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FIGURA 17 MAGGIORI COMPONENTI DELLA

EGCG è la catechina più abbondante e sembra avere effetti benefici sulla pelle. Studi di docking molecolare hanno mostrato che EGCG si lega al sito attivo del dominio PI3K e compete per il legame con ATP: è un inibitore di mTORC1. Evidenze sperimentali hanno mostrato che il trattamento con EGCG diminuiva la fosforilazione di mTOR e quindi l’attività di mTORC1.

Uno studio in vitro ha mostrato che EGCG diminuisce la lipogenesi nei sebociti modulando il pathway di segnalazione dell’ M locus protein kinase-Sterol regulatory element-binding protein 1 (MLPK-SREBP-1). EGCG ha proprietà antimicrobiche contro il P. acnes, il Propionibacterium granulosum, lo Staphylococcus aureus e lo Staphylococcus epidermidis. Inoltre, riduce la trascrizione del fattore nucleare-kB (NF-kB) e l’infiammazione.

Uno studio randomizzato, doppio cieco, con gruppo di controllo con placebo ha investigato se la supplementazione sistemica di tè verde migliorava l’acne in 80 donne post-adolescenti dai 25 ai 45 anni con acne da moderato a severo. Un gruppo ha assunto 1500 mg di tè verde decaffeinato (GT) al giorno per 4 settimane (1 capsula di 500 mg di GT 30 minuti dopo i pasti, 3 volte al giorno) e il gruppo di controllo assumeva il placebo, capsule di cellulosa identiche. Un dermatologo in cieco ha contato il numero delle lesioni, ma i risultati non sono chiari: sono diminuite le lesioni sia nel gruppo GT che nel gruppo di controllo, quindi servono altri studi con un maggior numero di partecipanti e che durino più tempo per poter trarre delle conclusioni.

Inoltre, un problema è la biodisponibilità di questi polifenoli: EGCG è assorbito primariamente nell’ intestino tenue e viene metabolizzato dalla flora batterica nell’ intestino crasso e si ritrova nel plasma in concentrazione massima dopo 1,5-2,5 ore. Le altre catechine, invece, non sono mai state ritrovate nei campioni di urina. La biodisponibilità orale dell’EGCG sembra aumentare con il digiuno, gli oli di pesce, l’albumina, l’acqua dolce, la piperina, la vitamina C e la conservazione deve avvenire in condizioni fresche e asciutte, mentre viene ridotta dall’ossidazione da parte dell’aria, degli ioni metallici, dei polimorfismi della catecol-o-metil transferasi (COMT) e dall’inattivazione gastrointestinale. (18)

Curcumina

La curcumina (diferuoilmetano) è il componente attivo della Curcuma longa. Ha proprietà antinfiammatorie, antimicrobiche, antiossidanti: down-regola target quali lipossigenasi (LOX), ciclossigenasi 2 (COX-2), sintetasi inducibile dell’ossido nitrico (iNOS), inibisce le citochine infiammatorie come TNF-α e IL-1 e sopprime NF-kB2, -6, -8 e -12.

Il problema della curcumina riguarda la sua biodisponibilità: è un composto fortemente idrofobico caratterizzato da uno scarso assorbimento, un veloce metabolismo e una rapida eliminazione. Viene solitamente somministrata assieme alla piperina, che ne aumenta la biodisponibilità del 2000%, oppure come curcumina liposomiale, con nanoparticelle e complessi fosfolipidici per aumentarne l’assorbimento.

In uno studio è stata testata l’efficacia della curcumina somministrata oralmente e topicamente. 53 soggetti (35 uomini e 14 donne dai 14 ai 28 anni) con acne sono stati divisi in 4 gruppi: il primo gruppo ha assunto la compressa e ha applicato un gel entrambi

con il principio attivo; il secondo gruppo come il primo ma il prodotto da applicare localmente era una crema; il terzo gruppo ha assunto la compressa orale con il principio attivo e il topico era un placebo; il quarto ha utilizzato solo i placebo. Il gruppo che ha mostrato i risultati migliori è stato il numero 2, ma servono altri studi per determinare la reale efficacia. (51)

Resveratrolo

Il resveratrolo (3,5,4’-triidrossistilbene) è un derivato idrossilato che appartiene alla famiglia degli stilbeni, costituiti da uno scheletro carbonioso di C6-C2-C6 (1,2- difeniletilene). Il resveratrolo esiste sia in forma cis che trans, ma la conformazione trans è la più abbondante. Si trova in mirtilli e mirtilli rossi (Vaccinium spp.), nelle knotweed giapponesi (Polygonum cuspidatum) e nell’uva (Vitis vinifera), fonte più importante. Normalmente il vino rosso ha una concentrazione maggiore rispetto al vino bianco, contiene mediamente 1.9 mg/l di trans-resveratrolo e può arrivare a concentrazioni di 14.3 mg/l.

Essendo una fitoalessina naturale, la sintesi del resveratrolo de novo da parte della pianta avviene in risposta a un danno causato dalle radiazioni ultraviolette (UV) o, più comunemente, da un attacco fungino e risulta predominante nelle uve non infette che circondano l’uva infetta per limitare la diffusione del fungo ad uve sane.

Ha proprietà antiossidanti, antiangiogeniche e antinfiammatorie. Contro il P.acnes ha effetto battericida, con una MIC (concentrazione minima inibitoria) di 180 µg/ml, e inibisce la formazione di biofilm.

Interagisce con più di 20 proteine negli organismi eucariotici, ma il meccanismo dell’inibizione della crescita batterica rimane non compresa totalmente.

In uno studio sono stati trattati pazienti acneici con resveratrolo (1 mg/g) e c’è stata una riduzione significativa delle lesioni del viso rispetto al gruppo di controllo che ha assunto il placebo senza il principio attivo. Non è chiaro se questi risultati sono dovuti all’effetto antimicrobico o antinfiammatorio. Però, bisogna considerare che le proprietà antimicrobiche mostrate in vitro si avevano con concentrazioni molto più elevate di resveratrolo rispetto alle quelle raggiunte nel plasma dopo la somministrazione orale. Molti studi, eseguiti sull’uomo, hanno dimostrato che il resveratrolo ha un alto assorbimento, ma viene prontamente metabolizzato e si trovano concentrazioni plasmatiche del resveratrolo immodificato basse. Ulteriori studi dovrebbero indagare le proprietà antimicrobiche dei composti coniugati che si formano. (52)

2.2.5 Probiotici

I probiotici sono microrganismi vivi e attivi che si dimostrano in grado, una volta ingeriti in adeguate quantità, di raggiungere l’intestino, moltiplicarsi ed esercitare un’azione di equilibrio sulla microflora intestinale mediante colonizzazione diretta. Gli alimenti che li contengono sono quindi in grado di promuovere e migliorare le funzioni fisiologiche dell’organismo attraverso un insieme di effetti aggiuntivi rispetto alle normali attività nutrizionali. (20)

Il microbiota intestinale è responsabile dell’integrità strutturale e funzionale dell’intestino, della regolazione del sistema immunitario, della digestione e fermentazione dei nutrienti, della biodisponibilità delle vitamine e in parte della loro sintesi e della inibizione della crescita di batteri nocivi. Il microbiota interagisce con il nostro organismo ed è strettamente influenzato e collegato al cervello attraverso l’asse intestino-cervello e anche alla cute attraverso l’asse intestino-pelle. (9) Infatti, i microrganismi che compongono il microbiota intestinale producono metaboliti, peptidi, neuropeptidi che si legano a specifici recettori e influenzano numerosi processi, fungono da messaggeri paracrini ed endocrini.

Nel caso specifico dell’acne, alcuni metaboliti prodotti dal microbiota sembra interagiscano con le vie di segnalazione di mTOR che portano ad un’ alterazione della composizione del microbiota stesso. La disbiosi porta ad un aumento della sostanza P e all’up-regolazione di substance P-containing nerves, implicata nell’aumento di mediatori pro-infiammatori come interleuchina 6 (IL-6) e Tumor Necrosis Factor (TNF-α). (8)

Probiotici e prebiotici riducono i markers sistemici dell’infiammazione, in particolare regolano il rilascio delle citochine infiammatorie a livello cuteneo riducendo IL-1α e lo stress ossidativo.

Da uno studio è emerso che pazienti con acne avevano livelli circolanti di endotossine che non si riscontravano nel gruppo di controllo, in particolare uno studio del 1983 ha dimostrato la presenza di lipopolisaccaride da Escherichia coli nel siero di pazienti affetti da acne. (9)

Nel 1916 e nel 1930 sono stati condotti degli studi che cercavano delle correlazioni tra squilibri intestinali e acne. Quelli del 1916 sottolineano che nelle persone con acne c’era un’alterata permeabilità intestinale, mentre quelli del 1930 evidenziano che nel 40% dei casi c’era ipocloridria. L’ipocloridria è data da una disfunzione dell’apparato digerente consistente nella diminuita secrezione di acido cloridrico. Questo può indurre una migrazione dei batteri dal colon al piccolo intestino, alterando la normale composizione e permeabilità. La patologia che ne deriva prende il nome di Small Intestinal Bacterial Overgrowth (SIBO) in cui i batteri, essendo in concentrazione maggiore rispetto alla condizione di normalità, competono con l’ospite per i nutrienti, producono metaboliti tossici e danneggiano gli enterociti dell’intestino tenue.

Il primo studio che ha esaminato la flora batterica intestinale in pazienti con acne risale al 1955 e non sono state rilevate importanti differenze, se non un aumento di Bacteroides che venivano più comunemente isolati.

Nel caso però di pazienti con disbiosi, se al trattamento per l’acne viene associata un’integrazione con probiotici, i risultati vengono raggiunti in un minor tempo. Questo è stato dimostrato in più studi, in uno sono stati usati in particolare Lactobacillus acidophilus e Bifidobacterium bifidum.

Nel 1961 sono stati effettuati i primi case report. Sono stati presi in considerazione 300 pazienti e per 16 giorni hanno utilizzato un’integrazione di Lactobacillus acidophulis e Lactobacillus bulgaricus, con 2 settimane di washout dopo i primi 8 giorni. L’80% dei pazienti ha riportato miglioramenti, ma lo studio non aveva un gruppo di controllo quindi gli autori hanno solamente potuto concludere che è presente un’interazione tra la manifestazione dell’acne e i processi metabolici del tratto intestinale. Il microbiota intestinale può contribuire alla resistenza insulinica che causa un aumento di IGF-1 e una diminuzione di IGFBP-3 stimolando la proliferazione dei cheratinociti. In uno studio danese di 277 persone non diabetiche sono stati trovati in una concentrazione maggiore Prevotella copri e Bacteroides vulgatus che sono associati a insulino-resistenza. (9)

Alcuni batteri studiati in vitro e su modelli animali hanno dato buoni risultati come lo Streptococcus salivarius che produce una sostanza inibitoria simile alla batteriocina che inibisce C.acnes e Bifidobacterium lactis che migliora il metabolismo del glucosio e i livelli plasmatici di insulina a digiuno in modelli di topi con diabete mellito non insulino- dipendente. I Lactobacillus casei, Lactobacillus bulgaricus, Streptococcus thermophilus e alcuni acidi grassi aumentano i livelli sanguigni degli acidi grassi antinfiammatori. Mentre il Lactobacillus rhamnosus GG è implicato nella riduzione di IGF-1 e porta all’aumento di FoxO1, risultati emersi da biopsie della pelle. (8)

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