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Finalmente nell' ultimo anno , volle vi- vi-sitare il monte Tabor , dove accadde la

Nel documento ^ G. PAOLO LASINIO $) (pagine 93-102)

divina Trasfigurazione:e

quantunque

as-saltato fosse nel viaggio

da due

leonesse, col segno solo della croce le

rendè

man-suetissimee carezzanti; finché

proseguen-do

ilsuo

cammino

, giunse alluogo desi-derato, ov'

ebbe

la grazia

che

gli apparis-se,

con

volto assai più risplendente del Sole, il Divin

Redentore

fraElia e

Mosè,

coinè apparve ai tre Discepoli, il quale

dopo

aver benedetto ilservo suo,

addor-mentato

lasciandolo, disparve.

RisvegliatosiRanieri, eattendendo l'oc-casione per ritornarsene in patria,si

riti-rò presso

una vedova Romana

,

donna

di santa vita; e si narra

che

presso di lei

operasse quel miracolo rappresentato

nel-1'ultimo confine a destra del

quadro

,

che

di tanto cioè facesse crescere

un pane,

7a

il quale in

mano

teneva per distribuirsi ai poveri, che senza

punto

diminuire

,

molti e molti miseri

andarono

satolli di quello.

E

cosi proseguì nella via della perfezione finché in

compagnia

di

Ranie-ri Bottacci valoroso gentiluomo Pisano

,

che si era recatoalSoldano diBabilonia

,

sopra

una

trireme s'imbarcò pel Porto Pisano(i4)

.

(14) « Mentrepassoad esaminare le trestorie,

« che in codesto Campo Santo dipinse Simone

« Memmi,a

me

tornainmentel'avveduta

riflessio-« ne,chefeceilVasarinello scriverelavitadi

co-« desto Dipintore, cioèchefu suagrande ventura

« l'essercelebrato dallerimediMesser Francesco

« Petrarca,ch'eterne rimarranno;quandoisuoi

« dipinti subir dovranno quella sorte crudele,

•« che sovrasta a tutto ciò, che all'ingiurie del

« temposoggiace.Poteapure aggiungere lo

Sto-« ricoAretino,chelaiodedeipoeti(come

confes-* tulio l'Ariosto stesso) è sovente superiore al

« meritodeilodati.

« Voi nelragionare soprale pitturedi Simone

« avete con buon giudizio descritta la vita di S.

« Ranieri , onde dichiarare così i diversi

argo-« mentidiesse.Lastoria diquel Santo, che

tan-li

Loda

il Vasari nella

prima

istoria le fanciulle bellissime per Yarie de' volti, e per l'

ornamento

degli abiti, el' acconcia-ture dique'tempi; nella seconda la

vi-« to ècaroacotestacittà,puòdirsitotalmente

e-« spressafraitregranfreschi diSimone, e gli

al-« tritre di Antonio Veneziauo, il qualefu però

« benaltro artista, cheSimone nonera.

Ma

in-« tantolaseriedellevicendedelvostroS.

Ranie-« riviha coadottoaparlare insiemedi due

pit-< toriben diversid'ingegno,e dimerito. Simo

nescolare di Giotto eranato peressereun

di-« scretoimitatore delmaestro. All'opposto,

An-« tonio Veneziano,benché discepolo del Gaddi

« imitatore delpadre,che anche essononfu che

« un imitatore di Giotto, era

uomo

nato perfare

* progressi nell'Arte, e per superare isuoi

pre-i cettori, etentareinessaqueipassi,chepoteano

« amaggiorlustrocondurla.

«

Ma

lasciamo perun momento ilVeneziano,

« etorniamoal Menami,cheha avuto nel vostro

« CampoSanto ogni sorta di disgrazia; giacche

« èsoggiacciutoallaroviuadeltempo, edalla

ro-« vina del ritocco.Infattiilprimoquadro, che

rap-« presentalaConversionediS.Ranierinon puòpiù

« nellepartiindietrochiamarsi opera diSimone.

* Lasciateperò chevidica, che anche ove

rima-vezza e la beli'arianei volti;e nella ter-za« Tantico avversario cheparte

non

solo

« tutto confuso,

ma con

bellainvenzione

« e capricciosa tutto pauroso, tenendosi

» neil suolavoro,nonvisiravvisacheuna

fred-« dissima composizionepriva dianima, e di

e-« spressione. Sonocosì pocoespressive leteste

,

« chesenzadannodell'opera potreste trasportar

« quelle, che ammiranoledanzatrici alluogodi

« quelle,che seguono la matrona,che intimaal Santolapenitenza,e così viceversa. Piacquero alVasarile foggie di vestire di quelle donne

«• mondane;

ma

non vièin esseunsolo bel

par-* titodip>eghe,unasolavivace attitudine, che

« corrispondaallietosollazzo, incui sono.

« Chi avrebbe creduto, che l'unionedipiù

av-« venimenti storici, in disparatiluoghi,etempi

« accaduti almedesimo protagonista affollatain

« uno stessoquadrosenza divisioneveruna,

do-« vesse essere cosa tantolodevoleagli occhidel

* Vasari, che quasida essa si traesse ilmaggior

« argomento d'encomioaSimone?Questiinfatti

« fin dallaprima storia racchiusetantifattidella

« vitadel Santoinunsolo dipinto;ed

intralciol-« litalmente,chedobbiamoessergrati aquel

dia-* dema con cui ne'varjluoghilofece

distingue-* re: che altrimentidifficile sarebbe indovinare

75

« nel fuggire le

mani

al capo, e

cammi-«

nando

conlafronte bassa estrettonelle

« spalle a più potere, ec. » Tutto questo mostra che egli era

profondo

nell'arte

;

« lecose rappresentate.

E

nella seconda pittura

« noi fececon minorlibertà. Qua ilSantoè

nel-« lanave, veste l'abito diEremita; ora

distri-« buiscel'elemosina a'poveri, oraèrapito inuna celeste visione.

« IlBottari,'commentandolo Storico Aretino

« nellavita di Simone,riflette,che lostiledi

me-« scolare così diversifattiappartenenti alla stessa

« persona in uno stesso quadro erasimantenuto

« fino aitempi diRaffaello;

ma

noncontentodi

« ciò,vuole cheRaffaello stesso cadesse inquesta

a pocolodevole usanza,e necitaper esempioil

« quadrodellaTrasfigurazione,ovehaintrodotto

« il Redentoresul monte,edapiedi di quellogli

« Apostoli, elaturbade'seguacidi Cristo;e

l'al-« trodelS.Pietro in carcere,ove vedesi l'Angelo,

« chedesta,escioglieilSanto,e lo stessoAngelo,

« che fuordi prigionelotrae. Adireilvero,non

« soqual duplicazione di fattopossa trovarsi n

el-ei la Trasfigurazionequando sivedeinun punto

« Cristo sulmonte, egliApostoli a'piedidi esso.

« Nel secondodipintoiopiuttosto trovereiun

su-« blime pensiere di Raffaello,che per esprimere

7

6

ma

quello che prova evidentemente che

il Vasari scriveva lontano dai luoghi, e sopra appunti presi senza diligenza, è quanto segue: «Nella terza (storia) è

di-« come istantaneamente opera 1'Onnipotente i

« pi odigj, vollemostrarein un puntosolo Pietro

« destato,sciolto,egiàlibero dalla prigione.

« Tornando al nostroSimone, voisietemolto

B contentodella navicella, e trovate molto viva

« 1'espressione

(peròassai facile)di coloro,che

« turansi ilnaso pel fetore,che tramandanodal

» forziere le ricchezze di Ranieri in quello

rac-« chiuse.

È

vero,questa èlapartemenofredda,

« che in quel dipinto si miri; mache diviene

« questa navicella, se cirammentiamoquella di

< Giotto, che meritamentefutanto ammirata,e

•< lodata? Invero quella Navicella di Giotto fu

< unodei più sublimisforzi diquelsublimissimo

« ingegno,perchèfucosa tuttasua, ch'eglidovè

« originalmenteimitaredallanatura; giacché

al-« tri primadi luinonaveaglienelasciatoesempio.

Nella terza pittura, ovein più luoghi ha

ri-« petuto

Memmi

la figura del nimicoinfernale,

« cheindispettito tentasempre noviassalticontro

« Ranieri, e sempreneriporta nuovo scorno,e

« sconfitte, converrò anch'io colVasari, chein

>• queldemoniosiportòSimoneassaibene,eche

V

« pinto

quando

tornato

dopo

sette anni

« d'oltremare«(eanzialcontrariola

sce-na

tuttarappresentasi inPalestina)«

stan-«

do

in coro, ove molti putti cantano;

alla prontezza dell'attitudine riunì buono, e proporzionato disegno. Quanto è vero, che quando si vogliono caricare, ed imbruttire le

forme, si riesce facilmente nell'intento: l'in-gentilirle, e l'abbellirleformaladifficoltà

del-l'arte.Paragonate la figura del Santo ignudo nellastoria precedentecoli'ignudodiquesto

ri-petuto demonio,evedete quanto la prima gli resti indietro.NotòilVasari,econmoltobuon

giudizio,che Simone non era molto forte nel disegno;edinfattiregnasemprenellesue figu-resecchezzanelleforme,monotonianelle estre-mità, freddezza nell'aria dei volti , debolezza nei contorni,enel tutto insieme unalanguida imitazionediGiotto.

« Giottovario nelle attitudini,accurato nell'e-spressione,cercòd'infonderevitaallesue figu-re,

ma

pure talvolta ne lasciò alcuna arida,e con pocaanima,echerisente lo stile,che tro-vò Giottodimodaquandopreseìpennelli. Os-servate nel nostro SimoneilTaborre;osservate quella visione nel primo quadro, quell'estasi nelsecondo,eviconosceretesubitol'imitatore

(e

come

vedeside'putti

non

ve

ne ha

pu-Te

un

solo) « ajutato da

una

figura fatta

« da

Simone

perla Costanza;»(e intutto io spartimentosinistro

non

v'ha nessuna

« di Giotto.

Ma

dov'egli l'imita?Dove quel

ra-« rissimoMaestro non lasciòliberoilvoloal suo

« ingegno,eadoperòunatalqualeservilitàverso

« ipittori,cheloprecederono.Ditemi,saràforse

« un vano mio sospetto il dubitare,chetalvolta

« Giottosiadattasseaseguireleidee già adottate

« dalpubblico, edaccetteaidivoti in alcune

sa-« greimmagini?Forseinalcuneosservazioni,che

« vi farò vedere un giorno sopra così grand'

uo-« ino, troverete sviluppato meglio questo mio

« pensiero.

« Goda pure degli encomi del gran Petrarca

« Simone,

ma

confessiamonoi,cheseuomini di

« migliortalentononavesseprodottolaToscana,"

« leArtisarebbero ancorabambine.FermateviUn

momento mecoa riflettereinqual

modo

avven-« ne, cheil Petrarcailquale,comeda'suoi

scrit-• ti apparisce,era nonsolo estimatore.

ma

rac-« coglitore de' bei monumenti dell'arte antica, potesse appagarsi dellepitturediSimone?

Co-«

me

l'aspetto delle cose subliminon gli facesse

« prender nausea per altre molto da quelle

di-« stanti?

79

figura di

femmina

).

finalmente dopo

a-verci dettoche lavorò in

Campo

Santo, poi

ch'ebbe

dipinto in Santa Maria

No-vella, lo fa morir nel

i345; quando

è certoche nel 1

355 non

eraper

anco

ter-minato

di dipingersi il Cappellone degli Spagnuoli,

come

si prova dall'iscrizione sepolcrale e dal testamentodel Guidaìot-ti(i5).

« Forse essendodi solasculturaimonumenti,

a che potea possedere,restavaeglipagodiquello

« chedi

men

malepotea vederein pittura.

O

for-« se(torniamoaciò chedissi sul bel principio)

« essendo i poeti prodighidilodi,messer

Fran-« cescotantodi animogentile egrato,nefu

pro-« digo verso il pennello,cheeseguì al meglio

,

* chesipoteaper queltempo, l'imagine dell'

a-« doratasuadonna.«

De

Rossi,la»,cit.

(i 5) «

Ed

oltre la somma che v'aveva speso vi-vente(DomenicoGuidalotti)fece in detto Testa-mentoillascitodialtrifiorini325,qualiparevaa lui anco richiedersi per corrispondereal lavoro de'duePittori( il

Memmi

e il Gaddi)qualivisi

trovano attualmente (il2Agostoi355) impiega-ti. »Mecatti pag. i&.

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Nel documento ^ G. PAOLO LASINIO $) (pagine 93-102)