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Orti del Mediterraneo

Nel documento Catania e le altre città. (pagine 81-86)

Orti del Mediterraneo Fattoria Sociale nasce da un progetto promosso dalla Cooperativa Sociale EnergEtica per il Comune di Misterbianco. Nel 2016 la Cooperativa, che già dal 2010 si occupa di favorire l’integrazione socio-lavorativa di soggetti svantaggiati, partecipa ad un bando del Comune di Misterbian-co per l’affido e la valorizzazione di tre lotti di terreno Misterbian-confiscati alla mafia, per un totale di circa un ettaro di terreno.

Il progetto presentato al bando, la cui realizzazione ha contato del supporto finanziario di Fondazione CONILSUD, include la partecipazione di otto partner, di natura istituzionale e asso-ciativa: la Cooperativa EnergEtica, il Comune di Misterbianco, l’Istituto Professionale per l’Agricoltura e l’Ambiente “Santo Asero”, il dipartimento di Agricoltura, Ambiente e Alimenta-zione dell’Università di Catania, il CMEI, la Cooperativa Agri-cola Colli Erei di Catena Nuova e la Cooperativa Liberamente di Partinico.

La Cooperativa EnergEtica, socio aderente alla Rete Fattorie Sociali Sicilia, ha ridato vita ad un pezzo di terra sino ad allora simbolo di sottrazione e ingiustizia. Su di un terreno di natu-ra runatu-rale sequestnatu-rato alla mafia locale oltre vent’anni fa, Orti del Mediterraneo è oggi un parco inclusivo e aperto a tutti.

Secondo l’art. 48 del Codice Civile Antimafia i beni confiscati che divengono di proprietà statale possono essere concessi in comodato ad uso gratuito ad associazioni o Cooperative al fine di promuovere una nuova gestione che sia in grado di produrre benefici d’interesse generale e dunque rivolti alla collettività.

Quello di Orti del Mediterraneo è un esempio del caso: grazie al progetto proposto dalla Cooperativa EnergEtica e ad una strut-turata rete di sostegno composta da soggetti di diversa natura professionale, questo si configura oggi come il luogo dell’in-clusione, in cui davvero tutti sono coinvolti, restituendogli un inedito significato. Prima simbolo di disuguaglianza e ingiu-stizia, adesso questo ettaro di terreno diviene presidio civico e culturale, spazio della giustizia sociale nonché luogo testimone della cultura rurale tradizionale e dell’immaginario collettivo della città del vulcano quale terra di agrumeti, vitigni e uliveti.

Un bene comune nel senso più ampio e completo del termine.

Un esempio di bene confiscato dallo Stato e poi restituito alla società civile.

Gli spazi di Orti del Mediterraneo si strutturano come un ampio museo dell’agricoltura a cielo aperto. La struttura dello spazio è scandita da dieci orti e giardini, differenti per tipologia di specie arboree e vegetali presenti: dall’orto delle erbe aroma-tiche a quello delle erbe tintorie; dall’agrumeto tradizionale al vitigno; dal giardino dell’etna botanica, che ospita le specie flo-ristiche tradizionali etnee, al giardino delle piante succulente.

Dieci differenti aree che raccontano del patrimonio territoriale

siciliano, della sua flora e delle sue tradizioni rurali.

Orti del Mediterraneo è aperto a tutti, ma la mission del progetto si configura nella volontà di promuovere, attraverso strutturati programmi formativi, l’inclusione socio-lavorativa di soggetti svantaggiati. A prendersi cura di vigneti, agrumeti, fiori e spezie, degli orti della giustizia, sono infatti ragazzi af-fetti dal disturbo dello spettro autistico che, affiancati dai tutor aziendali ed educatori soci del progetto, attraverso il lavoro della cura della terra, trovano cura benefica per rapportarsi alla loro persona, agli altri e al lavoro, attraverso un linguaggio e tempi rispettosi e comprensivi della differenza di ogni soggetto, tale da permettere ad ognuno di diventare imprenditore di se stesso, nelle sue potenzialità e nei suoi limiti. Orti del Medi-terraneo è lo spazio in cui le diversità coesistono all’interno di un unico grande sistema inclusivo. Orti del Mediterraneo coinvolge la collettività promuovendo laboratori esperienziali e percorsi educativi rispetto il consumo critico, l’inclusione sociale e il valore del lavoro della cura che permetta l’espressio-ne del potenziale personale di ogni membro della comunità, l’espressio-nei suoi limiti e capacità. Numerose sono le scolaresche che sono state coinvolte e ospitate tra gli orti e, insieme a queste, anche ricercatori e liberi cittadini.

Orti del Mediterraneo è anche una vera e propria linea d’im-presa. I fondi di Fondazione CONILSUD hanno permesso la ristrutturazione di un casolare abbandonato presente sul terreno. Qui sono stati allestiti due laboratori produttivi, spazi dedicati alla lavorazione di semi di canapa e alla loro trasfor-mazione in olii e farine. La fattoria sociale è anche un’azienda apistica: sedici famiglie di api vivono negli orti; il secondo laboratorio è dedicato alla produzione di pappa reale. Anche in questo caso, nell’ottica dell’inserimento socio-lavorativo, i ra-gazzi del progetto rappresentano i primi soggetti coinvolti nelle attività di trasformazione e di confezionamento dei prodotti della fattoria sociale.

«Grazie a questo progetto cofinanziato da Fondazione CONIL-SUD e Fondazione Vismara, che erogano i progetti e risorse economiche per il mezzogiorno, noi abbiamo avuto la possi-bilità di realizzare quello di cui ti ho parlato e inserire Orazio con un contratto di lavoro e poi con altri due ragazzi, Andrea e Gesualdo, verranno avviati due tirocini formativi» (Claudia Cardillo, presidente cooperativa Energ-Etica, dall’intervista dell’autore).

Questa fattoria sociale rappresenta dunque un fantastico esempio di società della cura. Uno spazio sottratto alla malavita diventa luogo di tutti; un piccolo tassello della più ampio mosai-co della campagna siciliana viene rimosai-conquistato dai suoi

cittadi-Il vigneto Info point L’agrumeto Info point L’apiario Info point

L’orto delle tintorie Info point Giardino dell’etnabotanico Info point Macchia mediterranea Info point Giardino delle succulente Info point Orto tradizionale Info point

Giardino delle farfalle Info point L’orto delle aromatiche Info point

Il frutteto Info point La Yurta

Una struttura removibile, tale da non impattare sul territorio, un luogo in cui ragazzi ed educatori si riuniscono per svolgere attività creative e utilizzata, all’occorrenza, per eventi, feste e incontri con la cittadinanza.

Laboratori

Uno spazio che include due laboratori produttivi.

Qui i ragazzi del programma, insieme al sostegno di esperti tutor, lavorano e producono olio e farina di canapa e pappa reale.

ni per divenire esempio di una società civile in cui le diversità vengono non solo accettate, ma incoraggiate e potenziate.

Nel documento Catania e le altre città. (pagine 81-86)