2.8 Richard Nonas e il progetto SantʼAndrea
2.8.1 Forte di SantʼAndrea, dallʼedificazione ad ogg
Agli albori del ʼ500 Venezia si sveglia da un relativo stato di quiete caratterizzato dallʼespansione dei commerci e dalle piccole conquiste territoriali che lʼhanno resa regina delle politiche internazionali. Per mantenere il proprio prestigioso ruolo deve ora fare i conti con le potenzialità commerciali e politiche determinate dalla scoperta del Nuovo Mondo. A fronte della necessità di consolidamento del potere territoriale, viene istituita nel 1542 la magistratura dei Provveditori delle Fortezze che è incaricata dellʼaggiornamento costante dello stato delle strutture difensive della Repubblica. La strategia messa in atto dalla Serenissima include infatti la fortificazione delle zone di confine, di mare e di terra.78 I principali attori di questo progetto sono Andrea Gritti per le difese in terraferma e Francesco Maria della Rovere per la visione unitaria del sistema difensivo della Repubblica di Venezia.79 Lʼintervento a difesa del Porto di Lido prevede la ristrutturazione dei complessi fortificati presenti sulle isole di San Nicolò e di SantʼAndrea (rispettivamente Forte di Castel Vecchio e Forte di Castel Nuovo) tra i quali fin dal 1355 si stendeva una grossa catena di ferro a sbarramento del bacino lagunare per contenere irruzioni nemiche. Il 12 Settembre 1543 è approvato dal Consiglio dei Dieci il progetto dellʼarchitetto veronese Michele Sanmicheli per un Forte da edificarsi sui resti
78 P. Marchesi, Fortezze Veneziane 1508-‐1797, Rusconi, Santarcangelo di Romagna, 1984, p. 16. 79 A. Manno, Politica e architettura militare: le difese di Venezia (1557-‐1573), in “Studi Veneziani”, Pisa, 1986, n. s. XI 1986, p. 91.
delle precedenti opere difensive dellʼisola di SantʼAndrea. In questa fortificazione, che a tuttʼoggi rappresenta il miglior esempio dellʼarchitettura difensiva della Serenissima, è “maestrevolmente accoppiata la militare difesa alla decorosa magnificenza della civile architettura, di modo che può dirsi che in tal monumento egli abbia saputo riunire solidità, convenienza e bellezza”.80
Il Forte è costituito da un corpo centrale, costruito sui resti di un torrione risalente al 1400, e da un bastione esterno alla base del quale, sulla facciata prospiciente la laguna, erano poste le artiglierie in numero molto elevato (40) e con vari angoli di tiro. Le aperture nel bastione, di forma rettangolare, sono a pelo dellʼacqua per permettere di colpire a livello della linea di galleggiamento i vascelli nemici. In realtà il Forte aprì il fuoco una sola volta contro una nave nemica, nel 1797, alla vigilia della caduta della Serenissima Repubblica, quando una potente salva falciò il bastimento francese Libérateur dʼItalie che tentava di forzare il porto del Lido. Mentre il corpo centrale ha una altezza di circa 16 metri, i bastioni si sviluppano ad una altezza costante di 7 metri integrandosi perfettamente nel paesaggio lagunare nonostante le massicce proporzioni. Il tutto è costruito con massicce murature in cotto e archi portanti a tutto sesto rivestiti di pietra dʼIstria.
Per la facciata della fortificazione, Sanmicheli scelse di mantenere dalla parte della laguna unʼapertura sul fronte del mastio che fa trasparire il vezzo monumentale e celebrativo, una ricerca di prestigio e imponenza formale. Il fronte è infatti caratterizzato da tre archi sormontati da un cornicione dorico: lʼarco centrale segna lʼingresso dalla parte del mare da cui si accede ad uno spazio per il corpo di guardia mentre gli archi laterali corrispondono a due aree dove è posizionata lʼartiglieria pesante. Sul fronte triarcuato le bugne di pietra dʼIstria sono dosate secondo uno schema classico di lesene e trabeazioni, un richiamo artistico riscontrabile nellʼarchitettura militare veronese.81
Lungo il perimetro del forte si snodava una galleria in cui venivano posizionate le cannoniere e sulla quale si aprivano delle stanze per il ricovero delle milizie. Il complesso conteneva al suo interno anche un edificio adibito a deposito delle polveri e le stalle. Lʼaccesso al forte è situato dalla parte opposta rispetto al
80 D. Zannandreis, Le vite dei scultori, pittori e architetti veronesi, Verona, 1891, p. 194.
bastione e un canale separa lʼapprodo dal cortile con la funzione di proteggere lʼaccesso alla parte posteriore del forte.
Alla morte di Sanmicheli nel 1559, il cantiere di SantʼAndrea viene seguito dal suo allievo Francesco Malacreda che apporta nuove sostanziali modifiche per rendere più funzionale la struttura. Viene demolita la volta della galleria in prossimità delle cannoniere.82 È inoltre ulteriormente scavato il fosso alle spalle del forte e con il materiale di risulta è eretto un terrapieno e costruito il rivellino, modificando così la perimetria dellʼisola.83 Tra il 1591 e il 1595 è deliberata la costruzione di una struttura permanente che sostituisce gli arrangiamenti provvisori che ancora ospitano le milizie. In pochi anni si realizza così un edificio che costituisce uno dei pochi esempi dellʼepoca di caserma militare.
Il forte di SantʼAndrea manterrà inalterata la sua struttura fino al 1646. Il timore di nuove minacce questa volta dal fronte interno della laguna portano alla costruzione di un baluardo piatto sul fronte posteriore.84 Non sono documentate altre modifiche importanti in epoche successive.
Con la fine della Serenissima nel 1797, i segni del tempo non risparmiano il Forte di SantʼAndrea che subisce un lento degrado determinato dallʼazione delle maree sulle fondamenta e sulle pietre dʼIstria. Agli inizi del 1900 si registrano i primi cedimenti e comincia un lungo periodo di carteggi e sopraluoghi senza però alcun intervento consistente. Nel secondo dopoguerra si tenta un riutilizzo del Forte riattivando la casermetta interna che ospita gli uffici e la foresteria degli operatori subacquei della Xa MAS. La struttura cade nuovamente in disuso alla conclusione delle operazioni di sminamento delle aree portuali veneziane.85
Il degrado è interrotto nel 1964 dallʼAmmiraglio Filippo Ferrari Aggradi, nuovo comandante di Marina a Venezia, che da avvio ai lavori di manutenzione più urgenti e rimette in moto le pratiche per il recupero del complesso.86 La fortificazione è sottoposta a ingenti opere di restauro per ovviare al suo costante abbassamento costruendo una sottofondazione il cui bordo esterno è visibile in
82 D. Jacobone, Nuovi apporti documentari sul forte di Sant'Andrea a Venezia, in Castellum n. 43, 2001, p. 37-‐46.
83 P. Marchesi, Il Forte di Sant’Andrea a Venezia, Stamperia di Venezia, 1978, p. 23.
84 D. Jacobone, Nuovi apporti documentari sul forte di Sant'Andrea a Venezia, in Castellum n. 43, 2001, p. 40.
85 M. Buracchia, La Marina a Venezia, Pontecorboli editore, Firenze, 1994, p. 221.
acqua ad alcuni metri dal perimetro del forte. Malgrado il costo notevole di questi interventi che terminano nel 1995, non è stata ancora presa alcuna decisione relativa alla fruizione del complesso, attualmente in stato di abbandono e raggiungibile solo con imbarcazioni private.