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Helicotrema Festival dell'Audio Registrato

Il concetto alla base di Helicotrema57 Festival dell'Audio Registrato è la creazione

di una nuova situazione d'ascolto di produzioni sonore contemporanee che prende spunto dalle modalità culturali attivate durante un festival di cinema o di teatro. Composizioni e creazioni diverse sono organizzate in un programma che non solo offre agli autori unʼoccasione di visibilità ma soprattutto permette ad un pubblico eterogeneo di orientarsi comparando le diverse creazioni.

La prima edizione di Helicotrema è stata organizzata da Blauer Hase in collaborazione con Giulia Morucchio e MICROCLIMA. Il festival si è svolto dal 14 al 16 Giugno 2012 ed è stato articolato in diverse sessioni di ascolto.58 Tali sessioni si sono tenute in luoghi differenti della Serra dei Giardini, esplorando e attuando una diversa declinazione spaziale (in termini di posizione del pubblico, impianto audio e impostazione dellʼilluminazione) in modo tale da offrire al pubblico unʼesperienza variegata di opere sonore allʼinterno di un programma articolato.

Prima di approfondire le forme in cui si è declinato lʼascolto nellʼambito del Festival Helicotrema, è opportuno precisare il contesto culturale in cui si posiziona il lavoro del collettivo che ha creato il Festival. Blauer Hase ha più volte affermato nelle riunioni preliminari come tutto il suo interesse parta da osservazioni che hanno determinato scelte molto precise nella costruzione della situazione di ascolto del Festival. Ha ricordato che quando le prime radio sono state introdotte negli anni ʼ20, la loro scarsità dovuta al costo elevato implicava lʼascolto delle trasmissioni in maniera collettiva. Veniva così a prodursi una situazione sociale precisa dove lʼaudio trasmesso era condiviso e commentato intrecciandosi con il sottofondo sonoro dellʼambiente. Apparecchi in grado di registrare e riprodurre suoni sono di relativamente recente invenzione e sono diventati di uso individuale solo negli ultimi 30 anni. Ad una analisi fenomenologica, lʼintroduzione di questi                                                                                                                

57  Helicotrema,   nome   del   festival,   è   stato   scelto   da   Blauer   Hase   facendo   riferimento   a   una   struttura   dell’orechhio  interno  il  cui  nome  deriva  dal  greco  ἕλιξ  (spirale)  e  τρη̂μα  (foro).  L’elicotrema,  un  forame   attraverso   cui   la   scala   vesticolare   e   la   scala   timpanica   comunicano   tra   loro   in   corrispondenza   dell’apice   della   coclea,   ha   la   funzione   di   eguagliare   la   pressione   locale   nei   due   dipartimenti,   contribuendo  in  ultimo  alla  percezione  delle  frequenze  sonore  più  basse.  

58  L’espressione   “sessioni   di   ascolto”   è   usata   per   evitare   il   termine,   in   questo   caso   particolarmente  

apparecchi ha offerto allʼascoltatore il controllo potenziale del panorama sonoro in cui inserirsi, come ben documentato nellʼarticolo del 1984, The Walkman Effect, di Shuhei Hosokawa59. Le modalità di ascolto di contenuti sonori hanno subito uno spostamento in una sfera privata completamente disassociata dal trovarsi in un luogo particolare o dal condividere una situazione con altre persone.

Unʼaltra osservazione importante alla base del progetto Helicotrema, riguarda il crescente interesse per lʼuso di suoni riprodotti da parte degli artisti visivi a partire dagli anni ʼ90. Questa pratica, che ha le sue origini nelle avanguardie e nelle sperimentazioni di tutto il XX secolo, è stata formalizzata in molte esposizioni attraverso lʼutilizzo di installazioni sonore. Il visitatore è spesso invitato ad ascoltare registrazioni e composizioni di suoni tramite cuffie o a percepire un suono proiettato nello spazio espositivo. Entrambe le situazioni prevedono una percezione molto personale da parte del pubblico e lʼattenzione del visitatore è indirizzata completamente alla singola composizione dellʼautore.

Le produzioni sonore hanno avuto unʼespansione tale da richiamare lʼattenzione di prestigiose istituzioni delle arti contemporanee quali lʼInstitute of Contemporary Arts (ICA) di Londra e il Museum of Modern Art (MoMA) di New York.

Soundworks, organizzata da ICA nel periodo Giugno-Settembre 2012, è stata una

mostra online che ha raccolto un centinaio di opere sonore di diversi autori. La fruizione di queste poteva avvenire sia online che nello spazio della galleria ed era indirizzata ad una singola persona che ascoltava i contenuti attraverso lʼuso di cuffie.60 Soundings, a contemporary score è stata invece organizzata nel 2013 dal MoMA come mostra di arti visive in senso più tradizionale: la selezione dei lavori ha compreso opere sonore che spesso prevedevano lʼutilizzo di installazioni sonore complesse, affidandosi alla componente scultorea per creare un ambiente e un rapporto tra suono e spettatore.

La maggior parte dei lavori veniva così affidata a dei supporti che veicolavano il                                                                                                                

59  The  Walkman  Effect,  Shuhei  Hosokawa,  Popular  Music,  Vol.  4,  Performers  and  Audiences,  Cambridge   University  Press,    Cambridge,  United  Kingdom,  1984,  pp.  165-­‐180.    

60     “Soundworks   is   a   strictly   headphonic   exhibition:   digital   files   are   accessed   via   headphones,  

emphasising  the  disembodied  condition  of  much  sound-­‐based  practice.  Brandon  LaBelle,  a  sound  theorist   as   well   as   practitioner,   says:   With   the   online   gallery,   the   listener   is   free   to   organise   his   or   her   own   experience.  I  imagine  it  can  function  both  as  a  listening  experience  and  a  documentation  centre,  where   listeners   can   browse,   sample,   access   or   drift   through   the   collection.”   Rob   Young,   http://www.wallpaper.com/soundworks  

suono creando il giusto contesto per orientare lʼattenzione dello spettatore allʼinterno della mostra.61

2.6.1 Helicotrema alla Serra dei Giardini: la prima edizione

I due esempi appena citati permettono di comprendere al meglio il carattere sperimentale di Helicotrema che ha creato una situazione radicalmente diversa che prevede una serie di “proiezioni sonore” con registrazioni organizzate per sessioni. Il pubblico si trova così a condividere lo stesso spazio e lo stesso momento, partecipando a una situazione culturale diversa rispetto non solo ad una fruizione privata ma anche ad una fruizione in una galleria o in un museo. Le opere stesse sono fortemente influenzate da questa condizione sperimentale nella quale i rumori del paesaggio sonoro della città, i rumori e i commenti del pubblico vengono a fondersi in unʼunica esperienza continua. Il suono, benché presentato con tutta lʼattenzione che gli è necessaria, non viene trattato come un elemento separato dal contesto ma è inserito nella realtà esistente e quindi messo alla prova con i suoni “in diretta” dello spazio che lo accoglie.

Helicotrema è composto da materiali sonori di diversa provenienza: allʼinterno del

Festival vengono raccolti sia produzioni contemporanee che documenti storici, radiodrammi, frammenti di radioteatro e tutte le possibili declinazioni tra suono e narrazione. Questi materiali sono stati organizzati in raccolte di pezzi sonori ognuno della durata di circa dieci minuti in modo tale da dare al pubblico la possibilità di ascoltare con attenzione le composizioni senza esagerare nella richiesta di attenzione. Ogni sessione dʼascolto è stata introdotta da artisti che hanno contestualizzato in maniera precisa lʼevoluzione del loro lavoro e i termini con cui esso si relaziona con il suono, la narrazione e la documentazione.

Nella programmazione sono stati inclusi alcuni radiodrammi originali provenienti dagli archivi Rai. Anche per questi materiali storici si è presentata lʼesigenza di una breve presentazione delle composizioni sonore al fine di preparare il pubblico a notare le differenze stilistiche e di contenuto delle varie sessioni sonore.

                                                                                                               

61  cfr.   http://www.nytimes.com/2013/08/09/arts/design/soundings-­‐features-­‐art-­‐with-­‐audio-­‐ elements.html?pagewanted=1&_r=0  

Helicotrema alla Serra dei Giardini

La sperimentazione che ha accompagnato la declinazione degli ascolti ha agito come piccola interferenza fisica nellʼascolto delle composizioni ed ha aggiunto un livello ulteriore allʼesperienza e al raffronto delle varie opere sonore presentate. Questa volontà di offrire un termine di paragone e unʼesperienza variegata di approccio al suono è lʼaspetto peculiare e pregnante di un progetto divulgativo quale Helicotrema. Il Festival ha voluto mostrare un panorama di pratiche riguardanti il suono contemporaneo e dare anche la possibilità di tracciare, tra materiali di archivio e contenuti originali, nuovi collegamenti, offrendo in parallelo al pubblico gli strumenti e le prospettive per ragionare sul suono, il tempo, lo spazio e la narrazione.