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L’evoluzione del sistema economico attraverso il meccanismo dell’area di visibilità

Simulazione della genesi ed evoluzione di un sistema economico con jES Open Foundation

3.4 L’evoluzione del sistema economico attraverso il meccanismo dell’area di visibilità

La collocazione fisica delle unità sul raster non ha rilevanza nel modello se non come metafora di relazioni, cioè di quella che si potrebbe definire la “distanza sociale” fra unità posizionate all’interno di una rete di reciproca conoscenza. Il dato d’interesse per la simulazione è infatti il maggiore o minore grado di visibilità che un’unità riesce a garantirsi all’interno dell’impresa di cui fa parte o che quest’ultima è in grado di ottenere all’interno del mondo; conta quindi la capacità di comunicare alle altre unità quali siano le proprie competenze produttive e di persuaderle della propria affidabilità, poiché la fluidità del processo produttivo è garantita proprio dal rapporto di fiducia che deve necessariamente intercorrere fra partner produttivi.

Un’estensione dell’applicazione del modello a realtà produttive di dimensioni maggiori rispetto quelle delle singole unità (distretti produttivi, imprese all’interno di un Paese o, eventualmente, gruppi di Paesi identificati in base alle produzioni prevalenti all’interno del contesto produttivo mondiale) si scontrerà inevitabilmente con gli stessi problemi di visibilità e di affidabilità degli elementi volta a volta considerati, perciò lo schema di ragionamento ha validità generale.

Considerando il problema della visibilità delle competenze produttive con riferimento al lato WD (What to Do) del mondo, il discorso si porrà, specularmente a quanto descritto in precedenza, in termini di “consapevolezza” da parte delle ricette dell’esistenza nel mondo di una o più unità produttive in grado di eseguirle; questo apre spazi per possibili incongruenze nel sistema produttivo in quanto, ai fini del suo funzionamento, non rileva in alcun modo se il know-how produttivo sia presente o meno al suo interno, nel caso in cui l’informazione che lo riguarda non possa circolare.

Nella simulazione le unità produttive sono rappresentate come quadratini di colore scuro sullo sfondo verde del raster, come mostrato in Figura 3.5 e sono ferme in posizione fissa; il capitale sociale che caratterizza l’area (sociale) in cui l’impresa è nota e gode di fiducia all’interno del mondo è rappresentato come uno spazio di colore giallo formato da un dato numero di quadratini che circondano l’unità.

Figura 3.5 – Le unità disposte sul raster all’avvio della simulazione,

con le rispettive aree di visibilità

La proprietà del raster richiamata in precedenza secondo cui questo rappresenta un toroide su una superficie piana fa sì che le aree di visibilità possano apparire interrotte su un lato del mondo, ricomparendo parzialmente lungo il lato opposto, ma questo non comporta alcuna soluzione di continuità nel loro funzionamento. Le aree possono modificarsi con lo scorrere del tempo della simulazione; ad ogni tick dell’orologio uno o più quadratini (in base alla scelta dell’utente relativa al parametro increasingVisibilityStep o per impostazione automatica) saranno aggiunti lungo il perimetro dell’area che si sviluppa a spirale in senso antiorario. Come mostra la Figura 3.5, che rappresenta il primo tick di una simulazione, le unità possono nascere con un’area di visibilità più o meno ampia, a

seconda dei valori contenuti nel file di dati (scm) o impostati dall’utente per i parametri di minima e massima visibilità iniziale (minStartingVisibility e

maxStartingVisibility): è anche possibile, come si verifica nel caso rappresentato

dalla figura, che nascano unità totalmente prive di visibilità, quando il limite inferiore iniziale sia stato posto pari a zero.

La finestra dello Unit Space consente di seguire, oltre all’evoluzione delle aree di visibilità, anche la nascita o la scomparsa delle unità dal mondo: le imprese sono eliminate dal raster nel momento in cui insorga una situazione di crisi in grado di portarle al fallimento. Questo si può verificare sia perché l’unità rimane inattiva non ricevendo commesse per un numero di tick che supera il valore impostato come parametro di maxInactivity, sia per il fatto che un’unità che produce non riesca a consegnare i propri semilavorati ad un’altra impresa in grado di portare avanti il processo produttivo. Il passaggio di una ricetta da un’unità all’altra avviene infatti soltanto nel caso in cui fra le rispettive aree di visibilità si crei un’intersezione per sovrapposizione, ad indicare che le due unità hanno instaurato una relazione di fiducia reciproca: solo così infatti una ricetta potrà venire a conoscenza dell’esistenza, all’interno di un’altra unità, di un know-how adeguato al suo svolgimento.

Le unità con un’area di visibilità azzerata rimarranno inattive nell’ambiente, in attesa che la zona di informazione che le circonda si espanda, portandole ad essere potenziali destinatarie di ordini produttivi, ma anche le unità che abbiano una certa estensione dell’area di visibilità non troveranno necessariamente partner produttivi, a meno che l’area che li circonda non incontri quella di altre unità. L’utente può escludere il limite della visibilità reciproca fra unità come condizione per lo scambio di ricette, ponendo a zero il parametro intervisibilityMinLevel che indica il numero minimo di quadratini di intersezione sul raster necessari perché sia possibile la cooperazione produttiva; con qualsiasi altro valore superiore allo zero è invece richiesto uno spazio di intersezione delle dimensioni minime indicate.

Allo stato attuale della simulazione le aree di visibilità si modificano ampliandosi in modo regolare sulla base dei parametri impostati automaticamente o scelti dall’utente, ma futuri sviluppi potrebbero consentire di legare l’evoluzione delle

aree al comportamento delle rispettive unità (ad esempio al loro successo nel mantenere basso il proprio stato di difficoltà, rappresentato da barre di istogrammi nella finestra UnitSpace). In questo modo sarebbero gli stessi agenti ad influenzare lo stato delle risorse presenti nel mondo perché, anche nel caso di generazione casuale delle ricette e delle unità, la disponibilità effettiva del know-how produttivo rimarrebbe vincolata alla presenza di intersezioni fra le aree di visibilità delle diverse unità: si potrebbero allora analizzare non solo fenomeni di reazione ad una mutazione esterna dell’ambiente, ma interazioni più elaborate in cui gli agenti contribuiscano a modificare il mondo che li circonda e contemporaneamente ne siano influenzati.

La configurazione degli spazi di visibilità descritta finora rende possibile la nascita di collegamenti indiretti anche fra unità le cui aree di visibilità non siano collegate; dal punto di vista del sistema economico, infatti, gli ordini produttivi sono in grado di transitare fra unità la cui intersezione sia vuota, superando le discontinuità della rete tramite l’area di visibilità di una terza impresa che si interponga fra le prime due e che possieda la competenza produttiva necessaria.

L’assunzione introdotta in precedenza sull’irrilevanza della spazialità è da intendersi soltanto con riferimento alla distanza geografica fra le imprese reali che si rappresentano; è chiaro infatti che, scegliendo di riprodurre il mondo simulato suuna superficie bidimensionale, si accetta il fatto che i vincoli legati alla posizione ed alla distanza fra le unità sul raster possano avere un ruolo ed un significato all’interno della simulazione, per quanto diverso da quello della distanza fisica reale.

Per comprendere questo aspetto è necessario richiamare una proprietà delle reti sociali che le differenzia dai sistemi fisici; in questi ultimi tre punti, collocati in qualsiasi posizione, possono essere uniti a formare un triangolo (che al più può ridursi ad un segmento) in cui la somma di due lati sia sempre maggiore o uguale alla lunghezza del terzo; nelle reti sociali, invece, un soggetto può essere contemporaneamente prossimo ad altri due fra cui non intercorra alcuna relazione e che quindi si trovino in posizioni socialmente distanti.

Rappresentare graficamente su una superficie bidimensionale un fenomeno come la presenza ed il ruolo del capitale sociale in un mondo simulato comporta che la distanza, intesa come grado di conoscenza e di fiducia nella controparte, assuma

una componente di fisicità che è legata alla disposizione spaziale degli agenti nell’ambiente di simulazione (il raster); nel caso di jES OF una maggiore distanza fisica fra le unità simulate comporta un minore grado di fiducia reciproca, legato al tempo, presumibilmente maggiore, necessario affinché due unità lontane riescano a ridurre la loro distanza sociale, arrivando a conoscersi ed a poter interagire grazie all’intersezione delle rispettive aree di visibilità39.

L’assunzione contenuta nel modello non è quindi che sia più probabile per unità fisicamente vicine nella realtà conoscersi ed arrivare a fidarsi più rapidamente l’una dell’altra, anche se questo in alcuni casi si può verificare, ma che unità più vicine socialmente possano raggiungere in modo più rapido una condizione di conoscenza e fiducia reciproche; questo comporta che la simulazione sia influenzata dalla disposizione iniziale delle unità, che peraltro rimane invariata durante l’intero processo, dal momento che queste non sono in grado di spostarsi direttamente, ma soltanto di raggiungere ulteriori punti del mondo attraverso l’area di visibilità.

Due unità vicine si scambieranno ricette con maggiore probabilità rispetto ad altre che siano lontane fra loro: data la posizione di due unità distanti, una terza che fosse posizionata sul raster non potrebbe essere contemporaneamente vicina ad entrambe e tenderebbe ad ottenere più rapidamente informazioni sull’unità più prossima delle due. Questo è coerente con l’assunzione implicita indicata (maggiore vicinanza = maggiore grado di fiducia, che però rimane potenziale finché non si concretizzi attraverso l’area di visibilità) e, pur attribuendo un certo peso ai vincoli di distanza fisica presenti nella simulazione, costituisce un buon compromesso che permette di conservare i vantaggi di immediatezza comunicativa legati alla rappresentazione grafica: sembra infatti ragionevole l’idea che i flussi di informazione e di fiducia tendano a rafforzarsi lungo direzioni in cui si sia già formata una certa quantità di capitale sociale e quindi la distanza sociale di partenza sia minore.

39 Il tempo sarà maggiore a meno di situazioni casuali particolari che facciano nascere unità con aree di visibilità molto grandi riducendo i tempi di avvicinamento; questa situazione però può essere equiparata alla nascita di un’unità in una posizione più ravvicinata rispetto a quella presa come riferimento e non è quindi molto significativa, in quanto la distanza sociale è minore fin dall’inizio e non è ridotta per iniziativa dell’impresa o a causa dello scorrere del tempo.

Se non si volesse accettare questa restrizione, si dovrebbe rinunciare alla visualizzazione delle aree di visibilità ed del loro modificarsi, preferendo una rappresentazione multidimensionale della distanza sociale di tipo numerico: potrebbe trattarsi, ad esempio, di una matrice delle distanze fra unità che contenga valori di vicinanza sociale (esempio: 0 = minima conoscenza reciproca), che idealmente corrisponderebbero al numero di quadratini di intersezione delle aree di visibilità nell’attuale simulazione. In questo caso infatti un’unità potrebbe essere contemporaneamente molto vicina (valori di vicinanza informativa elevati) a due unità fra loro distanti (vicinanza informativa bassa) e viceversa.

Se invece del capitale sociale ci si proponesse di studiare la diffusione dell’informazione nel mondo e la sua influenza sull’evoluzione dei processi produttivi, si potrebbe costruire una variante del modello in cui, accanto alle aree che circondano le unità (ed in questo caso si tratterebbe di aree di informazione, prive di qualsiasi connotazione relativa alla fiducia ed eventualmente rappresentate con gradazioni di colore variabili in funzione dell’intensità con cui la conoscenza è presente in una data area40), si potrebbero introdurre modalità di diffusione dell’informazione simili a quelle che si realizzano tramite Internet, i giornali o la televisione: in aggiunta alle aree di visibilità si potrebbero infatti realizzare delle “spore” informative (di colore diverso per distinguerle dalle prime), cioè delle zone del raster in cui l’informazione su una data unità si diffonda a distanza da essa. Si tratterebbe di aree prive di nucleo (cioè dell’unità produttiva), poiché lo scopo non sarebbe quello di simulare la presenza di parti di un’impresa dotate di un’informazione così ampia su di essa da essere equiparabili a filiali di una casa madre; si tratterebbe piuttosto dello studio del propagarsi sul territorio dell’informazione relativa ad un’unità attraverso strumenti relativamente nuovi, se considerati in una prospettiva storica. Queste aree sarebbero posizionate a caso nel mondo e la loro dimensione potrebbe essere modificata periodicamente (a caso) nello stesso modo in cui sono attualmente trattate le aree di visibilità: non tutte le unità

40 Come avviene per la presenza di calore nella simulazione HeatBugs; in questo software l’intensificarsi del fenomeno rappresentato (la produzione di calore da parte di una popolazione di insetti) è segnalato dal passaggio del colore con cui sono rappresentate le unità a toni via via più scuri. La simulazione può essere scaricata all’indirizzo ftp://ftp.santafe.edu./pub/swarm/src/apps /java

produttive possiederebbero necessariamente delle spore informative, in quanto queste potrebbero formarsi ad esempio a partire da una data dimensione dell’unità.41

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