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la fase esecutiva, nella quale si eroga il finanziamento deciso alla fase precedente L’affidato ha a disposizione il prestito accordato e la banca

2.1 – I rischi relativi alla concessione del credito

3. la fase esecutiva, nella quale si eroga il finanziamento deciso alla fase precedente L’affidato ha a disposizione il prestito accordato e la banca

monitora l’andamento della relazione instaurata.

Le fasi istruttoria ed esecutiva tendono a svolgersi sempre a livello periferico, cioè presso lo sportello ove i clienti intrattengono i rapporti con la banca; la fase

deliberativa può svolgersi, invece, anche presso gli uffici centrali della banca, in

particolare per importi e forme tecniche più consistenti.

All’interno dell’organigramma della banca, solo chi ha poteri in materia di concessione del credito ha la facoltà di decidere in merito all’erogazione di un fido. Queste responsabilità sono originarie e delegabili: vengono attribuite dallo statuto e lo statuto stesso prevede anche la possibilità di delegare tale materia. Sono presenti diversi gradi di mandati, che individuano diverse tipologie di soggetti:

 i responsabili di sportello e/o di area, che sono autorizzati a concedere credito a livello periferico;

 i responsabili del Servizio Fidi, dell’area d’affari e/o del Comitato Esecutivo, i quali sono autorizzati a concedere credito a livello centrale.

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Tali figure si differenziano a livello di organigramma, in quanto: le prime, solitamente, hanno competenza per affidamenti di entità e rischio minori; mentre le seconde trattano fidi caratterizzati da importi maggiori.

E’ un sistema di deleghe accentrate, nel quale lo sportello rappresenta il reparto più vicino al cliente e si occupa di valutare le domande di fido che gli vengono presentate e, successivamente, è tenuto a controllare l’andamento del prestito. Affinché la banca deliberi a favore della concessione del fido, è fondamentale che il soggetto richiedente dia prova di avere i requisiti economico – patrimoniali – finanziari che vengono pretesi dagli standard di affidabilità della banca.

Una banca deve essere attenta a mantenere, se non addirittura ad accrescere, la propria solidità patrimoniale. Per questo motivo non conviene affidare soggetti per i quali ci sono poche aspettative di rispetto dei termini contrattuali, poiché in questi casi la possibilità di incorrere in perdite è considerevole.

E’ importante ricordare come le sofferenze e le perdite delle banche non si estinguono se non attraverso la produzione di utili, che eliminano le anomalie che hanno generato tali perdite. Se queste stesse banche non producono profitti, o non li reinvestono in misura adeguata alle sofferenze prodotte, oppure producono utili a tassi di crescita inferiori ai tassi di crescita delle sofferenze, esse stesse tendono a non compensare la produzione di partite anomale con la produzione di utili e quindi tendono a richiedere ad altri soggetti di pagare le loro anomalie, le loro perdite. Una banca produce sofferenze soprattutto quando il controllo sugli affidamenti in essere è poco efficace. Il mercato, di regola, viene a conoscenza con grande rapidità delle inefficienze delle banche in tema di affidamenti; le imprese, pertanto, tendono a rivolgere la loro domanda di credito proprio presso gli sportelli nei quali i processi decisionali risultano più scarsi: non tanto i processi decisionali relativi alla prima concessione di credito, quanto quelli relativi al controllo rischi. Le banche che vagliano il merito di credito con meno attenzione, pertanto, si ritrovano sempre più frequentate dai clienti peggiori e tendono così a produrre maggiori quantità di partite anomale e di perdite tendendo così a proporre continuativamente la questione dei salvataggi e quindi la “questione se il Governo o se la Banca d’Italia debbano farli”.

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2.1.3 – La segnalazione alla Centrale dei Rischi di Banca d’Italia

Per sorvegliare il rischio a livello sistemico la Banca d’Italia ha creato la Centrale dei Rischi (CR), un sistema informativo che raccoglie informazioni sull'indebitamento della clientela verso le banche e le società finanziarie (intermediari). Gli intermediari comunicano mensilmente alla Banca d'Italia il totale dei crediti verso i propri clienti: i crediti pari o superiori a 30.000 euro e i crediti in sofferenza di qualunque importo. Dunque essere segnalati alla centrale dei rischi non vuol dire essere automaticamente un cattivo pagatore, infatti la CR non è una black list, né un archivio dei ritardi di pagamento, bensì raccoglie informazioni sia positive che negative.

La Centrale dei Rischi viene gestita dalla Banca d’Italia e ha l'obiettivo di:

 migliorare il processo di valutazione del merito di credito della clientela,  innalzare la qualità del credito concesso dagli intermediari,

 rafforzare la stabilità finanziaria del sistema creditizio.

Le banche, utilizzando i dati della CR, possono impiegare in modo più efficiente le loro risorse e migliorare la qualità del portafoglio crediti. I benefici per la clientela “meritevole” sono rappresentati da un più agevole accesso al credito o da un accesso al credito a migliori condizioni.

La Banca d’Italia utilizza le informazioni della CR per svolgere i propri compiti istituzionali (ad esempio: vigilanza sulle banche e gli altri intermediari finanziari, ricerca, conduzione della politica monetaria nell’ambito del Sistema Europeo di Banche Centrali). Nel foglio informativo sulla Centrale dei Rischi vengono elencati i soggetti che partecipano al servizio e questi sono:

 la Banca d’Italia, che gestisce il servizio;  gli intermediari segnalanti:

− le banche iscritte nell'albo di cui all'art. 13 del Testo unico bancario (banche italiane e filiali di banche comunitarie ed extracomunitarie stabilite nel territorio della Repubblica);

− le società finanziarie iscritte nell'albo unico di cui all’articolo 106 del Testo unico bancario;

− le società di cartolarizzazione dei crediti (c.d. società veicolo) e le società cessionarie per la garanzia di obbligazioni bancarie (c.d. società di covered bond);

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− gli Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR) che investono in crediti;

− le società di assicurazioni, se erogano crediti.

le Centrali dei rischi pubbliche europee che hanno sottoscritto un accordo con la CR per lo scambio di dati sull’indebitamento estero della clientela;

 i soggetti segnalati, ad esempio le imprese iscritte alla Camera di commercio, le associazioni, le ditte individuali, le amministrazioni pubbliche e tutti coloro che hanno rapporti di credito e/o garanzia con un intermediario segnalante. Attraverso il servizio centralizzato dei rischi la Banca d’Italia fornisce agli intermediari partecipanti un’informativa utile, anche se non esaustiva, per la valutazione del merito di credito della clientela e, in generale, per l’analisi e la gestione del rischio di credito. Gli intermediari partecipanti comunicano mensilmente alla Banca d’Italia informazioni sulla loro clientela e ricevono, con la medesima periodicità, informazioni sulla posizione debitoria verso il sistema creditizio dei nominativi segnalati e dei soggetti a questi collegati. Gli intermediari, oltre a ricevere mensilmente con il flusso di ritorno7 i dati sui nominativi segnalati, possono chiedere alla CR informazioni sui seguenti soggetti e i loro coobbligati (servizio di prima informazione):

 coloro che si sono rivolti all’intermediario per un affidamento o per prestare una garanzia;

 coloro che sono già clienti dell’intermediario ma non raggiungono la soglia di segnalazione in CR.

Le richieste possono essere avanzate esclusivamente per finalità connesse con l’assunzione e la gestione del rischio di credito: i diretti interessati possono, a loro volta, richiedere i dettagli delle richieste avanzate a loro nome.

Le posizioni individuali di rischio sono rappresentate nella Centrale Rischi sulla base di un modello articolato in cinque sezioni, ognuna delle quali viene a sua volta ripartita in categorie di censimento, ovvero raggruppamenti di posizioni di rischio omogenee individuati sulla base delle caratteristiche delle operazioni censite. Per ogni categoria di censimento, inoltre, le posizioni di rischio sono ulteriormente classificate in funzione delle variabili di classificazione, le quali consentono di fornire una descrizione più dettagliata delle caratteristiche e della rischiosità delle operazioni in essere. In

7 E’ un servizio diretto agli intermediari creditizi e finanziari che segnalano alla Banca d’Italia. Sulla base

delle informazioni ricevute, la Banca d’Italia produce mensilmente degli elaborati che fornisce in forma gratuita ai vari segnalanti. In questo specifico caso la CR infatti invia mensilmente a ogni intermediario le posizioni globali di rischio di tutti i nominativi dallo stesso segnalati e dei loro coobbligati.

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particolare, mediante la variabile di classificazione “stato del rapporto”, vengono rilevate informazioni qualitative sulla situazione debitoria della clientela nel momento in cui si verifica un cambiamento di stato: il passaggio dei crediti a sofferenza, la ristrutturazione del credito, nonché la regolarizzazione di posizioni in precedenza segnalate a sofferenza o oggetto di ristrutturazione. “L’informazione sul passaggio dei crediti a sofferenza deve essere comunicata entro tre giorni lavorativi dalla data in cui i competenti organi aziendali hanno accertato lo stato di sofferenza. L’informazione sul venir meno della segnalazione a sofferenza deve essere trasmessa con la massima tempestività” (Banca d’Italia, 2017).

Ogni banca tiene sotto controllo i clienti anche attraverso un’analisi andamentale interna8, che permette di completare, sotto diversi aspetti, l’informazione fornita dalla Centrale Rischi. Questi dati presentano un forte potere anticipativo, la loro analisi permette di individuare preventivamente l’insorgere del deterioramento del merito creditizio delle controparti affidate. Consentono di ottenere un maggior dettaglio informativo rispetto agli schemi standard della Centrale Rischi, perché contengono sia i dati riferiti ai singoli contratti per ogni specifica forma tecnica che le informazioni relative al dettaglio della movimentazione dei singoli conti. Di solito sono rilevati con frequenza giornaliera, permettono quindi di analizzare il comportamento delle imprese affidate accuratamente nel tempo. Infatti i dati andamentali interni sono generalmente disponibili per la banca in tempo reale e consentono un monitoraggio più tempestivo della clientela, mentre i dati aggregati di Centrale Rischi sono disponibili con un ritardo di oltre un mese, dovendo attendere per i flussi di ritorno le elaborazioni della Banca d’Italia. Le indicazioni derivanti dall’analisi dei dati andamentali interni, comunque, vengono sempre confrontate e, al limite, corrette con le indicazioni di sistema derivanti dalla Centrale Rischi.

Nel momento in cui la posizione complessiva del cliente è scesa sotto i 30.000 euro oppure è estinta gli intermediari non devono più inviare la segnalazione a partire dal mese in cui si è verificato il cambiamento, questo però non comporta la cancellazione delle segnalazioni relative alle date precedenti.

Nel caso in cui ci sono errori nelle segnalazioni trasmesse, gli intermediari devono inviare subito le relative rettifiche che vengono acquisite dalla CR e comunicate immediatamente a tutti gli intermediari che avevano ricevuto l’informazione errata. Il

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Sono informazioni che descrivono il profilo di comportamento del cliente, rispetto alla stessa banca affidante, ottenute mediante la verifica dei dati interni.

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processo di aggiornamento è continuo; ne consegue che i dati presenti negli archivi della CR possono subire variazioni anche in intervalli di tempo minimi. Solo gli intermediari possono rettificare i dati segnalati; essi sono infatti i titolari dei rapporti con la clientela e dispongono della relativa documentazione. Gli intermediari sono gli unici responsabili dell'esattezza delle informazioni trasmesse alla CR. La Banca d’Italia non può modificare di propria iniziativa le segnalazioni ricevute.

Una errata o abusiva segnalazione in Centrale dei Rischi può comportare, specie per le imprese, un serio pregiudizio alla reputazione nonché all’immagine del segnalato. In un caso del genere è indiscutibile la responsabilità della banca segnalante nei confronti del cliente danneggiato. Tale responsabilità, in linea di principio, deriva dalla mancanza di diligenza professionale richiesta alla banca nella valutazione di tutti i presupposti richiesti per procedere alla segnalazione. La diligenza professionale deve sempre caratterizzare, specie per la gravità degli effetti pregiudizievoli che ne possono derivare, l’attività di trasmissione dei flussi di dati da parte delle banche alla Centrale dei Rischi di Banca d’Italia.

2.1.4 − Prevenire il deterioramento del portafoglio crediti

Le banche oltre a munirsi di strumenti idonei a fronteggiare i crediti già deteriorati, devono individuare strumenti capaci di prevenire la loro creazione. È importante osservare che negli ultimi anni le banche hanno concesso un numero minore di prestiti alle imprese effettuando maggiori controlli, pertanto il numero di crediti deteriorati tenderà evidentemente a diminuire. Secondo i ministri finanziari sono necessari maggiori controlli e monitoraggi per prevenire la formazione di nuovi crediti deteriorati, con regole che dovranno rispettare, in prospettiva, tutte le banche.

Nel primo semestre 2016, secondo i dati di Banca d’Italia, i nuovi crediti deteriorati sono tornati ai livelli prima della crisi, proseguendo il recupero iniziato a fine 2015, che a giugno 2016 ha visto calare la consistenza delle sofferenze nette al 10,4% dei prestiti bancari. Intanto, le banche hanno aumentato notevolmente la copertura dei crediti a rischio, e in base alle ispezioni BCE ancora in corso si può notare che la maggior parte delle grandi banche sta procedendo a nuovi accantonamenti per avvicinare il valore di carico a quello di mercato dei Non Performing Loans. Molte iniziative per abbattere

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l’ammontare dei crediti deteriorati erano in via di negoziazione, tra cui: la GACS9

, lo strumento approvato dal governo, che tuttavia mostra tempi di avvio lunghi e costosi per le banche; Atlante 2, fondo di sistema per l’acquisto di NPL a un valore più alto dei prezzi offerti dai fondi stranieri.

Il peso dei crediti in bonis a rischio di caduta nei deteriorati dal 2018 sarà molto più gravoso per i bilanci delle banche rispetto a quanto accaduto sinora. Per questo oggi è importante per gli istituti di credito dotarsi di sistemi in grado di anticipare questi trend. Anche i nuovi principi contabili sono stati sviluppati con questo spirito, infatti nel passaggio dall’applicazione del principio contabile IAS 39 all’IFRS 9, che ci sarà nel 2018, le banche dovranno effettuare accantonamenti basati sulle perdite attese e non più su quelle effettivamente registrate. In pratica, mentre oggi le perdite si devono rilevare solo al verificarsi di specifici eventi, domani le banche saranno chiamate ad anticipare la rilevazione delle perdite ai primi segnali di deterioramento. I crediti in bonis, infatti, saranno distinti tra quelli con merito creditizio stabile rispetto al momento dell’erogazione e quelli con merito significativamente peggiorato. Già dal 2017 le rettifiche sono calcolate sia con il vecchio che con il nuovo regime, che poi entrerà definitivamente in vigore l’anno prossimo. Dalla pubblicazione di Grande e Gabardo (2016), il primo è il Responsabile Unità di Consulenza Cerved e il secondo Head of Analytics Italia Experian, le rettifiche collettive sui prestiti a medio-lungo termine in bonis salirebbero del 118% per le imprese e del 62% per i privati nello scenario di base, mentre in caso di recessione l’aumento sarebbe del 134% per le imprese e del 95% per i privati. L’impatto sugli accantonamenti nel passaggio al nuovo principio contabile per le imprese è illustrato nella figura successiva.

9 GACS (Garanzia Cartolarizzazione Sofferenze) - Il Governo italiano ha recentemente approvato il

Decreto Legge n. 18 del 14 febbraio 2016 che prevede il rilascio di una garanzia statale finalizzata ad agevolare lo smobilizzo dei crediti in sofferenza dai bilanci delle banche italiane.

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Figura 2.1. Impatto sugli accantonamenti nel passaggio al nuovo principio contabile

Fonte: Cerved - Experian

Detto questo, quali strumenti individuano in anticipo un’eventuale tendenza al peggioramento del merito di credito? Un sistema in grado di analizzare i dati di bilancio, riclassificandoli in base alle proprie esigenze è un buon punto di partenza ma non basta. Un altro set interessante di variabili da analizzare è quello offerto dall’esame della Centrale dei Rischi di Banca d’Italia: non il prospetto a disposizione della singola banca esposta verso l’azienda cliente, ma quello che la Banca d’Italia fornisce all’azienda che ne faccia esplicita richiesta e che include la sua posizione nei confronti delle singole banche per singole linee di credito in tempo quasi reale. Un documento, però, che così come consegnato dall’organo di Vigilanza è molto complicato da leggere. Oltre alle variabili puramente finanziarie se ne possono associare altre che tengono conto degli aspetti operativi, procedurali, di sicurezza e delle variabili esterne (il cosiddetto enterprise risk management.

In conclusione le banche dovrebbero cercare di evitare di concedere prestiti eccessivamente rischiosi mediante un’adeguata valutazione del merito di credito dei prenditori, ma anche attraverso un idoneo sistema di monitoraggio per la rilevazione precoce delle sopravvenute difficoltà dei debitori e la conseguente adozione di misure appropriate. In certi casi la consulenza offerta al cliente riguardo alle sue finanze può bastare da sola a prevenire il deterioramento di un credito.

Molto importante è anche il ruolo dell’Organo Amministrativo, il quale definisce una strategia generale di gestione del portafoglio creditizio improntata ad una contenuta

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propensione al rischio e ad una assunzione consapevole dello stesso, più nel dettaglio si tratta:

 nel rigettare operazioni che possano pregiudicare la redditività e la solidità della Banca;

 nella non ammissibilità di forme tecniche che comportano l’assunzione di rischi non coerenti con il profilo di rischio adottato;

 nella valutazione attuale e prospettica della rischiosità del portafoglio crediti, considerato complessivamente e a vari livelli di disaggregazione;

 nella diversificazione delle esposizioni, al fine di contenerne la concentrazione;  nell’acquisizione delle garanzie necessarie per la mitigazione del rischio.

Coerentemente con le indicazioni di Banca d’Italia e del Comitato di Basilea, al fine di valutare il merito creditizio della clientela, il Consiglio di Amministrazione ha ritenuto opportuno adottare strumenti interni di valutazione, volti a garantire una migliore stima dell’affidabilità dei clienti e dell’opportunità di concedere l’affidamento richiesto. In particolare, grazie all’adozione del Credit Rating System, la Banca dispone di uno strumento che sintetizza il grado di solvibilità degli affidatari. Inoltre, il modello di valutazione del merito creditizio adottato si compone, oltre che del sistema di scoring, anche dell’insieme strutturato e documentato delle metodologie, dei processi organizzativi/di controllo e delle basi dati che consentono la raccolta delle informazioni rilevanti e la loro elaborazione per la formulazione di valutazioni sintetiche relative ai seguenti aspetti: merito di credito di un soggetto non ancora affidato, merito di credito di un soggetto già affidato e stima della percentuale di recupero in caso di default.