All’interno delle scuole italiane l’autocostruzione è uno strumento riconosciuto ma non ampiamente diffuso. Spesso gli studenti, per partecipare ad attività di autocostruzione, si ritrovano coinvolti nell’organizzazione del cantiere stesso, in alcuni casi fondando veri e propri teams o associazioni. In questo capitolo vengono proposte alcune interviste a studenti che hanno partecipato o organizzato attività di cantiere didattico, con l’obiettivo di raccontare le modalità d’applicazione dell’autocostruzione in Italia nonché delle necessità organizzative dei gruppi di lavoro; inoltre vengono presentate alcuni progetti italiani di autocostruzione con l’intenzione di esporre alcune delle migliori esperienze italiane.
In Italia stiamo assistendo ad un periodo storico caratterizzato dalla crisi lavorativa di numerosi settori, la domanda di lavoro è scarsa mentre è alta la richiesta; in ambito architettonico si richiedono in particolar modo figure professionali giovani e con esperienze pratiche; una richiesta che trova poche risposte a causa di un iter universitario lungo e spesso colmo di attività teoriche che non offrono le nozioni utili all’inserimento lavorativo odierno. Secondo l’Istat infatti le difficoltà relative alle nuove assunzioni sono dovute all’inadeguatezza della preparazione per il 24,7% dei candidati. La figura dell’architetto inoltre deve “occuparsi degli elaborati progettuali, si reca in cantiere per accertare lo svolgimento del lavoro da parte degli operai. Si occupa di assistenza tecnica sui progetti per fabbricati civili e del controllo di conformità nello sviluppo degli stessi.
Progetta edifici, effettua preventivi per potenziali clienti, dirige e coordina il cantiere.
Sviluppa progetti di arredamento urbano (panchine, parchi, chiostri, biglietterie).
Realizza disegni o progetti di arredamento interno utilizzando il programmi cad. Si occupa di formulare preventivi e della progettazione in ambito civile”27. Di questo elenco di capacità solo una piccola parte viene sviluppata all’interno delle mura universitarie, affidando l’acquisizione di tutte le competenze di carattere pratico al primo periodo di esperienza lavorativa successivo alla laurea. Risulta quindi chiaro come un neo laureato in architettura si trovi di fronte a numerose difficoltà nell’ottenimento di un primo incarico; il tirocinio post-laurea rappresenta una modalità d’assunzione utile ma non
All’interno delle scuole italiane l’autocostruzione è uno strumento riconosciuto ma non ampiamente diffuso. Spesso gli studenti, per partecipare ad attività di autocostruzione, si ritrovano coinvolti nell’organizzazione del cantiere stesso, in alcuni casi fondando veri e propri teams o associazioni. In questo capitolo vengono proposte alcune interviste a studenti che hanno partecipato o organizzato attività di cantiere didattico, con l’obiettivo di raccontare le modalità d’applicazione dell’autocostruzione in Italia nonché delle necessità organizzative dei gruppi di lavoro; inoltre vengono presentate alcuni progetti italiani di autocostruzione con l’intenzione di esporre alcune delle migliori esperienze italiane.
In Italia stiamo assistendo ad un periodo storico caratterizzato dalla crisi lavorativa di numerosi settori, la domanda di lavoro è scarsa mentre è alta la richiesta; in ambito architettonico si richiedono in particolar modo figure professionali giovani e con esperienze pratiche; una richiesta che trova poche risposte a causa di un iter universitario lungo e spesso colmo di attività teoriche che non offrono le nozioni utili all’inserimento lavorativo odierno. Secondo l’Istat infatti le difficoltà relative alle nuove assunzioni sono dovute all’inadeguatezza della preparazione per il 24,7% dei candidati. La figura dell’architetto inoltre deve “occuparsi degli elaborati progettuali, si reca in cantiere per accertare lo svolgimento del lavoro da parte degli operai. Si occupa di assistenza tecnica sui progetti per fabbricati civili e del controllo di conformità nello sviluppo degli stessi.
Progetta edifici, effettua preventivi per potenziali clienti, dirige e coordina il cantiere.
Sviluppa progetti di arredamento urbano (panchine, parchi, chiostri, biglietterie).
Realizza disegni o progetti di arredamento interno utilizzando il programmi cad. Si occupa di formulare preventivi e della progettazione in ambito civile”27. Di questo elenco di capacità solo una piccola parte viene sviluppata all’interno delle mura universitarie, affidando l’acquisizione di tutte le competenze di carattere pratico al primo periodo di esperienza lavorativa successivo alla laurea. Risulta quindi chiaro come un neo laureato in architettura si trovi di fronte a numerose difficoltà nell’ottenimento di un primo incarico; il tirocinio post-laurea rappresenta una modalità d’assunzione utile ma non sempre sufficiente in quanto non è sempre possibile assicurare un’esperienza lavorativa propedeutica all’acquisizione delle esperienze richieste28.
L’autocostruzione come strumento didattico rappresenta quindi, all’interno delle università italiane, una “novità” che risponde alla precisa necessità degli studenti di architettura di arricchire il proprio bagaglio tecnico-culturale con esperienze pratiche,
All’interno delle scuole italiane l’autocostruzione è uno strumento riconosciuto ma non ampiamente diffuso. Spesso gli studenti, per partecipare ad attività di autocostruzione, si ritrovano coinvolti nell’organizzazione del cantiere stesso, in alcuni casi fondando veri e propri teams o associazioni. In questo capitolo vengono proposte alcune interviste a studenti che hanno partecipato o organizzato attività di cantiere didattico, con l’obiettivo di raccontare le modalità d’applicazione dell’autocostruzione in Italia nonché delle necessità organizzative dei gruppi di lavoro; inoltre vengono presentate alcuni progetti italiani di autocostruzione con l’intenzione di esporre alcune delle migliori esperienze italiane.
In Italia stiamo assistendo ad un periodo storico caratterizzato dalla crisi lavorativa di numerosi settori, la domanda di lavoro è scarsa mentre è alta la richiesta; in ambito architettonico si richiedono in particolar modo figure professionali giovani e con esperienze pratiche; una richiesta che trova poche risposte a causa di un iter universitario lungo e spesso colmo di attività teoriche che non offrono le nozioni utili all’inserimento lavorativo odierno. Secondo l’Istat infatti le difficoltà relative alle nuove assunzioni sono dovute all’inadeguatezza della preparazione per il 24,7% dei candidati. La figura dell’architetto inoltre deve “occuparsi degli elaborati progettuali, si reca in cantiere per accertare lo svolgimento del lavoro da parte degli operai. Si occupa di assistenza tecnica sui progetti per fabbricati civili e del controllo di conformità nello sviluppo degli stessi.
Progetta edifici, effettua preventivi per potenziali clienti, dirige e coordina il cantiere.
Sviluppa progetti di arredamento urbano (panchine, parchi, chiostri, biglietterie).
Realizza disegni o progetti di arredamento interno utilizzando il programmi cad. Si occupa di formulare preventivi e della progettazione in ambito civile”27. Di questo elenco di capacità solo una piccola parte viene sviluppata all’interno delle mura universitarie, affidando l’acquisizione di tutte le competenze di carattere pratico al primo periodo di esperienza lavorativa successivo alla laurea. Risulta quindi chiaro come un neo laureato in architettura si trovi di fronte a numerose difficoltà nell’ottenimento di un primo incarico; il tirocinio post-laurea rappresenta una modalità d’assunzione utile ma non sempre sufficiente in quanto non è sempre possibile assicurare un’esperienza lavorativa propedeutica all’acquisizione delle esperienze richieste28.
L’autocostruzione come strumento didattico rappresenta quindi, all’interno delle università italiane, una “novità” che risponde alla precisa necessità degli studenti di architettura di arricchire il proprio bagaglio tecnico-culturale con esperienze pratiche,
strettamente correlate al futuro inserimento nel mondo del lavoro. Le attività di Learning By Doing inoltre, come abbiamo visto precedentemente, possono rivestire un ruolo chiave per la soluzione di alcuni problemi presenti nelle comunità, costituendo una fase di sperimentazione in grado di fornire risposte concrete.
Se da un lato possiamo affermare che il cantiere didattico, inteso come metodo per l’apprendimento, risulta poco presente all’interno delle scuole di architettura, dall’altro è doveroso riconoscere che è solo grazie agli ambienti universitari che si stanno sviluppando sempre più realtà studentesche in grado di offrire questo tipo di esperienza.
Nelle pagine successive vengono proposti alcuni casi studio che sono stati selezionati prestando attenzione all’importanza del ruolo dello studente di architettura nel contesto in cui viene inserito, presentando team studenteschi, associazioni, workshop. Dopo la descrizione dell’intervento realizzato si presta particolare attenzione ai caratteri descrittivi nel tentativo di definirne un profilo identitario, applicando di fatto la stessa operazione svolta per i casi studio internazionali. Questa raccolta di casi italiani di autocostruzione vuole in conclusione offrire la possibilità di delineare gli aspetti comuni che, per scelta o per natura, sono presenti nei cantieri didattici ed evidenziare, parallelamente, le criticità ricorrenti con le relative soluzioni adottate. Alcuni aspetti potrebbero apparire, nella loro interpretazione, ridondanti o assenti ma essi rappresentano in realtà, almeno in parte, un primo risultato d’analisi; testimoni della natura e delle caratteristiche del cantiere didattico.