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Il progetto di Giorgio Palearo Fratino per la fortezza di San Giuliano

3. LA PIAZZAFORTE DI ALGHERO: i progetti, le opere ed i modelli virtuali

3.4 Il disegno di Giorgio Palearo Fratino

3.4.4 Il progetto di Giorgio Palearo Fratino per la fortezza di San Giuliano

Nel 1575 Giorgio Palearo riceve l’incarico di progettare una fortezza su di un’altura distante 2.000 passi (circa 2 Km) dalla città di Alghero. L’ingegnere, che si dichiara contrario alla realizzazione dell’opera43, imposta la traccia progettuale su due semi baluardi più una successione di salienti e troniere posizionate nei punti d’incontro di questi ultimi e su di un’opera a tenaglia in direzione di P (ponente); l’analisi grafica condotta sul disegno di progetto mostrerà come la traccia progettuale rappresenti una evoluzione formale (funzione della morfologia del sito) dei progetti dell’ingegnere valenziano P.L. Escrivà per alcune fortezze nel Napoletano e rielabori uno degli schemi proposti dal trattato del Maggi e Castriotto.

I due semibaluardi vengono posizionati sull’estremità est della collina 44 che, in prevalenza piana, presenta una leggera irregolarità altimetrica che produce una lieve altura ed un dislivello a nord est, laddove il progettista indica nel disegno di progetto la fossa (Fig.37-38).

Solo uno dei due baluardi è pensato con la cannoniera in casamatta; il baluardo nord che ‘spazza’ la faccia del baluardo sud ed il tratto di fossato adiacente è dotato di artiglieria posizionata alla quota della piattaforma. Il progetto, allegato alla relazione inviata dal vicerè Coloma a Filippo II il 24

43Sari G. 1988, p. 70, op.cit., “Giorgio ad ogni modo non condivide affatto l’idea del committente; la consuetudine ad una

visualizzazione non emotiva del reale lo induce a credere che l’opera difensiva eseguibile sarebbe necessariamente debole, di nessun aiuto agli abitanti e non potrebbe costituire un elemento di disturbo per i nemici che assediassero la città”.

Marzo 1575, non verrà realizzato, 45 sebbene la sua costruzione trovi nel Cinquecento e nel Seicento numerosi sostenitori tra i quali il vicerè Giovanni Coloma ed il vicerè Giovanni Vivas.

La relazione che accompagna l’elaborato grafico descrive in maniera dettagliata i costi per la sua realizzazione, le opere da un punto di vista architettonico e dimensionale, il posizionamento del perimetro fortificato e del fossato (questo fosso sara nilla rocha viva) laddove sono indicate con precisione le caratteristiche morfologiche del sito (qui la hacolina rasa declinado al bajo) e le preesistenze (pozio Antiguo, vigna, S.Juliain), del quale l’ingegnere effettua un rilievo dettagliato assieme all’ufficiale Juan Bautista Reyna. Fossato, strada coperta ed accesso alla fortezza non sono indicate in maniera dettagliata; è descritta la loro posizione planimetrica ma non il profilo altimetrico ne quantomeno la quota stabilita per l’accesso alla fortezza. Il documento riporta oltre al consueto orientamento con assi cardinali, la scala metrica in canne ed alcune indicazioni di progetto e più precisamente: 46 “Li duoi baluardi et cortina signati A anderano halti alla 47ordinaria altez.a il Restante della Circonferentia bastera che si alzi suolo fuori di scala che douendo esser’ de muraglia p. causa di tenerlo longo tempo et p. metter dentro meza cana di terra de altez.a almeno et p. che il fosso andera fuor nela ridota costera Circha schudi 30 millia”. La scala metrica è indicata in canne da 12 palmi che possiamo ipotizzare possano trattarsi di palmi romani (Giorgio Vasari riporta che il palmo romano in uso nel Cinquecento è pari a 22,34 cm48) utilizzati con certezza da Giorgio nella rappresentazione grafica della fortificazione proposta a Cagliari nel tratto tra il bastione di Santa Croce ed il bastione di Sant’Antonio. Tale possibilità è avvalorata dall’esclusione dell’utilizzo di canne da 12 palmi da 26,2 cm, non compatibile con il disegno di progetto ed in particolare con la morfologia del sito (Fig.38-39)49. I baluardi sono prescritti della « ordinaria altezza »; nel trattato del Maggi e Castriotto tale indicazione assume precise caratteristiche formali. In particolare il Libro II, Cap. I, Delle scarpe delle muraglie, indica “L’ordinaria scarpa che si dà alle muraglie, si è, in ogni cinque bracciad’altezza50, un piede, e questo fino al cordone. Dal cordone in sù alcuni non vogliono che si dia pùto di scarpa. ad altri piace indistintamente ch’ella si dia. l’opinion di questi ultimi è degna d’esser abbracciata, perche, come habbiamo detto un’altra volta, la scarpa dà fortezza al muro, & il perpendicolo l’aiuta a rovinare. Darassi adunque alla muraglia dal cordone in su un mezo piede di scarpa, ò qualche poco di più “51, ed il Capitan Castriotto nel Libro I, Cap. XI,

Delle misure di tutti i membri della Fortificatione, e delle parti di quelli, suggerisce le misure più adatte secondo la sua opinione da assegnare al baluardo; per quanto riguarda la muraglia del baluardo il Castriotto, “la vuole alta dal fondo del fosso fino al cordone piedi 24. e piedi 8, dal cordone alla cima, che con un piede della grossezza del cordone è in tutto dal lato di fuori piedi 33. e di dentro 36, per cagione del colmo più alto che non è di fuori”.

L’ordinaria altezza dei baluardi diviene in accordo con il trattato del Maggi e Castriotto ed alla scelta di utilizzare una misura del piede pari a 33 cm52 pari a: dal fondo del fosso fino al cordone

45Sari G. 1988, p.71, op.cit., “Il 24 settembre 1575 il nuovo ingegnere (Camillo Morchilli, inviato ad Alghero nel giugno dello stesso

anno) spediva a Filippo II una relazione dalla quale apprendiamo che a San Giuliano fece costruire tre cisterne (nella ricognizione del Vivas si fa menzione di sole due vasche)”.

46 AGS, MPYD, V/40. Planta de la montaña de Sanct Julián de la ciudad del alguer, s.d. [24 de marzo de 1575], schedata da Alvarez

Terán, Archivio General de Simancas, Catalogo XXIX, cit., p.22.

47 Rif. 11 – trattato del Maggi e Castriotto.

48 Belli G. 2004, p.59, op. cit., “Il diametro del fusto risulta 6 palmi romani (1.34 m) e la sua lunghezza di 50 palmi (11,17 m). Vasari

converte le misure in braccia fiorentine”.

49 Il posizionamento del perimetro nella soluzione che adotta la scala in canne da 12 palmi da 22,34 cm è compatibile con la

posizione della fossa e con un posizionamento dei baluardi tale da ‘occupare’ fisicamente il dislivello compreso tra due curve di livello (8 m) che corrisponde all’ordinaria altezza prescritta dal Capitan Castriotto.

La seconda soluzione è evidentemente incompatibile con il sito, laddove i due baluardi ‘occuperebbero’ un dislivello di circa 16 m.

50 Maggi G., Castriotto I. 1564, Libro I, Cap. XI, p.22, Delle misure di tutti i membri della Fortificatione, e delle parti di quelli.,

op.cit., “la lunghezza della cortina da fianco a fianco braccia alla fiorentina (de quali sempre intendo quando farò mentione del braccio) dalle seicento alle settecento”.

51 A tal proposito è interessante notare l’utilizzo di tale prescrizione nella realizzazione del parapetto di un tratto del bastione della

Maddalena ad Alghero e del parapetto dell’opera a tanaglia che Giorgio Palearo realizza a Cagliari durante la sua permanenza nel periodo 1573-1578, in ampliamento all’opera eseguita da Rocco Capellino.

52 Martini A. 1883. La braccia fiorentine sono pari 0,583 m ed il piede veneziano = 0,348 m Nel trattato del Maggi&Castriotto si

piedi 24 (7,92 m)53, piedi 8 dal cordone alla cima (2,64 m) e con il cordone della grossezza di un piede (33 cm) risulta complessivamente un’altezza di piedi 33 (10,89 m) all’esterno e piedi 36 all’interno (11,88 m). Nel Libro I, Cap. XI G. Maggi riporta inoltre che il Capitan Castriotto “nel suo discorso generale vuole che le controscarpe siano alte al pari de’ i cordoni; & anche due piedi più alte di quelli “54

. Lo stesso Maggi indica che « fuori dal fosso la via delle sortite sarà larga braccia 12. fino a 14“ e che “il Lanteri vuole ch’ella sia tanto larga, che vi possa passare una

squadra da sei ò otto soldati per fila. il muro, ò la trincea dello Spalto che la debbe coprire, sarà alto piedi 4. fino a 5. secondo altri, piedi 7. e grosso braccia I fino in due, dove possino star dopo

archibugieri che guardino lo Spalto. Ad altri piace che questo muro sia più alto, cioè facendosi la via delle sortite più bassa, ma con una panchetta larga due braccia da potersi affacciar per tirare, come si vede disegnato qui di sotto), il Castriotto vuole, che al parapetto delle sortite si faccino alcune case piccole e sŏde, simili alle casematte: dentro ad ogniuna delle quali possino stare dieci soldati, e che dopo a tal parapetto si faccino alcune volte, e ridotti per salvezza de’ difensori, quando venisse loro a dosso una carca de’ nemici, che non si potesse sostenere. quali ridotti si mostrano nella presente figura G H. insieme con la controscarpa, con la via delle sortite, e col parapetto di quella con la sua panchetta”.