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CAPITOLO VI - Attivita’ di gestione e recupero dei crediti pubblici

3. Escussioni

In caso di inadempimento da parte dell’impresa beneficiaria del finanziamento garantito, i soggetti richiedenti (i soggetti finanziatori o i soggetti garanti che richiedono la garanzia) possono chiedere l’escussione della garanzia tramite il Portale FDG. La richiesta di escussione deve essere inviata dal soggetto richiedente al Gestore, nei termini previsti.

Il Gestore propone al Consiglio di Gestione la liquidazione dell’importo garantito.

Se il Consiglio concorda, delibera il versamento della liquidazione.

Ai fini della richiesta di escussione deve essere avviata, nei confronti dell’impresa beneficiaria della garanzia, la procedura di recupero delle somme non rimborsate.

La proposta di liquidazione formulata al Consiglio dal Gestore presuppone l’avvenuta comunicazione al Gestore stesso dell’avvio della citata procedura di

recupero, nei termini previsti.

Ulteriori requisiti richiesti, affinché il Gestore possa proporre la liquidazione, sono la ricezione nei termini previsti della documentazione completa inviata dal richiedente e, sulla base delle risultanze dell’istruttoria, la non difformità della stessa, rispetto alla normativa di riferimento.

Qualora dall’istruttoria stessa emergano elementi di difformità, rispetto alle disposizioni operative, il Gestore avvia il procedimento di inefficacia della garanzia e/o la revoca della concessione della stessa, ammettendo l’intermediario al contraddittorio. In conclusione di tale procedimento, il Consiglio di Gestione, su proposta del Gestore, delibera, con provvedimento motivato, o l’inefficacia della garanzia, o l’archiviazione del procedimento stesso, confermando la garanzia e la liquidazione dell’importo garantito.

Nel quadriennio 2016-2019 i tassi medi di escussione risultano sostanzialmente stabili, con percentuali tra il 4% e il 4,3% rispetto al numero di operazioni complessive, tra il 5% e il 4,8% rispetto all’importo finanziato e tra il 4,4% e il 3,8%

relativamente all’importo massimo garantito.

Grafico n. 12 – Tasso di escussione in termini di n. operazioni

Fonte: Elaborazione Cdc su dati forniti dal Mise

Grafico n. 13 – Tasso di escussione in termini di importo finanziario

Fonte: Elaborazione Cdc su dati forniti dal Mise

Grafico n. 14 – Tasso di escussione in termini di importo garantito

Fonte: Elaborazione Cdc su dati forniti dal Mise

A partire dall’inizio dell’operatività del Fondo (1° gennaio 2000) e fino al 31 dicembre 2019, le operazioni per le quali i soggetti richiedenti hanno presentato richiesta di escussione della garanzia sono stati 42.822, per un importo finanziato originario, pari a €. 7,4 miliardi, e un importo massimo garantito originario, pari a €.

4,5 miliardi.

Nel 2019 sono pervenute 7.288 richieste di escussione della garanzia, per un importo massimo garantito originario pari a € 688,1 milioni e per un importo liquidabile alla data di escussione della garanzia pari a € 475,8 milioni (pari al 69,15%

dell’importo originario).

Sempre nel 2019, è stata deliberata la liquidazione della perdita e/o dell’acconto per 7.959 operazioni, per un importo di € 558,0 milioni, di cui:

- 7.944 per perdite definitive, per un importo liquidato pari a € 557,6 milioni a fronte di un importo massimo garantito originario pari a € 796,4 milioni;

- 15 operazioni acconti per un importo pari a € 415,3 mila a fronte di un importo massimo garantito originario pari a € 1,0 milioni.

CAPITOLO VII

OSSERVAZIONI CONCLUSIVE DELL’ISTRUTTORIA, ESITI DEL CONTRADDITTORIO E RACCOMANDAZIONI PROPOSTE

Conclusioni

La funzione del Fondo risponde all’intento di garantire la tenuta e l’equilibrio del sistema economico favorendo la crescita e lo sviluppo delle PMI, generalmente considerate il tessuto produttivo trainante dell’economia nazionale, rispetto alle quali si ravvisa, negli istituti di credito, la diffusa preoccupazione per i maggiori rischi di mancato rientro dei finanziamenti ricevuti. A fronte di questi rischi, gli istituti medesimi esigono sovente tassi di interesse troppo elevati, rispetto ai margini delle PMI, oppure preferiscono, talora, soprattutto nei momenti più critici, sottrarsi del tutto all’erogazione del credito.

Questa tendenza, in assenza di un intervento pubblico, penalizzerebbe irrimediabilmente il pur fiorente tessuto produttivo delle PMI che presenta notevoli potenzialità e specificità nel nostro Paese, soprattutto nel settore manufatturiero.

Per questa ragione tra le modalità di incentivazione è stato introdotto nel nostro ordinamento uno strumento come il Fondo di Garanzia per le PMI, la cui operatività ha evidenziato uno sviluppo sensibile nel periodo di osservazione cui si riferisce la presente indagine.

Questo sviluppo si colloca in netta controtendenza con i risultati del mercato ordinario del credito, i cui volumi hanno rivelato un andamento decrescente nell’ultimo decennio, a seguito della crisi finanziaria internazionale innescata dal crack della Lehman Brothers nel 2008 rispetto al precedente quinquennio (2003-2008) in cui i nuovi prestiti avevano registrato forti incrementi a dispetto della contenuta crescita della operatività del Fondo.

Tra la seconda metà del 2014 e la fine del 2015 si registra un andamento altalenante dei flussi di prestiti nel mercato ordinario, con una lieve risalita fino al 2015 e successivamente una sensibile riduzione negli anni 2016-2017, per poi risalire nel 2018 senza tuttavia recuperare la flessione precedente.

Sembra, infatti persistere un orientamento restrittivo da parte delle banche, sebbene, negli ultimi anni, la Banca Centrale Europea (BCE) abbia consentito la generale riduzione dei tassi di interesse.

Questa tendenza, in assenza di correttivi indotti dallo Stato in funzione anticiclica, avrebbe implicato una grave e generalizzata contrazione degli investimenti, da parte delle PMI.

Nel decennio tra il 2008 e il 2018, il finanziamento garantito dal Fondo ha registrato un tasso di crescita che ha raggiunto una percentuale di circa l’815%, svolgendo proprio quel ruolo correttivo (rimedio) rispetto alle disfunzioni/fallimenti del mercato del credito.

Tra il 2012 e il 2018 il Fondo ha generato un effetto moltiplicatore di circa 10 volte l’ammontare delle risorse pubbliche accantonate, evidenziando la notevole efficacia dello strumento. A fine periodo, ossia, nell’anno 2018, si è registrato un incremento delle garanzie rilasciate molto elevato rispetto al 2012 – anno di inizio della nostra analisi – che raggiunge il 240%. Questa sensibile crescita operativa si evince anche dall’incremento degli importi accantonati, per fare fronte ai rischi connessi alla garanzia: sempre nel 2018 si è registrato un incremento di 100 milioni, rispetto al 2017.

Nel 2018 l’importo accantonato ha determinato un moltiplicatore sui finanziamenti garantiti pari a quasi 15 (1 euro contro quasi 15 euro di finanziamento) e pari a 10,5 sulle garanzie concesse, sempre nel 2018.

A fine 2019, rispetto all’anno precedente, l’importo finanziato è cresciuto dello 0,9%, benché il numero delle operazioni e l’importo massimo garantito abbiano registrato una lieve riduzione. Relativamente all’importo massimo garantito, la contrazione costituisce un effetto delle nuove disposizioni operative del Fondo (c.d.

riforma del Fondo, del 15 marzo 2019), in virtù della quale si è prodotta la riduzione della percentuale media garantita.

Raccomandazioni

Si rileva che nell’anno in corso si registra un forte peggioramento della congiuntura economica, conseguente alla pandemia da COVID-19. La NADEF

prevede, infatti, un sensibile peggioramento del PIL, nel 2020, pari al 9% in meno rispetto al 2019.

Ciò potrebbe generare un forte aumento delle sofferenze dei crediti bancari per insolvenza, soprattutto, delle PMI finanziate.

Ciò induce questa Sezione a sottolineare la necessità che venga condotto un continuo e attento monitoraggio dell’evoluzione della qualità dei crediti garantiti e – ove necessario – si proceda tempestivamente ad accrescere gli accantonamenti che fronteggiano le garanzie concesse.

In tal senso questa Sezione non mancherà di avviare, celermente, un aggiornamento dell’indagine sulla gestione del Fondo, con approfondimenti specificamente orientati alle rilevanti modifiche introdotte nel corso del 2020 e all’impatto sulla tenuta del sistema creditizio beneficiario della garanzia.

Alla luce dell’analisi fin qui svolta, vengono formulati alla competente Amministrazione le seguenti raccomandazioni:

- in considerazione dei dati riferiti nel capitolo IV, relativi alla distribuzione territoriale delle garanzie, nel periodo 2012-2018, (56.8% dei finanziamenti garantiti attivati nel nord Italia, 25,5% nel Sud, 17,6% nel Centro) e ravvisato, nell’anno 2018 rispetto ai sei anni precedenti, uno squilibrio a favore dell’Italia settentrionale nella percentuale di finanziamenti attivati e, contestualmente, una sensibile riduzione delle domande accolte nel Centro Italia, si rivelerebbe necessaria una riflessione in ordine alle ragioni e alle possibili strategie di superamento di questa condizione di squilibrio.

Si raccomanda inoltre:

- un adeguato e costante monitoraggio delle garanzie degli introiti conseguenti alla misura da parte del soggetto responsabile dell’erogazione;

- un monitoraggio adeguato dei crediti garantiti da parte del soggetto beneficiario della garanzia suggerendo di provvedere per tempo, ove emergesse l’esigenza di incrementare gli accantonamenti;

- lo svolgimento di verifiche su un campione ben maggiore di beneficiari, rispetto a quello che si rileva dai dati esposti in relazione.

Il Ministero dello Sviluppo economico, con nota di contraddittorio in data 29

dicembre 2020, prot. n. 0337550, in ordine a quanto sopra rappresentato ha dedotto:

1) Che la dinamica registrata dal Fondo in termini di distribuzione territoriale delle garanzie concesse riflette i dati di sistema di Banca d’Italia, che evidenziano per l’Italia Centrale una contrazione, seppure lieve, dei prestiti alle Società non

Banca d’Italia - Base dati statistica Tavola TDB20224 (data estrazione 26/12/2020) Prestiti (escluse sofferenze) Società non finanziarie e famiglie produttrici

Fa inoltre presente che nel periodo 2012-2019 in alcune Regioni, quali la Toscana, le Marche e il Lazio, fino a dicembre 2013, vigeva la c.d. “lettera r” di cui all’art. 18, lettera r), del d.lgs. n. 112/98 che con delibera della Conferenza Stato-Regioni rendeva possibile limitare l’intervento del Fondo alle sole operazioni di controgaranzia. L’applicazione della suddetta limitazione risulta ad oggi superata dal c.d. “Decreto Crescita” (D.L. n. 34/2019) che ha reso applicabile la c.d. “lettera r”

fino al 31/12/2020, termine, poi, anticipato al 10/04/2020 ai sensi del comma 3, art.

13, del c.d. “Decreto Liquidità” (D.L. n. 23/2020).

2) Che la gestione degli accantonamenti a titolo di coefficiente di rischio prevede il monitoraggio in continuo delle segnalazioni (eventi di rischio per primo mancato pagamento delle rate dei mutui o della rata a scadenza o escussione della garanzia) che i soggetti richiedenti la garanzia (banche e confidi) sono tenuti a comunicare pena l’inefficacia della garanzia. In materia di accantonamenti si segnala la recente

Nord

occidentale Nord orientale Centrale Meridionale Insulare Totale

2012 1.202.624.841,00 901.663.950,00 600.981.136,00 257.091.509,00 95.226.457,00 3.057.587.893,00

2013 1.111.624.536,00 832.684.144,00 520.993.605,00 235.598.956,00 87.664.470,00 2.788.565.711,00

2014 1.064.974.506,00 807.256.159,00 498.932.774,00 224.065.783,00 82.553.026,00 2.677.782.248,00

2015 1.016.906.840,00 797.534.841,00 486.409.572,00 216.124.978,00 75.182.017,00 2.592.158.248,00

2016 1.006.284.413,00 789.521.679,00 471.498.955,00 211.205.361,00 73.048.261,00 2.551.558.669,00

2017 999.159.532,00 784.114.018,00 458.257.668,00 207.382.371,00 67.882.315,00 2.516.795.904,00

2018 1.021.196.541,00 795.324.896,00 453.262.322,00 206.108.040,00 63.362.399,00 2.539.254.198,00

2019 1.009.631.794,00 790.510.579,00 428.634.801,00 202.780.519,00 59.874.977,00 2.491.432.670,00

2020 (dato al 30/9) 1.029.753.694,00 813.457.638,00 445.023.198,00 200.270.488,00 60.449.080,00 2.548.954.098,00

novità normativa disposta dal comma 2, art. 31, del c.d. “Decreto Rilancio” (D.L. n.

34/2020), coordinato con la legge di conversione 17 luglio 2020, n. 77, che prevede di adeguare le disponibilità del Fondo in funzione della probabilità di escussione in più anni e l’assunzione di impegni a fronte di autorizzazioni di spesa pluriennali del bilancio dello Stato.

3) Che i controlli documentali sono condotti ai sensi di quanto previsto dal D.M.

del 02/09/2015 che individua due valori percentuali ai fini del campionamento delle operazioni da sottoporre a verifica (10% per le operazioni a fronte di investimento e 5% per esigenze di liquidità). Pertanto, la metodologia adottata definisce un numero di operazioni da controllare proporzionale alla numerosità delle garanzie concesse.

In termini numerici, si evidenzia che con riferimento alle garanzie concesse nel 2019 il suddetto campionamento ha riguardato circa 6.700 operazioni mentre per l’anno in corso si prevedono controlli su oltre 68.000 operazioni, per un incremento del 900%

sull’anno precedente. Per assicurare l’efficienza gestionale e garantire tempi congrui per il completamento dei controlli sono stati adottati provvedimenti volti all’utilizzo di banche dati per l’acquisizione delle informazioni necessarie alle verifiche.

Nel prendere atto della sostanziale conformazione, la Sezione si riserva di seguire l’evoluzione della gestione del Fondo a partire dall’esercizio 2020.

CORTE DEI CONTI - CENTRO UNICO PER LA FOTORIPRODUZIONE E LA STAMPA - ROMA

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