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Formazione, occupazione e interessi personali

5.2. Analisi delle interviste

5.2.1. Formazione, occupazione e interessi personali

Roberto Olivi si è laureato in lettere moderne, conducendo poi la sua carriera verso il settore della comunicazione, partendo da piccole agenzie. A partire dalla sua passione per la letteratura e i libri seguendo poi i propri interessi attraverso “percorsi che non sempre sono rettilinei” in quanto appunto si devono sempre inseguire le proprie attitudini e i propri desideri. La letteratura è stato l’incipit del suo percorso attraverso un nugolo immenso di strade che lo ha portato infine alla

79 direzione della comunicazione corporate all’interno di BMW Italia. Ciò che è importante per Olivi è rimanere curiosi, in relazione a ciò che si fa e a dove si conduce la vita attraverso diverse “sliding

doors” imprevedibili. Secondo Olivi

“la cosa fondamentale è quella cosa di trasmettere agli altri di rimanere curiosi”

che si può esprimere in diversi modi, il suo è stato a partire dalla lettura ma per gli altri potrebbe essere qualsiasi altra cosa. Per Olivi il raccontare contenuti a livello corporate è la chiave essenziale per parlare dell’azienda e creare una relazione dialogica con tutti gli stakeholders. Roberto preferisce esprimersi al plurale, includendo in ciò che racconta il lavoro che fa insieme al suo team, sottolineando l’importanza delle idee messe insieme in modo collettivo e contributivo in modo tale da creare un buon rapporto dialogico sia all’interno del team di lavoro al fine di creare una comunicazione corporate efficace ed coerente con il brand per cui lavora.

Sabina Rizzardi, Claudio Moretti e Flavio Biz, soci alla pari, hanno aperto circa tre anni e mezzo fa la libreria Marcopolo, fulcro e punto di riferimento di molti abitanti di Venezia, tra studenti e residenti, e conosciuta e amata anche fuori da Venezia. I tre soci provengono da formazioni accademiche tutte diverse tra loro, ma tutti e tre sono accomunati dalla passione per i libri e la lettura, e di questo ne hanno fatto un lavoro, con il quale vivono e si matengono. Una vera e propria impresa a tutti gli effetti. Sabina racconta:

“ […] la libreria Marcopolo per come la conosciamo nasce originariamente con Claudio Moretti, poi sono arrivata io, poi è arrivato Flavio, nel giro diciamo… Claudio aveva la libreria al Malibran da circa sei/ sette anni, poi sono arrivata io che sono stata lì un paio d’anni, poi è arrivato Flavio l’anno dopo e poi abbiamo deciso dopo un annetto di conoscenza o annusamento come si dice, di far diventare la Marcopolo quella che è adesso, in tre.”

I tre soci lavorano insieme, collaborano, apportando alla loro attività ognuno qualcosa di legato a sé, e la libreria è la manifestazione della loro collaborazione e della commistione dei loro caratteri e delle loro passioni.

Il loro rapporto con i mezzi digitali è iniziato in sordina, ma ben presto con entusiasmo hanno cercato di estendere le loro “stanze” anche nel web:

“Quando c’era la libreria al Malibran sono venuti Pietro Biancardi di Iperborea e Marco Cassini di Sur a fare un workshop di editoria e in quel momento Cassini ha detto: “ma perché non fate un account alla Panca Rossa?”. La Panca Rossa è il focolare della libreria e da lì è nato tutto. Quindi questo è diventato il simbolo della libreria, dentro e fuori, come diciamo nelle stanze sia fisiche che virtuali della libreria, c’è questa Panca Rossa che è il supporto di tante cose.”

80 Sabina sottolinea l’importanza del simbolo della libreria, che collega tutti i suoi ambienti, ed è fulcro delle attività che si svolgono al suo interno. È diventata, appunto supporto di promozione di libri e consigli, punto centrale delle presentazioni e degli incontri in libreria. Ben presto anche online è diventato simbolo dei messaggi che i soci indirizzano ai loro follower nel web, attraverso i social e il sito internet. L’idea della Panca Rossa è nata attraverso il dialogo e la condivisione di idee.

Irene Graziosi ha una formazione universitaria in ambito psicologico, con una specializzazione in psicopatologia dinamica dello sviluppo, iniziando poi anche un percorso di ricerca. La sua passione per la scrittura e la sua curiosità spinta da un forte spirito di ricerca l’hanno portata a investigare fenomeni riguardo ai temi legati alla sessualità, iniziando a lavorare per VICE e a creare una serie di documentari sul tema, dal nome “la prima volta”. Ha cominciato quindi da subito a lavorare con i media social specialmente attraverso YouTube, la piattaforma più utilizzata da VICE per la divulgazione di contenuti. Da luglio 2018 ha iniziato a lavorare per ShowReel come content creator strategist in collaborazione con la Youtuber Sofia Viscardi, per la quale scrive e crea l’impianto per i suoi contenuti divulgativi. In realtà Graziosi pensava ancora di proseguire con un tirocinio nel campo in cui si era laureata, e la proposta di collaborazione con ShowReel è arrivata da Instagram. Infatti già di sua sponte Graziosi ha un ottimo approccio con il social e con il creare contenuti, partendo dai temi che ha lei interessano particolarmente, gestendo in quest’ottica il suo canale Instagram. Ciò ha ingenerato attenzione tra i content creator di varie agenzie di comunicazione, come la stessa Irene racconta. Gestire la propria immagine sui social le è risultato naturale, soprattutto dopo le collaborazioni con VICE e Mother, così come, appunto, ricevere proposte di lavoro via social da varie agenzie di creazione di contenuti:

“questa è una cosa che almeno nel mio ambito capita molto spesso […] nel mondo della comunicazione, perché insomma anche VICE è comunicazione […] a me è venuto naturale gestire un po’ l’immagine social.”

Si ritrova in una situazione di forte cambiamento, vivendo intensamente i suoi 27 anni, di una generazione a metà tra i nativi digitali e quelli che hanno dovuto imparare, o non hanno ancora imparato ad utilizzare al meglio le potenzialità della tecnologia a disposizione, attraverso un’educazione all’uso del mezzo. Nonostante ciò, padroneggia internet molto bene e legge sin da giovanissima, non avendo mai avuto in casa una televisione, coltivando da sempre il sogno di diventare una scrittrice:

81 “In realtà sono felicissima di aver studiato psicologia, mi ha aiutato un sacco, mi ha dato una lente per capire il mondo, le persone. Io non so se è così, ma la mia impressione è che siamo arrivati a un punto, forse è sempre stato cosi, in cui conta un sacco la personalità, come ti relazioni.”

Irene infatti riesce a connettere i suoi studi e ciò di cui si occupa con molta elasticità, sfruttando al meglio le proprie conoscenze e capacità, a servizio dei propri interessi, in modo da poter crescere intellettualmente e nei contesti sociali in cui vive, social media compresi, perché come sostiene anche lei, le due realtà non sono più scindibili o forse non lo sono mai state. Inoltre essendo molto legata alla parola scritta, pur facendo lavori video, scrive sempre tutto quello deve essere fatto, lasciando molto poco al caso. Sostiene inoltre che il sapersi relazionare, in modo costruttivo, attraverso qualsiasi mezzo, ad oggi risulti non solo necessario, ma deve anche diventare naturale per tutti, in primis per sé stessa.

Francesca Crescentini, 34 anni, è nata e cresciuta in un ambiente familiare avvezzo all’uso degli strumenti digitali e anche lei, sin da giovanissima aveva un computer connesso con cui poteva mandare mail e alle scuole superiori inizia a tenere un semplice blog su Wordpress:

“poi con il passare del tempo si sono aggiunti vari social e ho iniziato a lavorarci in modo serio da un paio d’anni, anche se prima ero già piuttosto inserita in tante cose che succedevano”.

Francesca lavora “concretamente con i social” dopo un background di studi economici: è partita a creare contenuti tramite agenzia, ora lavora per sé stessa e li crea per sé stessa, divulgando i suoi interessi attraverso i canali web che gestisce. Utilizza i social “come tutte le altre persone” per informarsi come fonte principale. Si considera

“iper-connessa e iper-inserita”.

Ognuno degli intervistati lavora concretamente con la comunicazione, ognuno nel suo campo. Internet è un modo per potersi esprimere e per poter allargare la cerchia di ciò che si vuole dire, spinti dalla curiosità e dal proprio intelletto, in quella accezione che da Gramsci alla filosofia: spontanea. Al centro di tutto c’è l’intenzione di creare un efficace storytelling, che sia veritiero, coerente e naturale.