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Nel 2003 il Consiglio di Stato emanò il documento: “Idea su come migliorare l’educazione obbligatoria per i figli degli immigrati” (Guanyu jinyibu zuo hao jincheng wugong jiuye nongmin zinü yiwu jiaoyu gongzuo de yijian 关于进一步做好进城务工就业 农民子女义务教育工作的意见), che ribadiva l’importanza di mettere in pratica la politica dei “due punti principali” e di fare in modo che le scuole elementari e secondarie a tempo pieno accettassero quanti più ragazzi immigrati possibili.

Con la revisione della Legge sull’educazione obbligatoria nel giugno del 2006, inoltre, il concetto secondo cui i governi locali hanno la responsabilità di occuparsi dei figli dei lavoratori migranti rurali (nongcun waichu wugong renyuan 农村外出务工人员 ) attraverso piani d’azione sviluppati ad hoc per le esigenze locali venne ribadito. Ma ancor prima della Legge sull’educazione obbligatoria, il problema è stato riesaminato e affrontato in un altro importante documento pubblicato nel marzo del 2006 dal Consiglio di Stato: “Proposte per la risoluzione del problema dei lavoratori migranti” (Jiejue nongmingong wenti de ruogan yijian 解决农民工问题的若干意见). Si tratta del primo documento di riferimento che afferma, in maniera ufficiale, l’esenzione dalle tasse scolastiche anche per i ragazzi immigrati in età dell’obbligo scolastico. In base a quanto sancito dalla Legge sull’educazione obbligatoria, ogni entità locale ha cercato di sviluppare delle linee di implementazione personalizzate allo scopo di affrontare il problema dei figli dei lavoratori rurali in città. Beijing, Chongqing, Wuhan, Nanjing e Haikou hanno ufficialmente seguito questa politica fiscale fin dal 2009. Il problema, però, non è ancora stato completamente risolto e ciò è imputabile al fatto che, nonostante le misure prese, il principio dell’iscrizione scolastica sulla base dello hukou (yi hukou weizhu 以户口为主) non sia ancora stato abolito257. La Legge sull’istruzione obbligatoria ha regolarmente sancito che

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Come è già stato spiegato nel capitolo precedente, in base alla legislazione in materia di istruzione, la responsabilità dell’educazione di ogni ragazzo in età dell’obbligo scolastico è dei governi locali presso cui questi risiedono. Se un ragazzo cinese abbandona il suo villaggio d’origine, le possibilità che abbia accesso alle scuole pubbliche della città in cui si trova a risiedere temporaneamente sono veramente molto scarse. A causa della rigidità di questo antiquato sistema di censimento, infatti, solo coloro che dispongono di una

sia i bambini con hukou urbano che quelli che possiedono uno hukou rurale hanno uguali diritti di ricevere un’istruzione di base, ma non è ancora chiaro come si intenda realizzare questa piena parità fintanto che il sistema di registrazione familiare rappresenta ancora il principale ostacolo istituzionale al raggiungimento di questo obiettivo.

Nel 2013 la All-China Women’s Federation (Zhonghua quanguo funü lianhe hui 中 华全国妇女联合会) ha pubblicato un’indagine nella quale mostrava come il numero dei “bambini lasciati a casa” nei villaggi e quello dei “bambini immigrati” sia in costante aumento. Si stima che nel 2010 ci fossero in tutto 61 milioni di ragazzi non ancora maggiorenni lasciati da soli nei luoghi di residenza; di questi, il 38% possedeva uno hukou rurale. La maggior parte di loro (57%) viveva con i nonni e solo il 3% (si tratta per lo più di teenager) viveva da solo258. Anche la percentuale di bambini immigrati in città è aumentata e con un tasso pari al 41% rispetto al 2005; secondo i dati ufficiali, l’80% è rappresentato da ragazzi provenienti dalle aree rurali del paese259.

Nel 2012 la Commissione nazionale per la popolazione e la pianificazione demografica ha rilevato che, tra i ragazzi immigrati di Beijing, il 3,5% non stava frequentando la scuola; i dati relativi a Shanghai e Guangzhou sono pari rispettivamente al 5,1 e al 5,3%260. Anche se, teoricamente parlando, le scuole pubbliche sono aperte anche ai figli degli immigrati, questi risultati provano che sono ancora molti gli ostacoli da superare per costruire un sistema scolastico egualitario. Il sistema dello hukou è ancora rigorosamente seguito e le tasse scolastiche ancora troppo alte (le jiedu fei, inoltre, non fanno altro che aumentare il carico della spesa familiare per l’istruzione). Gli immigrati poveri che non possono permettersi di pagare le tasse e che non sono in grado di esibire tutti i documenti necessari per l’iscrizione sono esclusi dalle scuole pubbliche.

documentazione completa possono iscriversi nelle scuole pubbliche. La documentazione include permessi di residenza, contratti di lavoro, ecc. e sono tutte cose che un lavoratore della Cina rurale non può procurarsi facilmente, sia perché, per esempio, non è regolarmente impiegato o perché gli uffici locali, salvo casi particolari, difficilmente rilasciano i permessi.

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La maggior parte dei bambini rimasti da soli nelle campagne cinesi riesce a comunicare con i propri genitori solo una volta alla settimana. L’uso dei telefoni è ancora molto limitato in alcune zone del paese. I genitori, a causa dei ritmi sostenuti del lavoro in città e delle poche disponibilità economiche, raggiungono la propria famiglia nel villaggio di origine solo una volta all’anno, in occasione della Festa di Primavera; alcuni addirittura tornano a casa dopo due o tre anni. Alcuni ragazzi soffrono di carenza di affetto e manifestano disturbi comportamentali. La mancanza di dovute attenzioni da parte dei parenti a cui vengono affidati spesso provoca fenomeni di criminalità minorile anche nei villaggi rurali, oltre che nelle città. Questi bambini, inoltre, sono spesso vittime di violenze sessuali. “Migrant Workers and Their Children”, China Labour

Bulletin, 27 giugno 2013 (articolo in linea). URL: http://www.clb.org.hk/en/content/migrant-workers-and- their-children (consultato il 27/11/2013).

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Ibidem.

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Ancora oggi, quindi, l’unica via percorribile è quella delle scuole, per così dire, “informali” che, costruite appositamente per gli immigrati, offrono tariffe molto più abbordabili (e, purtroppo, anche un servizio piuttosto carente). Lo Stato, tuttavia, continua a portare avanti la sua politica progressiva di chiusura delle scuole per immigrati, anche se spesso i motivi che giustificano quest’azione non sono proprio quelli che vengono ufficialmente dichiarati. Al giorno d’oggi, sono sempre di più le scuole che sono in grado di superare il controllo delle condizioni di sicurezza e degli standard di igiene, ma le ragioni che motivano l’avversità statale nei confronti di questi istituti, talvolta, sono altre: vengono demolite o per lasciare posto a nuove strutture (quartieri residenziali, centri commerciali, ecc.) o perché il crescente numero di iscritti in queste scuole sottrae entrate fondamentali agli istituti pubblici. Così i genitori sono posti di fronte a un bivio: lasciare che i figli restino in città senza la speranza di ricevere una formazione scolastica di base o rimandarli nei villaggi d’origine dove le povertà e la miseria non possono certamente garantire condizioni migliori.

C’è un altro motivo che spinge i ragazzi a ritornare nei villaggi di origine. Per quanto riguarda l’accesso all’istruzione superiore, la Legge stabilisce che i candidati che vogliono partecipare all’esame nazionale per l’accesso ai college e alle università devono sostenere la prova nel luogo di residenza riportato dallo hukou. Poiché il numero di posti disponibili varia da una provincia all’altra, gli studenti che aspirano al college o all’università possono sostenere la prova solo nella provincia di appartenenza261. Ogni provincia, inoltre, utilizza i propri materiali didattici e i propri testi d’esame, quindi, anche se un ragazzo nella condizione di cittadino immigrato riuscisse a finire la scuola dell’obbligo in città, dovrebbe comunque tornare nel luogo in cui “legalmente” risiede per sostenere il gaokao, riscontrando non pochi problemi di adattamento. Nella maggior parte dei casi, infatti, questi ragazzi, che ritornano a essere studenti rurali, abbandonano gli studi.

5.2. I liushou ertong

Per quanto concerne il problema dei figli degli immigrati lasciati nei villaggi con i partenti o nelle comunità, si sta cercando di affrontare la questione attraverso l’istituzione di una specie di hukou per i soli ragazzi in età scolastica che vivono nei villaggi senza i genitori. Questo sistema di registrazione, promosso dal MOE nel 2013, richiede alle

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Attualmente, solo nel Guangdong, una delle maggiori aree di immigrazione, è stato reso possibile l’accesso al sistema di esami anche per i ragazzi non registrati come residenti locali. Jialing HAN, “Education

autorità locali di riportare sul documento le principali informazioni sulla vita dei ragazzi: chi sono i genitori, chi sono i tutori, il livello di istruzione, ecc. Le informazioni, utilizzate dai governi locali, permetteranno di avere una visione più chiara della portata del problema a livello locale. Ciò che si auspica è che, una volta presa visione delle circostanze, le amministrazioni locali saranno in grado di sostenere i ragazzi in maniera più concreta fornendo maggiori risorse educative e provvedendo a fare in modo che le aule scolastiche bastino per tutti. Si prevede anche un’azione più attiva e interessata degli insegnanti nell’identificare i bambini più a rischio aiutandoli e fornendo loro cure e appoggio emotivo262.

I lishou ertong rappresentano una categoria di studenti molto delicata: spesso provengono dalle famiglie più povere delle aree rurali e i disagi della vita quotidiana si ripercuotono inevitabilmente sul loro rendimento scolastico. I profitti (xuexi chengji 学习 成 绩 ) dei bambini che vivono soli sono spesso scarsissimi. Si tratta di soggetti particolarmente deboli dal punto di vista emotivo e che sono facili vittime di atti di bullismo tra i loro coetanei. La mancanza di dovute attenzioni da parte delle famiglie e della società sta crescendo una generazione di ragazzi senza istruzione (nianyou wuzhi 年 幼无知) o, come vengono spesso definiti dai loro stessi insegnati, “bambini problematici” (wenti ertong 问题儿童)263. Anche se vivono con i nonni, si tratta di gente con una certa età, spesso troppo permissiva, e che tende a perseverare eccessivamente negli errori dei nipoti. In altri casi, invece, i tutori (jianhuren 监护人) dei liushou ertong sono soliti utilizzare metodi più aggressivi e non è raro imbattersi in situazioni di violenza domestica. Dunque, un primo intervento dovrebbe partire dall’ambiente familiare.

In questo contesto, il ruolo delle istituzioni scolastiche andrebbe rafforzato e valorizzato e, a tal proposito, si rende auspicabile l’istituzione di scuole familiari (jiachang xuexiao 家长学校) che agevolerebbero sia il contatto tra gli studenti e gli insegnanti, permettendo a questi ultimi di comprendere meglio le necessità dei ragazzi, sia il confronto tra gli educatori e i tutori. La formazione di una cooperazione tra scuole e famiglie, quindi, andrebbe sostenuta per incoraggiare lo sviluppo psicologico e culturale di questi ragazzi attraverso un sistema di tutor (daoshizhi 导师制) che si occupi di: monitorare lo sviluppo psicologico dei ragazzi (“guan sixiang 管思想”), guidare i ragazzi nel percorso di studi

262

“Migrant Workers and Their Children”, op. cit.

263

Chi ZHANG 张驰, “Guanyu Zhongguo nongcun liushou ertong jiaoyu de yanjiu” 关于中国农村留守儿童

教育的研究 [Studio sull’educazione dei bambini cinesi lasciati soli nei villaggi], Xuelilun 学理论 (Theory

(“guan xuexi 管学习”), supervisionare la loro vita quotidiana (“guan shenghuo 管生活”) e assicurarsi della loro salute fisica (“guan shenti 管身体”)264

. Infine, sarebbe opportuno inserire in queste classi, e in generale in quelle ordinarie delle scuole di campagna, delle lezioni di cultura popolare (xiangtu wenhua 乡土文化) e di educazione sanitaria (jiankang jiaoyu 健康教育).