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161 6.1 La folla: potenzialità e limit

5.2 Speculazioni tra tecnologia e democrazia

161 6.1 La folla: potenzialità e limit

La “Psicologia delle folle” è un testo del 1895.122

E’ ancora oggi considerato un testo fondamentale nel campo della psicologia sociale. In questo testo il concetto di folla è il seguente “grande

quantità indistinta di persone che agisce in maniera uniforme”.

“Psicologia delle masse e l’analisi dell’io”123 è invece un testo del 1921

scritto dal padre della psicoanalisi, Sigmund Freud.

“Gli strumenti del comunicare” 124è stato scritto nel 1964 dal sociologo

Marshall McLuhan, (già citato per la sua teoria del “villaggio globale”).

“The wisdom of crowds: why the many are smarter than the few and how collective wisdom shapes business economies societies and nations” è il

titolo originale del testo del 2004 “La saggezza della folla”125, scritto da

James Surowiecki, giornalista del New Yorker che si occupa di business e finanza.

Dalle date di pubblicazione di questi testi si può notare che quasi in corrispondenza di ogni cambio generazionale il concetto di “folla” torni a suscitare interesse; si può altresì osservare che le professionalità degli autori coinvolti (psicologi, psicanalisti, giornalisti economici, …) sono diverse, confermando anche la trasversalità degli interessi sul tema “folla”.

Gli studi sull’argomento sono tanti e approfonditi in maniera tale da non riuscire a fornire qui una sintesi esaustiva ne competente sulla materia. Per questo attingo come fonte principale del paragrafo a Silvia Gregorio, che in “Crowdsourcing e open-innovation. Perché la folla conosce la

soluzione migliore”126 fornisce un quadro esaustivo sull’argomento.

122Le Bon, G. La psicologia delle folle, Tea, 1895.

123Freud S. Psicologia delle masse e analisi dell’io, Bollati Boringhieri, Torino 1921 124McLuhan M. Gli strumenti del comunicare, (1964) ,Il Saggiatore, Milano 2008

125Surowiecki J. La saggezza della folla, (The wisdom of crowds: why the many are smarter than

the few and how collective wisdom shapes business economies societies and nations), Fusi Orari,

Roma 2004.

126Gregorio S., Crowdsourcing e open-innovation. Perché la folla conosce la soluzione migliore, Tesi di laurea. Università degli Studi di Pavia, Facoltà di Scienze della Comunicazione, 2011 fonte: http://www.tesionline.it/

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“A parole sembra tutto molto semplice” dice l’autrice, “ma quando si tratta di passare

alla pratica l’idea di affidarci al giudizio collettivo ci rende dubbiosi e reticenti”.

“La folla … è tanto potente da influenzare i grandi cambiamenti storici o da costituirne addirittura il motore, si tratta di una forza tanto travolgente da sembrare capace di assorbire le altre.” Si tratta “…di individui che vedono svanire la personalità cosciente e che portano idee e sentimenti a orientarsi verso una stessa meta, volontà e propositi si condensano indirizzandosi verso un unico obiettivo.”

“Le folle possono essere suddivise in omogenee e eterogenee: le prime sono tendenzialmente organizzate, hanno caratteristiche preponderanti comuni; mentre le seconde si compongono di individui qualsiasi, anche molto differenti tra loro. In entrambi i casi il cuore della folla è l’anima collettiva, temporanea e passeggera, ma non per questo meno reale, seppur diversa da quella dei singoli individui che la compongono. Si tratta di un substrato inconscio comune che porta a pensare e ad agire ben diversamente da come si penserebbe e agirebbe presi singolarmente. Si assiste ad una sorta di cancellazione dell’individualità.”

Perché?

Le Bon (cit.) spiega così:” il senso di potere e assenza di responsabilità, che spinge a

cedere agli istinti più primordiali; il contagio mentale, che porta alla rapida diffusione e condivisione di un pensiero e la suggestionabilità. I concetti vengono percepiti per immagini, spesso prive di legame logico, ma che colpiscono e attraggono.

In sostanza l’individuo nella folla assume la spontaneità di un bambino o di un essere primitivo, ma ne riproduce anche la violenza e la ferocia; spesso è caratterizzato da una moralità elevatissima ma irresponsabile e sconsiderata.

Per la massa non esistono dubbio e incertezza, si risponde agli impulsi senza ragionamento e costanza; ciò è causa della mutevolezza che la caratterizza e che rende tanto difficile imbrigliarne il potere e governarla.”

La scintilla che genera questo comportamento, sempre per Le Bon “è un’idea: un’idea

fondamentale, la tipologia più stabile e pericolosa o un’idea accidentale, passeggera, che può in pochi attimi essere sostituita da un’altra; questo rende il tutto ancora più precario.”

L’uomo tende all’imitazione, tende ad omologarsi alla società nella quale è inserito, ed ecco dunque spiegato com’è facile estendere un’opinione o un modo di sentire ad una moltitudine.

Surowiecki127sostiene che: “la conoscenza della folla è enorme e ben superiore a quella del singolo” ed è molto più efficace nel risolvere

127Surowiecki J. La saggezza della folla, (The wisdom of crowds: why the many are smarter than

the few and how collective wisdom shapes business economies societies and nations), Fusi Orari,

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- Problemi cognitivi, che richiedono soluzioni precise e

inequivocabili.

- Problemi di coordinamento, per cui i membri di un gruppo devono

trovare la coordinazione necessaria tra le loro azioni, consapevoli della presenza e delle attività degli altri.

- Problemi di collaborazione, che nascono dalla difficoltà di

convincere gruppi di persone a lavorare insieme soprattutto quando egoisticamente non risulterebbe vantaggioso.

Tra le motivazioni addotte quella che “spesso riusciamo ad accordare le

nostre intenzioni con quelle degli altri proprio perché sappiamo che stiamo cercando di fare la stessa cosa, di svolgere lo stesso compito o di raggiungere lo stesso obiettivo”.

“Gli esseri umani non sono fatti per prendere decisioni perfette. Come diceva l'economista Herbert Simon, siamo "solo limitatamente razionali". Di solito siamo meno informati di quanto vorremmo. Non siamo molto bravi a prevedere il futuro. A molti di noi mancano la capacità e la voglia di lanciarsi in calcoli sofisticati per valutare costi e benefici. Invece di insistere per giungere alla migliore decisione possibile, spesso ne prendiamo una che ci sembra semplicemente abbastanza buona. E in genere lasciamo che le emozioni influenzino il nostro giudizio. Ma nonostante tutti questi difetti, quando le nostre capacità di giudizio imperfette si aggregano nel modo giusto la nostra intelligenza collettiva può essere eccezionale.”128

Il supporto a questa teoria arriva anche da una serie di esempi, tra cui il famoso esperimento di Galton che, un secolo fa, a una fiera di bestiame dimostrò con un esperimento che la folla aveva in media una conoscenza superiore a quella degli esperti: nell'esperimento la folla in media azzeccò il peso esatto di un bue, sbagliando di meno dell'uno per mille e facendo meglio di tutti gli individui presenti, molti dei quali esperti appunto di bestiame.

Nel testo di Surowiecki vengono anche analizzate le condizioni alle quali la folla appunto è saggia:

- diversità di opinione - indipendenza

128Abstract di Surowiecki J. La saggezza della folla, (The wisdom of crowds: why the many are

smarter than the few and how collective wisdom shapes business economies societies and nations), Fusi Orari, Roma 2004.

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- decentramento - aggregazione

Tra le modalità di fare innovazione quella di interpellare la folla sembra essere una strategia vincente, poiché dimostrata e supportata da molta letteratura sull’argomento. Si tratta anche di un caso interessante di co- produzione in cui le possibilità tecnologiche si incontrano con specificità sociali.

Il Crowdsourcing permette in sostanza due possibilità di utilizzo: la

soluzione di problemi (oppure la proposta di soluzioni a problemi) e la produzione di problemi.

Risolvere o evidenziare problemi grazie alla folla è utilizzato ad esempio nel Design, in caso di concorsi, oppure proposte di idee, oppure nell’interpellare utenti e consumatori che, in un blog, scrivono le proprie opinioni oppure le proprie critiche.

Quando e in quale misura affidarsi alla folla è un’altra questione che viene “filtrata” da general manager, progettisti, responsabili di prodotto,… E soprattutto a questo punto sorgono alcuni dubbi: se la folla ha sempre ragione, chi la può eventualmente criticare? Oppure si può sostenere che la folla ha sempre ragione perché non esiste nessuno che le possa dare torto? Quale tipo di innovazione può nascere da un sistema così auto- referenziale? Si tratta di vera innovazione oppure soltanto di proposte di tipo market-pull?

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