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i/ì .Ho WZ-
DESCRIZIONE
\
DELLE PITTURE f%
% PEL
CAMPO SANTO
DI PISA
CONIX.
FIGURE
INTAGLIATEINRAME
gJJ"
DA ^
G.
PAOLO LASINIO $)
PISA
SI
TENDE DA NICCOLÒ CAPURRO LIBRAJO LUNGARNO
MDCCCXri.
BmMmm&wmwwmm
DESCRIZIONE
DELLE PITTURE
DEL
CAMPO SANTO
DI PISA
coli/indicazione
BEI MONUMENTI
IVI RACCOLTI
.
PISA
PRESSO NICCOLÒ CAPPERO
CO*CARATTERI DIDIDOT
MDCCCXVI.
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àaeo >ywtte aùtemuùo aom*
r&lleàv, Ó6MUI lo
'zelodel ìaan^
ó&rvjiboiv, (d ouale 4e ne delle
il
w-cmfa e la laue.
T^wvamu ufaodmi
DESCRIZIONE
DEL
CAMPO SANTO
DI PISA
INTRODCZIONE
IN on v'ha
persona dotatad'animo
af- fettuoso e gentile,che meditando
sulla fine naturale degliuomini, non
desideri di fregiared'un
sasso,d'una
iscrizione, o d'un monumento
il luogodove
ripo- sano le ceneri de'suoi più cari.Quindi
pressochélenazioni tutteonorarono
quel-la terra, che racchiudeva le ossa de'loro maggiori: e laReligione intervenne qua-
si
sempre
co'suoi riti ad aprire e a con- sacrare l'albergodell'uomo, che non
è1
più. L'uso antichissimo in Italia di sep- pellirnelle Chiese,se
nuoceva
perun
la- toaifedeliche vi concorrevano, mostravadall'altro lavenerazione
somma che
ser-bavano
gl'Italianiperleceneri deitrapas- sati.Le
arche, che indis'introdusseroal- l'intorno dei templi, o nelle vicinanze di quelli,come
iSepolcri magnificidegliSca- ligeri inVerona
ymancano
di quella soli-tudinenecessariaper chi cerca il riposo,
il silenzio , e la quiete,
onde
spargereuna
lagrima di conforto allarimembran-
za diun bene
perduto. Introdottisii Ci- miteri,dopoché
lasaviezza delle leggiha
inibito diseppellire nei templi, sembrerà^
strano che sotto il bel cielo d'Italia
non
siasi seguitala
costumanza
di farcrescere de'fiori intorno alleurne,
che racchiu-dono
le ossa de' nostri amici e congiunti,come
si pratica in Inghilterra e in Olan- da; eche
silascinoconfusamente
per lo più, esenza distinzioneveruna
tra fossa e fossa, senza lapidi, senza fregi, senzaemblemi;
inyitando così più alladimen-
3
ticanza che al dolore. « Giova» dice
uno
Scrittore
moderno
« avereuna
sepoltura« particolare, il mettere un'iscrizione, e
f l'andare a piangervii nostri cari sulla
» sepolcrale lor pietra (i).»
E pure
gli avi nostri (senza parlare delle celebriSale
(2) di Sicilia) n'aveano lasciato ilpiù celebree magnificomodel-
loche vantar possal'Italia,
dopo
il risor-gimento
dell'Artir nelCampo
Santo di(1) Pi>DEJ\io:\'TE,nellaProsache precedeiSe- polcri.
(2) Chedirò delle tue,Siciliacara,
Delle tueSaleSepolcrali, dove Co'mortiadimorarscendonoivivi? .... cosa ....ammirandae forte Colàm'apparve:spazioseoscure Stanzesotterra,ovein lornicchie,come Simulacridiritti,intornovarino Corpid'animavoti,econquei panni Tuttorain cui l'aura spirar furvisti.
Sovraimuscoli morti,e sulapelle Cosìl'artesudò,cosìcaccionne
Fuori ogniumor,chelesembianzeantiche,
Non
chelecarni lor,serbanoivoltiDopocent'anniepiù;.Morteliguarda,
4
Pisa: opera d'insigne architettura, desti- nato a racchiuderleceneri dei piùcospi- cui fra i cittadini di quella già possente Repubblica,
ed
a perpetuar lamemoria
degli
uomini
famosinellearti,nellescien- ze, e nellaguerra;inalzatocon
disegnoe sotto la direzione dì Giovanni Pisano, e ridotto a termine nell'anno 1283.A
decorar colle loro pitture leinterne paretidisìsplendidoEdificio chiamatifu-E
intemapard'aver fallitoicolpi.
Quando ilcader dell'Autunnalifoglie Ciavvisaogn'anno, chenon menospesse
Leumanevitecadono,ecimanda
Sugliestinti aversarlagrimepie,
Discendeallorne' sotterranei chiostri
Lostuoldevoto:pendonodall'alto Lampadicon piùfaci; alcorpoamato Ciascunsivolge,esugliaspettismunti Cerca, etrova ciascunlenoteforme;
Figlio,amico,frateitrova ilfratello, L'amico, ilpadre:dellefaciillume Così que'voltitremolo percuote,
ChedellaParcaimmemoriagitarsi Serabrantalorleirrigidite fibre,ec.
Pi-mdemonte, iSepolcri.
remo
dai Pisani gli arteficipiùriputati di quell' età; e Giotto, e Buffalmacco in principio; idue Orgagna
di poi, ilLau-
rati,
Simon Memmi, Anton
Veneziano, e Spinello , a gara1'un
Yaltro vi lasciaro-no
le più altememorie
dellor sapere.E
fu ventura grandissima
che
Buffalmacconon
progredisse oltre la terza Storia delVecchio Testamento,
poichéun
secolodopo,
pervenuto a PisaBenozzo Gozzo-
li, affidato a luifu Yincarico ditermina- re il lavoro incominciato dal
primo
; la- voro che inbrevissimotempo
, e tutto di suamano,
lasciòcompiuto, come
cinar- ra il Vasari, che opera lachiama
terribi- lissima, e da sgomentareuna
intiera le-gion diPittori.
La
Pittura in talmodo
,
con
tante minori forze, senz' ajutiesen- zaguide, gareggiò colla sorella; e lasciò le più grandiorme
del suo valore nelCampo
Santo Pisano.Nulla
può
immaginarsidipiù austero e più semplice dell'esternasuaarchitettura.Sidivide tutta intieralafacciatain
44
pi-6
iastri diugual distanzafraloro,.sopraelei
quali voltano
43
arcate semicircolari, di bellaforma
; e a ciascun capitello, ove siuniscono gliarchi
(ugualmente
che nel^l'interno
scompartimento)
sivede appo- stauna
testadivariatafigura.Finoèl'ili*taglio de' capitellie dellecornici;
ben
ta- gliate inquadro
sono le lastre dimarmo
Pisano che
adornano
tutta la limerà fac- ciata; coperti dipiombo
sono i tetti; e tutto insomma
presenta lagrandezza, la ricchezza,«
la nobiltàdella nazione, checommise
un'opera sì grande.A
questo maestoso Edifiziosiha
perdue
portel'in- gresso;un
tabernacolo dimarmo
.3) so-(3) IlTabernacoloèopera.diGiovanniPisano, architetto delCampoSanto.Siedevi in mezzo la
VerginecolBambino,edinanzialui stagenufles- so Pietro Gambacorti allora Operaio,e secondo alcunii[Ardiitetto Giovanni, che coli'altre figure scolpì semedesimo.Cosìil Sig.da Morrona nella suabellaevastaOperadiPisaIllustrata nelle BelleArti, opera chegliha da grantempootte- nutoilplausoeilfavore ditutticoloroche ama- nosìfattistudj
.
7
prapposto alla porta principale,
sembra
esservi stato situato ne'tempi posteriori;
e,
secondo
latradizione,ornavaaltrevol- te laporta dimezzo
delDuomo
.Ma
siache da
una
edall'altra delledue
porte si penetri nell'interno, laprima
impressio-ne
cheall'entrarvisi riceve è quella della meraviglia e della sorpresa,ilprimo
sen- timentoche
destasiè quello del raccogli-mento
e dellameditazione.Formato
aparallelo-grammo,eracchiu-dendo
nel centro un'area di terra desti- nataperlaplebe,ha
intorno quattro cor- ridori, cheprendono
luce peruna
parteda
bellissimiarchi dimarmo
,che posan-do
soprauna
base dinon
piccola altezza accrescono colla soliditàl'ideadimagni-
ficenza diquesto edilìzio. Semplicecome
le
Greche
operen'èl'architettura:esein appresso, entro agli archi rotondi, si so-no
innestatidegli ornamenti volgarmente chiamati di Gotica scuola, attribuirnon
se
ne debbe
la colpa a chine
disegnòda
prima
ene
diresse lafabbrica.8
Lo scompartimento
è di62
arcate ro-tonde
; ventisei per ogni lato, e cinque in ogni testa;come
vedonsi nel piccolo disegno cheho
fattointagliare.Ilmarmo
bianco e ceruleo'di cuison tutte
compo-
ste fa
un
effetto mirabile: e su ciascunode
capitellidove
gliarchi s'incontrano è situatauna
testadimarmo
,quale dima-
schere sceniche, qual di leoni, qual di altrabizzarra figura.
Molti più di seicento sono i sepolcri
,
distribuiti nei quattro corridori, tutti co- perti di
marmo,
e appartenenti a private famiglie Pisane. Molti antichi Sarcofagi, lamaggior
partede
quali dimarmo
Pa- rio, e chesembrano
perciò trasportatida Costantinopoli,o dalla Grecia,adornano
i lati interni diessi; e molte belle opere
sìd'anticachedi
moderna
scultura,mol-
te colonne,urnette,frammenti, ed iscri- zioni,
concorrono
a decorare quest'anti- co e nobilMuseo
,come
lochiamò
laRe-
ginadiSvezia, Cristina Alessandra.Di
controagli archisorgono lemura-
9
glieche circondano
T
edilìzio,oveammi-
rasi ancora
quanto rimane
di quellePit- ture,che feceroaltrevolte l'ammirazio-ne
d'Europa
. SeY
Italiapuò
a ragione vantarsi d'aver posto inmano
il pennel- loagli altripopoli; selaToscana ebbe
for«se la principal parte in questo vanto na- zionale
,
può ben
dirsi che gli Artefici,
che
dipinsero inCampo
Santo,han
pre- sa, per dir così, la Pitturabambina,
el'
han
condottasino allapiùvigorosa ado- lescenza. Buffalmacco mostra nella sua rozza manieracome
dipoco
si discostas- se dai Greci maestri: l'Orgagna, bizzar- ro nelle invenzioni, molto sentiva,ed ha
espressoaffetti bellissimi: pienodive-rità e di semplicità nelle figure è il
Lat-
rati,nel solo
quadro che
ciha
lasciato:ilMenimi ha
della grazia,quantunque
pe- sante nelleattitudini e nellemosse
; Spi- nelloha
sveltezza, e calore;Anton Ve-
neziano, nei restiche ancorasi discopro-no
, cifa sentir lamalignità della fortuna«he
sicompiacque
di maltrattar piùche
IO
qiielle degli altri, le pitture di lui : e Giotto finalmente nelle
due
Storie chene rimangono,
delle sei che vi dipinse, mostra colla nobiltà de'suoi volti, la va-ghezza
e naturalezza delle sue figure col grandioso de'panni, e soprattutto colla sua maestosa semplicità,con
quanta ra- gione dettofosse che per lui rinacque la Pittura.
Ma
tutto cede però alla ricchezza del- le invenzioni, alla magnificenza delle ar- chitetture, alla disposizione delle fabbri- che secondoleregoledellapiùesattapro- spettiva,allavarietàdellescene,allacom-
posizione de' paesi, alla
mossa
delle figu- re, alla sveltezza e alla gentilezza negli atti,non
che all'incomprensibile soavità difisionomia nelle testefemminili,all'ar- teinsomma con
cuiBenozzo ha
condot- toben 23
storie, tre sole delle quali so-no
perite. Chinon ha
visitato ilCampo
Santo Pisano
non
conosceilmeritodiBe-nozzo
,cheionon temerò
di chiamare ilRaffaello degli antichi,tanto all'Urbinate
TI
e! somiglia: e difficilmente
mi do
a ere»-dere
che
Raffaellomedesimo, quando
fu in Firenzenel 15o4 non
s'invogliasse di giungerfinqua
perammirarvi
queste Pit- ture, chedoveano
alloraconsiderarsiperquanto
di più gentile nell'espressione, e di più grande nell'invenzione eseguito si fosse, innanziLeonardo,
che pochissimo dipingeva, enon
escluso Masaccio,che
se lo vince nel complesso delle doti pit- toriche, in molteparti gli cede
.
Intorno intorno allepareti sotto ifregi delle pitture, e dai lati ai loro opposti son situati,
come
siè detto, imonumenti
di Scultura di cui parlerassi nella
Secon- da
Parte.Due
Cappelle presso apoco
di uguale grandezza si trovano dalla parte che guarda mezzogiorno,euna
assaigran-de
e bella sorge nelmezzo
del latoche guarda
occidente.È
questadiforma
qua- drata,adorna
di cupola, e fu fatta edifi- care dall'Arcivescovo CarloAntonio
deiPozzo
,e dallostessoconsacrata neliog'ò.Di
AurelioLomi
è ilS.Girolamo
dipintoil
nella tavola cieli'aitar maggiore . Altri quadri, per la
maggior
parte di antiche ScuoleToscane,
siveggono
raccolti in questa cappella:ma non
essendo questi Foggetto delmio
lavoro, li passo sotto silenzio.PARTE PRIMA
PITTURE
\Jt
facendociadescrivere lePitture che-adornano
le interne pareti delCampo
Santo,
cominciando
da quelle chepressosi
vedono
alla gran Cappella, dallato si- nistro della porta dellamedesima,
ven-gono
esse attribuite aBonamico
Buffal-macco
,dicuipiùsottodiremo.Sono
esseLA
CROCIFISSIONE
LA RESURREZIONE
E
L'ASCENSIONE
di G. C.Il Vasari narra nella Vitadi questo arte- fice, ch'egli dipinse
una
Passione, ove figurò molte turbediuomini
edi cavalli;ma
in effetto eglinon
vi dipinse che lar4
sola Crocifissione. Assai
ben composto
èil
gruppo
delledonne
,che
sorreggonolaVergine
svenuta a pie dellaCroce,
eha
dato motivoamolteimitazioni che di es- sohan
fatto moltipittorivenuti da poi;ma
ignobili sono le teste, e più d'ogni altra quella della Vergine stessa.
Il carattere della
Resurrezione
e del-l'Ascensione tieneinfinitamentepiù della rozza manierade'Greci; e parea
me che
annunzj un' altramano
, oltredichè, se n'eccettuiamo ledue
figure delRedento-
re,poco
v'è d'intatto inquelloche resta.Non
cosìpuò
dirsi delle quattrostorie Seguenti,cominciando
dalcantoche guar- daTramontana.
Esse sono senzacontra- sto le meglio conservate di tutte le altre di questa parete,sìperchè sono lemeno
esposte al
marino
;sìperchè furono forse per grantempo
difeseda finestre con ve-tri,apposteagliarchi internidellafabbri- ca,
come sembra
dalie tracce che negli stipiti e nelle colonne ancora si ricono- scono; sìfinalmente perchè i pittori usa-15
ron l'artifizio di adattare un' incannicela- ta sul
muro,
di fermarla con sottilissime grappe di ferro, e distendendovi poi so- praun
grosso intonaco, difendercosìdal-l'esterna
ed
interna umiditài lorcolori.Questo
artifizio dovettesuccedere a quel- loimmaginato da
Giotto,e
alungo
de- scrittoci dal Vasari (T. ILpag.84
), poi- ché si accorsero forse gliOrgagna
e ilLaurati,chei colori delle pitture diGiot- to
non reggevano
all'intemperie dell'a- ria, e all'umiditàche
filtravadal terreno su su per la muraglia.Comunque
siasi,
è grave
danno che Benozzo non
lo imi- tasse,poichécosìavremmo
ancora piùin- tatte e freschissime molte parti dellesue pitture, fra quelledicuinon
sicompian-
gela perdita.TRIONFO DFXLA MORTE
di
Andrea Orgagna
La prima
di queste appartiene aun
uomo famoso
nella storia dell'architettu- ra,a
quell'Orgagna,
che sì maestrevol-i6
mente
inalzòitre archidellaLoggiasulla piazza della Signoria in Firenze; Loggia, chepuò
riguardarsicome
ilmonumento
più bello,
che
ricondur potesse, e che in effetto ricondusse gli architetti,non
escluso Brunellesco,alle belle proporzio- ni, e al bel girare degli archi rotondi nelle fabbriche posteriori.
Sembra
chel'
Orgagna
, oltre Vesservalentissimo nel- T architettura, valenteanco
fosse nella poesia; e che,quando
alla pittura ei sidette, avesse già nudrita la fantasia della lettura di
Dante,
icui versi, oltre all'es- sere i più adattati per eccitare un' im- maginazione già di per sé vivissimaed
accesa, erano isoli che andassero per lemani
di tutti in queltempo
.E quantun- que
a torto(come vedremo
in appresso)siasicreduto edasseritodamoltiche l'In-^
fernodell'
Orgagna
sia presso apoco una
repetizione in pitturadi quel che 1'Ali- ghieri cantatoavea in poesia; è certo pe- rò che ilpoeta somministrò molteimma-
gini e molti belli affetti al pittore
.
Ci narra ilVasari (T.II.pag.
289
)che
la
fama
delle opere diAndrea
, maestre-volmente
condotte in Firenze,mosse
iPisani a chiamarloa lavorare nel
Campo
Santo,
secondo
cheprima
Giotto e Buf- falmacco avean fatto ;ed
aggiungeuna non
breve narrazione del contenuto di queste pitture di lui; la quale se mostrail pregio in cui erano fin d'alloratenute
,
esaminandola, si discopre altresì chiara-
mente
eh' egli scriveva dimemoria
; eche
le descrizioni suenon
erano distese sui luoghi(come
la ragione e'insegna di'fare,
quando
specialmente lo storicoaju- tatonon
siao darun
intaglioo da un
di- segno,)
ma
eh'erano dettatein appressocome
gettava lapenna.
Eici dice
che Andrea
»dipinseun G
iu-te dizio (1),
dove
nel canto, facendo la*
prima
storia figurain essa tutti i gradi(1)L'abbagliodelVasariconsisteinprimoluo- govnel descrivere come parte del Giudìzio una pitturache visibilmente è staccata dàquello; ese- condariamente?nellosnaturareilconcettodiessa.
a
i8
« deiSignori temporali,involtine'piaceri
«« diquesto
mondo
;»eame sembra
chia-ramente
, che il Giudizionon
solo,ma
i tre Novissimi abbia avuto in
animo
di effigiare, laMorte
, cioè, il Giudizioe P
Inferno .E
forseimmaginato
avea di rappresentare nel rimanente dellapareteil Paradiso;
ma
richiamato di belnuovo
a Firenze,
ebbe tempo
apena
di dise- gnare l'Inferno, lasciando a suo fratelloBernardo
lacuradicondurloin colori(2).Aggiunge
lo stesso Scrittore «che
la«
Morte,
volando per l'aria, fasegno di« aver
con
la sua falcelevata la vita a« molti
che
son per terra, ec.;» e basta dare un' occhiataallamossa
di quella fi-gura per convincersi, che solo rappre- sentar volle il pittore la sollecitudine di quellaa mieterle vite di coloro che so-
no
a destra;come
già mietute aveaquelle deitanti e tantiche
le stan sotto i piedi.
x(a) La memoriadellesuepitture inS.Crocece
1'halasciatailVasari, T. ILpag. 23g,edizione di Siena 179».Adesso son perdute,
*9
Ciò
premesso
, ecco liberamente quelloche
iopensodoversiintendere dellacom-
posizione di questo poetico soggetto.
Da tempo immemorabile
la tradizione ciha
conservato per titolodiquesto qua- dro, 77 Trionfo della Morte. Ella è inmezzo
cogli occhi grifagni, coi capelli ispidissimi, coi piedi uncinati, vestita di maglia di ferro, colle ali di vipistrello,
orribili, velocissime ed incerte, colla fal- ce alla
mano
, elevata per l'aria sopraun cumulo
di morti,che ha
già rovesciati perterra.Sono
essiperlamaggior
parte,come
ai loro abiti si riconosce, dei più potenti, e di quelliche
i più felicisi cre-dono
tra w]iuomini
. Vi si scorgonoRe
coronati, Capi dicittà,
Regine
, Vescovi,
Cardinali, Guerrieri; e
una
Religiosa tra gli altri, che, stringendo inmano una
borsa, dà chiaramentea divedere quantomale adempiuto
eli'avesse al voto di po- vertà.Le anime
dicostoro ( figurate dal pittore in piccioli corpi ignudi) uscite or or dalle labbra degli estinti, coli'ultimofiato che spirarono, parte sono accolte- llagli angeli, e portatevolando alla gloria del Cielo: e parte uncinate o ghermite dai
demonj
, rappresentati sotto diverse bizzarreforme,
trasportate sono alle pe-ne
infernali .La comune
opinioneche
T Inferno posto fosse nel centro della Terra diedeoccasioneall'Orgagnadiapri- re alcunebocche
di fuoco in cima adun monte
a guisa divulcani, che classerò in- dizio visibilmente che di là si scendeva a quelluogo dipene
.E
da notarsi, che in tantidemonj
sì bizzarramente figurati,
pur non havvene
alcuno che adun
altro si rassomigli; e cheugualmente
variate son letantemaniere
colle quali da essisiadducono
leanime
per precipitarsi nel baratro infernale; picciolo merito forse,
ma
che prova la fecondità della fantasia in chi lecompose
.
Ma
oltrelavarietà,non manca
aquesta pitturané
l'espressionené
il sentimento.Piena diveritàper esempio è Y attitudine diqueir
ammetta,
che uscitaappena
dallaa*
Locca
della Religiosa, mostra e collema-
ni e col volto tutta la trepidazione insie-
me
e lasorpresa,mirandosi incontrol'or»ribil figuradi quel
demone,
nelmomen-
to istesso in cui lieta e beata credeva di trovarsi fra le braccia
d'un
angelo.Più
in alto, e vicino al
monte
che divide ilquadro
permetà, un
altrodemone,
tolta un'anima,ohe
tuttaaddolorata epiangen- teglistarittasugli omeri, un'altrapur ne
ghermisce per legambe,
e col capo in giù in atto d'urlarelatrasporta.Poco
più sopra,un
altro stranamentebarbuto due
insieme legate eda un uncino
pendentine
regge in sull'ispida schiena;un
altro presso a lui, afferrata l'anima per i pie- di, a guisa di sacco se l'è gettata sulle spalle;ed
altridue
finalmente son già sullabuca
infernale ;uno
presso a pre- cipitar l'anima,con
gran forza le brac- cia dietro le stringe,onde
ajutarsinon
possa nella caduta; 1'altro a quella,
che
inorridita
pur
ritirarsi vorrebbe,morde
gratamenteuna mano, onde
il grave do-11
l'ore la costringa
ad abbandonare
ogni re- sistenza.Alcuno
di essiha
i piedi d'irco, alcun altro la testa di leone ; chiha
lacoda di serpente, chi è
barbuto, come Dante
alcunoci finge de'suoi; e fragli al- tri incima
delquadro
a destra, 1' ulti-mo
di essi è da notarsi,che
colle corna in sulla fronte, e il fiero giubbilo spie-gando
cogli sguardi spalancati, stringe pe' capelliun'anima
tolta dimano
aquel-1'angioletto, che pel dolore
piangendo
,e colle
mani
giunte, in atto quasi è di pregare che renderepur
gliela voglia .Né men
belliforsesembreranno
gli at- teggiamenti degli angeli; tre de'quali a destra sopra quel boschetto di aranci, con moltavelocità e moltafrettaaccorro-no
in cercaod
in soccorso delleanime
,
che la
Morte
fasembianza
di abbattere; altri lieti al Cielo colla dolce lor predane
volano;ed
alcunfra questi pur indie- trosivolge,timoroso ancora di perderla.Poco
innanzi a quelcumulo
di morti,
a sinistra,
un gruppo
di coloroche
ri-33
guardar
sipossonocome
i più infeliciih.sulla terra, di ciechi, cioè, di stroppj e di
mendichi,
alzano lemani
e il volto verso laMorte
, invocandolacon
quei versi,cheil pittoreha
fatti inscrivere so- pra di loro,«
Da
che prosperi tade ciha
lasciati;«
O Morte,
medicina d'ogni pena,«
Deh!
vieni adarne ormail'ultima cena.Nulla di più giusto, di più naturale, di più frequente di questa invocazione,che tutti i giorni si ripete dai miseri.
Ma
laMorte
, sorda alle preghiere di quelli,
pe'quali
un balsamo
euna
ventura ella sarebbe (ed ecco ove il Vasari onon
in- tese, osbagliò ilsignificatodelconcetto), coli'attitudine dellapersona, e colmuo-
ver della falce in alto, e collaferocia del volto, di troncar minaccia più tosto le vite di quelli, che a destra in fine del
quadro
assisi all'ombra
d'un
boschetto d'aranci,con due
amorini saettanti,che
volano al di sopra di loro,sembrano
in giuocoed
in festa starsi al rezzo, ripo-san
do
dalle fatiche della eaccia,come
chiaramente ce l'additano i falconi. Chi più di essi crederebbesi lontano dal ter-mine
fatale dei lor giorni?La
ricchezza dei tappeti su cui si adagiano, molle e rara cosain queitempi;lapreziosità delle pietre di cui sono incrostati i sedili; lamagnificenza degli abiti; tutto li attacca
con
tenaci catene all'amor della vita. I lor sensinon
sonmeno
incantati e rapiti dall'accordo melodiosodei musicalistru- menti.Uno
di quei musici, che veniva-no
perlopiùdalla Provenza,(Menétriers) e cheandavanoscorrendo
l'Italia,intro- mettendosifraipiaceridei Grandi., abbi- gliato di ricchissime vesti stasuonando una
viola;mentre
la suacompagna,
con moltaattenzione econ gran raccoglimen- to, fa sembiante d'accordareun
saltero.Ritrasse quivi il pittore,
come
ci narrail Vasari, varie
femmine
de'suoi tempi;e in quei personaggio che siedein
mezzo
colfalcone in
pugno
volle ritrarreilcele- bre Castruccio, Signor di Lucca,come
i5
io stesso
ho
verificato, riscontrando l'im- pronta delle sue medaglie.Per confermare
la verità del suo con- cetto,ha
mostratoAndrea
dal lato sini- stro un'altra schiera di Grandi, che an-dando
a caccia, ecomparendo
dalla vaile formata da'due
monti, che sono elevati dallaparte stessa,s'incontranoin tre cor- pi dimortiRe
; eun
vecchio anacoreta,
che
la tradizione ci addita per S.Maca-
rio,mostra
ad
essiquanto
fallaci e tran- sitorie siano le grandezze della terra.Nei
tre corpi,ilprimo
de'quali è nel- lo stato di gonfiezza, ilsecondo
in quel- lo di putrefazione, e ridotto a scheletroil terzo,
sembra
che il pittore abbia vo- luto indicare l'effettoche
la volgare opi- nione attribuiva alla terra di questo Ci- mitero, trasportata,come
credesi, sulle navi Pisane, daTerra
Santa; di ridurre cioè in tre periodi ditempo
brevissimor corpi morti in quei tre statidiversi.
A
questeimmagini, che
tutteci richia-mano
allaprima
idea del pittore, che la26
Morte
cioè trionfacon maggior
prestezza di quelli chemeno
latemono,
e che so-no
i più attaccati ai piaceri terreni^suc- cede la riflessione che i più lontani dalle sueminacce
e da leisono coloro, che ri- tirati dalmondo
sioccupano
degl'inno- centi diletti della vita campestre, o dei doveri della Religione.E
inun
angolo delquadro
pertanto,incima
adun mon-
te a sinistraci mostra varj
monaci
intor-no
alla portad
?un eremo. Lodò
il Vasa-ri, e
con
molta ragione, l'attonaturalis-simo
diuno
fra quelli che stamungendo una
capra.Un
altro colla testa abbassata, e cogliocchi tutti intesiadun
libromo-
stra colla difficoltà del lecervi la
debo-
lezza degli occhi offuscati ornai per lagrand'età;
un
terzo,appoggiandosi estra- scinandosiappena
sudue
stampelle che lo sorreggono, dà a divedereche
gli an- ni enon
Yinfermità cosìcaduco
il ren-derono
(4);mentre un
quarto attenta-(4) Vedasil'intagliodi questi dueMonaci.
iG
^'. /:'•,/,-„,/cai:
in
mente,
e collamano
aperta edistesaver- so lafronte, e quasi gli occhi ripararvo- lendo dalla luce che li saettava, attenta-mente contempla
dall'alto icorpi diquei mortiRe
, esembra
dir fra se stesso,che
lafrugalità sola,laquiete,ele virtù ten-
gono quanto
più sipuò
lontani gliuomi-
ni dallamorte
.
Se
l'attodiquesto quartoromitosfuggì allelodi del Vasari,non
tralasciò eglipe- rò di notare ,scendendo
alla turba di queiGrandi
,che
piena di verità e di sentimento è Yespressione di quel caval- lo,che
tratto dall'odore dei morti corpi, le naricipure
,quasi chiarirsene
voglia,
v'accosta;
non che
ilmoto
dialtri ani- maliche
sono intorno allaregia brigata.Il Vasari stesso in quegli
che
solo fra gli altriha
labarba
almento
,l'insegnarea- le intornoal cappello, e1'arco inmano
<>riconobbe ed
additòilritratto dell'Impe-
ratorLodovico
ilBavaro
, sceso a'tempi
diCastruccio in Italia;
come
in coluiche
turasi il naso, ed è sopra il cavallo di so-
^8
pra lodato, ravvisò
Uguccione
dellaFag- giuolaSignoreeli Pisa, personaggiosì no- to nella storia.
Pieno d'espressione è questo quadro, pieno d'
immaginazione
e di varietà;ma
il colorito,
quantunque
semplice, è però infelice e senz'arte; laMorte, benché
possa forse riguardarsicome una buona
figura,
manca
di quel terribile che dato le avrebbero il pennellodiMichelangelo, o iversi diDante;
gli angeli e idemonj
fannoun
brutto effetto*nell'insieme, per- che privi di prospettiva aerea,che
i pit- tori di quelsecolonon
conoscevano, in-tendendo appena anco mediocremente
la lineare;emostrailpittore finalmenteche nullasapeadellagrand'artedel chiaroscu- ro, tanto necessaria per rendere interes- santiglioggetti principali,sacrificando gli accessorj.Debbo
aggiunger per altro,
senza timor d'
ingannarmi
, chead
onta deinotati difetti, questoquadro produce
quelì effetto che destanosempre
le gran- ai concezioni dei pittori,anco
allora*9
quando mancavano
ad essi mezzi per e- seguirle (5).
GIUDIZIO UNIVERSALE
DI
ANDREA QrGAGNA
Alla Pittura del Trionfo della
Morte
succede la scena del Giudizioi e quan-(5) Alle mie osservazioni aggiungo quelle del
mio dottissimo amico il Cav. Gio. Gherardo de- Rossi, notoabastanzain questogenere distudj ,
sìcheilsolo suo norwevaglia un Elogio. Sonoes- seestratte dalleLetterea
me
scritte, e chevannoa stampa. Pensoche l'Orgagnanonvolesseespri-
• mere inquesti dipinti,che i Novissimi,eche
• col solotitolo dellaMortesarebbe ben nomina-
« toil primo. Penso ancora che FOrgagna cre-
« dessedi potersirisparmiarediesporrein nn^aì-
« tra pittura il Paradiso; giacché nel Giudizio
«• stesso lo avea dipinto.
Ma
sull'invenzione di« questa prima pittura tratteniamoci un poco;
• perchè parea
me
che ilpittore abbiafilosofato« sul!'argomentoassaibene,e moralmente. Egli
« hain ceito
modo
riunitotrediversistatidell'uo- ino,ed ha espostoqualerelazioneabbianocol-« laMortequesti statimedesimi.Haespresso per-
• ciòl'
uomo
felice,chesenedimentica; l'uomo
• infelice,che ladesidera;l'uomoreligicso,che
3o
tunque
generalmente parlando venga es- sariputata diminor
valore della antece- dente, molte e varie per altro sono le cagioni pe' quali lodevolissimami sem-
<* la medita;e la Morte stessa poi ha fatto che
« volgalespallea chi la chiama, per sorprender
« quella lieta compagnia sulla quale Amore va scuotendolaface.QuelbuonSolitariointanto,
« cheainobili passeggeri fa osservareicadaveri
« mezzorosidiGrandialorosimili,mostranella
« sua tranquillità l'indifferenza delvero servo di
« Dio,chenelcolpodellaMorteattendeildecre-
« todivino, chelochiamiall'eternavita.All'in-
« dietroha posto 1'Orgagna l'alpestre balza abi-
« tatada quei santimonaci,perfarcontrapposi-
« zione all'ameno giardino, ove si solazzano i
« mondani. Del gruppo dei cadaveri introdotti
« nelmezzo, dalli quali partono le anime, si è
« servito ilpittoreper esporreallospettatorenon
« ilsoloterminedella vitasoggettaatempo,
ma
• il principiodell'eterna.Conciò siè fatto stra-
« da ancoraapoter empire lo spazio grande di
« aria,chevi restava, introducendovi e angeli e
« demonj, che contanto diversoofficioconduco-
« noFanimeall'Empireo, edalFInferno.
« Permettetevidifarvi riflettere, chefu studio
« singolare deipittoridellaprima etàdell'Arteil
3i
bra; e se altro
non
fosse per essersi in questoquadro
presentata per laprima
volta laVerginein un'attitudine, che lo stesso Michelangiolonon ha
sdegnato di« voler erapire tuttolospazio loroassegnatocon
a folladioggetti; e ciònacqueda più cagioni.La
« prima fuilnon aver essi le buone massimedi
« prospettiva, e dichiaroscuro, che facendo ri-
« saltare lemossechiaremandanoindietrogliog-
« getti
meno
interessanti. !Nonconosceano perciò« che qualchepartevasagrifìcataalrisalto dell'al- tra piùinteressante,evoleano che non vi re-
« stasse luogo vuoto o negletto. La seconda fu
« facilmente l'incominciarsi ^allora a guardare
« 1'antico singolarmentenei bassirilievi, che so-
« no veramentepieni in ogniparte; cosa cheso-
• vente nascedall'avervolutol'artista dichiarare meglioilsoggetto con accessorj,oallegoriche
« figure,lequalirestanoindietro;
ma
perla dif-« fìcoltà della prospettiva nel bassorilievo pare
« che sischierino all'occhio al pari dell' altre,
• che sono innanzi.
«
Ma
non questo solo affollamentodi oggetti« trasseroiprimirestauratoridell'Artedall' anti-
« ca scultura;vi trasseroanchequella libertà di
« introdurrein una composizioneunitapiù fatti
« alludenti ad una storia,e presentarne diversi
32
prendere ad imprestito, nellasua famosa pittura del Giudizio Universale. Sta la
Vergine in cima del
quadro
alla destra del Salvatore; ed alato diambedue, un
« tratti quasi nella medesima scena. Eccomi a
• quellochevidicevadisopra.
Come
loscultore« Greco riunì trefatti relativi a Proserpina nella
« fronte del suoSarcofago(i); cosìl'Orgagnaha
« riunito piùfatti relativi allamortenellasuapit-
« tura.
Ma
in questa pittura ciò sarà contatosein-« pre perun difetto; e nell'antica scultura chi
« ardila criticarlo?
- Quello chemi harecatosempresorpresa nel-
• leproduzioni delrinascimentodell1Artièladi-
« suguaglianza,concui le operesono condotte,
« e1"osservareperciò nellostessopittore bellezze
« vere nellastessa parte-deli'Arte,incuitrovatisi
« veri difetti.Osservatein questa pittura quella
« cavalcata reale,editemise puòmegliodispor-
« si, sepossano con più intelligenza collocarsi le
« figure sulpiano.Alzate gliocchiaquelmonte,
« ed ecco ogni idea di prospettiva perduta;eiì-
« gure,eanimali situatisenza serbarené degra-
• dazione, né proporzione.Guardate quantovi- (1) alludeadun.Sarcofago,dibuonostile,che siconserva, nelCampoSanto,e.che.«»'troverà indicato alJV.XXXIX.della Seconda Parte
.
33
poco
più sotto in semicerchio, gliApo*
stoli. Sopra di essi, tre angioli, da cia-
scun
lato, inalzano chi la lancia, chi la corona di spine, chi la croce, tuttiisim- boli insomma
dellaRedenzione;come
se accennar volesserocon
quel tacito attoche
giunto era ilmomento
di raccoglier-ne
il frutto pe'buoni
, e di portarne lepene
pei reprobi.A
questi, in atto di maledirli, e colla faccia piena di sdegno,« vacisieno quegli storpj,edinfermiche invcca-
« nolaMorte; all'incontro quanto è goffo l'ag-
« gruppamentodei cadaveri,che sonoad essi vi- a cini!
Come
mailostessoartista può essere così« disuguale nell'opera stessa? Nascerebbe forse
« dalla mancanza delleregole, lequali intuona-
« no al professore quando in qualche partedel
« suolavorosièlasciatosorprenderedalla negli- genza,o dal sonno, che corregga, ammendi,
« cancelli ciòchefece inmomenti infelici?L'uo-
« tuoche ancoranon haregolesi contentaditut*
« to quello,chelafantasiaglipresenta. Miricor-
* docheilgranCanovaavevaun tempopressodi
« sé per dimesticoun
uomo
dello StatoVeneto,« nato sicuramente poeta.Coluifaceva dei versi
« alcune volte stupendi mescolati fraaltri debo- 3
34
ìì Salvatore (6) sirivolge;
mentre
laVer^
gine tutta in se ristretta, equasi spaventa- tadall'atto terribile della maledizione ce- leste, mostra colla attitudine del volto
quanto
dolore ella risenta nelveder dan- nati alle eternepene
tutticoloro,che trar profittonon
sepperodell'incarnazione di- vina.Idue
primi, dal lato destro delSal- vatore,sonoidue
Progenitori dell'uman
genere; a cui
Abramo
succede, e iPa-
« Basimi.Forselo stercodiEnniofracui peròri-
« lucevanole
gemme
ebbela stessaorigine;cioè« dall'operarela sola fantasia senzaajutidi pre-
« cetti.
Ma
miavveggo che divengoungranciar-« Ione, e mi dimenticava intanto di rilevare
« quantomaileggiere, erealmente volanti siano
« lefigure degli angioli.In veritàsono essi col-
« locati così bene nell'aria, che pare che vera-
« mentesieno nel loro elemento,efrancamente
« lo scorrano. Vidico il vero che quella Morte
« intabarrata non è la figura, che mi piaccia di
« più;
ma
peraltrohadell'energia nelmovimen-« to, e le bracciahannoun principiodiscorcio
« diffìcile assai,ben inteso,emirabile per quel
» tempo.
(6) Veggasil'intagliodellafigura del Salvatore.
ȏ-