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che rimangono da quelle abbruciati

Nel documento ^ G. PAOLO LASINIO $) (pagine 125-131)

MARTIRIO DI

S.

EFESO

DELLO

STESSO

(SCOMPARTIMENTO SUPERIORE)

Quantunque non

diviso,

come

forse

avrebbe dovuto

essere, in tre parti

,

que-sto

quadro

rappresenta tre fatti. Il

pri-mo quando

il Santo presentato per

ordi-ne

dell'Imperatore Diocleziano al Preto-re dell'isola di

Sardegna ed

esaminato,

ode

condannarsi

da

quello alle

fiamme, come

figurasi a sinistra, ove si

vede un

soldato

che

lo

prende

per 1' abito, udite

appena

le voci delPretore,dipinto in at-todi pronunziarla

condanna

.

In

mezzo

del

quadro

è il Santo nella fornace,

che orando

al Signore fa

che

le

fiamme

si rivolgano contro i ministri

,

che rimangono da

quelle abbruciati

.

In fondo, a destra, vedesi il corpo di luiin terra decollato, e in alto apparela -sua

anima

portata in cielo dagli Angeli.

io4

Molta espressione e varietà si

ammira

nei fuggitivi dal fuoco, e semplice e dolce è

1'atto delSanto,

che

a

mani

giunte tiene gli occhi al Cielo rivolti (20).

(20)«Veggolenuovevostreriflessioni sulle

pit-« turediSpinello, e di Giotto, e non posso del

« tuttooppormi all'opinione vostra,chetanto

su-« periore a SpinelloAretinogiudicaAntonio

Ve-« neziano:

ma

pure permettetemi, che qualche

osservazionevada facendosulle storienelvostro

«

Campo

Santo da Spinello dipinte, dalle quali

« puòforsededursi, chequest'Artista,se non fu

« xielcomplessodell'esecuzionealparid'Antonio

« felice, non fupuntoadesso inferiore nella

in-« venzione, e nellacomposizione;edinqualche

« parte dell'esecuzione ancora non gli restò di

« gran lungaindietro.Laprimapittura,che

rap-« presentaSant'Efesoancorgiovinetto presentato

r

< aDiocleziano,non è la migliore di Spinello;

«

ma

purel'invenzionenonn'è spregevole.

Rile-« vatedigrazia inessaunmerito,chesempre

in-« contrasi ne' dipinti di Spinello,echenonfu

co-« raunea'professoridi quell'età.Questoèlaben

« ragionata disposizione delle figuresulsuolo

ac-« compagnatadabuonaintelligenza di

prospetti-« va,chefabenesfuggireilpiano, egiustezza

* d'imitazioneal lavoro. Se incodesto quadro

io5

Nei

tre spartimenti sottopostisi era

da

Spinellorappresentatoilmartiriodi S.

Po-lito, e la translazione dei corpi dei

due

Santi dalla

Sardegna

in Pisa:e nel

primo

« avetevoi osservatacomelodevolela facilità del

« piegareipanni,quanto maggiorpiacereviavrà

« recato ilbellissimo panneggiamento di quella

« figura inpiedi, eh'è al lato dell'Imperadore

« nelsecondoquadro; ove Cesare dàaS.Efesoil

« comandodellesueschiere?

Non

sivergognerei)*

« beAndrea del Sarto diavereimmaginato

unsi-« milegrandiosopartitodipieghe.

« Setrattatafosseconmaggioreesattezzadi di-co

« segnola terza storia, eh'espone l'apparizione

« dell'Eternoa S.Efesopervietarglidi

persegui-« tareiCristiani;la distribuzionedelle figure, e

« l'aggruppamentodi esse, lavivacità delle

atti-« tudini renderebberotale pitturadegna

assolu-j< tamentedimigliorsecolo.

« Assegnatoacodestailprimoluogofra le

pit-« ture di Spinello,nell'altrospartimento,oveha

« dipintoil Santo, cheunaseconda volta vede

« l'Altissimo; che inseguitoriceve dall'Angelo

« il vessillo della Croce; eche finalmente

com-« battecontroiPagani,la terza storia è la piò.

« commendabile . Nelle due prime vi è molta

« freddezza,emancanolefigure di verità ed'

e-io6

di essi,

quantunque

visibili appena,

pure

si riconoscono tre Sacerdoti in piviale, che portano i corpi di essi e

che

canta-no,dipinti

con

verità straordinaria, e

un

« spressione.Nelcombattimentorilevasi una

di-« scretaimitazionedellanatura,equalchefigura

« haenergia, emovimento,come notòil Vasari

* inque'duechesi afferranoperlebarbe:

ma

la

« figuradell'Angelo,equella del Santo sono in

« attitudini tantopocoespressive,che

compensa-« no ilbuonodellealtre. Voichenotatele

ine-« sattezze delle descrizioni del Vasari,nonavete

* osservato, ch'eglivide in simil battagliamolti

« angelicombattenti afavore de' Cristiani:

quan-- do ve n'è unosolo,cheimpugna nontroppo

« guerrescamentela spada accantoaS.Efeso.

Pe-« ròsiamonoigià d'accordo, cheinesattezze

si-« mili sonoe scusabili, e perdonabili in quello

« storico,altrondedelle Belle Arti tantobeneme^

« rito.

« Nelterzospartimento dipinto da Spinellovi

« sembrano degnedi lode le varie, ed animate

« attitudini dei fuggitivi,controiqualiperdivi

no voleresi avventanolefiammedelfuoco

de-« stinatoalmartirio diS.Efeso.

E

vero;

sepera-« tamente presenon sono prive dimeritoquelle

* figure,

ma

nonsono però bene aggruppate,e

107

gruppo

di treputti

che

arrabbiatisi

pren-dono

perla faccia, con

poche

figure in-dietroche ridono di quella rissa. In ge-nerale questo pittore è

duro

,

ed ha

mol-to della

maniera

diPaolo Uccello .

« disposte, e la fornace è assai meschinamente

« immaginata. Laparte, ove seguela

decapita-« zionedelSanto,anch'essa èdebolmente

inven-« tata,ecomposta;eglispettatori di quella

fu-« nesta scena non si mostrano da compassione

« commossi , e quasi indifferentementela

mira-« no.

« Avreteosservato,cheilPittorenon

introdus-« se affatto ignudo alcunone'suoi lavori, forse

« diffidandodelleproprieforze nel d'isegno.

Pè-«lostile,concui sono piegate le vesti delle

« suefigure,lasciatravedereunaintelligenza dei

« contornidell' ignudo, eparesi possa credere

« eh'egliignudelecontornasseprimadi vestirle.

« In generalenon mancanodiesattezza di

propor-« zione, benché tendano aquel fare svelto,che

« fu poi adottatoconmaggiorcaricaturadaParri

« figliodi Spinello.

A

voisembrache siavi

qual-« chesimiglianzafra ildipingere di Spinello, e

« quello diPaolo

Uc

cello;

ma

pelpochissimeche

ioS

Ma

se di picciol

momento

è stata la perdita delle pitture di Spinello,

non

si

potrebbero abbastanza danoi

compiangere

quattro storie di Giotto, eseguite ne'suoi anni più belli, e cbe per testimonio

de-gli scrittori, levando altissimafama, in-dusseroilPonteficeBenedettoIX. a

chia-« hovedutodiquestosecondo,toltaneiascienza

« prospettica,credo Spinelloa Paolosia

preferi-» bile.Mentreperò noicosì francamente la dio

scorriamosu codestivecchimaestri,se

ritornas-« sero essi al

mondo,

quanto si lagnerebher di

« noi, che giudichiamode'lor pregi,quandodai

* loro dipinti svanì tuttoilmeritodelcolorito!

Ladisuguaglianza di conservazione, che

ri-« levasi fracodesti freschi delCamposanto,onde

« alcuni più vecehi di altri meno antichi sono

« meglio mantenuti, potrebbe dar luogo ad

osser-« vazioni pratiche sul diverso

modo

didipingere

« afresco, sull'usodiverso dei colori,sullecose

« chemaggiormenteoffendonotalidipinti, e sui

« ripari,cheadesse potrebbero opporsi. Merita

« purtroppo ches'indaghi congran cura il

me-« todo, ondepossa rendersidurevoleun genere

« di pittura,che asentimentodiMichelangeloè

« ilpiù grande,cheabbiasil'Arte

.

{DeRossiloc. eie.)

io9

ma

rlo in

Roma,

ove dipinse in S. Pietro la Navicella del Pescatore;

ed

altre sto-rie

miseramente

perdute ancor esse.

La

bellezza, la naturalezza, e la maestosa semplicità delle

due

che qui

rimangono

ci fannosentirpiù vivamente la

mancan-za delle altre.

Furono

essecondotte da Giotto

dopo

il

i3ool

e 1'essersi cominciata

ad

ornare

prima

dell'altra la parete intorno a

que-staseconda parte, ci fa credere natural-mente, che qui fosse altre volte V ingres-so principale del

Campo

Santo,

come

quello eh'era il più vicino alla porta a Leone, che

conduceva

a

Genova,

città le-gata

con

Pisa per vincoli antichissimi di

commercio. Rappresentavano

esse ifatti principali del"libro di

Giobbe:

e narrail

Nel documento ^ G. PAOLO LASINIO $) (pagine 125-131)