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Esperimento sulla metonimia logica 1 Metod

PARTE II – ESPERIMENTI 2.1 Introduzione

2.4. Esperimento sulla metonimia logica 1 Metod

Sulla base delle triplette ad alta tipicalità derivate dai risultati del Norming Study 2 sono state elaborate 50 frasi con metonimia logica. Ai partecipanti è stato chiesto di fornire per ognuna di esse l’interpretazione ritenuta più idonea. Lo scopo del task è quello di indagare il funzionamento del fenomeno linguistico in questione, con un focus maggiore sul ruolo dell’agente.

2.4.2. Partecipanti

Hanno partecipato volontariamente e in maniera anonima ben 44 soggetti normo-dotati (17 femmine e 27 maschi) di madrelingua italiana, per lo più compresi nella fascia d’età 18-29 anni. Il 68,2% dei partecipanti (30 soggetti su 44 totali) ha dichiarato di possedere almeno una laurea; mentre il restante 31,8% (14 soggetti su 44 totali) ha sostenuto di aver ricevuto un grado di istruzione corrispondente a quello delle scuole medie superiori. Tali fattori non hanno contribuito in nessun modo sul tipo di interpretazione elicitata dai soggetti.

2.4.3. Materiali

Dato l’elevato numero di triplette derivate dal secondo studio di norma, si è scelto di selezionarne soltanto 50, da cui sono state poi elaborate le espressioni con metonimia logica, attraverso l’utilizzo di soli due verbi aspettuali: cominciare e finire (verbi metonimici per eccellenza). Nel processo di selezione si è provato a scegliere soggetti ed eventi differenti; tuttavia, la bassa eterogeneità dei risultati ottenuti dallo studio di norma non ha permesso di soddisfare pienamente tale requisito. Ad ogni modo, si è comunque preferito utilizzare semplicemente quanto affermato dai parlanti stessi, senza ricorrere all’elaborazione di materiale ad hoc. Per ogni complemento oggetto sono state formulate

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due frasi contenenti lo stesso verbo metonimico, ma soggetto diverso, allo scopo di indagare proprio il ruolo esercitato dall’agente sull’interpretazione.

2.4.4. Procedura

Il test è stato realizzato con Google Forms e sotto ogni espressione metonimica compariva uno spazio sufficiente al partecipante per poter scrivere la propria interpretazione, ma anche commenti sul grado di grammaticalità. L’accoppiamento di determinati complementi oggetti con alcuni soggetti, sulla base dei dati precedentemente raccolti, poteva non essere sempre così scontato. In questo modo, l’autrice ha voluto verificare se le sue impressioni corrispondessero a quelle degli altri parlanti italiani. Le frasi sono state presentate ad ogni soggetto secondo un ordine ogni volta diverso, generato automaticamente dal tool, così da eliminare effetti di priming. Al fine poi di garantire il completamente delle risposte da parte di tutti i soggetti intervistati, è stata selezionata l’opzione di obbligatorietà. Il compito è stato distribuito a persone conoscenti e non attraverso in maniera digitale i social network.

2.4.5. Risultati

Nella tabella sottostante sono riportati tutti i risultati così ottenuti. Sono stati ordinati con lo scopo di evidenziare già ad una prima impressione l’importante ruolo dell’agente esercitato sull’interpretazione di espressioni metonimiche con lo stesso verbo aspettuale e complemento oggetto. Nella scelta dell’evento si è tenuto conto dello stesso criterio utilizzato per il primo studio di norma, ossia sono stati accorpati, laddove necessario, soltanto i sinonimi assoluti del tipo pulire/lavare.

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Espressione metonimica Evento Implicito

Il barista ha finito l’aperitivo PREPARARE I ragazzi hanno finito l’aperitivo BERE

La colf ha cominciato il bagno PULIRE Il muratore ha cominciato il bagno COSTRUIRE

I bambini hanno finito i biscotti MANGIARE Il pasticcere ha finito i biscotti FARE/PREPARARE

Il musicista ha cominciato la canzone SUONARE

L’autore ha cominciato la canzone SCRIVERE/COMPORRE

Il costruttore ha finito la casa COSTRUIRE La casalinga ha finito la casa PULIRE

La cuoca ha cominciata la cena PREPARARE/CUCINARE Gli ospiti hanno cominciato la cena MANGIARE

Lo chef ha finito la cucina PULIRE La domestica ha finito la cucina PULIRE

Il dj ha cominciato il disco SUONARE Il cantante ha cominciato il disco INCIDERE

Il professore ha finito l’esercizio SPIEGARE Gli allievi hanno finito l’esercizio SVOLGERE

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Il regista ha cominciato il film GIRARE Il critico ha cominciato il film GUARDARE

L’avvocato ha finito la lettera SCRIVERE L’innamorato ha finito la lettera SCRIVERE

L’insegnante ha cominciato la lezione SPIEGARE Il praticante ha cominciato la lezione SEGUIRE

Lo scrittore ha finito il libro SCRIVERE Lo studente ha finito il libro LEGGERE

L’alpinista ha cominciato la montagna SCALARE L’avventuroso ha cominciato la montagna SCALARE

Il carpentiere ha finito il muro COSTRUIRE L’imbianchino ha finito il muro IMBIANCARE

Il camionista ha cominciato il panino MANGIARE Il salumiere ha cominciato il panino PREPARARE

I calciatori hanno finito la partita GIOCARE I tifosi hanno finito la partita GUARDARE

Il pittore ha cominciato il quadro DIPINGERE

L’esperto d’arte ha cominciato il quadro ANALIZZARE7CRITICARE

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La nonna ha finito la sciarpa CUCIRE

Il giardiniere ha cominciato la siepe TAGLIARE/POTARE L’esperto ha cominciato siepe TAGLIARE/POTARE

Il fumatore ha finito la sigaretta FUMARE L’amico ha finito la sigaretta FUMARE

La maestra ha cominciato la storia RACCONTARE Il giornalista ha cominciato la storia SCRIVERE

Il compagno ha finito la valigia FARE/PREPARARE Il turista ha finito la valigia FARE/PREPARARE

*L’elettricista ha cominciato la vetrata CASO PARTICOLARE L’architetto ha cominciato la vetrata PROGETTARE

La commessa ha finito la vetrina ALLESTIRE Il lavavetri ha finito la vetrina PULIRE

Tabella 2. Risultati Esperimento Metonimia Logica

I dati raccolti mostrano che gli eventi recuperati sono quelli tipicamente associati a certi scenari immagazzinati comunemente nella mente dei parlanti di una stessa comunità linguistica (le risposte qui fornite corrispondono a quelle ottenute dai risultati del primo studio di norma); l’agente gioca sicuramente un ruolo fondamentale sull’interpretazione dell’espressione metonimica; anche la convenzionalità è un fattore che sembra incidere

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sul fenomeno in questione e che andrebbe indagato ulteriormente. Tutti questi punti saranno trattati in maniera più approfondita nel prossimo paragrafo.

2.4.6. Discussione

 Il ruolo del soggetto

Come è già stato sottolineato, è facile osservare già dalla tabella dei risultati che l’agente gioca sicuramente un ruolo fondamentale nella scelta dell’interpretazione più appropriata a quella determinata espressione metonimica. Vediamo più nel dettaglio qualche esempio:

 a) Il barista ha finito l’aperitivo = PREPARARE vs. b) I ragazzi hanno finito l’aperitivo = BERE

 a) La colf ha cominciato il bagno = PULIRE vs. b) Il muratore ha cominciato il bagno = COSTRUIRE

 a) I bambini hanno finito i biscotti = MANGIARE vs. b) Il pasticcere ha finito i biscotti = FARE/PREPARARE

Senza variare né il verbo aspettuale, né il complemento oggetto, l’evento implicito recuperato nella prima frase è completamente diverso da quello recuperato nella seconda, proprio perché certe azioni sono più tipiche di alcuni agenti rispetto ad altre. È chiaro che anche un ragazzo può preparare un aperitivo, ma sicuramente l’atto assume più rilevanza in rapporto ad un soggetto quale il barista, che di professione esegue mansioni simili. Se si parla di colf viene subito in mente l’ambito delle pulizie, così come se invece si pensa al muratore allora la prima azione suggerita è quella del costruire. Infine, la nostra conoscenza del mondo ci dice che raramente un bambino sarebbe in grado di prepararsi da sé i biscotti, è più probabile immaginare una scena in cui lo stesso protagonista sia intento a mangiarli. E si potrebbe continuare così per la maggior parte

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delle frasi indicate nella tabella. Ciò che conta, però, è la conferma dell’importanza del soggetto nell’interpretazione della metonimia logica. Inoltre va sottolineata anche la scelta stessa degli eventi elicitati dai partecipanti: essi rientrano perfettamente nelle azioni più tipiche associate a un determinato complemento oggetto. Un solo nome quindi può attivare degli scenari specifici immagazzinati nella nostra memoria e frequentemente connessi a quell’entità (anche sulla base della nostra conoscenza del mondo), e la scelta dell’uno o dell’altro è influenzata dall’agente descritto. Tuttavia, nella tabella sopra riportata compaiono dei casi particolari che meritano di essere trattati singolarmente.

Esempio 1: a) Lo chef ha finito la cucina = PULIRE; b) La domestica ha finito la cucina = PULIRE;

Come mai due soggetti così diversi tra loro innescano lo stesso evento? Senza contare poi il fatto che l’azione stessa del pulire associata a chef risulta un po' strana, nel senso che forse non sarebbe la prima ad essere recuperata, considerato che generalmente la sua attività principale è quella di cucinare. È chiaro quindi che in questo caso l’influenza dell’agente non è stata così forte da suggerire un evento diverso da quello riportato. Probabilmente, invece, ha indebolito l’associazione chef -> cucinare lo stesso complemento oggetto, di cui si è già parlato nel paragrafo di illustrazione del Norming Study 1: cucina rappresenta un nome complesso e ambiguo, che rientra solo al limite nei casi di metonimia logica. Si può perciò ipotizzare che siamo di fronte ad un’espressione metonimica meno tipica delle altre e che proprio per questo ha forse destato qualche difficoltà di interpretazione nei partecipanti. A riprova di ciò, è opportuno segnalare che ben 5 soggetti hanno riportato come risposte le seguenti: “non so”, “non ha senso”, “non saprei come interpretarla”. Magari la presenza di un contesto extra-frasale avrebbe sicuramente aiutato nella scelta di un’interpretazione diversa, ma questo significa comunque che tale espressione non è puramente metonimica. Inoltre è interessante notare che cucinare non assume affatto un punteggio significativo e viene invece superata dall’azione di sistemare. Un altro caso in cui il soggetto non evoca esattamente l’attività prevista è il seguente:

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Esempio 2: b) Il critico ha cominciato il film = GUARDARE

Il problema qui non è la mancanza di diversità tra le due frasi con lo stesso verbo aspettuale e lo stesso complemento oggetto; ma piuttosto l’associazione tra l’agente il critico e l’evento guardare, che non corrisponde a quello più atteso. Ci si aspetterebbe, infatti, in questo caso un’azione del tipo criticare/ analizzare/ recensire; e invece la metà dei partecipanti interpreta l’espressione diversamente. È chiaro che un critico sicuramente guarderà il film prima di giudicarlo, ma è anche vero che chiunque può compiere tale azione; molto più specifica è invece quella del recensire e che secondo le aspettative dell’autrice doveva essere immediatamente recuperata grazie alla presenza del soggetto il critico. Tale esempio ci fornisce quindi un’ulteriore riflessione in merito agli eventi che generalmente vengono recuperati nell’interpretazione della metonimia logica: si tratta di verbi molto frequenti che descrivono azioni comuni e che rientrano perfettamente nel vocabolario base di ogni parlante, persino di un apprendente della lingua italiana. Inoltre è probabile che l’associazione critico-recensire non sia così forte come negli altri casi. La nostra conoscenza del mondo ci dice che tale figura può essere ritrovata in vari ambiti, anche se la sua attività si può spesso far rientrare nel senso di analizzare. Tuttavia, è possibile che il complemento oggetto abbia anche in questo caso (come in quello di lo chef ha finito la cucina) esercitato un’influenza maggiore che ha così indebolito quella del soggetto: analizzare un film ha senso, ma forse non è tra le attività principali che vengono subito richiamate alla mente (il verbo analizzare è più spesso associato ad un nome come testo o quadro). Sembra quindi che tra i fattori che influenzano il fenomeno della metonimia logica ci sia un gioco di forze che può cambiare a seconda dei casi: se l’associazione tra soggetto e complemento oggetto è molto forte, significa che c’è uno scenario ben specifico che viene subito attivato nella mente dei parlanti; quando, invece, questo non si verifica allora intervengono altre condizioni. Cerchiamo di comprendere meglio che cosa succede:

Esempio 3: a) L’avvocato ha finito la lettera = SCRIVERE vs. L’innamorato ha finito la lettera = SCRIVERE;

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b) L’alpinista ha cominciato la montagna = SCALARE vs. L’avventuroso ha cominciato la montagna = SCALARE;

Nell’esempio 3a entrambi i soggetti non evocano uno scenario particolare immediatamente associato a lettera, per cui ciò che prevale è il legame tra complemento oggetto e verbo; e scrivere, secondo i dati ottenuti dal primo studio di norma, è il primo evento immediatamente innescato dal nome strumento. Allo stesso modo, nel caso riportato in 3b, l’influenza del complemento oggetto è maggiore di quella del soggetto perché l’associazione montagna -> scalare è più forte di avventuroso -> scalare. Discorso diverso per alpinista, che gioca inevitabilmente un ruolo fondamentale nell’interpretazione. La stessa situazione si ritrova in frasi quali: l’esperto ha cominciato la siepe = TAGLIARE/POTARE vs. il giardiniere ha cominciato la siepe = TAGLIARE/POTARE; l’amico ha finito la sigaretta = FUMARE vs. il fumatore ha finito la sigaretta = FUMARE; il compagno ha finito la valigia = FARE/PREPARARE vs. il turista ha finito la valigia = FARE/PREPARARE. Si può ipotizzare quindi che certi nomi strumento innescano scenari così specifici che diventa difficile pensare a qualcosa di diverso e probabilmente in queste situazioni che saltano immediatamente alla mente vengono già visualizzati gli agenti tipici (alpinista, giardiniere, fumatore, turista). Tuttavia, anche quando questi ultimi sono assenti, quell’azione è così legata a quel determinato complemento oggetto che viene ugualmente recuperata. Un caso leggermente diverso dai precedenti, invece, è rappresentato da:

Esempio 4: a) La sarta ha finito la sciarpa = CUCIRE; b) La nonna ha finito la sciarpa = CUCIRE;

Qui è ancora molto forte l’associazione sciarpa -> cucire; tuttavia, nell’immaginario collettivo tra i compiti della nonna c’è anche quello di ricamare, tessere la lana e affini, a dimostrazione del fatto che un ruolo cruciale è svolto pure dalla nostra conoscenza del mondo.

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 L’interpretazione dominante c’è o non c’è?

Per la maggior parte delle espressioni metonimiche analizzate è possibile individuare un’interpretazione dominante. Ciò non sorprende se si considera che le frasi sono state elaborate sulla base delle triplette ad alta tipicalità derivate dal secondo studio di norma. Cosa è avvenuto invece negli altri casi? Inutile dire che lo chef ha finito la cucina rientra esattamente tra le espressioni che non hanno registrato un’interpretazione dominante e le ragioni sono le stesse illustrate nel paragrafo precedente. Esistono poi casi come il dj ha cominciato il disco, in cui la molteplicità di eventi ugualmente probabili da poter associare alla frase crea una dispersione dei dati, per cui a nessuna azione viene associato un punteggio particolarmente significativo. In queste situazioni diventa cruciale nella scelta dell’interpretazione ritenuta più appropriata la conoscenza e l’esperienza del mondo di ogni singolo parlante (comprese le abitudini quotidiane, come testimoniato dai risultati del primo studio di norma). L’evento selezionato (quello che appare nella tabella dei risultati) è sicuramente quello che ha raggiunto un punteggio più alto rispetto agli altri elencati, ma è probabile sia subito seguito da un verbo che è pure frequentemente associato a quello scenario. Ha quindi ancora senso parlare di interpretazione dominante? Se si aggiungesse altro contesto, sarebbe comunque quell’azione a prevalere sulle altre? Probabilmente no. E se quindi immaginassimo il concetto di interpretazione dominante come qualcosa dai confini molto meno definiti? Espressioni metonimiche come Il camionista ha cominciato il panino = MANGIARE (44/44), in cui a nessuno dei partecipanti che hanno completato il task è venuto in mente un altro tipo di evento, potrebbero rappresentare una delle estremità del gradiente [+ interpretazione dominante]. Dall’altro lato troveremmo invece casi come il dj ha cominciato il disco [- interpretazione dominante], dove l’evento implicito selezionato (suonare) raggiunge un punteggio molto basso, ma comunque superiore a tutti gli altri elencati e mostra poco distacco (numerico) dal suo successore (suonare (15/44), riprodurre (10/44), mixare (5/44), mettere (4/44), incidere (3/44), comporre (2/44), ascoltare (1/44), usare (1/44), trasmettere (1/44), preparare (1/44), girare (1/44)). Infine, nel mezzo ci sarebbero tutte

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quelle frasi come La maestra ha cominciato la storia, dove il numero di interpretazioni ugualmente probabili diminuisce e di conseguenza aumenta il punteggio associato al singolo verbo, rendendo ancora più difficile poter parlare di interpretazione dominante in senso stretto (raccontare (20/44), spiegare (16/44), leggere (7/44), dettare (1/44)).

 La convenzionalità

Anche se i risultati ottenuti confermano quanto ipotizzato, molto interessanti sono state anche le risposte dei parlanti che deviavano dalle aspettative. In alcuni casi, infatti, qualche partecipante ha segnato come risposta “non cambierei nulla”, “la lascerei così”, oppure ha semplicemente effettuato una ripetizione del verbo aspettuale. Ciò suggerisce che molte espressioni metonimiche sono altamente convenzionali. L’evento non esplicitato viene interpretato in maniera automatica e per i non addetti ai lavori diventa difficile distinguerlo dagli altri elementi linguistici e capire quindi che in realtà non è presente nella frase. Qui di seguito l’elenco completo di tutte le espressioni metonimiche che hanno registrato almeno una risposta come quelle sopra riportate:

 I bambini hanno finito i biscotti  Il musicista ha cominciato la canzone  Il costruttore ha finito la casa

 Il professore ha finito l’esercizio  L’insegnante ha cominciato la lezione  Il carpentiere ha finito il muro

 I calciatori hanno finito la partita  Il pittore ha cominciato il quadro  Il fumatore ha finito la sigaretta  Il compagno ha finito la valigia  I ragazzi hanno finito l’aperitivo  Gli ospiti hanno cominciato la cena

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 Il cantante ha cominciato il disco  Il praticante ha cominciato la lezione  Lo studente ha finito il libro

 L’imbianchino ha finito il muro  La nonna ha finito la sciarpa  L’amico ha finito la sigaretta

Di notevole interesse sono state, poi, un altro tipo di risposte, ossia quelle che segnalavano incertezza o difficoltà di interpretazione (es. “non so rispondere”, “non ha senso”, “non c’è interpretazione”). Vediamo di quali si tratta:

 Il barista ha finito l’aperitivo  La colf ha cominciato il bagno  Lo chef ha finito la cucina  *L’elettricista ha finito la vetrata  La commessa ha finito la vetrina  I tifosi hanno finito la partita

 L’esperto d’arte ha cominciato il quadro  L’esperto ha cominciato la siepe

Innanzitutto bisogna precisare che *L’elettricista ha finito la vetrata, già indicata nella tabella dei risultati come caso particolare, è stata (giustamente) percepita da quasi la metà dei partecipanti come una frase non ben formata (l’altra metà si è sforzata di assegnarle un evento, ma senza troppa connessione logica). Ciò deriva dalla scelta di utilizzare elettricista in associazione a vetrata, pur sapendo che in realtà le due entità hanno poco in comune. Tuttavia, come precisato all’inizio di questa sezione, nella costruzione delle espressioni metonimiche si è tenuto conto dei dati raccolti negli studi di norma, dove illuminare compariva tra gli eventi maggiormente associati a vetrata, e successivamente

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elettricista era stato segnalato l’agente tipico della coppia verbo-complemento oggetto. La colpa quindi è da far ricadere sicuramente sulla scelta dei materiali linguistici selezionati. Tuttavia, queste risposte ci confermano che siamo di fronte ad una metonimia logica non ben formata, e che inoltre gli altri casi sopra elencati potrebbero essere espressioni metonimiche meno tipiche delle altre.

PARTE III – CONCLUSIONI