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L’ALFBETIZZAZIONE FINANZIARIA

3.5 BISOGNO DI EDUCAZIONE FINANZIARIA

3.5.2 LE INIZIATIVE PER ACCRESCERE L’AUTOTUTELA

Sebbene le indagini condotte in molti paesi industrializzati abbiano dimostrato che la maggioranza della popolazione non possiede neppure le minime conoscenze sulla financial literacy e abbiano portato questa problematica al centro di un vivace dialogo tra tutti i principali Stati e Autorità, non si è ancora individuata una one-best-way operativa che consenta di ottenere risultati positivi in assoluto indipendente quindi dal pubblico a cui è rivolta e dal paese nel quale si realizza. Nei vari Paesi si trovano, infatti, iniziative differenti che meglio rispondono alle peculiarità del contesto in cui sono state avviate e alle esigenze dei soggetti destinatari.

Al fine di far emergere le criticità nei processi di formazione finanziaria internazionali e predisporre tassonomia dei programmi di educazione finanziaria, l’attenzione è stata rivolta ai seguenti aspetti, su cui sono state fornite dettagliate informazioni per ciascun paese e per ciascuna esperienza individuata122:

1. Soggetti promotori e/o gestori:

i progetti di educazione finanziaria possono essere promossi da soggetti di natura governativa/pubblica, oppure da soggetti privati, in particolare banche o soggetti del mondo finanziario, ma anche dalla partnership e collaborazione tra molti soggetti di diversa natura;.

2. Target di riferimento:

rivolgersi solo ad un pubblico generale porta a scarsi risultati, è preferibile costruire delle iniziative ad hoc per gruppi diversi di cittadini. Per questo, la prima cosa da fare, è individuare e analizzare le caratteristiche socio-demografiche dei soggetti a cui ci si deve

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Educazione finanziaria nel mondo: panoramica delle principali esperienze internazionali di Alessandro Fornari e Marco Riva Governanda

rivolgere in modo da poter elaborare e offrire delle soluzioni specifiche e idonee alle loro esigenze informative.

Si hanno target diversi a seconda della fase del ciclo di vita nella quale gli individui si trovano ma si presta particolare attenzione ai target in cui, in base ai recenti studi, è emerso un analfabetismo maggiore e quindi fra le donne, gli anziani e i soggetti con un basso livello di istruzione e di reddito.

L'Osce tuttavia ha identificato due priorità123:

 investire soprattutto nella promozione di programmi di educazione finanziaria da divulgare nelle scuole e di conseguenza alle nuove generazioni. Guardando in prospettiva si presume che i giovani si troveranno ad affrontare dei rischi finanziari sempre più elevati, per questo, per potergli dare un’adeguata preparazione l’ambito più efficace in cui intervenire è quello scolastico: ci si rivolge a un'intera generazione per offrirgli un livello conoscitivo di partenza

 bisogna rivolgersi ai lavoratori e focalizzarsi sul tema del risparmio previdenziale. In molti Paesi come si è detto più volte, si è visto il passaggio a schemi di risparmio privati. L’obiettivo, come sottolineato nel rapporto del G 10 del 2005 su Ageing And Pension System Reform, pubblicato anche dall'OSCE è: «aiutare i consumatori a evitare frodi e abusi, migliorare le proprie scelte di investimento e aumentare l'ammontare dei contributi versati ai fondi pensionistici privati».

3. Didattica e modalità di erogazione:

ossia la valutazione delle modalità di insegnamento, dell’organizzazione delle fasi di apprendimento e delle responsabilità didattiche. Attualmente, grazie alla sua semplicità facilità di diffusione e al suo minor costo, il web risulta essere il mezzo più utilizzato per l’erogazione dell’insegnamento. Ma frequentemente si ricorre ad un mix di strumenti: insegnamenti didattici tramite l’inserimento di concetti di educazione finanziaria all’interno dei curricula scolastici in materie come matematica ed educazione civica, seminari, guide o libri in formato cartaceo.

4. Temi e obiettivi:

i temi trattati possono essere suddivisi nelle seguenti categorie: Behavioural Economics; Debt & Credit; Insurance; Money Managament; Consumer Protection; Financial Inclusion; Investments. Gli obiettivi sono:

 sapere, aver acquisito, almeno sul piano teorico, le conoscenze dei progetti;

 saper fare, saper tradurre in comportamenti concreti corretti quanto si sa a livello di studio;

 saper essere, assumere il ruolo di cittadino consapevole che l’educazione finanziaria non è un obbligo ma bensì un diritto.

Ognuno di questi tre aspetti può essere misurato in modo oggettivo, infatti il sapere può essere valutato con semplici prove teoriche (test che mirano a vedere le conoscenze acquisite), il saper fare con delle prove pratiche che mirano a verificare se ciò che si è appreso si è poi in grado di metterlo in pratica ed infine il saper essere è semplicemente rilevato osservando gli atteggiamenti seguiti dai soggetti che hanno partecipato al corso124.

5. Strumenti didattici:

dato che, spesso, la finanza viene considerata una materia ostica e di difficile comprensione, gli strumenti utilizzati nei corsi di formazione finanziaria rivestono un ruolo strategico al fine di giungere al buon esito degli stessi: ad esempio, se i destinatari delle iniziative sono soggetti giovani, per attirarne l’attenzione e stimolarne l’interesse, alla formazione classica dovrebbe essere arricchita di contenuti ludici.

I criteri che dovrebbero essere seguiti nella progettazione di un programma sono125:

 la contingenza, ovvero la coerenza tra contesti, contenuti, strumenti e obbiettivi si generali che specifici;

 l’utilità, ovvero permettono non solo di avere maggiori informazioni, ma strumenti concreti per prendere delle decisioni consapevoli ed infine

 la forma ovvero linguaggi molto semplici che permettano di superare le già rilevanti difficoltà operative.

6. Sistemi di monitoraggio:

ricognizione delle metodologie sperimentate nella misurazione del livello di educazione finanziaria degli individui che hanno beneficiato di un percorso formativo in tale ambito. Si rileva che a fronte di un’insieme di progetti e interventi esistenti vasto ed eterogeneo si riscontra un evidenza empirica relativa all’efficacia di tali iniziative notevolmente modesta. Come afferma l’Osce “Per il momento, non vi è la capacità di dimostrare l’efficacia dell’educazione finanziaria”: mancano prove ed informazioni empiriche rigorose che consentano di affermare con certezza che i diversi programmi portino al raggiungimento dei

124 OECD, 2005, “Recommendation on Principles and Good Practices for Financial Education and Awareness”.

Disponibile su www.oecd.org.

125

Caratelli M., Filotto U., Naccarato A., NicoliniG., 2009, “Non è mai troppo tardi: l’imperativo ergonomico nella financial education”

risultati sperati quali la crescita del livello di financial literacy nei destinatari. In una recente rassegna promossa dalla Fondazione Rosselli (2010) si constata: “di tutti questi programmi non viene invece praticamente mai valutata l’efficacia degli impatti reali nelle scelte di consumo e di risparmio delle persone coinvolte nelle attività di formazione”.

La forte mancanza di un confronto tra gli obiettivi prefissati e i risultati ottenuti rende impossibile, a chi è chiamato a disegnare gli interventi, studiare delle azioni correttive o di miglioramento per superare le eventuali inefficienze, raggiungere l’obbiettivo e possibilmente superarlo.

Si sta pertanto lavorando al fine di poter valutare il reale grado di apprendimento e di soddisfazione dei soggetti coinvolti nei processi educativi e l’efficacia del metodo di erogazione.

L’evidenza disponibile, tuttavia, esorta a continuare lungo la direzione intrapresa.

Sviluppando ognuno di questi punti in modo opportuno si dovrebbe giungere alla definizione di un buon piano di educazione finanziaria. Alla fine, tuttavia, a far la differenza rimane sempre il comportamento dei soggetti a cui i progetti sono rivolti: il programma più efficace non sortirà comunque l’effetto desiderato di fronte ad un atteggiamento passivo e disinteressato, al contrario, un atteggiamento attivo e propositivo ne semplificheranno la realizzazione.

CAPITOLO 4

L’IMPATTO DELL’ALFABETIZZAZIONE FINANZIARIA SULLE SCELTE DI