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CAPITOLO II – Quadro normativo

3. La governance del Fondo

L'amministrazione del Fondo è affidata a un consiglio di gestione, composto da due rappresentanti del Ministero dello sviluppo economico di cui uno con funzione di presidente, da un rappresentante del Ministero dell'economia e delle finanze con funzione di vice presidente, da un rappresentante del Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica, da un rappresentante indicato dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, nonché da due esperti in materia creditizia e di finanza d'impresa, designati, rispettivamente, dal Ministero dello sviluppo economico e dal Ministero dell'economia e delle finanze su indicazione delle associazioni delle piccole e medie imprese (art. 1, comma 48, legge 27 dicembre 2013, n. 147). Ai componenti del consiglio di gestione è riconosciuto un compenso annuo pari a quello stabilito per i componenti del comitato di amministrazione istituito ai sensi dell'articolo 15, comma 3, della legge 7 agosto 1997, n. 266, e successive modificazioni.

Al Consiglio di gestione è affidata l’amministrazione del Fondo ai sensi dell’art. 47 del TUB ed è competente a deliberare in materia di concessione della garanzia e di gestione del Fondo medesimo.

Si riunisce con cadenza settimanale e assume le disposizioni di carattere generale e le condizioni di ammissibilità alla garanzia e, con riferimento alle singole operazioni, l’ammissione alla garanzia, le quote di accantonamento, il versamento degli acconti, la liquidazione delle perdite, le revoche e qualsiasi altra modifica. Inoltre, approva la situazione contabile del Fondo, la rendicontazione delle disponibilità, gli impegni e le insolvenze alla data del 31/12 precedente e segnala al Ministero dello Sviluppo Economico la necessità di integrazione delle risorse del Fondo.

Le disposizioni operative vengono adottate in ordine a diversi ambiti inerenti alle attività del Fondo, dalle modalità di intervento, ai soggetti richiedenti la garanzia, dalle condizioni di ammissibilità della garanzia, ai criteri di valutazione delle imprese, dalle misure di copertura della garanzia, alla procedura per la concessione e

per l’eventuale escussione della stessa, nonché ai controlli documentali.

1.2 Il Gestore del Fondo

Al Gestore compete ricevere e istruire le domande di ammissione alla garanzia, valutando altresì il merito di credito dei richiedenti.

In base all’esito di una gara bandita dal MISE per la gestione di attività istruttorie tecnico-amministrative e contabili del Fondo è stata stipulata il 28 marzo 2012 la convenzione tra il Ministero dello sviluppo economico e Mediocredito Centrale S.p.a.

(oggi Banca del Mezzogiorno Mediocredito Centrale S.p.a) in qualità di mandataria del RTI costituito con Artigiancassa S.p.a., MPS Capital Services Banca per le Imprese S.p.a., Mediocredito Italiano S.p.a., Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane S.p.a. in qualità di mandanti.

CAPITOLO III LE PROCEDURE

1. Peculiarità funzionali del Fondo e agevolazioni per le imprese

Sotto il profilo delle peculiarità inerenti all’attività dell’istituto, si rileva l’assenza di condizionamenti da parte del Fondo, in ordine alla definizione del tasso di interesse e delle condizioni di rimborso che sono concordati esclusivamente tra banca e cliente. Ciò significa che il Fondo non interviene direttamente nel rapporto tra banca e cliente. Tassi di interesse, condizioni di rimborso ecc., sono lasciati alla contrattazione tra le parti, mentre sulla parte garantita dal Fondo non possono essere acquisite garanzie reali, assicurative o bancarie.

La banca può assicurare, tuttavia, condizioni più favorevoli, in quanto rassicurata dalla sensibile riduzione del rischio, resa possibile dalla garanzia del Fondo.

Quest’ultimo può garantire fino all’80% del finanziamento erogato e la garanzia stessa non può superare, per ogni singola impresa, l’importo di 2,5 milioni di euro.

È prevista una forma di garanzia “diretta” agli istituti bancari erogatori del credito, una controgaranzia in favore di altri soggetti che si siano resi garanti di prima istanza verso le banche (confidi e/o altri fondi) e forme di “cogaranzia” diretta in favore delle banche finanziatrici in collaborazione con un confidi o con un altro fondo di garanzia.

Le imprese sono, inoltre, in virtù dell’intervento del Fondo stesso, esonerate dall’obbligo di prestare garanzie collaterali (e quindi senza costi di fidejussioni o polizze assicurative) sugli importi garantiti dal Fondo che non offre comunque contributi in denaro. Dunque, la garanzia pubblica si sostituisce – o, eventualmente, si affianca - alle garanzie reali portate dalle imprese.

Viene utilizzato il cc 22034 (MISE) le cui risorse sono gestite da Mediocredito centrale, alimentato da capitoli degli stati di previsione del MISE (7342-7345).

2. Accesso alla garanzia

I soggetti che intendano accedere alla garanzia del Fondo devono richiedere l’accreditamento al Gestore, anche ai fini di ottenere le credenziali per utilizzare il Portale del Fondo stesso. Solo attraverso tale strumento è possibile, attualmente, inviare e monitorare le richieste di ammissione alla garanzia stessa da parte dei richiedenti.

Questi ultimi devono, tuttavia, preliminarmente, acquisire ed esaminare la documentazione utile a verificare i requisiti di ammissibilità alla garanzia, con riferimento all’impresa beneficiaria e all’operazione finanziaria. Una volta accreditati sul Portale, i richiedenti stessi compilano sul Portale stesso le richieste di ammissione, inserendo la necessaria documentazione.

Una volta conclusa tale attività di compilazione, viene prodotto, in automatico, il modulo di ammissione alla garanzia.

I dati caricati sul Portale vengono acquisiti dal sistema interno al Gestore, consentendo così al medesimo di svolgere l’attività istruttoria.

Ai fini dell’accesso alla garanzia sono previste due diverse procedure. La prima attraverso il modello di valutazione fondato sulla probabilità di inadempimento dell’impresa beneficiaria. Viene utilizzato a tal fine un criterio di “rating scale”, articolato su 5 classi di merito creditizio.

Tabella n. 3 - Classi di merito creditizio

Soggetto caratterizzato da un profilo economico e da una capacità di far fronte agli impegni molto buoni.

Il rischio di credito è basso.

2 Solubilità 1,02% Soggetto caratterizzato da un'adeguata capacità di far fronte agli impegni finanziari.

Il rischio di credito è contenuto.

3 Vulnerabilità 3.62% Soggetto caratterizzato da tratti di vulnerabilità.

Il rischio di credito è accettabile.

4 Pericolosità 9,43% Soggetto caratterizzato da elementi di fragilità.

Il rischio di credito è significativo.

5 Rischiosità > 9,43%

Soggetto caratterizzato da problemi estremamente gravi, che pregiudicano la capacità di adempiere alle obbligazioni assunte, ovvero già in stato di default.

Il rischio di credito è elevato.

Fonte: Elaborazione Cdc su dati forniti dal Mise.

La seconda procedura viene espletata attraverso il modello di valutazione per le imprese start up. Viene analizzato il business plan, unitamente ai bilanci di previsione triennali. Vengono considerati aspetti di tipo qualitativo e quantitativo per un’adeguata valutazione del merito di credito.

3. Accantonamento a titolo di coefficiente di rischio

Sulla singola garanzia viene effettuato un accantonamento a titolo di coefficiente di rischio, soggetto a successivi aggiustamenti, in base alle eventuali segnalazioni di deterioramento che i richiedenti devono comunicare al Fondo.

Secondo il modello di gestione, gli accantonamenti devono essere disposti nella fase di ammissione della garanzia (con accantonamenti diversificati per procedura di presentazione della domanda di accesso alla garanzia e rischiosità dell’operazione garantita), in quella di comunicazione dell’evento di rischio da parte del richiedente e, infine, in quella in cui viene richiesta l’escussione da parte del richiedente stesso.

Nel corso di ognuna delle riunioni settimanali del Consiglio, viene verificato il rispetto del floor minimo dell’8,0%, raffrontando l’importo accantonato a titolo di

coefficiente di rischio e l’importo garantito.

Il Gestore integra il Fondo Accantonamento Supplementare, che viene costituito affinché nello stesso confluiscano le risorse che devono assicurare nel tempo una determinata consistenza degli accantonamenti prudenziali. Tale integrazione viene disposta dal Gestore, attingendo dalle disponibilità finanziarie libere da impegni, nel caso in cui il rapporto tra l’importo accantonato a titolo di coefficiente di rischio e l’importo garantito cui si è sopra menzionato sia inferiore all’8,0%.

Nel caso in cui il rapporto risulti invece maggiore dell’8,0%, il Gestore provvede, sempre ai fini di assicurare l’adeguata consistenza degli accantonamenti prudenziali, a ridurre la consistenza del Fondo Accantonamento Supplementare, entro i limiti delle integrazioni intervenute in precedenza, reintegrando le disponibilità del Fondo.

In seguito all’avvenuta presentazione delle richieste di garanzia, a partire dal 15 marzo 2019, vengono applicate percentuali di accantonamento a titolo di coefficiente di rischio in vigore. Con riferimento alle stesse, è prevista una distinzione tra le operazioni finanziarie valutate sulla base del modello che prevede la segmentazione delle aliquote di accantonamento in base alla classe di merito del soggetto beneficiario e alla durata dell’operazione finanziaria, da un lato e, dall’altro, quelle operazioni che risultino escluse dall’applicazione del richiamato modello di valutazione, con articolazione delle misure di accantonamento in funzione della tipologia di operazione.

4. Le commissioni di garanzia

Il Fondo consente alle imprese di fruire della necessaria garanzia a fronte del versamento di una commissione per coprire i rischi e i costi amministrativi e di gestione. La commissione a favore del Fondo medesimo deve essere versata entro tre mesi dalla data di approvazione della delibera di ammissione da parte del Consiglio di gestione. Da tale obbligo, previsto a pena di decadenza dalla garanzia stessa, sono esenti le operazioni riferite a start-up innovative o incubatori certificati o PMI innovative, oltre alle operazioni di microcredito e a quelle operazioni finanziarie non afferenti al capitale di rischio, ai sensidell’art. 25 c. 5 del d.l. 18 ottobre 2012, n.

179 14. La commissione non è inoltre dovuta per le operazioni di sottoscrizione di mini bond e per gli investimenti in quasi-equity, riferiti a imprese con sede legale e/o sede operativa nelle Regioni del Mezzogiorno, imprese femminili e piccole imprese dell’indotto di altre imprese che siano state poste in amministrazione straordinaria, micro, piccole e medie imprese che abbiano sottoscritto un contratto di rete, dalle imprese sociali e da quelle di autotrasporto. Si è inteso, in tal guisa, tutelare determinati settori, in ragione del valore sociale e/o strategico di determinate categorie di imprese o di condizioni tendenzialmente più fragili e penalizzate.

Diverse variabili incidono nella determinazione dell’ammontare della commissione (che viene versata “una tantum”). Si tiene conto della tipologia di operazione, della dimensione dell’impresa beneficiaria e dell’area territoriale di riferimento. Nella seguente tabella sono indicate le percentuali sull’importo massimo garantito dal Fondo, in base ai diversi parametri, ai fini del calcolo della commissione dovuta.

14 “[c. 5.] Ai fini del presente decreto l'incubatore di start-up innovative certificato, di seguito: «incubatore certificato» è una società' di capitali, costituita anche in forma cooperativa, di diritto italiano ovvero una Societas Europaea, residente in Italia ai sensi dell'articolo 73 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, che offre servizi per sostenere la nascita e lo sviluppo di start-up innovative ed è in possesso dei seguenti requisiti:

a) dispone di strutture, anche immobiliari, adeguate ad accogliere start-up innovative, quali spazi riservati per poter installare attrezzature di prova, test, verifica o ricerca;

b) dispone di attrezzature adeguate all'attività delle start up innovative, quali sistemi di accesso in banda ultra larga alla rete internet, sale riunioni, macchinari per test, prove o prototipi;

c) è amministrato o diretto da persone di riconosciuta competenza in materia di impresa e innovazione e ha a disposizione una struttura tecnica e di consulenza manageriale permanente;

d) ha regolari rapporti di collaborazione con università, centri di ricerca, istituzioni pubbliche e partner finanziari che svolgono attività e progetti collegati a start-up innovative;

e) ha adeguata e comprovata esperienza nell'attività di sostegno a start-up innovative, la cui sussistenza è valutata ai sensi del comma 7”.

Tabella n. 4 – Percentuali calcolo commissione

Fonte: Elaborazione Cdc su dati forniti dal Mise.

Il decreto di riforma ha introdotto un’ulteriore commissione di €. 300,00 per ciascuna operazione ammessa alla garanzia e successivamente non perfezionata da parte dei soggetti richiedenti.

Nell’ultimo quadriennio le commissioni una tantum versate al Fondo ammontano a euro 164,7 milioni.

5. I controlli documentali

Ai sensi della normativa vigente (D.M. 2 settembre 2015), è prevista un’attività di controllo documentale su un campione casuale di operazioni ammesse all’intervento del Fondo. Devono essere verificate le dichiarazioni e le informazioni fornite dai soggetti richiedenti e il rispetto degli adempimenti successivi all’ammissione.

La scelta a campione deve riguardare almeno il 10% delle richieste relative ad operazioni finanziarie a fronte di investimenti e almeno il 5% delle restanti richieste. I medesimi controlli sono effettuati dal Gestore su tutte le garanzie escusse da parte dei soggetti richiedenti.

Nel caso in cui dall’esame della documentazione inviata dal soggetto richiedente non risultino carenze e irregolarità, il Gestore propone al Consiglio di gestione di confermare la garanzia concessa; in caso contrario, il Gestore medesimo promuove il procedimento di inefficacia della garanzia e/o la revoca della concessione dell’agevolazione che si conclude con un provvedimento motivato del Consiglio, su proposta del Gestore, che delibera l’inefficacia o la conferma della garanzia e/o dell’agevolazione.

CAPITOLO IV

ESITI DELLA FUNZIONE DI GARANZIA NEL LUNGO PERIODO ED EFFETTO MOLTIPLICATORE (2012-2018)

1. Operazioni finanziarie garantite

L’efficacia dell’intervento del Fondo per le piccole e medie imprese si rivela in crescita nel periodo di tempo intercorso tra il 2012 e il 2018. Si sono registrate 691.227 operazioni finanziarie garantite dal Fondo a copertura di oltre 66 miliardi che hanno consentito oltre 99 miliardi di finanziamenti.

Come risulta dalla “Relazione sugli interventi di sostegno delle attività economiche e produttive”, presentata dalla Direzione Generale per gli incentivi alle imprese del MISE nel settembre 2019, il Fondo ha rilasciato, nel corso del 2018, garanzie per un volume di 13,6 miliardi di euro, idonei a garantire finanziamenti per un totale di 19,2 miliardi. Sempre nel 2018, le garanzie rilasciate dal Fondo hanno registrato un aumento di volume pari quasi al 240% rispetto all’anno 2012, mentre il numero delle domande di ammissione alla garanzia accolte, nello stesso anno 2018, supera del 110% circa il dato del 2012. Sono state presentate, infatti, 129.374 domande, con un incremento dell’8%, rispetto all’anno precedente.

Nel periodo considerato (2012-2018), si registrano 403.888 domande di accesso al Fondo accolte, presentate da microimprese, ampiamente prevalenti rispetto a quelle avanzate dalle piccole imprese (221.892) e dalle medie imprese (65.343). Sotto il profilo dell’effettiva concessione della garanzia, si riscontra, tuttavia, un più elevato accesso all’incentivo da parte di piccole imprese (più di 29 miliardi), mentre le medie si attestano intorno ai 20 miliardi e le micro a più di 16 miliardi (periodo 2012-2018).

Con riferimento alle finalità perseguite dal legislatore con la previsione del Fondo di garanzia, particolarmente significativa si rivela la carenza nella prestazione di garanzie reali proprie da parte delle imprese beneficiarie. Sulla parte di finanziamento non coperta dal Fondo di garanzia, infatti, la quasi totalità delle imprese che accedono allo stesso non rilasciano, a loro volta, proprie garanzie reali.

Fenomeno che rende evidente come, nella concreta attuazione, l’istituto si sia rivelato

particolarmente rispondente all’esigenza che ne ha ispirato l’introduzione, assicurando un efficace sostegno al diffuso tessuto di unità produttive a scarsa capitalizzazione, con rilevanti riflessi sul sistema produttivo, sull’occupazione e sugli investimenti.

In relazione alle tipologie di attività svolte dalle piccole e medie imprese, nel periodo di monitoraggio si registrano 303.096 domande accolte (circa il 44% del totale) nel comparto industriale, 265.576 - 38% del totale - in quello commerciale, 120.577, il 17%, nel settore dei servizi.

Con riferimento, invece, alle somme accantonate a fronte dei rischi derivanti dal rilascio delle garanzie, si rileva un incremento di circa 100 milioni di euro nel 2018, rispetto all’anno precedente (quasi 1,3 miliardi nel 2018, contro quasi 1,2 miliardi nel 2017), dovuto alla crescita operativa del Fondo.

Le somme accantonate nel periodo di sei anni analizzato dalla predetta relazione ministeriale ammontano, in totale, a circa 6,5 miliardi.

Confrontando il rapporto tra garanzie concesse e accantonamenti tra il 2012 e il 2018 si riscontra un effetto moltiplicatore di circa 10 volte l’ammontare delle risorse pubbliche accantonate. Rispetto ai finanziamenti garantiti, invece, lo strumento, come rileva la relazione ministeriale, “raggiunge un effetto leva pari a 15 volte la posta”.

Nel 2018 l’accantonamento determina un moltiplicatore sui finanziamenti garantiti pari a 15 volte (1 euro accantonato ne determina quasi 15 di finanziamento), mentre rispetto alle garanzie concesse, pari a 10,5 volte.

Quanto alle tipologie di garanzia adottate, con riferimento alle richieste accolte, sono state nella quasi totalità, la garanzia diretta e la controgaranzia.

Sul totale di 691.227 richieste accolte nell’intero periodo, per circa il 53,6% (370.715 richieste accolte) è stata adottata la garanzia diretta, mentre per la quasi totalità della parte residua si è fatto ricorso alla controgaranzia (46,2% delle operazioni complessive).

Dopo una prima fase di sostanziale allineamento, l’adozione della garanzia diretta supera quella della controgaranzia.

La tendenziale crescita delle richieste accolte con garanzia diretta (già rilevatasi nel

2013) trova conferma nell’anno 2018 (84.787 garanzie dirette rilasciate contro 44.508 in controgaranzia).

Nel periodo 2012-2018 vengono concesse garanzie dirette per quasi 53 miliardi di euro (79,7 del totale), circa 13,4 in controgaranzia (20,2%) in cogaranzia 0,02%.

2. Incremento delle garanzie dirette

Le garanzie concesse in forma diretta registrano un sensibile incremento a partire dall’anno 2013, quando viene rilevata una crescita del 110% rispetto all’anno precedente.

Costante invece il volume delle controgaranzie prestate nel corso degli anni, nel periodo in esame (2012-2018), con lieve decremento nel 2013.

Negli anni della crisi economica si è registrata una tendenza ad una più frequente escussione dei confidi, mentre la modalità di concessione “a garanzia diretta” ha evidenziato una maggiore attrattiva, in virtù delle previsioni del decreto legge 17 marzo 2020, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, n. 27 (“Salva Italia”), in ordine a coperture, costi e importo massimo.

3. Finanziamenti garantiti

Nel 2018 si registrano finanziamenti garantiti per 19,2 miliardi. È il massimo livello lungo tutto il periodo 2012-2018, con un incremento del 10% circa, rispetto all’anno precedente.

Tabella n. 6 – Finanziamenti garantiti 2012-2018

Finanziamenti garantiti 2012-2018 (milioni di euro e variazione % rispetto all'anno precedente)

2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Totale

Finanziamenti

garantiti 8.143,41 10.750,55 12.854,88 14.985,81 16.641,88 17.374,61 19.214,71 99.965,85 Variazione % _

32,02% 19,57% 16,58% 11,05% 4,40% 10,59% _ Fonte: Elaborazione Cdc su dati forniti dal Mise

Grafico n. 1 – Ammontare dei finanziamenti garantiti

Fonte: Elaborazione Cdc su dati forniti dal Mise

La classe dimensionale più rappresentativa, per tutto il periodo, è quella dei finanziamenti di valore inferiore ai 50.000 euro. Dal 2014, però, tale classe – come rileva la predetta Relazione Mise – evidenzia una contrazione, dal 50% circa del 2013 al 43% circa del 2018. Nello stesso arco temporale, si rileva un incremento relativamente alla classe di importo ricompresa tra i 100.000 e i 300.000 euro, dal 19%

circa del 2013 al 24,7% circa del 2018.

4. Prevalenza del circolante/liquidità e nuovi investimenti

Nel periodo 2012-2018 le operazioni orientate a garantire investimenti hanno registrato una progressiva e graduale crescita.

Il miglioramento delle prospettive economiche deve ritenersi probabilmente all’origine del prevalente supporto che si evidenzia, a partire dal 2012, a favore del circolante/liquidità e nuovi investimenti, da parte del Fondo di Garanzia.

L’aspettativa più favorevole, relativamente alla congiuntura economica, ha, peraltro migliorato la capacità delle imprese di far fronte alle proprie obbligazioni, concorrendo a determinare una fase di contrazione delle garanzie su operazioni di consolidamento, tra il 2011 e il 2018, accentuatasi a partire dal 2015. Tra il 2015 e il 2018 tali garanzie evidenziano una riduzione del 98%. Nel periodo 2012-2018 le

operazioni orientate a garantire investimenti hanno registrato una progressiva e graduale crescita.

Tabella n. 7 – Garanzie concesse per tipologia di finalità 2012-2018 Garanzie concesse per tipologia di finalità 2012-2018 (milioni di euro)

2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Totale

Circolante/liquidità 1.878,3 3.909,3 5.329,6 6.068,2 7.965,5 8.794,3 9.795,7 43.740,9

Consolidamento 1.303,2 1.068,2 1.184,9 1.887,6 666,0 29,2 26,8 6.165,9

Investimenti 831,9 1.416,6 1.819,2 2.206,7 2.899,1 3.374,0 3.831,7 16.379,2

Totale complessivo 4.013,4 6.394,1 8.333,7 10.162,5 11.530,6 12.197,5 13.654,2 66.286,0 Fonte: Elaborazioni Cdc su dati forniti dal Mise

Grafico n. 2 – Garanzie concesse per tipologia di finalità

Fonte: Elaborazione Cdc su dati forniti dal Mise

5. Operazioni di medio/lungo termine e di breve periodo

Nel 2018 le operazioni di prestazione di garanzia evidenziano un incremento rispetto all’anno precedente e quelle di medio-lungo termine (durata maggiore di 18 mesi) si rivelano superiori (con il 57,7%), rispetto a quelle di breve periodo (42,3%).

Tabella n. 8 - Garanzie concesse per tipologia di durata di operazione 2012-2018 Garanzie concesse per tipologia di durata di operazione 2012-2018 (milioni di euro)

2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Totale

Breve Termine 1.713,36 2.517,32 2.799,49 2.965,89 3.308,12 3.533,42 3.845,51 20.683,11

Incidenza % 42,69% 39,37% 33,57% 29,18% 28,69% 28,97% 28,16% 31,20%

Medio - Lungo

Termine 2.300,04 3.876,72 5.538,71 7.196,60 8.222,43 8.664,15 9.808,76 45.607,41 Incidenza % 57,31% 60,63% 66,43% 70,82% 71,31% 71,03% 71,84% 68,80%

Totale garanzie

concesse 4.013,40 6.394,04 8.338,20 10.162,49 11.530,55 12.197,57 13.654,27 66.290,52 Fonte: Elaborazione Cdc su dati forniti dal Mise

Nel periodo 2012-2018 le operazioni a medio-lungo termine registrano una prevalenza ancora più ampia, con il 68,8%, contro il 31,2%.

6. Garanzie con riferimento alla dimensione delle imprese

Sotto il profilo delle dimensioni delle imprese richiedenti la garanzia, si rivela ampiamente prevalente il numero delle micro imprese, con 73.997 richieste accolte nel 2018, a fronte di 43.429 per la piccola impresa e a 11.948 per la media impresa. Tra il 2012 e il 2018 sono state accolte, relativamente alle micro imprese, 403.888 domande (58,4%), mentre, riguardo a quelle di piccole dimensioni, si è raggiunto il numero di 221.892 (32,1% del totale). Le imprese di media dimensione hanno registrato 65.343 richieste accolte (9,4%), mentre quelle dei consorzi sono soltanto 129. Le grandezze, tuttavia, presentano valori diversi, sempre nello stesso periodo, con riferimento agli importi dei finanziamenti. Sotto questo profilo, la piccola impresa che ha ricevuto il maggiore volume di finanziamenti (circa 44,2 miliardi),

Sotto il profilo delle dimensioni delle imprese richiedenti la garanzia, si rivela ampiamente prevalente il numero delle micro imprese, con 73.997 richieste accolte nel 2018, a fronte di 43.429 per la piccola impresa e a 11.948 per la media impresa. Tra il 2012 e il 2018 sono state accolte, relativamente alle micro imprese, 403.888 domande (58,4%), mentre, riguardo a quelle di piccole dimensioni, si è raggiunto il numero di 221.892 (32,1% del totale). Le imprese di media dimensione hanno registrato 65.343 richieste accolte (9,4%), mentre quelle dei consorzi sono soltanto 129. Le grandezze, tuttavia, presentano valori diversi, sempre nello stesso periodo, con riferimento agli importi dei finanziamenti. Sotto questo profilo, la piccola impresa che ha ricevuto il maggiore volume di finanziamenti (circa 44,2 miliardi),

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