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EPISTASSI DOPO TURBINECTOMIA MEDIA : IL RUOLO DELLA LEGATURA DELL'ARTERIA SFENOPALATINA.

Endoscopia in ORL

EPISTASSI DOPO TURBINECTOMIA MEDIA : IL RUOLO DELLA LEGATURA DELL'ARTERIA SFENOPALATINA.

Cassano, M; Grilli, G; Russo, L; Cassano, P

Premesse: La poliposi nasale estesa può coinvolgere il turbinato medio, inducendo il chirurgo a resecarlo anche parzialmente. Abbiamo quindi valutato retrospettivamente gli effetti della turbinectomia media parziale sull'epistassi post-operatoria, studiando anche se la legatura endoscopica dell'arteria sfenopalatina riduceva il rischio di sanguinamento in questi pazienti. Metodologia: Sono stati retrospettivamente analizzati ventisette pazienti con poliposi nasale bilaterale sottoposti a chirurgia endoscopica nasosinusale con turbinectomia parziale su 40 lati. Il sanguinamento post-operatorio e le altre complicanze sono state confrontate con un gruppo di altri 27 pazienti sempre sottoposti a FESS in cui il turbinato medio era stato preservato. I due gruppi sono stati ulteriormente divisi in due sottogruppi in base all'esecuzione o meno della legatura dell'arteria sfenopalatina durante l'intervento. L'incidenza di sanguinamento post- operatorio è stato confrontato tra il grupppo di studio e quello controllo nonchè tra i due sottogruppi con il test di Fisher. Risultati: La legatura dell'arteria sfenopaltina è stata necessaria in 21 (52.5%) lati nel gruppo di studio e in 7 (17.5%) del gruppo controllo. Dopo l'intervento l'epistassi si è verificata in 8 casi (20%) nel gruppo di studio (di cui 1 sottoposto a legatura) ed in 2 (5%) del gruppo controllo. Il confronto con il test di Fisher confermava la maggiore tendenza al sanguinamento post-operatorio del gruppo sottoposto a turbinectomia media parziale e in quelli nei quali la legatura dell'arteria sfenopalatina non veniva effettuata (p<0.05). Conclusioni: La turbinectomia media parziale comporta un maggior rischio di sanguinamento nei pazienti che non vengono tamponati durante interventi di chirurgia endoscopica. L'esecuzione della legatura endoscopica dell'arteria sfenopalatina riduce tale richio in maniera significativa.

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Livi, W; Loglisci, M; Restivo, G

PREMESSE La tasca di retrazione è un’invaginazione della membrana timpanica verso l’OM localizzata nella pars flaccida o nel quadrante postero-superiore della pars tensa. L’etiopatogenesi della tasca di retrazione non è ancora ben chiara, più nota è invece l’evoluzione: la tasca di retrazione si trasforma da fenomeno passivo in attivo, ponendo le basi per lo sviluppo del

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colesteatoma. Tra le varie classificazioni, rifacendosi ai concetti validi per classificare la OMPC, abbiamo classificato le tasche di retrazione in pericolose e non pericolose. Per prevenire il colesteatoma, siamo soliti trattare in microchirurgia le perforazioni della pars flaccida con un intervento mininvasivo associando microscopia e video-endoscopia. METODOLOGIA Studio retrospettivo su 269 pz., età 14-68 anni, M:F=2:1 (M=178, F=91). Ogni pz. prima dell’intervento è stato sottoposto a visita otomicroscopica, a toilette della pars flaccida con rimozione di eventuale cerume, tessuto epiteliale o di granulazione, ad esami audiologici ed infine a TC dell’orecchio. L’intervento viene eseguito in anestesia locale (infiltrazione nel CUE di bupivacaina idrocloridato allo 0,5 % ed epinefrina 1/50.000) ambulatorialmente, in otomicroscopia e sotto controllo video- endoscopico. Dopo aver effettuato in otomicroscopia la toilette della pars flaccida e lavaggio con fisiologica ed antibiotico locale, si esplora con l’endoscopio il recesso epitimpanico per completare la toilette della regione non visibile al microscopio. Per evitare il conflitto mucosa-pelle, la perforazione viene chiusa con un modesto tamponamento con gelfoam. Al trattamento chirurgico segue sempre un periodico follow-up, con comparazione dei quadri precedenti videoregistrati o fotografati e degli esami audiometrici con quelli attuali. Dopo 8 mesi viene eseguita una TC di controllo. RISULTATI Ad oggi il 95% delle lesioni trattate con questa tecnica sono stabili, con regressione totale della patologia. Non otorrea. Nel 5% dei casi il quadro è evoluto verso la OMPCC. In questi casi si è ricorsi all’intervento classico. CONCLUSIONI L’endoscopia nella chirurgia dell’OM offre numerosi vantaggi: basso costo di ospedalizzazione, approccio chirurgico non demolitivo, massima visibilità del campo operatorio comprese le zone cieche, chirurgia ambulatoriale in anestesia locale. Un intervento mininvasivo su pz. con patologia flogistica dell’OM, che sia in grado di risolvere il conflitto mucosa-pelle, unito ad un protratto trattamento farmacologico locale e/o sistemico, è in grado di contrastare la possibilità di evoluzione verso il colesteatoma. L’utilizzo della sola endoscopia è però applicabile a ristretti campi della chirurgia otologica. Secondo noi deve essere interpretata come una tecnica assiociativa e non sostitutiva dell’otomicroscopia. L’otochirurgo deve aver maturato negli anni una elevata esperienza nella microchirurgia dell’OM. Senza training iniziare l’endoscopia dell’OM può essere causa di danni irreparabili per il pz.

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