LA FINANZA COMPORTAMENTALE
2.2 LA TEORIA DEL PROSPETTO
2.3.3 EURISTICA DELL’ANCORAGGIO
Infine troviamo l’euristica dell’ancoraggio che sottolinea la tendenza dei soggetti a formulare le proprie previsioni o stime e ad effettuare le proprie scelte sulla base di un preciso termine di paragone76 (“àncora”, valore iniziale) ricorrendo eventualmente a degli aggiustamenti dello stesso per giungere a dare una risposta finale.
Il valore iniziale, o punto di partenza, molto spesso:
può essere suggerito dalla formulazione del problema;
può essere una stima di massima fatta in precedenza, non particolarmente approfondita;
può essere una stima formulata da altri soggetti, magari proveniente da fonti autorevoli/esperte.
In ogni caso, partendo da questa ancora, per poter giungere ad un valore finale definitivo, si procede con la fase dell’accomodamento ossia con la fase di analisi e integrazione delle informazioni disponibili che tuttavia, nella maggioranza dei casi, conduce a degli aggiustamenti che si rilevano
insufficienti77.
In base al punto di partenza preso in considerazione si giunge alla formulazione di stime differenti e, quindi, la determinazione della probabilità di un evento risulta essere sistematicamente pregiudicata dal valore iniziale a cui i soggetti rimangono ancorati.
75 Chapman, L. J. e Chapman, J. P. (1967). Genesis of popular but erroneous diagnostic observations. Journal of Abnormal Psychology, 72, p. 193-204
76
Cfr. M. Piattelli Palmarini, L’illusione di sapere, Milano, Mondadori, 1985 77
Slovic & Lichtenstein, 1971 Comparison of Bayesian and regression approaches to the study of information processing in judgement. Organizational Behavioral and Human Performance, 6, p. 649-744
A supporto di quanto detto si ricorda un famoso esperimento realizzato da Kahneman e Tversky nel 197478.
I due autori chiesero ad un gruppo di persone di stimare la percentuale di Nazioni africane nell’ambito dell’Organizzazione delle Nazioni Unite partendo da un numero iniziale pescato a caso, in loro presenza, compreso tra 1 e 100. La prima cosa richiesta ai soggetti intervistati era di dire se la percentuale richiesta era superiore o inferiore rispetto al numero pescato e poi fornire la loro stima aumentando o diminuendo questo valore di riferimento. Diversi gruppi sono stati sottoposti alla stessa identica prova. I numeri estratti casualmente mostrano un effetto significativo sulla valutazione della percentuale dei Paesi africani nell’ambito dell’ONU:
il valore stimato si aggirava intorno al 45% nel caso dei gruppi che partivano dal numero iniziale 65;
mentre, nel caso in cui i gruppi partivano da un numero estratto pari a 10 la percentuale di stima ipotizzata si aggirava sul 25%.
L’esempio riportato dimostra come l’àncora puramente casuale abbia condizionato in modo rilevante la determinazione della stima richiesta. Ciò si verifica perché, quando si è chiamati a dare delle stime di tipo numerico su un tema che non si conosce alla perfezione, si ha la tendenza ad ancorarsi a qualche valore per poi aggiustarlo nella direzione in cui si ritiene sia orientata la risposta corretta.
Gli studi di Kahneman e Tversky (e di altri studiosi dopo di loro) hanno provato che le persone utilizzano queste ancore anche:
quando viene detto loro che sono numeri selezionati a caso (come nell’esempio sopra);
quando le ancore sono cifre difficilmente plausibili (molto alte o molto basse);
quando non sono presenti le auto-generano mentalmente.
L’ancoraggio insufficiente e i conseguenti errori ricorrono anche quando il soggetto basa la sua stima sul risultato di un qualche calcolo.
Questa euristica è molto diffusa e può, almeno in parte, contribuire a spiegare molti errori di stima e il ritardo con cui i soggetti reagiscono alle nuove informazioni. Ad esempio spiega i fenomeni di
underreaction, ossia i fenomeni di lento adeguamento dei prezzi e delle stime ai nuovi
fondamentali. Se supponiamo che la stima più recente relativa al consenso sull’utile per azione di una società sia 0,2, è probabile che questa percentuale rappresenti il valore iniziale a cui si ancoreranno molti analisti per il loro processo di stima. Essi provvederanno a effettuare qualche aggiustamento alla luce di nuove notizie che giungono, sia buone che cattive, ma l’influenza dell’ancora sarà tale da rendere minime le variazioni. Solo col tempo, man mano che il peso delle
nuove informazioni aumenterà l’effetto del valore iniziale dovrebbe progressivamente diminuire e esser sostituito da un nuovo punto di riferimento.
L’ancoraggio diventa quindi un problema molto grande in campi come quello finanziario che dipendono da valutazioni numeriche del futuro andamento del mercato. Purtroppo anche gli esperti cadono in errore e si ancorano agli andamenti del recente passato e ciò influenza le loro scelte. Spesso gli operatori del mercato finanziario, non disponendo di informazioni migliori, valutano irrazionalmente i prezzi dei titoli: per prevedere l’andamento futuro di un titolo considerano solamente il suo valore attuale tralasciando le informazioni relative alla sua storia. Non è detto che un titolo con un prezzo molto elevato sia un titolo sicuro, bisogna analizzare accuratamente come si è evoluto nel tempo l’andamento del suo valore.
In conclusione è possibile affermare che questo fenomeno porta ad errori sistematici nella stima dei fattori del calcolo della probabilità alterando l’intero processo di valutazione della stessa.
2.4 BIAS
Col termine “bias” si fa riferimento alla forma di distorsione della valutazione causata da un pre- giudizio sviluppato sulla base delle informazioni in possesso, non necessariamente connesse tra loro da legami logici e validi. Questi pregiudizi influenzano le scelte individuali sia sotto il profilo percettivo, sia sotto il profilo emotivo. Numerosi sono gli studi che dimostrano come gli individui siano predisposti a commettere questo errore sistematico di tipo cognitivo, le distorsioni più frequenti vengono analizzate in seguito.