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Evoluzione storica della linea di riva e dell’installazione delle opere

8 Inquadramento territoriale dell’area di studio

8.5 Evoluzione storica della linea di riva e dell’installazione delle opere

dell’installazione delle opere

In epoca storica la costa compresa tra Bocca di Magra e Livorno è stata interessata da una forte progradazione, iniziata nel VI sec. A. C. e proseguita, pur con ritmi diversi e forse più brevi fasi erosive fino alla metà dell’800 (Mazzantini 1983, Pranzini 2001). Questa espansione delle spiagge fu determinata dall’intenso disboscamento avvenuto nei bacini idrografici dei fiumi che alimentano il litorale e segue in modo lineare lo sviluppo demografico e socio – economico della popolazione toscana (Pranzini 1994). Il successivo abbandono delle campagne, l’estrazione di inerti dagli alvei fluviali e la costruzione di invasi artificiali ha innescato un processo erosivo sulle spiagge adiacenti alle foce dei due fiumi che più contribuiscono all’alimentazione della costa, l’Arno ed il Magra, che si è poi gradualmente propagato ai litorali vicini (Pranzini 1989). Il confronto tra la cartografia I. G. M. I. del 1878 e quella del 1928 mostra arretramenti della linea di riva di circa 600 m sul lato settentrionale del delta dell’Arno, non protetto da opere di difesa, e di circa 500 m sulla spiaggia posta a S di Bocca di Magra (Cipriani, S., et al. 2001). I processi erosivi che interessano la parte settentrionale dell’area di interesse vennero innescati dalla riduzione dell’apporto sedimentario del fiume Magra, ma la situazione si aggravò ulteriormente in seguito alla costruzione del Porto commerciale di Marina di Carrara. Inizialmente il tratto soggetto ad erosione era limitato alle spiagge prossime al porto, ma successivamente sono stati interessati tratti sempre più estesi fino a raggiungere quasi 8 km di lunghezza. Per contrastare l’erosione delle spiagge, che già mostravano la loro vocazione turistica, furono costruite a partire dal 1930 le prime scogliere radenti a S del porto a protezione di 1200 m di strada litoranea. Un più organico progetto di difesa del litorale fu redatto nel 1941 e prevedeva cinque sole scogliere parallele emerse ciascuna di 180 m, distanti da riva da 60 a 100 m, che in buona parte proteggevano le scogliere radenti precedentemente realizzate dimostratesi insufficienti. Più a S furono costruite altre tre scogliere emerse, lunghe 350 m e con le estremità prolungate oltre le testate delle barriere contigue, fino a sovrapporsi per uno sviluppo di 20 m, per limitare la penetrazione del moto ondoso attraverso i varchi. La profondità di posa di tali scogliere era compresa tra 2 e 2.5 m. I lavori furono completati nei primi anni ’50. A quella data il sistema di protezione si estendeva per circa 5 km, ovvero dal porto fino ad oltre la Foce del Torrente Ricortola. I fenomeni erosivi cominciarono a manifestarsi anche nel litorale a S non protetto che, dopo alcuni interventi sperimentali con opere isolate (piattaforme isola e scogliere parallele costruite a 20 m di distanza dalla riva), fu oggetto degli interventi nel periodo 1980 – 83 con 13 pennelli emersi distanti 180 – 200 m e lunghi 200 m, che arrivavano con la testata alla profondità di circa 4 m. Pochi anni dopo venne

74 costruita una barriera sommersa parallela a riva che univa le testate dei pennelli creando un sistema di difesa di 12 celle. L’insieme delle protezioni del litorale di Marina di Massa come appare attualmente è riportato in Figura 49.

Figura 49 Opere di difesa delle spiagge di Marina di Massa (Mancinelli, et al. 2005)

Tale sistema di protezione non solo è risultato idoneo ad arrestare l’arretramento della linea di costa, ma negli ultimi 20 anni si è osservato un generale avanzamento che ha raggiunto localmente anche i 50 m; solo in un limitato tratto sul limite settentrionale sono stati necessari interventi di ripascimento (Aminti, Pelliccia e Pranzini 1983).

Tuttavia la linea di riva ha assunto in tutte le celle la tipica conformazione ad arco, è più avanzata in prossimità dei pennelli rispetto al cento della cella, provocando un notevole impatto visivo (Mancinelli, et al. 2005). Le opere hanno anche indotto un forte abbassamento dei fondali antistanti (Cappietti e Aminti 2001).

Poiché l’erosione delle spiagge sopraflutto (settentrionali) costituiva la principale fonte di sedimento per le spiagge sottoflutto (meridionali), una volta che era stato ridotto l’apporto sedimentario fluviale, questo sistema di protezione ha provocato un graduale, ma continuo, spostamento della zona di erosione verso sud. Verso gli anni ’80 la zona di erosione ha raggiunto Marina di Ronchi e si è manifestata la necessità locale di costruire delle strutture simili a quelle della zona a N. Tuttavia l’impatto visivo del sistema di celle, il deterioramento della qualità delle acque a riva e lo spostamento verso S della tendenza erosiva, che avrebbe raggiunto Forte dei Marmi, una delle più famose spiagge d’Italia, hanno determinato la

75 decisione di non attuare la medesima tipologia di opere (Aminti, Cammelli, et al. 2004). Si decise di attuare un programma sperimentale per risolvere il problema dell’erosione senza incidere sulle spiagge delle Versilia. Tale programma iniziò nel 1999. Si costruì un primo pennello sommerso a cui ne seguirono altri tre costruiti tra l’aprile del 2000 ed il giugno del 2002, che costituirono un sistema di tre celle, come mostrato in Figura 50. Uno dei quattro pennelli è più lungo deli altri e la sua estremità risulta esterna alla barra. I pennelli sono formati da grandi sacchi di geotessile contenenti sabbia (Aminti, Cappietti, et al. 2007). Tale progetto sperimentale è ancora in corso, ma si pensa che tali pennelli possano essere utilizzati per una riqualificazione ambientale delle spiagge di Marina di Massa, che, attualmente, sono pesantemente difese con opere che vedono 9.3 km di scogliere su 6.7 km di costa (rapporto di protezione 1.4) (Cipriani, S., et al. 2001).

Figura 50 Disposizione dei pennelli sommersi presso Marina di Ronchi (Aminti, Cappietti, et al. 2007) Secondo Cipriani, et al. (2001), nel tratto di litorale compreso tra il Porto di Carrara ed il Porto di Viareggio il valore della variazione areale nel periodo di tempo tra il 1938 ed il 1998 è quasi sempre positivo, tranne che negli anni compresi tra il 1954 ed il 1967, bisogna però sottolineare che i rilievi del 1967 potrebbero risentire dei danni provocati dalla forte

76 mareggiata del 1966. Il bilancio sedimentario complessivo tra il 1938 ed il 1997/98 risulta essere quindi positivo per 762236 m2; dunque la spiaggia è in ripascimento, grazie anche al

fatto che all’interno di questo tratto di costa è presente la zona di convergenza all’interno della quale si depositano sia i sedimenti provenienti da N che quelli provenienti da S.

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