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I fattori che influenzano gli investimenti delle imprese In questo capitolo presentiamo i risultati di analisi che integrano quelle riportate nei

Nel documento 3 INTANGIBLE ASSETS SURVEY (pagine 141-145)

Capitolo 6. LA CRISI E IL SISTEMA PRODUTTIVO ITALIANO

7. I fattori determinanti degli investimenti intangibili

7.1 I fattori che influenzano gli investimenti delle imprese In questo capitolo presentiamo i risultati di analisi che integrano quelle riportate nei

capitoli precedenti, e che sono finalizzate ad individuare alcuni fra i principali fattori determinanti degli investimenti intangibili. In questo paragrafo, in particolare, inten-diamo individuare i principali fattori che influenzano e che determinano la scelta di investimento da parte delle imprese.

Per analizzare quali sono i fattori che, a parità di condizioni, portano un’impresa ad investire, sono state elaborate regressioni di tipo logistica (probit) in cui la variabile

di-pendente assume valore 1 se l’impresa j ha realizzato investimenti nell’asset intangibile

k, 0 altrimenti. Le covariate sono rappresentate dal settore economico di appartenenza, dalla classe dimensionale e dalla ripartizione geografica, oltre che dall’età aziendale. La Tabella 7.1 riporta i risultati di questo esercizio di analisi.

Iniziamo dagli investimenti in formazione aziendale. Rispetto al Nord-Ovest (area

ge-ografica di riferimento), nelle regioni Nord-orientali si registra una probabilità lieve-mente più elevata che un’impresa realizzi questa attività (+3%). Una dinamica del tutto opposta riguarda il Centro e soprattutto la ripartizione meridionale che presenta un effetto marginale più basso del 14,4%. In precedenza, l’analisi descrittiva ha evidenziato come la propensione ad investire in formazione aumenti al crescere della dimensione aziendale. Si tratta di un risultato confermato dall’analisi di regressione: a parità di ogni altra condizione, rispetto alle imprese più piccole, la probabilità tende progressivamente a salire man mano che aumenta il numero degli addetti presenti nelle strutture produt-tive: +20,9% per le imprese 50-99, +31,9% per la fascia 100-249, +36,2% per quella immediatamente superiore (250-499) ed infine +40,9% per la quinta ed ultima classe. Esaminiamo ora i risultati dell’analisi di regressione a seconda del settore economi-co di appartenenza. In questo caso il termine di paragone è dato dalle imprese in-dustriali non manifatturiere. Trattandosi, quest’ultime, di imprese che frequentemente investono nell’innalzamento delle competenze degli addetti, è del tutto naturale che una probabilità più bassa interessi tutti gli altri comparti (eccezion fatta per le imprese finanziarie ed assicurative che vantano un +25,1%). Peraltro, questa minore probabilità

a volte diventa assai accentuata: per il tessile si ha un -33,1%, per il mobile un -30,8%. Pure l’industria della carta, il commercio, i servizi di trasporto sono caratterizzati da un coefficiente negativo dell’effetto marginale piuttosto marcato, benché lievemente più contenuto in confronto a quanto visto in precedenza (rispettivamente, -20,9%, -25% e -27,7%). La meccanica mostra anch’essa un segno negativo, tuttavia in questo caso si evidenzia un valore dell’effetto marginale meno ampio che ammonta ad un -10,8%. Infine, analizziamo come varia la probabilità di investire nell’apprendimento degli ad-detti a seconda dell’età aziendale delle imprese. Rispetto a quelle attive da meno di cin-que anni, le imprese con un’età compresa fra 5 e 9 anni fanno osservare un effetto mar-ginale più elevato (circa il 7% in più). Per le imprese costituite da più tempo i coefficienti sono positivi ma non statisticamente significativi: pertanto la probabilità di organizzare interventi formativi non è diversa da quella che caratterizza le imprese più “giovani”.

Riguardo agli investimenti in software, a livello di ripartizione geografica l’analisi di

regressione fa emergere un effetto marginale statisticamente significativo solamen-te per le regioni meridionali, che ammonta ad un -13,5%. Al crescere dell’ampiezza aziendale aumenta la probabilità di effettuare simili investimenti: per le imprese con un numero di addetti compreso fra 250 e 499 essa è pari ad un +33,3% per arrivare ad un +39,7% per l’ultima classe dimensionale. Osservando il settore economico, un effetto positivo, rispetto alle imprese industriali non manifatturiere, lo si riscontra per le attività professionali (+14,7%). Medesima considerazione vale per le telecomuni-cazioni, quantunque il valore osservato si dimezzi rispetto al caso precedente. Nella maggior parte degli altri comparti, invece, si manifesta un segno negativo dell’effetto marginale che assume una particolare rilevanza, oltre che per il settore del tessile (-11,6%) e del mobile (-10,3%), soprattutto per le attività di trasporto (-21,5%). Da notare come nella fabbricazione di mezzi di trasporto e nella meccanica l’effetto mar-ginale non sia statisticamente significativo; ciò vuol dire che, rispetto alle imprese di riferimento, non vi è alcuna differenza nelle probabilità di investimento.

In relazione all’anzianità aziendale sono le imprese più longeve ad avere più proba-bilità di realizzare investimenti in software: per quelle che sono attive da 10 e 19 anni si ha un +6,4%, mentre per quelle della categoria superiore il valore riscontrato aumenta leggermente.

Occupiamoci ora del branding. Rispetto al Nord-Ovest, nelle regioni di Nord-Est si

evidenzia una probabilità più elevata ad effettuare investimenti (+3,1%), contraria-mente a quanto accade nel Sud (-6,9%). Come per le altre tipologie di investimento, il valore dell’effetto marginale aumenta al crescere della dimensione aziendale: per le imprese fra 100 e 249 addetti si ha un +15,4% e per quelle della classe 250-499 un +18,9%; per l’ultima fascia ci si attesta a poco meno del 30% in più. A livello settoriale, numerosi comparti mostrano una più consistente capacità di investimen-to: per le industrie alimentari si ha un +16,8%, per la meccanica un +11,2%, per le attività professionali un +10,9%; i servizi finanziari ed assicurativi possono vantare un valore, rispetto alle imprese di riferimento, finanche più alto del 23,1%. Pure per il commercio e le imprese del mobile si denota una maggiore propensione ad

visto in precedenza (al di sotto del 10% in più); considerazione del tutto opposta vale invece, oltre che per il tessile, per le imprese che offrono servizi di trasporto

(-14,7%). Quanto alla anzianità aziendale, come per il software, anche per il

bran-ding un effetto marginale positivo si evidenzia per le imprese costituite da almeno 10 anni, con un valore che si aggira attorno ad un 5% in più.

Anche per la ricerca e sviluppo il Nord-Est mostra una probabilità maggiore di

realizzazione degli investimenti (+3,2%); per le imprese del Sud si ha un risultato del tutto differente dato che l’effetto marginale, a parità di condizioni, ammonta ad un -10,5%. In questo caso va notato come pure le imprese con una sede legale nelle regioni centrali mostrino un valore negativo (-3%). Rispetto alla classe 10-49, quella con 500 ed oltre addetti ha una probabilità assai più elevata di investire in ricerca e sviluppo (+45,5%). Pure per le fasce intermedie si registra una più consistente attitudine, ancorché meno sostenuta di quella osservata in riferimento alle imprese di più grande dimensione: si va da un +17% della fascia 50-99 ad un +27,3% per quella superiore e ad un +34,6% per quella ancora successiva.

Dal punto di vista del settore economico, sono tre i comparti (tutti appartenenti al ter-ziario) che evidenziano una più ristretta propensione ad investire, rispetto alle industrie non manifatturiere: le attività di trasporto con un -18,5%, cui seguono il commercio con un -4,8% e i servizi finanziari ed assicurativi con un -7,4%. Per tutti gli aggregati manifatturieri la probabilità di realizzazione è molto più alta giacché il valore minimo, riguardante l’industria della carta, ammonta ad un +15,6%; per il tessile e le imprese chimiche e farmaceutiche si supera la soglia del +30%, e si raggiungono le punte mas-sime per la fabbricazione di mezzi di trasporto e per la produzione di apparecchi mecca-nici (rispettivamente, +42% e +45,2%). L’età aziendale invece non sembra influire sulla propensione ad investire in ricerca e sviluppo, a parità di altre condizioni.

Tabella 7.1 - Stima probit sulla propensione ad investire in asset intangibili

Covariate Formazione Software Branding R&S Design Organizzazione Nord-Est 0.0296*(2.43) 0.0145(1.22) 0.0307**(2.62) 0.0316**(2.97) 0.0198**(2.69) 0.0393***(3.55) Centro -0.0494**(-3.29) -0.0281(-1.95) -0.0111(-0.78) -0.0299*(-2.41) 0.0173(1.86) 0.0280*(2.06) Sud e Isole -0.144***(-8.47) -0.135***(-8.55) -0.0686***(-4.32) -0.105***(-8.14) -0.0339***(-3.65) -0.0409**(-2.74) 50-99 0.209***(18.75) 0.147***(12.33) 0.0713***(5.99) 0.170***(14.24) 0.0459***(5.55) 0.131***(11.18) 100-249 0.319***(29.33) 0.268***(20.10) 0.154***(10.84) 0.273***(17.90) 0.0757***(6.79) 0.208***(14.41) 250-499 0.362*** (31.30) 0.333*** (19.16) 0.189*** (8.93) 0.346*** (14.82) 0.129*** (6.59) 0.284*** (13.26) 500 ed oltre 0.409***(43.25) 0.397***(23.61) 0.289***(13.23) 0.455***(19.03) 0.219***(9.06) 0.389***(17.58) segue

Covariate Formazione Software Branding R&S Design Organizzazione Industrie alimentari e del

tabacco -0.171***(-5.15) -0.0518(-1.62) 0.168***(5.21) 0.246***(6.46) 0.219***(5.27) 0.0193(0.64) Tessile e abbigliamento -0.331***(-12.40) -0.116***(-4.01) -0.0329(-1.10) 0.310***(8.67) 0.321***(7.57) -0.0958***(-3.97) Industria della carta,

cartone, stampa -0.209***(-5.46) -0.0407(-1.07) -0.0558(-1.49) 0.156***(3.55) 0.107**(2.58) -0.0291(-0.85) Industria chimica,

farma-ceutica, gomma, plastica -0.137***(-4.67) -0.0834**(-3.08) 0.0435(1.55) 0.369***(11.34) 0.169***(4.93) 0.0206(0.79) Produzione di metalli e prodotti in metallo -0.159*** (-5.58) -0.0725** (-2.70) -0.0113 (-0.41) 0.255*** (7.72) 0.0943** (3.18) 0.0369 (1.42) Apparecchi meccanici, elettrici, elettronici -0.108***(-3.86) -0.00690(-0.26) 0.112***(4.20) 0.452***(15.32) 0.197***(5.93) 0.0619*(2.44) Mezzi di trasporto -0.142** (-3.28) -0.0373 (-0.92) 0.0220 (0.54) 0.420*** (9.96) 0.255*** (5.11) 0.0268 (0.71) Legno, mobili e altre

in-dustrie manifatturiere -0.308***(-10.75) -0.103***(-3.37) 0.0697*(2.16) 0.258***(6.87) 0.365***(8.24) -0.0366(-1.31) Commercio -0.250***(-9.77) -0.0979***(-3.96) 0.0951***(3.70) -0.0482*(-1.98) 0.0687**(2.74) -0.0822***(-3.84) Attività di trasporto,

ma-gazzinaggio e posta -0.277***(-10.41) -0.215***(-9.02) -0.147***(-5.92) -0.185***(-10.80) -0.0714***(-5.00) -0.125***(-6.02) Telecomunicazioni, edi-toria, informatica -0.166*** (-5.36) 0.0709* (2.33) 0.0525 (1.73) 0.228*** (6.36) 0.0647* (2.14) -0.0115 (-0.42) Servizi finanziari,

assicu-razioni e fondi pensione 0.251***(8.58) 0.0379(1.15) 0.231***(7.36) -0.0742**(-2.74) 0.0623*(2.00) 0.148***(4.53) Attività professionali, scientifiche, tecniche 0.0298(0.71) 0.147***(3.70) 0.109**(2.71) 0.362***(8.40) 0.0467(1.24) 0.112**(2.83) 5-9 anni 0.0686** (2.68) 0.0257 (0.97) -0.00321 (-0.12) 0.0379 (1.46) -0.00847 (-0.54) 0.0158 (0.63) 10-19 anni 0.0258(1.09) 0.0639**(2.68) 0.0533*(2.26) 0.0162(0.72) 0.00910(0.60) 0.0493*(2.17) >=20 anni 0.00655 (0.29) 0.0654** (2.95) 0.0563** (2.59) 0.0377 (1.86) -0.00118 (-0.09) 0.0180 (0.88) Standard errors in parentheses

***p<0.01, **p<0.05, *p<0.1

Fonte: Isfol “Rilevazione statistica sugli investimenti intangibili delle imprese (Intangible Assets Survey)”

Il Nord-Est ha una maggiore probabilità di effettuare investimenti in design, mentre

per il Sud si riscontra un segno negativo; tuttavia in entrambi i casi gli effetti marginali risultano sufficientemente contenuti (+2% nel primo e -3,4% nel secondo). Anche per il design, all’aumentare della dimensione aziendale cresce la probabilità di

investimen-to. Rispetto alla classe 10-49 (che per l’appunto rappresenta il termine di paragone) per le due classi immediatamente superiori (vale a dire per le imprese da 50 e 249 ad-detti), il valore che si registra si attesta a meno del +10%; a partire dalla terza classe si ha una maggiore consistenza dell’effetto marginale (+12,9%) che oltrepassa la soglia del +20% in corrispondenza delle imprese con 500 ed oltre addetti.

In confronto alle industrie non manifatturiere, le attività di trasporto evidenziano una probabilità negativa a dimostrazione di una minore attitudine (o necessità) ad

investire in design. Per le telecomunicazioni, il commercio e la finanza si riporta,

invece, un valore positivo, quantunque abbastanza circoscritto (fra il +6% e il +7%). Un gran numero di gruppi afferenti al manifatturiero superano, invece, abbondan-temente questo valore giacché ci si attesta ad un +21,9% per le industrie alimentari e ad un +25,5% per le imprese che producono mezzi di trasporto; livelli ancora più sostenuti riguardano il tessile (+32,1%) e il comparto del mobile (+36,5%). Come per le attività di ricerca e sviluppo, l’età aziendale non sembra avere un ruolo sulla propensione ad investire in design, a parità di altre condizioni.

Infine, riportiamo i risultati dell’analisi di regressione in relazione agli investimenti

sull’organizzazione aziendale. Come per tutte le precedenti tipologie di

investimen-to, sono le regioni Nord-orientali a vantare una probabilità più elevata rispetto alla ripartizione di riferimento, mentre all’opposto il Sud si caratterizza per un segno ne-gativo, sebbene, in entrambi i casi, gli effetti marginali risultino abbastanza modesti con un +3,9% nel primo caso e un -4,1% nel secondo.

Le imprese di grandi dimensioni sono maggiormente orientate a svolgere siffatte atti-vità con un +38,9%; tale livello diminuisce al ridursi del numero di addetti presenti in azienda, passando da un +28,4% per la classe 2499 ad un +13,1% per quella 50-99. Sotto il profilo settoriale, tre comparti mostrano una performance negativa, nella fattispecie si tratta dell’industria dell’abbigliamento (-9,6%), del commercio (-8,2%) e, come di consueto, dei servizi di trasporto (-12,5%). Un effetto marginale di segno positivo di una certa rilevanza si delinea per i servizi finanziari con un +14,8% e per le attività professionali con un +11,2%; più contenuto quello che si ravvisa per la produ-zione di apparecchi meccanici (+6,2%). Infine, a mostrare una maggiore propensione ad investire sono le imprese con un’anzianità aziendale compresa fra 10 a e 19 anni.

Nel documento 3 INTANGIBLE ASSETS SURVEY (pagine 141-145)