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I monumenti nazionali sono considerati un esempio di come fondamentale per il nazismo fosse l’unione della politica alla concezione della bellezza. Essi non furono gli unici simboli presenti nel regime; infatti possiamo citare fra gli altri, l’altare ed il fuoco,che assunse per i nazisti il significato di purificazione, la quercia germanica, considerata l’albero della libertà. Entrambi derivavano dalla religiosità popolare e quindi fu facile la diffusione e l’identificazione con esse.

Il simbolismo nazista si spinse fino a creare un modello ideale di uomo germanico, il quale era rappresentato con capelli biondi, occhi azzurri, e un incarnato chiaro, caratteristiche che riflettevano la forza simboleggiata dal sole.

113 Le Bon parla della suggestione definendola la causa più importante della comparsa di caratteristiche che sono proprie della folla e non appartengono all’individuo isolato e che influenzano l’uomo al punto tale da far sì che esso agisca diversamente da come aveva sempre pensato; Hitler riprende questo concetto nel Mein Kampf p.48, per esprimere l’effetto che un’assemblea di massa produce all’individuo, il quale lascerà l’assemblea con convinzioni diverse da quelle con cui era entrato.

114 H. Arendt, Le origini del totalitarismo, op. cit., p. 475-476

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L’appropriazione di simboli che venivano da una cultura storica radicata nel profondo degli esseri umani, fu uno stratagemma utilizzato anche nell’organizzazione di feste pubbliche. “L’inno cantato fu sostituito dalle parole del Fuhrer, il Credo divenne un’affermazione di fedeltà all’ideologia nazista e il sacrificio della messa fu trasformato in una commemorazione dei martiri del movimento.”115 Introdussero la “festa mattutina” che si svolgeva la domenica mattina per distogliere il popolo dal recarsi in chiesa. Esisteva poi una replica della cerimonia svoltasi nella capitale in tutte le altre cittadine tedesche e la trasmissione via radio di quella principale. Rituali come bandiere, fiamme, discorsi, cori e un giuramento pronunciato da tutti i presenti erano fisse nella rappresentazione politica. Così come nei monumenti nazionali era fissa la presenza di ampi scaloni decorativi che avevano la funzione di impressionare dal primo momento chi entrava dall’edificio.

Hitler può essere considerato simbolo vivente del nazismo: “Persino l’uniforme da lui indossata, inconfondibile e semplice, caratterizzava la semplicità e l’evidenza che ogni simbolo deve avere anche quando si incarna in un essere umano; e gli emblemi da lui esibiti avevano essi pure un significato diretto: la camicia bruna, la svastica, e il mazzetto di fronde di quercia, che adottò quando si autonominò comandante in capo dell’esercito.”116

Questi aspetti della liturgia nazista servivano ad occupare l’organizzazione totale dell’individuo, il quale doveva essere iscritto in uno dei gruppi controllati dal partito.

L’organizzazione della vita attraverso simboli utilizzati dal partito, occupava anche lo scandire del tempo. L’anno nazista si svolgeva attraverso cerimonie che andarono a sostituire quelle cristiane.” II Natale fu trasformato nella festa del solstizio d’inverno e la gioventù hitleriana non cantò più gli inni natalizi, ma Notte fonda dal cielo chiaro”117. Venne inserito l’alzabandiera ed atti di

115 G. Mosse, La nazionalizzazione delle masse, op. cit. p. 125

116 Ivi, p. 286

117 Ivi, p.289

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devozione sia al mattino che la sera, inoltre si inizio la pratica corrispettiva del battesimo, la consacrazione del nome, in una stanza speciale, dove al ritratto di Cristo era sostituito quello di Hitler.

Il culto politico si stabiliva attraverso l’educazione delle masse con il concetto di razza ariana e con le già citate riunioni di massa.

Nell’epoca dei movimenti di massa quindi, la politica Hitleriana divenne una maniera di trasformare le masse in folle. Tale processo si realizzava mantenendo inalterata la situazione storico sociale attraverso un controllo costante delle idee e dei momenti liberi degli individui. Diversamente dalle dittature di tipo tradizionale, tale procedimento richiede la partecipazione delle masse.

Quanto siano state influenti le condizioni psicologiche dei destinatari del messaggio, l’atomizzazione della società e il cercare un rifugio all’isolamento, viene sottolineato soprattutto dalla psicologia di massa, la quale sottolinea come il successo di Hitler sia dovuto alla prospettiva storica in cui esso ha operato.

Abbiamo quindi stabilito come la psicologia collettiva abbia influito nello sviluppo dei totalitarismi ed in particolar modo l’opera di Le Bon sia rimasta un punto fermo sia nelle analisi successive, sia per i “capi” di governo i quali hanno accolto le sue parole e messo i pratica i suoi insegnamenti.

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