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febbraio 2005, Linee guida per la valutazione della qualità energetico

ambientale degli edifici in Toscana

. Le schede tratte dal protocollo

Itaca

e calibrate alle realtà storiche, climatiche e culturali della Regione sono state, poi, suddivise, secondo lo schema del protocollo stesso, in diverse aree di valutazione: qualità ambientale degli spazi esterni, risparmio delle risorse, carichi ambientali, qualità dell’ambiente interno, qualità del servizio, qualità della gestione, trasporti. Insieme alle

Linee guida

, la Regione ha emanato altri due strumenti utili all’attuazione della legge da parte delle amministrazioni comunali:

il Manuale sull’edilizia sostenibile, che descrive i principi dell’abitare sostenibile, e le tecniche da attuare per diffondere in Toscana la cultura del costruire case in armonia con la storia dei luoghi, del paesaggio e delle tradizioni locali, attente al risparmio energetico e al benessere psicofisico;

l’Elenco dei materiali per l’edilizia sostenibile, che elenca i materiali da utilizzare nella formulazione di voci di capitolato per appaltare opere pubbliche e private.

Questi strumenti, negli ultimi anni, hanno incentivato gli enti locali toscani ad attuare politiche edilizie sostenibili. Un esempio, in questo senso, è il finanziamento di cinque milioni di euro che la Regione Toscana ha stanziato per la realizzazione di 568 alloggi in venti villaggi a risparmio energetico. Gli edifici, previsti dal finanziamento, andranno a costituire distretti energetici abitativi, vale a dire insediamenti ad altissima efficienza energetica, in grado di far risparmiare ad ogni famiglia oltre 500 euro l’anno, riducendo di oltre la metà i consumi e le emissioni di gas serra in atmosfera. Ogni nuovo appartamento consumerà il 54% di energia in meno rispetto ad un appartamento tradizionale. I Comuni coinvolti nel progetto sono sedici: Firenze, Livorno, Lucca, Prato, Siena, Aulla, Calenzano, Capannori, Castelfranco di sotto, Figline Valdarno, Gavorrano, Montemurlo, Montopoli Valdarno, San Giovanni Valdarno, Sesto Fiorentino e Villafranca.141

Un ulteriore passo, in questa direzione, promosso dalla Regione Toscana, è stato quello d’incentivare la produzione di energia in termini

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sostenibili, aggiungendo un contributo regionale alle facilitazioni già previste dal decreto ministeriale (D.M. 10.02.2007 e Dlgs 387/29.12.2003) di attuazione della Direttiva UE, circa la promozione dell'energia elettrica da fonti rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità. La Giunta regionale ha, pertanto, approvato, nel luglio 2008, una delibera presentata dall'assessore regionale alla casa, Eugenio Baronti, con la quale sono stati stanziati 350 mila euro, destinati ai soggetti gestori degli edifici di edilizia popolare, al fine di bonificare i tetti delle vecchie case popolari, che ancora presentano lastre di amianto (eternit), per installare nuovi impianti di produzione autonoma di energia elettrica, come ad esempio i pannelli fotovoltaici. Il progetto, coordinato dalla Regione, consente di riqualificare i tetti di circa 130 edifici, per una copertura complessiva di 130 mila metri quadri, e di produrre energia pulita che, venduta, permette di ripagare i costi del progetto. I pannelli che saranno installati sui palazzi, infatti, permetteranno di produrre cinque milioni e mezzo di kilowattora annui, pari al consumo di 1800 famiglie. Dato che i costi per realizzare il progetto ammontano a cinquantacinque milioni e la resa economica stimata in venti anni sarà di sessantaquattro milioni, si prevede di ricavare un utile di nove milioni di euro, che andrà a coprire i costi di rimozione e smaltimento dell'eternit. L'utilizzo dei pannelli fotovoltaici, inoltre, permette di evitare l'emissione di 3.500 tonnellate di CO₂ l'anno e il ricorso a 1.350 tonnellate di petrolio.142

La Toscana ha finanziato, inoltre, un progetto per la costruzione delle prime case popolari ecologiche della Regione, localizzato nel Comune di Capannori, in provincia di Lucca.

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10.3 10.3 10.3 10.3 Il Comune “virtuoso” di Il Comune “virtuoso” di Il Comune “virtuoso” di Il Comune “virtuoso” di CapannoriCapannoriCapannori Capannori

Capannori è un Comune di 46.000 abitanti, che si estende per 156 km² su gran parte della Piana Lucchese, a est della città di Lucca; confina a nord con l’Altopiano delle Pizzorne e a sud con i monti della Provincia di Pisa. Il Comune di Capannori non ha un vero e proprio centro, ma è costituito dall’insieme di quaranta frazioni sparse su un territorio piuttosto vasto, che fa di Capannori il comune rurale più grande d’Italia. Negli ultimi anni il Comune di Capannori, si è distinto, sia a livello regionale che nazionale, per aver attuato una serie di politiche improntate all’eco-sostenibilità, alla riduzione dell’impatto ambientale, al rispetto dell’ambiente; attività che hanno attirato l’attenzione di vari ricercatori, giornalisti ed esperti del settore e che hanno fatto ottenere all’Amministrazione risalto nazionale e premi di diverso genere (ad es. Premio Ecoitech 2009, Premio Toscana Efficiente 2009/2010, Premio Un bosco per Kyoto 2010, Premio Sodalitas social award 2010).

10.3.1 La raccolta differenziata “porta a porta” 10.3.1 La raccolta differenziata “porta a porta” 10.3.1 La raccolta differenziata “porta a porta” 10.3.1 La raccolta differenziata “porta a porta”

L’inizio del percorso politico e amministrativo, che ha fatto di Capannori un Comune “virtuoso”, ha coinciso con l’introduzione di una prima buona pratica, quella della raccolta differenziata “porta a porta” (PAP), per la quale l’esperienza di Capannori ha costituito un esempio per molti altri Comuni, della Toscana e non solo.

L’allora Assessore Comunale all’Ambiente, Eugenio Baronti commenta così la scelta del “porta a porta”: “la raccolta si è dimostrata uno strumento di educazione, di responsabilizzazione straordinario, perché entra in ogni casa e chiede a tutti di cambiare le proprie abitudini nei confronti dei rifiuti domestici, chiede di cambiare comportamenti individuali consolidati; richiede una piccola rivoluzione culturale” (Baronti, 2011, p. 58). L’obiettivo primario di una politica della raccolta “porta a porta” è, infatti, soprattutto, quello di creare una maggiore consapevolezza in chi crea rifiuti e, di conseguenza, una

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maggiore responsabilizzazione circa la produzione e il trattamento degli stessi. Attraverso un partecipazione diretta degli interessati, si dà vita ad una consapevolezza collettiva circa l’annosa questione dei rifiuti che, oltre a coinvolgere, a livello informativo, la comunità, la rende partecipe di un cambiamento nel modo di relazionarsi al problema, nonché capace di incidervi attivamente.

Nel Comune di Capannori, l’attuazione della raccolta “porta a porta” ha avuto inizio, nel febbraio 2005, con un progetto pilota che ha coinvolto, in via sperimentale, la sola frazione di Guamo, per un complesso di 650 utenze. Già dal primo tentativo l’iniziativa ha riscosso buoni risultati con una partecipazione della popolazione pari al 70%. Il sistema è stato, quindi, allargato all’intero territorio comunale, con risultati altrettanto positivi: la partecipazione da parte della cittadinanza si attesta, nel 2010, attorno all’82% del totale degli abitanti. La risposta positiva, da parte della cittadinanza, è stato resa possibile da un’opera di costante dialogo tra Amministrazione e cittadini e da una campagna, promossa dal Comune e dalla società di gestione dei rifiuti (ASCIT, Azienda Speciale Consortile per l'Igiene del Territorio), che, oltre ad informare, si è fatta carico di adeguare le esperienze, consolidate e importate dal Nord Italia, alle diverse caratteristiche ed esigenze delle quaranta frazioni comunali, situate in montagna, pianura e collina (op. cit., p. 66).

Ad oggi, a Capannori, la raccolta differenziata è organizzata dividendo i rifiuti tra: organico, ritirato tre volte la settimana; multi materiale (vetro, plastiche, tetrapak, barattoli in metallo, scatolette, buste in plastica vaschette alimenti, ecc.) ritirato due volte la settimana; carta e indifferenziato, ritirati una volta la settimana. Agli utenti viene, poi, fornito un impianto per il compostaggio, così da ridurre i rifiuti organici, e un contenitore in cui versare gli oli esausti, utilizzati in cucina, che viene ritirato dalle abitazioni una volta al mese dagli addetti della società di gestione dei rifiuti. Questa attività ha permesso di eliminare, sull’intero territorio comunale, la presenza di cassonetti. Il Comune ha creato, inoltre, tre isole ecologiche in cui i cittadini possono depositare i rifiuti ingombranti e, mediante un sistema di pesatura dei rifiuti

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