma cranico è il più frequente; infatti rappresenta tra il 70-90% di tutti i traumi cranici in Europa.107

L’incidenza del trauma cranico lieve indicata nel 2004 da Cassidy e Carrol a seguito dei risultati ottenuti dalla Task Force sul trauma cranico lieve promossa dalla WHO era indicata come 100-300/100000 persone all’anno basandosi sui dati sanitari nonostante l’incidenza nella popolazione fosse sitimata a 600/100000 persone all’anno.

L'incidenza complessiva del MTBI In adulti di età superiore ai 65 anni è stimata pari a 537 per 100.000 persone all’anno ,di cui 509 per 100.000 persone all’anno dovuti a cadute67.

Si stima che nel mondo 42 milioni di persone all’anno siano vittime di trauma cranico lieve113.