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2. L’OPERA DEI FRATELLI PALEARO FRATINO

2.2 L’opera dei fratelli Giovan Giacomo (Jacopo) e Giorgio Palearo Fratino

2.2.2 Le fortezze e i presidios

La fortezza di San Filippo a Setubal.

Con la vittoria di Alcantara (1580), Lisbona ed il Portogallo sono annessi ai possedimenti della Spagna, la quale intraprende un’opera di rilievo delle fortezze della capitale e della costa.

Jacopo Palearo è impiegato prima nell’opera di rilievo delle fortezze esistenti (attività di intelligence che precedono l’invasione del Portogallo) e delle linee di costa (Foce del Tago) e più tardi nella progettazione di nuove opere ed adeguamento di quelle esistenti a controllo delle vie d’acqua. Interverrà a Caminha, Viana do Castelo, Oporto, Duero, La Coruña e Bayona.

Tra le opere più importanti, che seguirà almeno sino al 1584 e non potrà completare per la scomparsa avvenuta nel 1586, ritroviamo il forte di São Julião da Barra a Lisbona e la fortezza di San Filippo a Setubal. Di particolare interesse è il disegno del forte di San Filippo il quale ricorda con straordinaria forza il progetto del 1575 di Giorgio Palearo per la fortezza di San Giuliano ad Alghero in Sardegna e presenta forti analogie con gli schemi proposti nel trattato del Maggi e Castriotto, in particolare per le soluzioni progettuali (due semibaluardi, successione di salienti e tenaglia) e per la natura del sito; trattasi in entrambi i casi di una fortezza da realizzarsi su di una collina isolata. Il progetto per la fortezza di San Filippo, situata su di una altura che vigila l’accesso alla baia di Setubal in Portogallo, porta la firma di El fratin, che il 3 agosto del 1581 dopo aver verificato l’ottima posizione e la natura del sito23 prescelto per l’edificazione, inizia il consueto tracciamento a mezzo di corde del perimetro della fortezza. Jacopo Palearo non vedrà la conclusione dei lavori che seguirà sino al 1584 e nella direzione del cantiere si avvicenderanno infatti Antón Coll prima, Giorgio Palearo24 ed in seguito il napoletano Fra Vincenzo Casale ed il pescarese Filippo Terzi; a quest’ultimo si deve l’unico documento pervenutoci, realizzato a fine lavori e datato 1594, che mostra il disegno dell’opera militare. L’opera, che presenta numerose analogie con il progetto di Giorgio Palearo per San Giuliano ad Alghero tra le quali un fossato realizzato su tre lati che lascia sul versante più ripido e roccioso la sola strada coperta.

Figura 14: Forte di San Filippo – inquadramento territoriale e vista aerea (fonte: http://maps.google.it/).

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Viganò M. 2004, op.cit., p.337, “El fratin scrive al re: no ay otro mejor ni tan bueno asi por el asiento como por el çimiento”.

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Figura 15: forte di San Filippo a Setubal (disegno a matita).

Figura 17: viste del forte (fonte: http://maps.google.it).

Figura 18: dettagli architettonici della fortezza (scarpa, cordone e parapetto del baluardo e garitta).

Figura 19: ipotesi di progetto del forte di San Filippo a Setubal. Il disegno rappresenta una decisiva evoluzione del fronte tanagliato adattato plasticamente alla morfologia del sito.

A partire dal 25 luglio del 1581 Jacopo Palearo si occupa della realizzazione del forte di São Julião da Barra, situato a controllo dell’accesso al porto di Lisbona. I lavori, come averrà per il forte di Setubal, proseguiranno sotto il controllo di El fratin al quale succederà Filippo Terzi.

Figura 20: il forte di São Julião da Barra a Lisbona - elaborazione su base aerea (fonte: http://maps.google.it).

Figura 21: forte di São Julião da Barra a Lisbona. L’elaborazione grafica su immagine aerea (fonte: http://maps.google.it) evidenza il primo “disegno” del forte.

Figura 22: Viana do Castelo in Portogallo (fonte: http://maps.google.it).

Figura 23: Viana do Castelo (fonte: http://maps.google.it).

La fortezza di Santa Barbara ad Alicante.

Tra il 1570 ed il 1575 Jacopo Palearo stende rapporti sulle fortificazioni di Alicante e definisce il disegno della tenaglia che verrà realizzata più tardi nel 1580, nonostante il parere contrario dell’Antonelli25 incaricato delle esecuzione delle opere. Il disegno dell’ingegnere è costituito da una successione di salienti che accompagna il limite medievale e si conclude con due semibaluardi26 arretrati rispetto al perimetro esistente, come descritto nel documento in figura 25.

Figura 25: documento conservato presso l’archivio General di Simancas che mostra il tracciamento della tenaglia pensata da Jacopo Palearo (fonte: AGS, perspectiva del Castillo de Alicante con las nuevas obras de fortificaçion que se ponen para su mejor defensa, MPD, 19,004) .

Figura 26: sistema tanagliato di Jacopo Palearo nel quale le torri medievali esistenti divengono riferimenti progettuali 8elaborazione grafica su immagine aerea (fonte: http://maps.google.it).

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Svolse la sua attività al servizio di Filippo II dal 1560 al 1580, periodo nel quale si dedica alle fortificazioni e alle difese della costa del levante spagnolo e i porti dell’Africa del Nord e dal 1580 sino al 1588, anno della sua morte, in cui si dedica allo studio e alle opere idrauliche per la navigazione dei fiumi della Spagna. Nel 1575 si occupò di redigere le planimetrie di Cartagena alle quali vengono nel 1576 preferite le scelte di El fratin, e nel 1579 fu a Peñíscola, regno di Valencia, per terminare il baluardo di Sancta María, iniziato dallo stesso Jacopo Palearo.

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Figura 27: vista assonometrica delle linee di progetto della tanaglia prevista da Jacopo Palearo (disegno a penna).

Figura 28: vista del castello di Santa Barbara.

Figura 30: vista della fortezza e dettaglio del camminamento e del parapetto lungo la cortina.

Figura 32: vista della fortezza sul versante lato mare. Tunisi – La Goletta

Jacopo Palearo si troverà, nel periodo 1566-1569 per modificare il disegno della fortezza nel quale hanno operato inoltre Giovanni Maria Olgiati (giunto con la spedizione di Carlo V nel 1535), l’ingegnere spagnolo Pedro Luis Escrivà27, il Ferramolino, il Paciotto ed il Serbelloni.

Agli inizi del Cinquecento la Goletta era semplicemente una torre quadrata che con funzione di dogana controllava il canale che metteva in comunicazione lo stagno di Tunisi con il Mare Mediterraneo. Presa nel 1504 dal corsaro Oruch, fratello del Barbarossa, fu bombardata e saccheggiata da Andrea Doria nel 1514. Nel 1534 venne conquistata dal Barbarossa e da questi modificata e rinforzata; Carlo V allarmato per la vicina minaccia allestì una flotta alla quale presero parte i navigli dell’ordine Gerolimitano, di Andrea Doria, dell’infante di Portogallo e del Papa28. Nel 1535 con al seguito numerosi ingegneri entrò in possesso del forte; tra questi il Ferramolino, che operava all’epoca a Palermo e Messina, fu incaricato di realizzare un progetto per la Goletta. I lavori riguardarono il restauro della vecchia rocca e la realizzazione di una cinta bastionata triangolare che l’ingegnere seguì sino al 1537. Il disegno del Ferramolino venne modificato da pianta triangolare a quadrilatero, giungendo con questa sagoma agli inizi degli anni ’60 del secolo, quando fu chiesto un parere all’urbinate Francesco Paciotto e successivamente all’Escrivà che di troverà nel presidio nel 1565 per essere poi sostituito da Jacopo Palearo Fratino che qui ricoprirà l’incarico di veedor. L’ingegnere realizzò il disegno che venne esaminato ed approvato da una commissione della quale facevano parte il vicerè di Sicilia don Garcia di Toledo, gli ingegneri regi di Napoli (Tommaso Scala e Giacobbe Santieri o Giacomo Lanteri che accompagnava quest’ultimo)

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Attivo in Italia nella prima metà del secolo e realizza per volere di Carlo V numerose fortezze nel Napoletano (Napoli, Capua) ed il forte dell’Aquila (1532-1535). A lui si deve uno dei disegni per la trasformazione del forte a controllo dell’approdo di Tunisi.

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e da Gabrio Serbelloni (che più tardi progetterà un nuovo forte a Tunisi)29. I lavori si protrassero sino al luglio del 1573 portando a compimento il disegno di el fratin. Tunisi e la Goletta verranno riconquistati dai Turchi nel 1574 che con tre mine faranno infatti crollare, come racconta Miguel De Cervantes nel suo Don Quichiote, le strutture realizzate dal fratin lasciando in piedi il forte dell’Escrivà (che ancora possiamo in parte osservare) e restaurarono i bastioni della fortezza vecchia dando all’opera la forma che oggi osserviamo.

Figura 33. progetto per la Goletta di Tunisi – P.L. Escrivà e Jacopo Palearo Fratino (fonte:

http://www.archiviodistatotorino.it). La seconda immagine mostra il forte durante l’assedio turco del 1574 ed il rivellino opera del Serbelloni; l’opera militare, viene ampliata da Jacopo che supera il canale che mette in comunicazione mare e stagno, aumenta le dimensioni dei due baluardi lato mare e porta il perimetro difensivo da quattro a sette baluardi con fianchi ritirati e spalle a musone come di consueto nel disegno dei baluardi ad opera dei Palearo.

Figura 34: Il forte della Goletta di Tunisi - In arancio le strutture esistenti, con traccia verde il forte nel disegno dell’Escrivà e la forma definitiva attribuibile a Jacopo Palearo (elaborazione grafica su fonte: http://maps.google.it).

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Figura 35: Il forte della Goletta di Tunisi - perimetro esistente (elaborazione grafica su fonte: http://maps.google.it).

Figura 36: Il forte della Goletta di Tunisi - interventi di restauro eseguiti dai Turchi dopo la conquista del 1574.

2.2.3 Le cittadelle