Innanzitutto Le Bon distingue tra fattori remoti, in altre parole quelli che inducono delle trasformazioni nelle credenze e nelle convinzioni di una folla, e fattori immediati, i quali sono fautori di tutti i principali cambiamenti storici.
12 Ivi, p.67
13 Ivi, p.83
14 Ibidem
15 Ivi, p.98
16 Ivi, p.105
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Fra i fattori remoti alcuni sono comuni e generali per tutte le folle:
La razza: viene considerato primario in quanto gli elementi di una civiltà sono propri di un determinato popolo e non possono essere trasferiti ad un altro.
Le tradizioni: rappresentano tutto il passato di un popolo, la sua anima nazionale, e spesso mutano solo nella loro forma esteriore.
Il tempo: ha la funzione di preparare le opinioni e le credenze delle folle.
Le istituzioni: rappresentano il prodotto della razza, i popoli possono modificare il nome delle proprie istituzioni, ma non l'essenza.
L'istruzione e l'educazione: citando Taine17, Le Bon opera nella descrizione di questo fattore una lunga dissertazione dove evidenzia la profonda differenza fra l'educazione latina e quella anglosassone. Infatti, mentre la prima è basata su “pappagallesca recitazione dei manuali”, la seconda predilige la pratica alla teoria con risultati, secondo Le Bon nettamente migliori. L'importanza dell'educazione deriva dal fatto che l'insegnamento dato ai giovani incide sul futuro del paese. L'anima delle folle quindi diventa migliore o peggiore a seconda dell'istruzione od educazione ricevuta.
I fattori che invece sono in grado di esercitare un'azione immediata nelle folle sono quelli che producono effetti istantanei sull'anima collettiva:
1. Immagini, parole, formule: utilizzare delle parole per arringare una folla, vuol dire creare una suggestione che passa attraverso le immagini. Infatti, più che sul significato della parola bisogna concentrarsi nel cercare di
17 Nel libro Le règime moderne, volume 2, 1894, Taine osserva come l’educazione nei paesi anglosassoni si basi sull’esperienza pratica e queste permette ai giovani di sviluppare idee che i francesi, chiusi nelle loro scuole e frenati da un’istruzione classica non potranno mai avere. Le nozioni sono troppe e troppo nozionistiche, per cui dopo qualche mese vengono facilmente dimenticate. L’allievo inglese o americano invece si forma grazie al tirocinio all’interno della fabbrica e ciò permette di sviluppare capacità tecniche e di diventare un individuo dotato di iniziativa. L’insegnamento risulta fondamentale per l’educazione di un popolo per questo vi si dovrebbe prestare più attenzione.
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capire le immagini che essa evoca. La stessa parola può trovarsi ad avere ruoli diversi a seconda dell'epoca in cui viene utilizzata.
2. Illusioni: un tempo prevalevano nell'anima della folla le illusioni religiose in nome delle quali si combattevano guerre ed innalzavano tempi; ora sono quelle sociali e filosofiche ad avere un ruolo preminente nell'azione pratica. Ciò non ha però spodestato dal loro ruolo quelle religiose a cui la filosofia non è stata in grado, per ora, di contrapporre un ideale altrettanto saldo come alternativa.
3. Esperienza: non basta una generazione affinché la successiva abbia imparato dalle esperienze della precedente ad essere più saggia e non commettere gli stessi identici errori. Per poter avere influenza essa deve essere ripetuta in più epoche.
4. Ragione: è sufficiente pensare ai secoli che si sono susseguiti pieni di superstizioni religiose per avere testimonianza di come i popoli spesso operino attraverso “grossolane associazioni di idee” più che per sillogismi corretti. Il bravo oratore, infatti, non cerca di far ragionare la folla, ma di suscitare sentimenti ed istinti.
Bisogna però operare una distinzione fra le credenze fisse, le quali come il fatto di appartenere alla stessa razza, sono determinanti per il comportamento di una folla, e le opinioni mutevoli, passeggere e derivanti dall'epoca in cui si vive.
Le credenze fisse presenti nell'epoca di Le Bon possono riscontrarsi nel principio di nazionalità e nelle nuove idee democratiche e sociali. Esse non sono state imposte dalla rivoluzione, infatti, le rivoluzioni possono solo eliminare credenze già quasi respinte e l'imporsi di nuove credenze genera cambiamenti importanti in quella folla. Infatti, al cambiare delle credenze fisse corrisponde un cambiamento nelle istituzioni e nel comportamento di un determinato popolo.
Nell'epoca moderna il socialismo sta cercando di soppiantare le credenze fisse della religione, ma dimostrerà in breve la propria illusorietà perché ciò che le ha
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permesso di sopravvivere per così lunghi anni è il fatto di prospettare una felicità ultraterrena e quindi l'impossibilità che ne derivava di dimostrare vero il contrario.
Facile è invece l'instaurarsi nella folla di opinioni mutevoli derivate dai concetti generali di ogni epoca. Esse hanno una durata brevissima ed anche le più importanti difficilmente superano lo spazio di una generazione.
Ci sono fondamentalmente tre ragioni per l'improvviso diffondersi di opinioni non durature:
Le antiche credenze si stanno indebolendo sempre di più e lasciano campo libero ad opinioni effimere;
Le folle possono manifestare liberamente e ciò le rende soggette ad un'estrema mobilità di idee;
La diffusione della stampa diffonde opinioni molto diverse fra loro. La stampa inoltre si è dovuta inchinare a subire tutti i mutamenti imposti dalla folla, da ciò deriva la straordinaria attenzione dei governi ai pensieri che si diffondono tramite l'opinione pubblica.
Questo diffondersi di idee diverse genera nella folla un'indifferenza ai concetti che prima venivano reputati fondanti di una generazione, infatti, si diffonde sempre di più l'estrema attenzione per quel che riguarda gli interessi immediati degli individui.
2.3 La classificazione delle folle
La classificazione delle folle operata negli ultimi capitoli della Psicologia delle folle, si sofferma principalmente sulla fondamentale differenza tra folle eterogenee ed omogenee. Le prime possono essere composte da individui qualsiasi che occupano ogni ceto sociale e di ogni professione.
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Il fattore che influenza la differenza fra questi tipi di folla è senza dubbio in primo luogo la razza, infatti secondo Le Bon, “l’anima della razza domina del tutto l’anima della folla”.18 Possono essere anonime, come le folle di piazza, o non anonime come le giurie, le assemblee parlamentari.
Le folle omogenee invece comprendono tre tipi di classificazioni:
1. Le sette: rappresenta il primo grado di organizzazione, possono essere religiose o politiche.
2. La casta: rappresenta il più alto grado di organizzazione di una folla, è formata, infatti, da individui di identica professione, che condividono quindi ambienti ed educazione. Può essere militare o sacerdotale.
3. La classe: composta da individui che hanno origini diverse che sono accumunati dalle medesime abitudini, interessi, educazione.
Nel parlare delle folle eterogenee, Le Bon si sofferma su diversi tipi cercando di applicare i parametri che precedentemente ha enunciato a dei casi specifici.
Inizia la sua rassegna con le folle “cosiddette criminali”19, delle quali giustifica le azioni considerandole guidate dalle suggestioni che alterano i sentimenti e la ragione degli individui. Nella Comune del 1871 sono numerosi gli esempi che si possono citare per osservare e studiare la crudeltà di questo tipo di folla.
Un altro esempio concreto di folla eterogenea sono le giurie nelle quali possono essere ritrovate tutte le caratteristiche di una folla, “suggestionabilità, predominio dei sentimenti inconsci, scarsa attitudine al ragionamento, influenze dei capi,…”.20
Per prima cosa, grazie a questo esempio risulta chiaro come il livello intellettivo dei membri di una folla sia assolutamente irrilevante quando deve essere presa
18 Ivi p. 198
19 Ivi p.201
20 Ivi p.207
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una decisione. Infatti, molteplici statistiche dimostrano che, nonostante la composizione diversa, le decisioni restano le stesse e sono basate più sui sentimenti che sui ragionamenti.
I giurati si fanno impressionare, in primo luogo, dal prestigio dell’avvocato, inoltre anche dal tipo di delitto commesso. I delitti passionali vengono giudicati meno severamente, probabilmente perché ritenuti meno dannosi per la società.
L’abilità dell’avvocato viene stabilita dalla sua capacità ad individuare i membri della giuria che poi guideranno gli altri nella decisione da prendere, e nel convertire le opinioni di quest’ultimi alla causa del proprio assistito.
Si possono poi portare ad esempio le folle elettorali, facilmente seducibili tramite il prestigio del candidato e le promesse esagerate. Metodi di persuasione basati soprattutto su immagini e formule, che permettono all’oratore di guidare le folle “come gli garba”.21
Viene affrontato il tema del suffragio universale, il quale è descritto come l’espressione dell’anima della razza della collettività, e come uno dei nuovi dogmi.
Allo stesso modo, si faranno guidare dal prestigio e dalla suggestione le assemblee parlamentari, le quali però sono esposte ad una suggestione duplice ed a volte contraria. Infatti, nelle decisioni di carattere generali sono influenzate sia dai capi sia dagli elettori e ciò provoca molta indecisione. Nei problemi locali, invece, le assemblee si dimostrano ben salde, non volendo contrariare gli elettori, in quanto ciò provocherebbe la perdita del voto nella legislatura successiva. Anche questo tipo di folla reagisce al prestigio di un capo che conosca l’arte di incantare la folla. Arte che non si fonda sull’intelligenza, che anzi potrebbe risultare controproducente in quanto ridurrebbe l’intensità e la semplicità delle orazioni, con spiegazioni logiche e pacate delle proprie ragioni.
Le assemblee spesso votano leggi che vengono preparate da un singolo
21 Ivi p.219
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individuo, uno specialista, e ciò permette la brillante riuscita della legge perché
“l’opera di una folla è dovunque e sempre inferiore a quella dell’individuo”.22 Esse rappresentano, nonostante ciò, la formula migliore di governo che presenta solamente due pericoli seri come gli sprechi finanziari e una restrizione progressiva delle libertà individuali. Il primo deriva dall’esigenza per i deputati di soddisfare gli interessi del popolo, anche se ciò è contro il buon senso. Ragion per cui se viene proposta una legge che graverà sul bilancio statale e quindi avrà come conseguenza l’aumento delle imposte, ma che apparentemente generi un beneficio economico, tutti i deputati si vedranno costretti ad approvarla.
Il secondo è dovuto all’aumento progressivo delle leggi e dei provvedimenti restrittivi che sembrano aumentare la libertà e l’eguaglianza, ma che in realtà limitano il cittadino proprio in ciò che prima era libero di compiere e di non compiere, a suo piacere.
Ciò genera una “casta amministrativa”23, che sfugge a tali cambiamenti.
2.4 I capi della folla
Le Bon parte dal presupposto che la folla ha sempre bisogno di qualcuno che la guidi, infatti, appena sono riuniti in gruppo gli uomini d’istinto cercano l’autorità di un trascinatore. Il compito che si assumono i capi è quello di padroni della folla,la cui “sete di obbedienza la spinge a sottomettersi per istinto a chi se ne dichiara padrone”24. Spesso il capo “non è un uomo di pensiero, ma di azione”.25Questi uomini, sono guidati da un’intensità di pensieri che si può paragonare solo ad una fede, che li può portare a sacrificare ogni cosa ed ogni affetto per le proprie convinzioni. Ed è proprio in questo che consiste l’opera dei grandi capi: creare la fede negli uomini. Sia essa una fede religiosa, politica e sociale, spingerà la folla a compiere azioni in suo nome e a sentirsi giustificata
22 Ivi p.242
23 Ivi p.246
24 Ivi p.155
25 Ivi p.152
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in ogni suo atto. Fra tutte le forze dell’uomo, infatti, proprio la fede è una delle più forti.
Per poter imporre la propria autorità, i capi utilizzano atteggiamenti dispotici che permettono loro di far valere la propria volontà con estrema semplicità. Se il capo della folla viene fermato essa si disperderà ridiventando una “collettività senza coesione”.26
Esistono due tipologie di capo della folla, l’una adatta per i colpi di mano e per trascinare le masse in determinati momenti, ma non nella vita quotidiana, con una volontà forte, requisito indispensabile, ma incostante; e l’altra con una volontà altrettanto forte, ma duratura che esercita un’influenza costante nel tempo.
Sono pochi i capi che possono appartenere alla seconda categoria, sono tali ad esempio, gli iniziatori delle grandi religioni o delle grandi imprese, come Maometto o Cristoforo Colombo, la tenace volontà che possiedono, è “una dote infinitamente rara e infinitamente potente”.27
I mezzi tramite cui i capi agiscono sono svariati. Il più semplice è senza dubbio, l’esempio, il quale però presuppone che la folla sia predisposta da circostanze precedenti.
Per diffondere idee e credenze, le quali sono più difficili da inculcare nell’animo dell’individuo, i capi agiscono seguendo principalmente tre procedimenti:
Affermazione: deve essere concisa, semplice, e priva di prove dimostrabili con un ragionamento. Tanto più essa possiede queste qualità, tanto più sarà efficace. I testi sacri, ad esempio, sono pieni di affermazioni semplici che rimangono facilmente impresse anche nell’individuo meno colto.
26 Ivi p.155
27 Ivi p.157
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Ripetizione: l’affermazione deve essere ripetuta il più spesso possibile utilizzando sempre gli stessi termini. Tale idea ha avuto una evidente conferma nella successiva diffusione della pubblicità, la quale penetrando nel nostro inconscio a seguito di numerose ripetizioni influenza le nostre azioni. Allo stesso modo, sentir ripetere sempre la stessa opinione su un individuo, su un’idea, su un ragionamento, non può non influenzare il nostro modo di pensare.
Contagio: una volta che l’idea si è inculcata nella nostra mente, essa si propaga formando una corrente di opinione. Tutte le emozioni sono suscettibili di essere propagate tramite contagio e ciò implica che idee, sentimenti, emozioni, credenze vengono facilmente trasmesse da membro all’altro della folla. Il contagio può anche verificarsi a distanza, senza la necessaria presenza di tutti gli individui nello stesso posto e nello stesso momento. “Così, per esempio, l’esplosione rivoluzionaria del 1848, partita da Parigi si estese bruscamente a gran parte dell’Europa.28L’imitazione è una diretta conseguenza del contagio. Le folle, infatti, non vengono guidate tramite argomentazioni profonde o ragionamenti, ma tramite modelli. In questo stesso modo nacquero le fedi nelle folle. Il contagio di un’idea si diffonde inizialmente fra gli strati popolari della popolazione per poi agire su quelli superiori, spesso anche contro gli interessi personali. Oggi questa idea può essere accettata se una folla è particolarmente predisposta ad essere contagiata. Prendiamo ad esempio le partite di calcio dove il contagio di un’idea si diffonde rapidamente influenzando tutta una folla. E’ un caso esemplare, forse perché oggi è uno dei pochi luoghi dove si crea aggregazione e dove gli individui si sentono parte di un tutto. 29
28 Ivi p.161
29 Esempi di come nelle folle che riempiono tutte le domeniche lo stadio si manifestino tutti quei caratteri che Le Bon attribuisce alle folle Ottocentesche, li possiamo ritrovare dal caso limite del derby Roma-Lazio sospeso per una diceria popolare di cui si è accennato nell’introduzione.
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Fondamentale per comandare ed incantare una folla è inoltre, il prestigio che i capi devono possedere.
Il prestigio può essere proprio anche di un’opinione o un’idea più volte ripetuta, la quale acquista questa misteriosa virtù, che genera negli uomini sentimenti di ammirazione e timore. “Il prestigio è una sorta di fascino che un individuo, un’opera, o una dottrina esercitano su di noi”.30
Questa qualità può essere personale, ovvero qualcosa di individuale, o acquisita, derivare quindi da un nome o da una reputazione. Il prestigio artificiale o acquisito è di gran lunga il più diffuso, infatti un individuo può acquistarne solo per il fatto di indossare un determinato abito o esibire determinati titoli, indipendentemente dal suo valore personale.
Il prestigio può inoltre essere associato ad una cosa o ad un’opinione, la sua caratteristica principale è quella di impedire all’uomo di esercitare liberamente il proprio giudizio. Ad esempio Le Bon cita l’opera di Omero che viene definita noiosa per un lettore ma assolutamente non criticabile per via del prestigio che essa esercita da secoli e secoli31.
Il prestigio personale, invece, è una facoltà assolutamente indipendente della quale sono dotati solo pochi, grandi uomini, i quali possiedono questa capacità carismatica di affascinare già da prima di acquisire potere.
Un esempio citato da Le Bon è quello di Napoleone che possedeva “una stupefacente capacità di affascinare”.32Ovviamente, oltre a possedere il prestigio, un uomo per diventare un grande capo deve essere in grado di utilizzarlo nel modo giusto, a quel punto avrà la folla ai suoi piedi e tutto gli sarà permesso.
Un’ idea dotata di prestigio sufficiente, viene immediatamente imitata dagli uomini e si impone come corrente di pensiero per un’intera generazione di
30 Ivi p.166
31 Ivi p.167
32 Ivi p,170
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individui in seguito al contagio. Nella maggior parte dei casi l’idea viene imitata in maniera inconscia, così come avviene nella maggior parte delle opere d’arte, nelle quali i pittori moderni riprendono senza rendersene conto, le idee antiche.
Molti, sono quindi i fattori che contribuiscono a creare prestigio, ma quasi sempre il più importante in assoluto è il successo.
“L’uomo che ha successo, l’idea che si impone, cessano, per questo solo fatto, di essere contestati, l’insuccesso, viceversa, distrugge sempre il prestigio.”33
Esso può essere annullato anche nel momento in cui viene messo in discussione, ma ciò non avviene se i capi conoscono la psicologia delle folle, in quanto essi sanno di dover mantenere la distanza dalla folla per poter essere da essa ammirati.
3 Considerazioni
La Psicologia delle folle termina con un’enunciazione di tipo evoluzionistico, che riprende le teorie di Spencer.
Le Bon arriva, infatti, a scrivere conoscendo le teorie di Spencer ed il passaggio da lui teorizzato da una struttura omogenea ad una eterogenea, con la consapevolezza quindi che, “quando un essere vivente o una collettività non riescono a superare un determinato gradino di complessità, all’evoluzione subentra la dissoluzione ed a una maggiore differenziazione succede una regressione a forme più elementari dello sviluppo.”34
L’origine della civiltà presentava in modo massimo tutti i caratteri psicologici della folla con un agglomerato di barbari, che diventeranno un popolo nel momento in cui acquisteranno un ideale comune, che permetterà lo sviluppo
33 Ivi p.175
34 Bodei, Destini personali. L’età della colonizzazione delle coscienze, Milano, Feltrinelli editore, 2002, p. 190
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della civiltà. Seguirà la perdita dell’ideale che riporterà gli uomini allo stato di barbarie in cui erano all’origine, facendoli ridiventare nient’altro che una folla.
“Passare dalla barbarie alla civiltà inseguendo un sogno, poi declinare e morire quando il sogno è finito, tale è il ciclo della vita di un popolo.”35
L’enunciato fatalistico con cui termina l’opera di Le Bon riassume la sua tesi dell’avvicendarsi di un periodo di inevitabile buio per tutta la civiltà.
CAPITOLO SECONDO: LA PSICOLOGIA DI MASSA NELL’ASCESA DEL
FASCISMO
35 Ivi p.251
23
1 Primo dopoguerra
L’opera di Le Bon conobbe un rinnovato interesse negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale. Infatti, la guerra era stata la più “grande esperienza di massa”36 che la civiltà avesse fino ad allora vissuto. Circa 65 milioni di persone avevano cambiato la propria vita ed erano stati coinvolti in
“un’esperienza collettiva senza precedenti.”37Per questo la prima guerra mondiale viene definita “ il grande spartiacque comportamentale, emotivo, psicologico, fra due epoche.”38Gli uomini si erano abituati a vivere in gruppo, ad obbedire o a comandare, le donne a sostituirli nel mondo del lavoro, e tutti i valori tradizionali erano stati scossi. La politica subì l’effetto di una
“massificazione”. Per affermare le proprie rivendicazioni o anche solo per rivivere quella sensazione che nell’esperienza bellica aveva permesso all’individuo di non sentirsi solo, ma parte di un popolo, si sentiva il bisogno di far parte di un gruppo. E la politica reagì a questo bisogno con manifestazioni pubbliche che si basavano sulla partecipazione diretta dei cittadini e che rendeva le folle non più occasionali e momentanee, come quelle descritte da Le Bon, ma una massa organizzata e disciplinata. Gli studi sulla psicologia di queste masse cercano di dare risposta alle trasformazioni di questi anni. Analizzeremo di seguito i contributi di tre fra i principali continuatori della riflessione di Le Bon.
2 L’analisi di Freud
2.1 Cenni biografici
Considerato padre della psicanalisi Sigmund Freud nasce a Freiberg, in
36 G. Sabbatucci, V. Vidotto, Il mondo contemporaneo, Bari, Edizioni Laterza, 2005 p.298
37 Ibidem
38 Ernesto Galli Della Loggia, nell’introduzione a P.Fussel, La Grande Guerra e la memoria moderna, Bologna, Il
38 Ernesto Galli Della Loggia, nell’introduzione a P.Fussel, La Grande Guerra e la memoria moderna, Bologna, Il