• Non ci sono risultati.

LA SOSTENIBILITÀ APPLICATA ALL’IMPRESA: LA RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA (RSI)

2.1. Definizioni, effetti e strumenti della RSI attraverso l’evoluzione del contesto e della disciplina di riferimento

2.1.5. Etica e RSI: uno stretto legame

La prospettiva giuridica sembra prendere le distanze dalle iniziative private degli attori economici, che possono essere interpretate come “un’ordinamentalità etica in nome della quale il diritto accetta di sgretolare se stesso”.238 La preoccupazione che emerge in molti studiosi, tra cui lo stesso Rossi, è quella che la dottrina della RSI riduca il nucleo di valori sociali e le sue ambizioni alla necessità delle imprese di fornire una risposta etica alle esigenze espresse dal mercato, riducendosi ad una mera operazioni di marketing, magari attuata da imprese irresponsabili che tentano di darsi un “manto di rispettabilità” per aumentare la propria quota di mercato.

In altre parole, essi si oppongono all’etica degli affari come presupposto per l’introduzione di forme di autoregolazione etica e sociale delle imprese: in quanto legata prevalentemente alla virtù e alla coscienza individuale, l’etica è priva di ogni chiarezza ed effettività regolativa e ciò comporta che ogni ricorso all’autoregolazione degli affari è considerato concettualmente ingannevole.

A parere di chi scrive, però, questa visione dell’argomento ignora una delle definizioni più condivise dell’etica, come insieme delle norme sociali comunemente accettate (dunque condivise)

237 MUSO I. (2007), L’analisi economica e la responsabilità sociale d’impresa, p.69. 238 ROSSI G. ( ), Il gioco delle regole, p. 39.

113

sulla base di accordi e convenzioni. Il fatto che le norme etiche siano state accettate dalla comunità, le pone ad un livello superiore alle regole meramente prudenziali.

Tuttavia, è bene rilevare che, a causa della sua complessità concettuale, alla RSI è spesso associata un’eccedenza di senso: “chi se ne occupa da una prospettiva disciplinare specialistica sperimenta una sensazione di dispersione in un orizzonte epistemologico che lo trascende, e che nel contempo lo chiama ad un’assunzione di responsabilità e a una scelta che investe questioni di portata culturale generale di natura etica e filosofica”.239

In altre parole, un’analisi delle tematiche di RSI e dell’etica d’impresa richiede sia analisi specialistico-disciplinari, che un approccio universale, capace di cogliere la loro dimensione fortemente interdisciplinare e che studi il rapporto tra etica, diritto e economia.

L’attuale tendenza del dibattito intende rovesciare il paradigma liberista e restituire alla società e ai suoi valori fondamentali il primato rispetto all’economia, mettendo la dignità della persona al centro dell’orientamento etico dell’impresa, in quanto “quello che è buono per la società, è buono anche per l’impresa” e non il contrario.

L’evidenza empirica, infatti, ha dimostrato che non sempre il perseguimento dell’economicità è funzionale al benessere sociale e dagli anni Novanta ad oggi le sollecitazioni di tipo sociale ed ambientale a cui le organizzazioni imprenditoriali sono chiamate a provvedere hanno acceso il dibattito sulla RSI.240

Ecco che l’etica d’impresa241 si lega alla responsabilità sociale, sia in quanto connessa al rispetto delle disposizioni normative vigenti, sia in quanto tesa alla ricerca di legittimazione sociale (si basa infatti anche sullo studio dei valori condivisi dai membri della comunità di riferimento dell’impresa). In altre parole, la RSI si concretizza in un insieme di responsabilità e doveri che l’impresa ha verso i rispettivi stakeholder: essa adempie agli obblighi giuridici e si spinge oltre, operando in conformità alle aspettative espresse dai propri interlocutori. Per questo motivo, la RSI sposa perfettamente l’accezione di etica d’impresa come armonizzazione con l’ambiente sociale.

Nel dettaglio, un’impresa dovrà individuare e ordinare i valori etici da porre alla base della vita aziendale, trasmetterli all’interno della struttura organizzativa e applicarli puntualmente nelle scelte concrete di gestione, contribuendo in tal modo a creare una vera “cultura d’impresa”. Come ricorda Sciarelli (1999), infatti, “l’impresa può essere considerata un sistema o una struttura moralmente connotata; essa invero non recepisce soltanto i valori degli individui che entrano a far parte

239 TURSI A. (2006), Responsabilità sociale dell’impresa, “etica d’impresa” e diritto del lavoro.

240 GABROVEC MEI (1993), p.668: “la gestione d’impresa è tesa oggi a mediare le conflittualità, a gestire le mutabilità ambientali mantenendo una consonanza tra i diversi sistemi e tra diversi attori. L’impresa è chiamata ad una sensibilità sociale, in tale chiamata trovano intima soluzione sia i richiami etici che motivazioni direttamente ricollegabili a componenti di razionalità economica”.

241 L’etica d’impresa concerne i problemi di applicazione di principi etici nell’ambito di organizzazioni complesse, da SCIARELLI (1996), p.21.

114

dell’organizzazione, ma tende ad arricchire tali valori con i propri principi ovvero con le qualità poste a base della sua mission”.242

Riportando l’argomento dell’etica entro il topic della regolazione, Sacconi (1991) afferma che l’etica è un costrutto che si accompagna alla produzione legislativa, assumendo una valenza teorica e pratica in tre ambiti. 243

In primo luogo, egli rileva che l’etica viene ben prima della legge, poiché alla base di un ordinamento giuridico longevo e durevole vi è sempre un “consenso per intersezione” imparziale e riguardevole degli interessi e delle concezioni particolari e diffuse delle maggioranze.244 Parafrasando questa affermazione, gli assunti di base di una legge devono basarsi su dei valori condivisi e devono considerare particolari esigenze.

In secondo luogo, Sacconi ricorda che l’etica “va con la legge”, ossia si basa sull’accettazione spontanea dell’autorevolezza della legge e della legittimità dell’ordinamento costituzionale. In sostanza, l’analisi del profilo etico delle problematiche già parzialmente regolate dalle norme tradizionali, consente di estendere e meglio definire il loro campo di applicabilità (si pensi alle norme aperte della “buona fede”).

In terzo luogo, l’autore vede l’etica come costrutto che va oltre la legge, ossia è il mezzo attraverso il quale si cerca di ovviare alla mancanza di norme di dettaglio in alcune materie. In molti casi, infatti, si sono verificati casi di regolazione basati su principi generali o su norme bilaterali, definite dalle parti o da ordinamenti privati intermedi, supportati non necessariamente da sanzioni giuridiche, ma piuttosto da meccanismi di incentivazione (approvazione sociale, vantaggio economico, ostracismo sociale…).

Posto che, a livello generale, possiamo dare all’etica il significato di regola morale imparziale non legata a interessi materiali, oppure possiamo interpretarla come una scienza positiva, che aspira ad analizzare i fenomeni come si presentano effettivamente, è possibile evidenziare due funzioni dell’etica d’impresa:

• una giustificazione imparziale, non influenzata dagli assetti istituzionali né dalle regole dell’economia,

• un insieme di norme sociali di autoregolamentazione, basate sulla volontarietà e supportate da sanzioni non giuridiche, ma sociali, e motivate da svariate forze che, convergendo, gli garantiscono effettività (teoria degli effetti della reputazione e della fiducia).

242 SCIARELLI S. (1999), pp. 218-219. 243 SACCONI L. (1991).

115

2.1.6. RSI e diritto del lavoro: conflitto o complementarità? Le RSI nella dottrina