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Il livello di articolazione delle strategie aziendali

Nel documento 3 INTANGIBLE ASSETS SURVEY (pagine 137-141)

Capitolo 6. LA CRISI E IL SISTEMA PRODUTTIVO ITALIANO

6.4 Il livello di articolazione delle strategie aziendali

Dopo aver analizzato con quale frequenza le imprese italiane hanno adottato misure di contrasto agli effetti della crisi, è interessante capire quale sia il livello di artico-lazione delle strategie messe in campo, partendo dal presupposto che maggiore è il numero di misure utilizzate da un’impresa, tanto più articolata è la sua strategia. La Figura 6.8 mostra che nella maggior parte dei casi (41%) le imprese non hanno adottato una chiara strategia di contrasto, mettendo in atto una o al massimo due misure anticrisi. Si tratta di imprese scarsamente proattive, distri-buite piuttosto uniformemente a livello geografico, con una maggiore presenza nel Centro (Tabella 6.9). Seguono le imprese mediamente proattive (con tre o quattro misure attivate), che costituiscono il 30,5% del tessuto produttivo ita-liano e si collocano per lo più nell’Italia settentrionale e centrale, meno nel Sud e nelle Isole.

Figura 6.8 - Imprese che hanno attivato strategie di contrasto agli effetti della crisi, a

se-conda del numero di misure adottate (valori percentuali sul totale delle imprese) 6.4 Il livello di articolazione delle strategie aziendali

Dopo aver analizzato con quale frequenza le imprese italiane hanno adottato misure di contrasto agli effetti della crisi, è interessante capire quale sia il livello di articolazione delle strategie messe in campo, partendo dal presupposto che maggiore è il numero di misure utilizzate da un’impresa, tanto più articolata è la sua strategia.

La Figura 6.8 mostra che nella maggior parte dei casi (41%) le imprese non hanno adottato una chiara strategia di contrasto, mettendo in atto una o al massimo due misure anticrisi. Si tratta di imprese scarsamente proattive, distribuite piuttosto uniformemente a livello geografico, con una maggiore presenza nel Centro (Tabella 6.9). Seguono le imprese mediamente proattive (con tre o quattro misure attivate), che costituiscono il 30,5% del tessuto produttivo italiano e si collocano per lo più nell’Italia settentrionale e centrale, meno nel Sud e nelle Isole.

Figura 6.8 - Imprese che hanno attivato strategie di contrasto agli effetti della crisi, a seconda del numero di misure adottate (valori percentuali sul totale delle imprese).

Fonte: ISFOL “Rilevazione statistica sugli investimenti intangibili delle imprese (Intangible Assets Survey)”

Il 15,5% delle imprese italiane ha invece subito gli effetti della crisi senza aver implementato nessuna delle misure considerate. Si tratta prevalentemente di piccole imprese situate nel Sud del Paese (26,3%). Alcune imprese, infine, sembrano essere altamente proattive, presentando stra-tegie di contrasto alla crisi piuttosto articolate, con cinque o più misure implementate, ma rap-presentano solamente il 13% delle imprese italiane. Esse mostrano una certa variabilità a livello territoriale, con valori massimi nel settentrione (15,3% nelle regioni Nord-Orientali e 14,6% nel Nord-Est) e minimi nell’Italia centrale e meridionale (rispettivamente 9,5% e 8,6%).

15,5

41,0 30,5

13,0

Nessuna misura attivata 1 o 2 musure attivate 3 o 4 misure attivate 5 o più misure attivate

Fonte: Isfol “Rilevazione statistica sugli investimenti intangibili delle imprese (Intangible Assets Survey)” Il 15,5% delle imprese italiane ha invece subito gli effetti della crisi senza aver implementato nessuna delle misure considerate. Si tratta prevalentemente di piccole imprese situate nel Sud del Paese (26,3%). Alcune imprese, infine, sem-brano essere altamente proattive, presentando strategie di contrasto alla crisi piuttosto articolate, con cinque o più misure implementate, ma rappresentano solamente il 13% delle imprese italiane. Esse mostrano una certa variabilità a livello territoriale, con valori massimi nel settentrione (15,3% nelle regioni Nord-Orientali e 14,6% nel Nord-Est) e minimi nell’Italia centrale e meridionale (rispettivamente 9,5% e 8,6%).

Tabella 6.9 - Grado di proattività nell’implementazione di misure per contrastare gli ef-fetti della crisi, per ripartizione geografica (%)

Ripartizione

geografica Per nulla proattive Scarsamente proattive Mediamenteproattive Altamente proattive

Nord-Ovest 13,8 39,5 32,2 14,6

Nord-Est 13,6 40,7 30,4 15,3

Centro 14,1 45,4 31,0 9,5

Sud ed Isole 26,3 39,4 25,8 8,6

TOTALE 15,5 41,0 30,5 13,0

Fonte: Isfol “Rilevazione statistica sugli investimenti intangibili delle imprese (Intangible Assets Survey)” L’analisi per classe di addetti (mostrata in Tabella 6.10) rivela che la propensione ad agire contro gli effetti della crisi economica si associa positivamente con la di-mensione aziendale. Il 16,6% delle piccole imprese non è stato proattivo e il 43,1% scarsamente proattivo, mentre solamente una su dieci si è dimostrata altamente proattiva. Diversamente, le grandi imprese risultano essere nella maggior parte dei casi mediamente o altamente proattive: il 68,3% delle imprese con 250 a 499 ad-detti e il 74,3% delle imprese con 500 adad-detti ed oltre.

Tabella 6.10 - Grado di proattività nell’implementazione di misure per contrastare gli

effetti della crisi, per classe dimensionale (%)

Classe

dimensionale Per nullaproattive Scarsamenteproattive Mediamenteproattive Altamenteproattive

10-49 16,6 43,1 29,6 10,8 50-99 10,4 30,8 35,7 23,1 100-249 7,3 25,8 36,7 30,3 250-499 7,3 24,5 35,1 33,2 500 ed oltre 6,0 19,7 36,8 37,5 TOTALE 15,5 41,0 30,5 13,0

Fonte: Isfol “Rilevazione statistica sugli investimenti intangibili delle imprese (Intangible Assets Survey)” Nel settore industriale si osserva un grado di proattività molto più elevato rispetto ai servizi (Tabella 6.11), visto che la percentuale di imprese non proattive è quasi dimezzata (l’11,7% rispetto al 20,8%), mentre una situazione opposta si verifica per l'incidenza di imprese altamente proattive (il 16,5% a fronte di un 8,2% rilevato per i servizi). Inoltre, se si scende nel dettaglio dei singoli settori, valori alti di imprese che non hanno messo in atto nessuna misura per contrastare gli effetti della crisi si verificano solamente per il commercio (23,5%), mentre nel settore industriale non si supera in alcun caso la soglia del 20%.

Tra le imprese con strategie anticrisi maggiormente articolate (mediamente e al-tamente proattive) troviamo quelle appartenenti al settore finanziario (53,1%) e quelle che operano nel campo della produzione di apparecchi meccanici, elettrici ed elettronici (57,7%).

Tabella 6.11 - Grado di proattività nell’implementazione di misure per contrastare gli effetti della crisi, per settore economico (%)

Settore economico proattivePer nulla Scarsamente proattive Mediamente proattive Altamente proattive

INDUSTRIA 11,7 38,8 33,0 16,5

di cui:

Industrie alimentari e del tabacco 12,0 43,2 29,8 15,0

Tessile e abbigliamento 16,2 40,9 31,2 11,8

Industria chimica, farmaceutica,

gomma, plastica 9,8 32,9 37,7 19,6

Produzione di metalli e prodotti in

metallo 11,3 39,6 33,3 15,8

Apparecchi meccanici, elettrici,

elet-tronici 9,5 32,8 35,9 21,8

Legno, mobili e altre industrie

ma-nifatturiere 10,4 45,3 30,7 13,7

Fornitura di elettricità, gas, acqua e

gestione rifiuti 17,4 49,1 25,4 8,1

SERVIZI 20,8 44,1 26,9 8,2

di cui:

Commercio 23,5 44,6 25,2 6,7

Telecomunicazioni, editoria,

infor-matica 15,6 32,5 36,1 15,8

Servizi finanziari, assicurazioni e

fondi pensione 12,4 34,6 37,4 15,7

Attività professionali, scientifiche,

tecniche 5,9 37,2 41,5 15,3

TOTALE 15,5 41,0 30,5 13,0

7. I fattori determinanti degli investimenti

Nel documento 3 INTANGIBLE ASSETS SURVEY (pagine 137-141)