Fabbrica Interculturale Ecostenibile del Riuso
Il progetto di Fieri, Fabbrica Internazionale Ecosostenibile del Riuso, è esempio di riappropriazione di un bene pubblico abbandonato e dimenticato e sua restituzione alla collettività.
Il progetto ha inizio nel 2015 quando una rete di tredici associa-zioni del catanese, guidata da Arci e Mani Tese e sostenuta da Associazione Mauritieens, Associazione Rifiuti Zero Sicilia, il gruppo ‘a Fera Bio Catania, RisOrti Migranti, Makè Terra, Circo-lo Faber, Cooperativa sociale Al Revés, Cooperativa Prospetti-va, Zeronove, Arci Melquiades e l’associazione Mettiamoci in Gioco, si sono domandati cosa accadesse ai migranti sbarcati in Sicilia dopo la prima accoglienza. Il progetto Fieri nasce dun-que dalla volontà di porre un’alternativa a chi arriva in Sicilia, nell’idea che la Sicilia non sia solo un luogo di passaggio, ma anche un luogo dove poter crescere, specializzarsi, sfruttare, valorizzare e implementare le competenze assunte nel proprio paese d’origine per poter vivere qui, a Catania. Con l’obiettivo di costruire un programma capace di sostenere l’inserimento socio-lavorativo degli immigrati in Italia, il processo di FIE-Ri ha inizio con la ricerca di una sede, un luogo che potesse ospitare il progetto. Alessandra, presidente della cooperativa FIERi, racconta come la sede che oggi accoglie i laboratori sia stata ricercata e individuata dai volontari del progetto. Hanno individuato un vecchio casale abbandonato su una delle vie storiche della città, via Palermo; questo versava in totale stato di abbandono e degrado, vandalizzata, senza un tetto e con un ampio terreno su cui venivano abusivamente scaricati i rifiuti.
«Questo luogo lo abbiamo individuato tra i beni comunali che l’Amministrazione nemmeno sapeva di avere. Noi abbiamo detto all’Amministrazione che possedeva questo posto che, tra l’altro, era in condizioni pietose. C’era un canile, una discarica abusiva e cose così» (Alessandra Matarazzo, presidente della cooperativa Fieri, dall’intervista dell’autore).
Nel 2017 il Comune di Catania ha dato in comodato d’uso l’immobile a Mani Tese e nello stesso anno sono partiti i lavori di ristrutturazione del bene. Il progetto di ristrutturazione del casale è stato possibile grazie ai fondi ottenuti da un bando di Fondazione CONILSUD. L’80% di questo fondo è stato impiega-to per ricostruire il tetimpiega-to e rimettere in sicurezza la struttura.
Un’altra parte del finanziamento ottenuto è stata impiegata per il progetto di formazione di circa centocinquanta migranti, tra cui più della metà minori non accompagnati, rispetto diverse discipline: sartoria, falegnameria, saponificazione, serigrafia, riparazione biciclette ed eco lifestyle design. Ad oggi lo spazio del casale è organizzato in tre sezioni: il laboratorio di fale-gnameria, la sartoria e il laboratorio di eco design. La Fabbrica Internazionale Sostenibile del Riuso diventato un luogo in cui uomini e donne, persone riconosciute come patrimonio
cultu-rale da intrecciare con il sapere artigianale siciliano, si mettono in discussione al fine di creare impresa sociale, fondata sui valori del rispetto dell’ambiente, della persona, del lavoro. Uno degli obiettivi del progetto è infatti quello di creare lavoro in una città da cui tanti scappano in cerca di migliori condizioni di vita, ma non si sta rivelando condizione semplice per i volon-tari.
«Volevamo assumere e creare lavoro e questo è stato molto difficile. Adesso diciamo che la nostra mission rimane sempre la stessa quale quella di portare avanti delle attività di forma-zione e aforma-zione di volontariato, creaforma-zione di oggetti, la riduforma-zione dell’impronta energetica, economia circolare. Dall’altro lato abbiamo capito che è molto difficile fare impresa. Abbiamo difficoltà a guadagnare per assumere e fare contratti di lavo-ro» (Alessandra Matarazzo, presidente della cooperativa Fieri, dall’intervista dell’autore).
Nel dicembre del 2018 si è costituita la Cooperativa di lavoro Fieri che vede coinvolti cinque soci tra italiani e ragazzi immi-grati che hanno partecipato al percorso di formazione e di cui è presidente la volontaria Alessandra Matarazzo.
FIERi è si un progetto che da un lato si occupa di accoglienza, integrazione, multiculturalità, immigrazione, ma dall’altro anche di ambiente, energia, impronta energetica, sostenibi-lità, riuso e riciclo della materia. Uno spazio in cui i cittadini possono smaltire gli oggetti che non utilizzano più, consape-voli che diventeranno qualcosa di nuovo. In una città in cui ogni abitante produce mediante 200 kg di rifiuti annui in più rispetto alla media nazionale, FIERi si impegna ad educare alla sostenibilità, alla riduzione dei consumi e degli sprechi. Una vera e propria officina di creatività a metà tra un rigattiere e un negozio di design in cui la materia prima sono gli scarti dei cittadini. È uno spazio sempre aperto a tutti. La Fabbrica del riuso, per coinvolgere gli abitanti del quartiere, ha negli anni ospitato anche eventi di vario tipo quali concerti, mercatini e cene sociali.
FIERi è un magnifico esempio del “fare insieme” per rispondere ai problemi di esclusione sociale, di disoccupazione e rifiuti pro-muovendo invece integrazione, rispetto dell’uomo in quanto lavoratore e dell’ambiente.
Ingresso Falegnameria
Uno spazio dedicato al restauro di vecchi mobili ed eco-design in cui vengono trasformati gli oggetti scartati dagli altri in nuovi pezzi di arredo e design.
Sartoria e laboratorio creativo
Qui donne e uomini immigrati e abitanti del quartieresi dedicano all’ideazione e creazione di linee di abiti
e eco-gioielli.
Shop
Un’area dedicata all’esposizione e alla vendita degli ogggetti, degli abiti e dei gioielli creati all’interno di FIERi.
Giardino
Un ampio spazio che negli anni ha ospitato concerti, mercatini, dibattiti e cene sociali.
Servizi Igenici