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Negli anni innumerevoli sforzi sono stati compiuti per sostenere lo sviluppo dell’istruzione di base nelle aree rurali del paese, ma tra vecchie problematiche e nuove difficoltà, si profila ancora un quadro piuttosto demoralizzante: le scuole sono poche e mancano risorse e insegnanti.

Nelle contea di Butuo, nella provincia del Sichuan, per esempio, ci sono attualmente solo 58 scuole. Nel 2003 la contea aveva scuole in 190 villaggi, ma adesso, dopo che la

maggior parte delle scuole è stata demolita, i bambini che provengono dai villaggi più remoti del Sichuan non hanno alternativa se non quella di percorrere 4 ore di cammino per raggiungere le scuole del comune. Dal 2000 al 2010 sono state demolite ogni giorno 63 scuole rurali, 30 centri di formazione e 3 scuole medie245.

Molte scuole rurali vengono chiuse per questioni di igiene e di sicurezza246, oltre che a causa della scarsa qualità dell’insegnamento: ancora oggi alcuni ragazzi delle scuole di Butuo, per esempio, sanno a malapena scrivere il loro nome dopo anni di studio. Anche il limitato numero di iscritti e la carenza di insegnanti rappresentano due delle principali cause della chiusura di questi istituti educativi rurali. Il problema cardine è che a essere demolite sono soprattutto le scuole dei piccoli villaggi dove gli inconvenienti legati all’inefficienza delle infrastrutture per i trasporti hanno ancora un enorme impatto sui bambini delle aree povere, specialmente per quelli che devono frequentare le elementari. Secondo i dati ufficiali, il tasso di studenti immatricolati nelle scuole rurali è diminuito del 3/4% dal 2001 a oggi e il numero di bambini che ha abbandonato la scuola è aumentato da 620.000 nel 2000 a 883.000 nel 2011247.

Dal momento in cui il numero degli istituti educativi nei villaggi ha cominciato a scemare, le scuole delle contee e quelle più grandi delle amministrazioni ai livelli inferiori si sono allargate per accogliere sempre più studenti provenienti dai più remoti villaggi della provincia. Anche se le scuole dei comuni sono grandi abbastanza per soddisfare le esigenze di tutti, tuttavia, rimane il problema della loro dislocazione; solo pochissime, inoltre, dispongono di un servizio di scuolabus. Anche se lo spostamento nelle scuole dei comuni potrebbe rappresentare un significativo salto di qualità per questi bambini, tuttavia, essendo troppo piccoli, i genitori spesso sono restii a lasciare che le frequentino e, nella maggior parte dei casi, premono affinché restino a casa.

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Fang ZHANG, “China’s Rural Education at Risk”, China.org.cn, 8 gennaio 2013 (articolo in linea). URL:

http://www.china.org.cn/china/2013-01/08/content_27618239.htm (consultato il 7/01/2014).

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Nelle aree rurali spesso le ditte costruttrici sono costrette a lavorare per molto meno denaro di quello preventivato perché i funzionari locali, corrotti, si impossessano di gran parte dei fondi destinati all’edilizia scolastica; la sicurezza degli edifici, dunque, ne risulta gravemente compromessa. Nel Sichuan, per esempio, è stata aperta un’inchiesta dopo che alcune scuole sono misteriosamente crollate causando la morte di 9.000 persone tra studenti e insegnanti. Ciò che emerso è che l’85% dei fondi stanziati per le scuole è stato impiegato per l’acquisto di auto e il resto è stato utilizzato per la manutenzione degli edifici. Tali “sottrazioni” non sono rare nell’edilizia scolastica delle aree rurali. “Li Shuisha, ricercatore dell’Istituto nazionale cinese per le ricerche sull’istruzione, spiega al South China Morning Post che ‘le scuole rurali, sia primarie che superiori, non hanno potere decisionale’ e che ‘le loro casse sono spesso vuote perché i fondi sono presi da autorità regionali’. Le ditte costruttrici sono pagate poco e debbono limitare i costi: risparmiano anche sui materiali’. “Bambini uccisi dalla corruzione nel Partito, più che dal terremoto”, AsiaNews.it, 7 luglio 2008 (articolo in linea). URL: http://www.asianews.it/notizie-it/Bambini-uccisi-dalla-corruzione-nel-

Partito,-pi%C3%B9-che-dal-terremoto-12701.html (consultato il 20/01/2014).

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A fronte dell’incapacità degli uffici educativi locali di gestire autonomamente queste problematiche, l’intervento governativo e il sostegno internazionale possono rappresentare un valido aiuto (anche le ONG - Rural China Education, per esempio - continuano a svolgere un ruolo determinante nel costante tentativo di rendere accessibili le strutture per l’istruzione di base anche per i più poveri). A partire dal 2006, per esempio, il governo della Mongolia Interna, grazie all’aiuto prestato della Banca Mondiale, ha potuto implementare il cosiddetto Rural Education and Development Project (READ) (2006- 2013). Sono stanziati in tutto 5 milioni di dollari per migliorare l’istruzione elementare dei bambini mongoli248. Prima dell’introduzione di questo programma, moltissime scuole elementari della Mongolia Interna non avevano nemmeno i libri e per rimediare a questa grave mancanza vennero costruite nuove biblioteche.

Nella scuola elementare della contea di Murun, per esempio, un insegnante ha raccontato che l’introduzione di queste sale di lettura e dei nuovi testi è stata accolta con molto entusiasmo dai bambini che, sin da subito, hanno mostrato un rinnovato interesse per la lettura e lo studio; persino quelli meno predisposti allo studio hanno cominciato a frequentare assiduamente le biblioteche. Negli anni, i bambini delle scuole rurali in cui è stato avviato il progetto hanno notevolmente migliorato le loro capacità di apprendimento e, al tempo stesso, l’abilità di comporre piccoli racconti di vita quotidiana. La compilazione di queste brevi narrazioni, inoltre, può aiutare a comprendere meglio lo stile di vita di questi bambini e a cercare soluzioni di studio più adatte alla loro eredità culturale.

Tuttavia, molti bambini difficilmente riescono a raggiungere le scuole perché appartengono a famiglie nomadi, i cosiddetti ger249. Il READ, quindi, ha adottato il cosiddetto stratagemma “Book Bags” attraverso cui i bambini possono ricevere una sacca di libri da poter leggere a casa; una volta terminata la lettura, i bambini sono tenuti a restituire i libri alle proprie scuole, dalle quali ricevono un’altra “Book Bag”. Questa potrebbe rappresentare una valida soluzione per tutti quei bambini che non riescono a raggiungere le proprie scuole, sia che si tratti di studenti appartenenti a comunità nomadi, sia che si tratti di bambini che non riescono a raggiungere le scuole elementari dei comuni dopo la chiusura degli istituti educativi nei villaggi in cui risiedono.

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“Building Mongolia’s Future with Books”, The World Bank, 19 settembre 2013 (articolo in linea). URL:

http://www.worldbank.org/en/news/feature/2013/09/19/building-mongolia-future-with-books (consultato il

9/01/2014).

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